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Libano

UNIFIL: i Caschi Blu si addestrano con i contingenti stranieri

l gruppo squadroni esplorante dei Lancieri di Novara (5°), dallo scorso mese di agosto impiegato il Libano nell’operazione “Leonte XXX” quale pedina operativa di ITALBATT, costituito su base 66° Reggimento Fanteria Aeromobile Trieste, ha concluso un intenso ciclo di attività addestrative “Familiarization Deployement - FAMDEP” svolte in favore degli altri contingenti stranieri.
La Sector Mobile Reserve (SMR), tratta dal gruppo squadroni di ITALBATT, l’unità in riserva del settore a diretta disposizione del Comandante del contingente italiano e prontamente impiegabile nell’area di operazioni del settore ovest di UNIFIL in caso di necessità, ha partecipato a tutte le “Familiarization Deployement - FAMDEP” organizzate dal comando multinazionale a guida italiana. Le FAMDEP hanno lo scopo di affinare le procedure di intervento tra le unità in riserva, quelle dei vari Battaglioni del settore ovest e la SMR, favorire la conoscenza delle rispettive capacità e affinare l’amalgama tra reparti di nazionalità diverse. In tale ambito la Sector Mobile Reserve ha sviluppato una molteplicità di eventi addestrativi ed esercitativi a favore delle riserve a livello battaglione dei contingenti ghanese (GHANBATT), irlandese-polacco (IRISHPOLBATT), malese (MALBATT) e della Corea del Sud  (ROKBATT), focalizzati sulle procedure di controllo della folla, sulla condotta del combattimento in ambiente urbanizzato, sull’interoperabilità tra i diversi assetti e, soprattutto, sulla fondamentale fase di collegamento e trasferimento di responsabilità nella gestione di un evento o di un incidente. Le attività svolte hanno permesso di elevare ulteriormente l’interoperabilità tra le truppe italiane di UNIFIL e quelle delle altre nazioni costituenti la Joint Task Force Lebanon- Sector West, su base Brigata Aeromobile Friuli al comando del Generale di Brigata Stefano Lagorio, oltre a consentire ai Bianchi Lancieri di consolidare e ampliare il bagaglio esperienziale in termini addestrativi ed operativi maturato nello specifico Teatro Operativo.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa
 

Il Libano alla deriva

"La situazione in cui si trova il Libano è il risultato di diversi anni di speculazione economica e di un processo più ampio che colloca il Paese in una regione che comprende diverse nazioni, tutte in crisi, e in cui i valori umani e spirituali e i diritti della persona umana non sono rispettati”: padre Raymond Abdo accoglie Vatican News nella sua residenza a Beirut, all’interno del Convento di Nostra Signora del Monte Carmelo a Hazmieh. Il luogo, attualmente in fase di ristrutturazione, è un centro di spiritualità dove molte famiglie si incontrano per un tempo di condivisione con i Carmelitani Scalzi. Il 75 per cento delle famiglie vive in povertà Padre Raymond non fa un'analisi politica: "È molto complicato qui", si limita a commentare, "ma da un punto di vista cristiano, ci sono sempre forze sconosciute e anonime che possono creare disperazione tra le persone". Per descrivere sinteticamente la situazione in cui si trovano i libanesi, spiega che la classe media è praticamente scomparsa: "Le famiglie hanno perso tutto il loro reddito, anche i soldi che avevano in banca e che erano il frutto del loro lavoro, i risparmi di una vita. Per chi ha ancora un lavoro, il salario ha perso il 90 per cento del suo valore. Di conseguenza, non si riescono più a soddisfare le esigenze di base delle famiglie”. Così, aggiunge il carmelitano, "il 75 per cento delle famiglie libanesi è sceso al di sotto della soglia di povertà".Se si guarda alle cifre, un salario equivalente a mille dollari prima della crisi era sufficiente per vivere dignitosamente. Oggi, lo stesso stipendio in sterline libanesi vale solo 80 dollari, e allo stesso tempo sono aumentati tutti i prezzi dei prodotti alimentari ordinari. Comprare formaggio, prosciutto o carne è diventato impossibile. "Siamo diventati vegetariani per necessità", ci hanno detto nelle strade della capitale. Per un pieno di carburante di circa 45 litri, ci vogliono 800mila sterline libanesi, ossia "l'equivalente di uno stipendio base", dice padre Raymond. Nelle vie dello shopping, un esercizio commerciale su due ha chiuso i battenti. I negozi di abbigliamento di lusso sono stati sostituiti da negozi di seconda mano, e bar e ristoranti sono disperatamente vuoti. Di notte, le strade sono nere come la pece, non c'è elettricità per l'illuminazione pubblica. I negozi sono illuminati da generatori privati alimentati a diesel, il che non aiuta l'inquinamento e diffonde un orribile odore in tutta la città. Lo Stato non sembra più in grado di fornire servizi di base come la sanità e la scuola. Per ottenere assistenza sanitaria e istruzione per i loro figli, le famiglie devono rivolgersi al settore privato e pagare in dollari, "il che è impensabile per chi ha perso tutto". 
 
