Storia militare
Ottobre 1943, il passaggio delle truppe tedesche e alleate lungo la Valle del Tappino (sesta parte)
- Dettagli
- Creato Mercoledì, 28 Febbraio 2024 17:29
- Ultima modifica il Giovedì, 28 Marzo 2024 14:20
- Pubblicato Mercoledì, 28 Febbraio 2024 17:29
- Visite: 1112
Gli alleati rimasero in paese diverso tempo, per Toro si poteva considerare conclusa la II Guerra Mondiale. Ecco alcune testimonianze: Nicola Rossodivita «appena arrivati i soldati alleati in paese, mia madre invitò alcuni di loro a mangiare nella nostra abitazione, ricordo che i soldati lasciarono incustoditi tutti i fucili fuori la porta di casa, io incredulo mi domandavo cosa sarebbe successo se in giro ci fosse stato ancora qualche tedesco»; Teresa Rossodivita «in casa nostra venne ospitato un graduato polacco il quale quando rientrava in casa la sera, forse ricordando i propri figli, metteva me e mia sorella (Lucietta) sulle proprie ginocchia e utilizzando un italiano molto stentato ci chiamava Tereska e Lucinka. Quando andò via per raggiungere il fronte mi regalò i suoi galloni, in seguito sapemmo che quasi tutti i soldati polacchi che avevano soggiornato a Toro morirono nella battaglia per la conquista di Montecassino»; Olga Pietracatella «Olga Pie Olga Pie Olga Pie Olga Pietracat tracat tracattracat tracatella ella ella ella ella ricordo che a casa nostra soggiornò un Ufficiale polacco, credo fosse un Ufficiale medico»; Giuseppe Iosue «quando arrivarono i soldati alleati eravamo tutti contenti, regalavano a noi bambini le gallette e la cioccolata, agli adulti in cambio di bottiglie di vino regalavano indumenti e coperte di lana. Ricordo che sul Colle di Dio venne da subito posizionato un cannone»; Diomede Ciaccia «ricordo che il primo alleato ad arrivare a Toro fu una staffetta portaordini, il quale si fermò con la sua motocicletta davanti la caserma dei Carabinieri, un mio amico, Mercurio Pistillo, credendo di trovare alimenti o sigarette, sottrasse la borsa con i documenti dalla motocicletta e scappò via. Ricordo ancora i soldati canadesi che ci regalavano biscotti, carne inscatola, formaggio in scatola, cioccolata e sigarette marca V, soldati che frequentavano assiduamente la cantina “Della Vedova” da dove molto spesso ne uscivano ubriachi»; Giuseppina Simonelli «ricordo ancora il passaggio di numerosi aerei alleati provenienti da Foggia e diretti verso Campobasso, che volavano a bassissima quota sopra il ponte di Toro» Lucia Rossodivita «avevo appena tre anni e seppur sbiadito, conservo il ricordo di quando, al passaggio degli aerei sopra il cielo di Toro, venivo portata in una cantina chiamata rifugio antiaereo. Noi bambini venivano sistemati nelle nicchie dove si conservava il vino, mentre le donne si sedevano al centro della cantina per pregare». Con l’ingresso alle ore 05.30 del 14 ottobre 1943 a Campobasso (che verrà chiamata Canada Town) dei Royal Canadian, la guerra lungo la Valle del Tappino era definitivamente conclusa.
di Antonio Salvatore
Toro piange un'innocente vittima della guerra (seconda parte)
- Dettagli
- Creato Venerdì, 23 Febbraio 2024 14:35
- Ultima modifica il Giovedì, 28 Marzo 2024 14:19
- Pubblicato Venerdì, 23 Febbraio 2024 14:35
- Visite: 806
Intanto il fragore dello scoppio si era udito anche a Toro, tanto che mamma Pasqualina e la nuora Maria nel mentre si riscaldavano vicino al camino di casa in calata San Rocco, furono scosse dal rumore proveniente dalla canna fumaria. Non so come ma la notizia della tragedia si diffuse in paese immediatamente. Non potrò mai dimenticare la disperazione di mamma Pasqualina quando arrivò in C.da Ripitella. Dopo qualche ora il corpo di Mercurio venne adagiato sopra dei fasci di erba e cinto sul dorso di un asinello per il mesto ritorno verso Toro. Di li a poco il copioso flusso dei compaesani per rendere omaggio al bambino. Infine, ricordo un episodio ancora molto vivo nella mia memoria: dopo qualche giorno mamma Pasqualina andò nella masseria per far mangiare le mucche ma non riusciva a trovare la chiave del locale dove era riposto il foraggio, ancora straziata dalla sofferenza invocò ad alta voce l’aiuto del figlio, ma assalita dal dolore cadde in un improvviso sonno durante il quale il piccolo Mercurio gli indicò il posto preciso dove cercare la chiave. Quando si svegliò subito cercò nel posto indicato, la chiave era esattamente lì. Precisamente un anno dopo il 29 marzo 1945 nacque il mio primogenito e primo nipote della famiglia Iacobucci, il suo nome fu Mercurio». Abbiamo voluto fortemente rivivere questa dolorosa vicenda, affinché il ricordo del piccolo Mercurio non si perda nell’oblio della memoria.
