Storia militare
Ottobre 1943, il passaggio delle truppe tedesche e alleate lungo la Valle del Tappino (terza parte)
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- Creato Lunedì, 08 Gennaio 2024 14:24
- Ultima modifica il Giovedì, 28 Marzo 2024 14:22
- Pubblicato Lunedì, 08 Gennaio 2024 14:24
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[…] Lo stesso giorno, le prime pattuglie che entrarono nell’abitato di Gildone trovarono il paese già libero dalle presenza nemica; il secondo Carleton and York alle prese anche con problemi di trasporto dell’artiglieria, problema in parte risolto con l’impiego di jeep che rimorchiavano cannoni da 75 mm appartenenti al 1° Airlanding Light Regiment (della 1a Divisione Airborne), dal 5 ottobre sotto il comando della divisione canadese, la notte tra il 9 ed il 10 ottobre raggiunsero e si posizionarono su monte Verdone. Da questa posizione il 12 ottobre iniziarono un fitto cannoneggiamento in direzione di San Giovanni in Galdo dove erano ben nascoste tre postazioni di artiglieria tedesca, che già da qualche giorno martellavano le colonne alleate. Questo momento segnerà una delle pagine più tristi della storia di Toro. Con questo piccolo scritto, esattamente dopo 70 anni, cercheremo finalmente di ricostruire la verità storica di quel tragico pomeriggio. Grazie allo studio di “tecnica e strategia militare” e grazie soprattutto alla testimonianza diretta del prof. Nicolino Di Donato di San Giovanni in Galdo, possiamo affermare con sicura e definitiva certezza, che Toro non fu mai l’obbiettivo del cannoneggiamento alleato, così come da troppi anni raccontato. L’obiettivo erano le artiglierie tedesche posizionate nelle campagne di San Giovanni in Galdo. Le prove a corredo di questa tesi sono diverse: tra le quali: se l’obiettivo fosse stato Toro, crediamo che i colpi che avrebbero centrato il paese sarebbero stati molti di più e non solo due, come in realtà avvenne; la testimonianza del sig. Diomede Ciaccia il quale afferma di ricordare lo spostamento di un cannone tedesco nelle campagne di San Giovanni in Galdo; l’inerzia dell’artiglieria alleata , la quale, benché fosse stata posizionata dal giorno 10 ottobre e bersaglio nel frattempo delle granate tedesche, iniziarono il cannoneggiamento sulla direttrice Toro-San Giovanni in Galdo solamente il giorno 12 ottobre; infine la fondamentale testimonianza del prof. Nicolino Di Donato «ricordo bene le tre e ben nascoste postazioni dei cannoni tedeschi, uno era posizionato nei pressi del Tempio Italico e altri due posizionati nei pressi del cimitero. I cannoni sparavano incessantemente già diversi giorni e ricordo che si fermarono per un brevissimo periodo di tempo al passaggio di un corteo funebre per la morte di un ragazzo. Inseguito, con i tantissimi bossoli dei proiettili abbandonati, molti sangiovannari ci fecero dei piccoli fornetti, uno dei quali conservo ancora oggi». Mentre discorrevamo sui ricordi di quegli avvenimenti, la testimonianza del prof. Di Donato si arricchisce di un dato assolutamente inedito e decisivo dal per confermare la nostra ipotesi «il giorno del bombardamento alleato, durante la mattinata, mentre passeggiavo con un mio amico, all’improvviso scorgemmo sulle nostre teste la presenza di un aereo che volava sopra le postazioni tedesche, la paura di essere mitragliati fu molta, tanto che ci buttammo immediatamente lungo il solco di un terreno arato, non so perché ma intuii che da lì a poco ci sarebbe stato un bombardamento, e così fu, infatti l’aereo che volava sui cieli di San Giovanni non era altro che una cosiddetta “cicogna”, atto a trovare e rilevare la posizione delle artiglierie tedesche ».Le artiglierie canadesi già pronte da due giorni, ma silenti per mancanza di informazioni, alle prime ore del pomeriggio del 12 ottobre, individuata l’esatta posizione delle postazioni nemiche iniziarono un possente bombardamento. […]
di Antonio Salvatore
Da Pietro Micca all'arma del genio