fonte vatican news
 

Libano, cambio al comando del contingente italiano Unifil

La Brigata “Sassari” ha ceduto alla Brigata alpina “Taurinense” il comando dell’ operazione “Leonte” nell’ambito della missione UNIFIL, la Forza di interposizione delle Nazioni Unite schierata nel Libano del Sud. Il passaggio di consegne tra il comandante della “Sassari” Generale di Brigata Andrea Di Stasio e il comandante della “Taurinense” Generale di Brigata Davide Scalabrin è avvenuto nella base “Millevoi” di Shama nel corso di una cerimonia presieduta dal capo missione e comandante di UNIFIL Generale di Divisione Stefano Del Col, con la partecipazione dell’Ambasciatrice d’Italia in Libano Nicoletta Bombardiere, del capo di Stato Maggiore dell’Esercito Generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina, e di autorità civili e militari libanesi. Nel suo intervento il Generale Farina, dopo aver portato il saluto del Ministro della Difesa Lorenzo Guerini e del capo di Stato Maggiore della Difesa Generale Enzo Vecciarelli, ha tracciato un bilancio dei sei mesi di mandato del contingente multinazionale a guida Brigata “Sassari”, elogiandone “l’eccezionale lavoro svolto per il conseguimento degli obiettivi nel corso della missione che, nonostante il Covid, è stata assolta al meglio, fornendo assistenza e sostegno alle Forze Armate e al popolo libanese” e sottolineando lo storico legame tra l’Italia  e il Libano, “al quale, con fierezza, siamo legati sin dai tempi della prima missione di pace istituita nel 1978”. Il capo di Stato Maggiore dell’Esercito ha poi evidenziato “l’efficacia dell’intervento negli attimi immediatamente successivi alla tragica esplosione al porto di Beirut del 4 agosto”, quando un convoglio del contingente italiano, in coordinazione con il Comando Operativo di vertice Interforze (COI), è entrato a Beirut per soccorrere il personale italiano e delle Nazioni Unite e, in un secondo momento, per supportare le Forze Armate libanesi nelle operazioni di pulizia e di rimozione delle macerie accumulatesi nell’area del porto e in altre zone della capitale. Il Generale Farina, inoltre, ha posto l’accento sull’importanza del lavoro svolto al fianco delle Forze Armate libanesi (LAF). “Se tutti insieme, peacekeepers dell’Onu e Forze Armate libanesi, continueranno a lavorare insieme, potranno vincere ogni sfida per assicurare pace, stabilità e progresso a questo meraviglioso paese”. Rivoltgendosi poi agli alpini della “Taurinense”, li ha esortati a proseguire sul solco tracciato dai precedenti contingenti e a dare prova della peculiarità della via italiana nelle operazioni di peacekeeping, “condotte con equilibrio, professionalità, imparzialità, diplomazia, efficacia, credibilità e rispetto. Il consolidato successo della missione UNIFIL”, ha concluso Farina, “lo si deve alla dedizione, al sacrificio, al senso del dovere e della responsabilità di ciascun peacekeeper, ma soprattutto alla straordinaria capacità di dialogo e di interazione dei militari italiani con tutte le componenti della società presenti nel variegato mosaico libanese”. Apprezzamento e gratitudine agli uomini e alle donne del settore Ovest di UNIFIL per i “risultati ottenuti sul campo”, sono stati espressi dal capo missione e comandante di UNIFIL, Generale Del Col. Quanto alla “situazione fragile” che regna nel Libano meridionale, egli ha definito “straordinari” i progressi della missione nel “Paese dei cedri”, grazie anche al ruolo giocato dai peacekeepers italiani nel garantire, con imparzialità e trasparenza, il monitoraggio della cessazione delle ostilità e la cooperazione strategica con le forze armate libanesi per la sicurezza e la stabilità dell’area, soprattutto lungo la “Blue Line”, la linea di demarcazione che separa il Libano da Israele. “A ciò si aggiunge la ricerca costante del consenso unanime della popolazione locale mediante la realizzazione di progetti di cooperazione civile-militare”, ha detto Del Col, nel rispetto della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e della risoluzione 2539 dello scorso 28 agosto che, oltre a rinnovare per un altro anno il mandato di UNIFIL, “ha gettato le basi per un’ulteriore sinergia tra la missione e le parti verso gli obiettivi del mandato”. Facendo riferimento al dinamismo e alla complessità degli interventi di cooperazione civile-militare realizzati a favore della popolazione, il Generale Del Col ha sottolineato i tratti distintivi della missione della Brigata “Sassari”, “caratterizzata dall’azione di contrasto all’emergenza Covid nell’area di responsabilità, con un’attenzione particolare al supporto delle strutture pubbliche e al sostegno della microeconomia nel territorio attraverso lo sviluppo di progetti che hanno favorito l’avvio di un circolo virtuoso di self-sustainability building, utile a affrontare la difficile crisi economica che sta attraversando il paese”.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa 
 