di Antonio Salvatore
Lettera inedita di Juno Borghese dal carcere di Regina Coeli
- Dettagli
- Creato Venerdì, 09 Febbraio 2024 13:53
- Ultima modifica il Giovedì, 28 Marzo 2024 14:14
- Pubblicato Venerdì, 09 Febbraio 2024 13:53
- Visite: 362
Toro piange un'innocente vittima della guerra (prima parte)
- Dettagli
- Creato Martedì, 20 Febbraio 2024 13:58
- Ultima modifica il Giovedì, 28 Marzo 2024 14:15
- Pubblicato Martedì, 20 Febbraio 2024 13:58
- Visite: 754
La storia di Mercurio Iacobucci ha inizio il 07 ottobre 1943 durante il passaggio delle truppe tedesche in ritirata verso Campodipietra, Toro e San Giovanni in Galdo. I soldati germanici durante la loro marcia lasciano (se in maniera involontaria o meno, purtroppo non lo sapremo mai) nel podere della famiglia Iacobucci (che si trova a ridosso della strada) un micidiale ordigno attivo. Ordigno che cinque mesi dopo si rivelerà letale per il piccolo Mercurio. Mercurio nel marzo del 1944 ha solo 12 anni, sta pascolando spensieratamente le sue pecore, vede nell’erba un oggetto strano, forse lo scambia per un gioco, si ferma, lo raccoglie, si avvicina ad una pietra, accosta il torace alla pietra per imprimere più forza, impugna con decisione lo strano gioco, lo batte con forza sulla pietra. e… Per non dimenticare questa dolorosa pagina della storia di Toro, abbiamo chiesto alla Sig.ra Incoronata Rossodivita, moglie di Pasquale Iacobucci, fratello di Mercurio, di rivivere quei tragici momenti e raccontarci quell’amaro giorno di settant’anni fa: «faceva molto freddo quel pomeriggio del 28 marzo 1944, Santuccio e Mercurio raccomandati in mattinata da papà Giovannantonio andarono alla masseria in C.da Ripitella per accudire gli animali, Santuccio si occupò delle mucche, mentre Mercurio decise di pascolare le pecore. Ad un tratto uno scoppio fortissimo, Mercurio era morto. La prima persona ad accorrere fu Angelo Fracasso, subito dopo arrivai io ma fui fermata dallo stesso, il quale non mi permise di avvicinarmi. Ricordo ancora il sangue, la giacca che copriva il corpo e i frammenti della bomba, una specie di barattolino con dei fori al cui interno c’era un rocchetto con un filo. Nel frattempo arrivò anche papà Giovannantonio che rientrato da Campobasso era passato per dare un’occhiata ai figli.
di Antonio Salvatore
Nazario Sauro e il Molise (seconda parte)
- Dettagli
- Creato Lunedì, 05 Febbraio 2024 11:32
- Ultima modifica il Sabato, 10 Febbraio 2024 08:32
- Pubblicato Lunedì, 05 Febbraio 2024 11:32
- Visite: 1316
Altri articoli...
Ultime notizie
- Ottobre 1943, il passaggio delle truppe tedesche e alleate lungo la Valle del Tappino (sesta parte)
- Toro piange un'innocente vittima della guerra (seconda parte)
- Toro piange un'innocente vittima della guerra (prima parte)
- Lettera inedita di Juno Borghese dal carcere di Regina Coeli
- Nazario Sauro e il Molise (seconda parte)