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- Creato Mercoledì, 27 Dicembre 2023 13:56
- Ultima modifica il Sabato, 10 Febbraio 2024 08:28
- Pubblicato Mercoledì, 27 Dicembre 2023 13:56
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Storia del Distretto Militare di Campobasso (dodicesima parte)
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- Creato Giovedì, 07 Dicembre 2023 18:49
- Ultima modifica il Sabato, 10 Febbraio 2024 08:25
- Pubblicato Giovedì, 07 Dicembre 2023 18:49
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Ottobre 1943, il passaggio delle truppe tedesche e alleate lungo la Valle del Tappino (seconda parte)
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- Creato Mercoledì, 20 Dicembre 2023 07:48
- Ultima modifica il Giovedì, 28 Marzo 2024 14:24
- Pubblicato Mercoledì, 20 Dicembre 2023 07:48
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[…]; Giuseppina Simonelli, frequentavo la terza elementare e all’uscita di scuola ricordo l’arrivo dei soldati tedeschi, rimasi sbalordita alla vista dei carri armati; Giuseppe Iosue, arrivarono dal fiume Tappino e la cosa che mi è rimasta più impressa fu la presenza di due carri armati, uno venne posizionato in via Occidentale, l’altro tra Piazza del Piano e l’imbocco di via Marconi; Diomede Ciaccia, ricordo che tra i primi mezzi tedeschi ad arrivare c’era un camion che trasportava un cannone, il quale venne posizionato nei pressi del Convento e da lì sparava verso Jelsi. Ricordo che questo cannone sostò a Toro un solo giorno; Olga Pietracatella, eravamo tutti terrorizzati tanto che venne fermato persino l’orologio da parete che avevamo in cucina per evitare che battesse le ore, così da evitare qualsiasi rumore in casa. E ancora sulla permanenza dei tedeschi in paese: Giuseppina Simonelli, i graduati requisirono la casa di mio zio, il sacerdote Don Giovanni Simonelli, utilizzandola come alloggio e dalla quale, al momento di andare via, sottrassero calici e altri oggetti sacri di valore. Ricordo che un giorno, armi in pugno, presero cinque ragazzi toresi e gli ordinarono di riempire diverse taniche di acqua presso il pozzo dei Magno; Giuseppe Iosue, ricordo la continua e quotidiana richiesta di animali; Diomede Ciaccia, ricordo che la situazione era tranquilla e serena, infatti furono organizzate anche delle cene con gli Ufficiali tedeschi a cui partecipavano mio padre, il Podestà, il Segretario Comunale, Don Achille Magno e l’Arciprete di Toro, il quale usando la lingua latina riusciva a fungere da interprete. Questo clima di dialogo venne bruscamente interrotto dai tedeschi al momento dell’arrivo di un nuovo Ufficiale, giunto in paese a bordo di un sidecar. Il 9 ottobre, con obbiettivo Gildone, due battaglioni della 3a Brigata di fanteria canadese avanzarono lungo la Statale 17: il primo Royal 22° Regiment prendendo la direzione di Jelsi raggiunse ed entrò nella cittadina di Riccia, ormai abbandonata dal nemico. Il giorno seguente, mentre i tedeschi su autorizzazione di Kesselring arretravano la linea difensiva di circa 7 chilometri, la Compagnia C del West Nova Scotia, nel tentativo di superare il torrente Carapello, venne duramente impegnata dal fuoco proveniente da postazioni di mitragliatrici che causarono diverse vittime. La mattina dell’11 ottobre vennero prese le alture oltre il torrente e la cima di monte Gildone, da dove, una volta posizionate le proprie artiglierie, iniziarono i tiri verso Campobasso, trai vari edifici centrati ci furono la caserma dei Carabinieri, il convitto Mario Pagano e il Seminario Vescovile al cui interno venne colpito a morte il Vescovo della città, Monsignor Secondo Bologna. […]
di Antonio Salvatore
Campobasso, il monumento a Gabriele Pepe
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- Creato Giovedì, 30 Novembre 2023 15:38
- Ultima modifica il Giovedì, 28 Marzo 2024 14:26
- Pubblicato Giovedì, 30 Novembre 2023 15:38
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