Esercitazione Green Zone 2020

Attuare il piano messo a punto dal comando di Unifil mediante procedure d’intervento immediato da adottare in caso di rischio ambientale e sanitario, determinato da sorgenti di inquinamento rilevate all’interno e all’esterno delle basi ONU dislocate nel Libano del Sud. Questo lo scopo della Green zone 2020, esercitazione multinazionale pianificata e organizzata dal comando del contingente italiano in Libano in stretta cooordinazione con personale Unifil dell’Environmental Management Unit (EMU), unità per la supervisione e la gestione delle tematiche di natura ambientale, che ha visto impiegati, in maniera sinergica e combinata, assetti delle unità di manovra del settore Ovest e delle forze armate libanesi (LAF). L’ultima, in ordine di tempo, è stata l’esercitazione condotta nell’area addestrativa di Chawakeer, a Tiro, nel rispetto delle misure precauzionali legate all’emergenza Coronavirus. Protagonisti i Caschi Blu di Italbatt, unità su base 3° reggimento bersaglieri rinforzata da militari del gruppo squadroni del Reggimento “Cavalleggeri Guide” (19°), assetti sanitari e di sicurezza delle LAF e un team italiano specializzato CBRN (Chimico, Biologico, Radiologico e Nucleare) del 7° reggimento difesa CBRN “Cremona”. Durante l’esercitazione è stato simulato un intervento di emergenza ambientale causato dallo scoppio di un incendio con possibile contaminazione dell’area da agenti inquinanti. Mentre assetti operativi di Italbatt e delle LAF hanno operato per garantire la sicurezza dell’area, l’intervento combinato di squadre antincendio dell’esercito libanese e di nuclei specialistici CBRN del settore Ovest ha consentito di estinguere l’incendio e di effettuare le attività di rilevazione, identificazione, campionamento e decontaminazione dei mezzi, dei materiali e del personale coinvolto nell’area di intervento. Sul posto anche un team sanitario delle LAF, intervenuto per il soccorso e l’esfiltrazione di un ferito trasportato in ospedale. Un plauso particolare per il livello di addestramento e di interoperabilità raggiunto tra le unità dei diversi contingenti, ma soprattutto tra le unità di Unifil e le LAF, è stato espresso dal comandante del Sector West, generale di brigata Andrea Di Stasio. “L’Italia è uno dei Paesi che maggiormente contribuisce allo sviluppo della capacità operativa delle Forze Armate libanesi”, ha detto Di Stasio, “grazie soprattutto a un approccio addestrativo improntato a praticità, flessibilità e all’attitudine empatica dei soldati italiani, unanimamente riconosciuta sia a livello internazionale che da parte delle autorità militari libanesi”.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa 
 

Missione in Libano, cambio al comando del contingente italiano

Si è svolto a Shama, presso il comando del Settore Ovest della Missione UNIFIL, il passaggio di responsabilità del contingente italiano tra la Brigata bersaglieri Garibaldi, comandata dal Generale di Brigata Diodato Abagnara, e la Brigata Aosta, al comando del Generale di Brigata Bruno Pisciotta. La cerimonia, presieduta dall’Head of Mission e Force Commander di UNIFIL, Generale di Divisione  Stefano Del Col, ha visto la presenza del Generale di Divisione Aerea Nicola Lanza De Cristoforis, Vice Comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze (COI), nonchè dell’Addetto per la Difesa presso l’Ambasciata a Beirut, Colonnello Massimiliano Sforza, e delle massime Autorità civili, religiose e militari del Libano. Nel corso del suo intervento, il Generale Del Col ha ringraziato il contingente italiano cedente per quanto fatto, augurando al subentrante di proseguire nel solco tracciato. La Brigata Garibaldi impiegata per quasi sette mesi nella Terra dei Cedri e al suo terzo mandato dal 2006 ha avuto alle dipendenze, con il Comando di Settore, più di 3600 unità provenienti da 13 nazioni differenti, compresa l’Italia. Questa, in aderenza ai compiti dettati dalla Risoluzione 1701/2006, ha raggiunto considerevoli risultati sia operativi, sia addestrativi e sia nell’aderenza costante con la popolazione locale, nella realizzazione di progettualità di Cooperazione Civile e Militare (CIMIC) e in termini di dialogo e conoscenza reciproca. Nell’ambito del primo pilastro, relativo al monitoraggio della cessazione delle ostilità tra Libano e Israele, sono state condotte quasi 32500 pattuglie mobili, tra Vehicle Patrols (VP) e Foot Patrols (FP) e circa 14500 statiche, tra Permanent Observation Posts (POP) e Temporary Observation Posts (TOP). Il 35% di queste sono state svolte lungo la Blue Line, la linea pratica di demarcazione che separa il Libano da Israele, di cui circa 2300 congiuntamente con le Lebanese Armed Forces (LAF) e oltre 14000 in maniera indipendente. Inoltre, sono state circa 250 le pattuglie, diurne e notturne, effettuate con il supporto ad ala rotante di assetti della TF ITALAIR, unità di volo italiana joint su base Aviazione Esercito con equipaggi di Marina e Aeronautica, che dal 1979 garantisce il citato sostegno alla missione UNIFIL. Il numero di questa tipologia di monitoraggio ha beneficiato dell’introduzione del nuovo metodo di pattugliamento notturno del territorio, denominato Night Close Land Air Monitoring Heli Patrol (Night CLAM HP), che ha consentito di integrare le capacità di pattuglie di terra (Land Patrol) con quelle aeree (Heli Patrol). Per ciò che concerne l’assistenza alle Forze di Sicurezza libanesi, in termini di addestramento congiunto, la JTF-L ha tenuto 59 corsi a favore delle General State Security (GSS) e delle Internal Security Forces (ISF), di cui 50 corsi a favore delle LAF. I risultati conseguiti hanno consentito di addestrare, in 261 giornate complessive, oltre 1750 unità, di cui oltre 1550 delle LAF, tra 5ª Brigata e 5° Reggimento di Intervento Rapido (RIR), un numero pari al 45% del totale stimato della forza. Non da meno il supporto alla popolazione locale. In tale ambito, sono 46 i progetti CIMIC conclusi e inaugurati dal 19 ottobre 2018, di cui 34 dall’inizio del 2019. La realizzazione è stata resa possibile grazie all’operato degli specialisti di branca del contingente italiano, provenienti dal Multinational CIMIC Group di Motta di Livenza (TV), nonché da un’attenta attività di monitoring svolta dal Tactical Cimic Team (TCT), unità che si occupa anche di compiti di assessment delle progettualità. Inoltre, sono stati più di 20500 i chilometri percorsi; 95 le sole attività di monitoring svolte dal TCT; 75 le Municipalità del Settore dove si è intervenuto e 77 il numerico dei Local Leader Engagement (LLE) condotti dagli specialisti della branca CIMIC. Oltre a ciò, è stato dato forte impulso alle attività outreach, ovvero di comunicazione esterna e di contatto con le Autorità e la popolazione libanese. A riguardo, il Generale Abagnara ha visitato tutte le Municipalità e condotto 90 Key Leader Engagement (KLE) con i relativi Sindaci e Presidenti, con la media di tre a settimana. Gli incontri hanno rivestito fondamentale importanza per consolidare i rapporti già esistenti e costruirne dei nuovi. In aggiunta, di assoluto rilievo è stato l’impiego sul terreno dei Tactical Community Outreach Team (TCOT), specializzati nel contatto diretto face to face (F2F) con la comunità locale, e dei Female Assessment Analysis and Support Team (FAST), personale femminile che favorisce l’integrazione di una prospettiva di genere. I TCOT, costituiti da team di specialisti provenienti dal 28° reggimento “Pavia” di Pesaro, unico reparto della Difesa deputato alle comunicazioni operative, hanno condotto giornalmente sia attività a contatto con la popolazione locale, volte a migliorare la conoscenza delle Risoluzioni delle Nazioni Unite, sia F2F. Sono circa 190 le attività effettuate sul terreno, in media 9 a settimana, favorite da una risposta quanto mai positiva della comunità libanese che ne ha stimolato, in questa fase, la triplicazione dei contatti.
Un altro contributo rilevante lo hanno fornito i FAST, assetto UNIFIL tutto al femminile che, dal dicembre 2018, ha svolto 35 attività tra realtà piccole e grandi, ad integrazione e supporto sia della Cooperazione Civile e Militare sia dei TCOT. I FAST operano in aderenza a quanto stabilito dalla Risoluzione 2433/2018 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che prevede di assicurare una partecipazione significativa delle donne in tutti gli aspetti delle operazioni, nonché di aumentarne il numero.
Dopo un breve indirizzo di saluto al Generale Pisciotta, nel suo discorso di commiato, il Generale Abagnara ha voluto ringraziare la comunità del Libano del sud per aver favorito, in ogni modo, le interazioni sociali e interreligiose, “fonti di stabilità in un contesto composto da 108 municipalità e in cui convivono 7 confessioni religiose”. Il Comandante della Garibaldi si è poi rivolto alle Forze Armate libanesi che, “in questa fase, hanno evidenziato importanti progressi in termini di operational capability ed autonomia addestrativa”, per chiudere con sentimenti di forte gratitudine nei confronti del contingente italiano: “lasciatemi terminare con un ringraziamento particolare da rivolgere ai Caschi Blu alle mie dipendenze. Infinitamente grazie a voi che avete operato, ventiquattr’ore su ventiquattro, senza sosta, per la stabilità e la pace. Avete favorito, in termini addestrativi, l’incremento delle qualità professionali delle LAF; avete ragionato con il cuore e operato in sicurezza”. “Ricordatevi sempre”, ha concluso il Generale, “che tutto torna nella vita e i risultati raggiunti, non saranno confinati solo a quest’esperienza, ma vi saranno d’insegnamento per gli scenari operativi futuri, sia internazionali che nazionali, e dei loro effetti positivi ne beneficeranno le giovani generazioni di questa meravigliosa terra”.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa

Libano, nuova formazione a domicilio per le LAF

Il contingente italiano della La Joint Task Force Lebanon (JTF-L) – Sector West (SW) di UNIFIL, dal mese di febbraio, ha inaugurato un cambio di strategia nell’addestramento congiunto con le Forze Armate Libanesi (LAF). Per la prima volta dal 2006, nell’ambito della missione in Libano, si sono svolti nel training hub di Chawakeer (periferia a Sud di Tiro), i corsi Study of Mission e Patrol Formation, introducendo così un nuovo metodo di formazione che, oltre che continuare presso le sedi stanziali delle unità alle dipendenze del Settore, si sviluppa ora anche “a domicilio”. La formazione delle LAF “a domicilio” va ad integrare un sistema già consolidato che consente di aumentare in maniera esponenziale il numero degli addestrati, sfruttando strutture militari libanesi che accolgono un elevato numero di soldati; incrementano il pattugliamento congiunto, dato il risparmio di impiego dei mezzi per lo spostamento nelle basi UN e accresce il livello di complessità dell’addestramento. Di fatti, i due corsi svolti hanno favorito, in brevissimo tempo, l’incremento del 25% del numero degli addestrati. Infatti, se quelli in sede permettevano, mediamente, la formazione di 20 unità per singola attività addestrativa, l’introduzione del nuovo metodo ha consentito l’addestramento di 160 unità su un totale complessivo di 800, in poco meno di 4 mesi. La sede di Chawakeer, per fine febbraio, sarà anche il teatro di una grande esercitazione congiunta con le LAF, denominata “Blue Hammer 2”, a cui sono state già invitate le più alte cariche militari delle Forze Armate Libanesi e dell’area, tra cui anche i vertici delle Internal Security Forces (ISF) e delle Lebanese State Security (LST). Durante l’esercitazione, che costituirà il proseguimento della fase sviluppata nell’approntamento pre-immissione dalla Brigata bersaglieri “Garibaldi”, unità pilota del SW, verranno testate, tra le altre potenzialità, le individual skills acquisite, l’abilità di muoversi in pattuglia e la capacità di condurre attività tattiche complesse quali, ad esempio, quelle in ambiente urbano. Nell’ultimo periodo, sono stati anche sviluppati a favore delle LAF il PIO skills course diretto dalla cellula Pubblica Informazione del Contingente italiano e il corso scorta VIP, a favore delle ISF, condotto dai Carabinieri del Nucleo di Polizia Militare (MP) di SW. L’obiettivo del contingente italiano è quello di garantire alle LAF la full operational capability e un progressivo aumento delle capacita’ delle medesime forze armate nell’azione di controllo dell’area a sud del fiume Litani, come indicato dalla Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa

Missione Libano, cambio al Comando del Contingente Italiano di UNIFIL

Si è svolto a Shama, presso il comando del settore ovest della missione UNIFIL, il passaggio di responsabilità del contingente italiano tra la Brigata Alpina “JULIA”/Multinational Land Force (MLF), comandata dal Generale di Brigata Paolo Fabbri, e la Brigata bersaglieri “GARIBALDI”, al comando del Generale di Brigata Diodato Abagnara. La Brigata “JULIA” è stata impiegata per la prima volta nella terra dei Cedri in qualità di Multinational Land Force sotto configurazione Defence Cooperation Initiative  (DECI), ovvero su base multinazionale con la partecipazione di soldati provenienti da Austria, Croazia, Slovenia e Ungheria. La cerimonia, presieduta dal Comandante di UNIFIL, Generale di Divisione  Stefano Del Col, che oltre all’incarico di natura militare riveste anche quello di Capo Missione, ha visto anche la presenza dell’Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, Comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze (COI) e delle massime autorità civili, religiose e militari del Libano.
Nel corso del suo intervento, il Gen. Del Col ha ringraziato “gli alpini della Julia per il lavoro svolto durante gli ultimi sei mesi, in particolare nel tessere una fitta rete di connessioni con  le autorità civili e militari e la popolazione libanese. La loro presenza qui, oggi, è la piena testimonianza di questo affetto e di questo forte legame che si è venuto a creare”. Molteplici le attività che la Brigata Alpina “JULIA”/MLF ha svolto durante il suo periodo di missione, finalizzate prioritariamente al supporto della popolazione civile tramite la realizzazione di lavori effettuati insieme alle forze militari e civili libanesi, in osservanza a quanto stabilito dalle risoluzioni 1701 e 2373. Tali attività sono state condotte in aggiunta ai compiti principali previsti per i caschi blu di UNIFIL, che sono: il monitoraggio e il controllo della cessazione delle ostilità, il supporto alle Forze Armate libanesi nella condotta delle attività di controllo nel sud del Paese, nonché l’assistenza alla popolazione locale con i progetti di Cooperazione Civile e Militare. Nel suo discorso di commiato, il Generale Fabbri ha voluto ricordare come “l’Italia ha da sempre un impegno di lunga durata con il Libano ed in modo particolare con le sue comunità”  ed ha colto l’occasione per sottolineare come “le relazioni che il contingente italiano ha saputo instaurare con le locali autorità civili, militari e religiose siano forti, solide e profonde”. La Brigata “GARIBALDI” assume per la terza volta la responsabilità del Sector West, comando multinazionale composto complessivamente da circa 3.700 militari (di cui circa 1.000 italiani), a distanza di 8 anni dal suo ultimo impiego in terra libanese. Il Generale Abagnara ha rimarcato che “la Brigata Garibaldi, nel solco della continuità con l’operato delle altre Unità appartenenti al Contingente italiano e internazionale presente, opererà al meglio per garantire l’equilibrio in un’area in cui la presenza dei Caschi Blu è sinonimo di imparzialità, trasparenza e unione d’intenti. Tutti insieme per un obiettivo comune: la stabilità e la sicurezza nel sud del Libano e, di riflesso, nell’ intera regione medio-orientale”.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa
 

Celebrato in Libano il XXV anniversario della morte di Andrea Millevoi

Oggi il Contingente Italiano in Libano schierato nella base di Shama ha celebrato il XXV anniversario della morte del sottotenente Medaglia d’Oro al Valor Militare Andrea Millevoi, caduto a Mogadiscio nell’ambito dell’operazione umanitaria dell’ONU UNOSOM II (“Ibis” nella denominazione italiana)  per opera di un cecchino appartenente ai miliziani somali. La base, sede del Sector West di UNIFIL,  è infatti dedicata e intitolata alla Medaglia d’Oro. Alla cerimonia, particolarmente sentita, hanno preso parte volontariamente anche i colleghi stranieri. Il  Generale Paolo Fabbri, Comandante del Sector West di UNIFIL, dopo l’Alza Bandiera ha reso gli onori ai Caduti e deposto una corona d’alloro davanti alla lapide realizzata in ricordo del Sottotenente Millevoi. Il ceppo fu realizzato dai militari della Brigata Meccanizzata “Granatieri di Sardegna”, alla quale apparteneva il giovane Ufficiale nel 1993, poiché effettivo al reggimento “Lancieri di Montebello” (8°). Millevoi fu il terzo caduto italiano in quella che viene ricordata come "battaglia del pastificio", nella quale persero la vita anche il paracadutista di leva Pasquale Baccaro  ed il sergente maggiore Stefano Paolicchi. «Comandante di plotone blindo pesanti "CENTAURO", inquadrato nel contingente italiano inviato in Somalia nell'ambito dell'operazione umanitaria voluta dalle Nazioni Unite,” si legge nella  motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare- “partecipava con il 183º Reggimento Paracadutisti "NEMBO" al rastrellamento di un quartiere di Mogadiscio. Nel corso dei successivi combattimenti, proditoriamente provocati da miliziani somali, con perizia ed intelligenza concorreva con le forze alle sue dipendenze allo sganciamento di alcuni carri rimasti intrappolati nell'abitato. Dopo avere scortato un mezzo adibito allo sgombero di alcuni militari feriti, si riportava nella zona del combattimento e incurante dell'incessante fuoco nemico coordinava l'azione dei propri uomini e contrastava personalmente con l'armamento leggero di bordo l'attacco nemico. Per conferire più efficacia alla sua azione di fuoco, si sporgeva con l'intero busto fuori dal mezzo esponendosi al tiro di un cecchino che lo colpiva mortalmente. Cadeva con le armi in pugno offrendo un chiarissimo esempio di coraggio, determinazione, assoluto sprezzo del pericolo ed elevatissimo senso del dovere sublimato dal supremo sacrificio. Mogadiscio, 2 luglio 1993.»
 
fonte Stato Maggiore della Difesa
 
 

Missione in Libano: concluso il corso special force breaching

Hamat, 17 maggio 2018. Oggi si è concluso, con la cerimonia finale di consegna degli attestati di partecipazione, il corso Special Force Breaching – Train the trainers organizzato dalla Missione Militare Bilaterale Italiana in Libano (MIBIL) a favore di personale appartenente alla Scuola delle Forze Speciali delle Lebanese Armed Forces (LAF). All’evento hanno presenziato, oltre alle autorità militari libanesi, l’Addetto Militare italiano in Libano, Col. Massimiliano SFORZA, ed il Comandante della Missione, Colonnello Stefano GIRIBONO. Il corso Special Force Breaching – Train the trainers, della durata di 5 settimane, è stato condotto da un Mobile Training Team proveniente dal 9° Reggimento d’assalto paracadutisti “Col. Moschin” che ha permesso la formazione di complessivi 14 allievi tra Sottufficiali e Militari di Truppa provenienti dalle unità delle forze speciali libanesi (Ranger Comnando, Marine Commando, Air Assault Commando) e da unità qualificate forze speciali della General Security, Strike Force. In particolare con questo corso gli allievi, qualificati istruttori, hanno sviluppato tecniche avanzate che gli permetteranno di gestire in prima persona attività e addestramenti breaching. Quanto sopra indicato rappresenta il tassello finale di un percorso formativo che ha visto gli allievi impegnati in corsi basic, advanced e infine train the trainers. Le attività addestrative hanno avuto un buon esito poiché hanno permesso di qualificare 12 istruttori e 2 assistenti istruttori, consolidando così il marcato interesse delle autorità libanesi nella collaborazione con le Forze Armate italiane a conferma della validità della missione e del progetto formativo. La MIBIL, operante in Libano dal 2015, organizza, conduce e coordina attività di formazione ed addestramento in favore delle Forze Armate libanesi, inquadrandosi nel più ampio contesto internazionale che si propone di supportare le istituzioni della nazione mediorientale al fine di incrementarne le capacità complessive.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa