Temi globali
Il razzismo colpisce durante una partita di Champions League
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- Creato Giovedì, 10 Dicembre 2020 14:12
- Ultima modifica il Giovedì, 10 Dicembre 2020 14:13
- Pubblicato Giovedì, 10 Dicembre 2020 14:12
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Il termine razzismo indica una discriminazione riguardante una diversità che va dal colore della pelle a una situazione sociale o economica minoritaria, da una disabilità di qualsiasi natura a una condizione caratteriale di una persona, alle violenze verbali. L’Italia su questo tema non si dimostra affatto un Paese all’avanguardia. Secondo un studio condotto dall’associazione Lunaria nel tratto temporale 1° gennaio 2008 - 31 marzo 2020, nella nostra Nazione ci sono stati 7426 episodi di razzismo. Oltre ad accadimenti per il colore della pelle e per condizione sociale, con l’avvento della tecnologia, di piattaforme di comunicazione, quali social network e siti per la condivisione di video, sono accadute molteplici circostanze di violenza verbale in rete. Di queste se ne contano più di 3725. Molto più grave però l’ultimo caso di razzismo perché commesso durante un evento televisivo, verificatosi martedì 8 dicembre nel corso della partita valevole per la fase a gironi del gruppo H della Champions League tra Paris Saint Germain e Istanbul Basaksehir, quando il quarto uomo, Sebastian Coltescu, ha usato l’epiteto “Negru”(nero in romeno) per richiamare Achille Webo, assistente dell’allenatore dei turchi, Okan Buruk. Tutto questo ha scatenato la reazione molto veemente di Webo, che si scagliato contro l’ufficiale di gara. In seguito la contesa è stata sospesa perché le 2 compagini hanno lasciato il campo per protesta per poi terminare ieri sotto la direzione di un nuovo arbitro. L’UEFA ha annunciato di aver aperto un’indagine per accertare come si sono svolti i fatti. Le offese razziste della competizione calcistica sono diventate un caso politico e diplomatico. Il Presidente della Repubblica turco, Recep Tayyip Erdogan, tramite i social esprime il suo sdegno per quello che è accaduto al “Parco dei Principi”, stadio del Paris Saint Germain: "Condanniamo fermamente le frasi razziste rivolte a Pierre Webo e credo che la Uefa debba necessariamente intervenire. Siamo incondizionatamente contro il razzismo e la discriminazione nello sport e in tutti i settori della vita". Ogni volta di fronte a tali questioni ci scandalizziamo, ma poi ricadiamo sempre nello stesso sbaglio, non capendo che alla fine siamo tutti uguali.
di Domenico Pio Abiuso
La storia è ciclica, 100 anni fa scoppiava l'influenza spagnola
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- Creato Lunedì, 27 Aprile 2020 10:27
- Ultima modifica il Giovedì, 07 Maggio 2020 11:05
- Pubblicato Lunedì, 27 Aprile 2020 10:27
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Gli eventi che succedono durante il corso del tempo tendono ad evolversi, ma talvolta ne accadono alcuni che hanno tra loro delle similitudini. A distanza di più un secolo (1918-1920) dal Coronavirus che sta affliggendo la quasi totalità della popolazione mondiale, durante la fine del primo conflitto mondiale si è scatenata l’influenza spagnola o più comunemente chiamata “la spagnola”. Questa epidemia, chiamata così perché i primi a darne notizia furono i giornali iberici, fu causata dal sottoceppo H1N1 e provocò nel periodo di maggior virulenza circa 300. 000 000 di contagi e più di 25.000 000 di decessi, di cui 600.000 in Italia. Certamente l’alto numero delle vittime fu dovuto soprattutto all’arretratezza della medicina e alle scarse protezioni dell’epoca. Le informazioni inerenti la pandemia venivano date solo dalla televisione spagnola, perché le emittenti degli altri Stati venivano censurate dai regimi dittatoriali che li governavano. Le analogie con il Covid- 19 sono tosse, febbre alta e la trasmissione della malattia tramite goccioline di saliva quando si tossisce o starnutisce. Il focolaio originario da cui partì non è certo, tra le ipotesi vi è quella che sia stata portata in Europa dalle truppe americane, ma quel che è assodato è che la sua diffusione avvenne nelle trincee, nei campi adibiti all’addestramento dei soldati e negli ospedali militari. Da fonti accreditate venne riscontrato che l’allarme degli esperti a sottoporre le persone ad isolamento non fu accolta dai governi che presero sottogamba la questione. Un documento del tempo esposto nei luoghi di maggiore aggregazione, recitava così: “Riducete la frequentazione delle osterie al minimo possibile! Non frequentate bar e teatri, arieggiate le case e non date strette di mano". Insomma la storia si ripete.
di Domenico Pio Abiuso
Coronavirus, è importante proteggere la salute dei soggetti più fragili
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- Creato Sabato, 11 Aprile 2020 09:33
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- Pubblicato Sabato, 11 Aprile 2020 09:33
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Coronavirus, dopo l’emergenza sanitaria anche la crisi economica e sociale
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- Creato Domenica, 29 Marzo 2020 14:22
- Ultima modifica il Domenica, 29 Marzo 2020 14:23
- Pubblicato Domenica, 29 Marzo 2020 14:22
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Con la chiusura di gran parte delle attività commerciali dovuta all’emergenza sanitaria da Coronavirus che sta coinvolgendo circa 164 Nazioni, in Italia si prospetta, una volta passata l’epidemia sanitaria, una crisi finanziaria che coinvolgerà ogni settore commerciale: dall’artigianato al turismo, dal negozio di generi alimentari di quartiere alle piccole e medie imprese che costituiscono gran parte del tessuto economico del nostro Paese. Il Consiglio del Ministri ha approvato il Decreto “Cura Italia” firmato il 16 marzo scorso dal Presidente delle Repubblica, Sergio Mattarella e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, che punta a contrastare una crisi monetaria dovuta al mancato guadagno degli esercizi commerciali chiusi a seguito del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, dell’11 marzo 2020. Il provvedimento prevede lo stanziamento di 25 miliardi di euro, che si dividono sostanzialmente in 4 macroaree: potenziamento del Sistema sanitario della Protezione civile e degli altri soggetti pubblici impegnati a fronteggiare l’emergenza sanitaria, sostegno all’occupazione e ai lavoratori per la difesa del lavoro e del reddito, supporto al credito per famiglie e piccole e medie imprese e sospensione degli adempimenti fiscali, incentivi fiscali per la sanificazione dei luoghi di lavoro. Un altro provvedimento fiscale è allo studio dell’Esecutivo, che dovrebbe entrare in vigore entro il 16 aprile per rafforzare le disposizioni di marzo e per ulteriormente supportare le aziende, le attività commerciali e i liberi professionisti. In particolare è prevista l’indennità di 600 euro per autonomi e Partite IVA; finanziamenti per le aziende per evitare che molte di esse chiudano attraverso un Fondo di Garanzia per un totale di 15.000.000.000,00 di euro; possibilità della domanda di cassa integrazione la cui corresponsione avverrà entro 30 giorni dalla presentazione della domanda. Intanto però cominciano a scarseggiare le risorse pecuniarie delle famiglie che per ovvi motivi sono costrette a tenere le saracinesche delle loro attività chiuse. Infatti si comincia a far difficoltà a comprare beni di prima necessità come il cibo e l’acqua. Collegata all’allarme economica c’è anche quella sociale, infatti si temono furti e rapine da parte dei cittadini nei supermercati e nelle banche; per questo sono stati potenziati i presidi delle Forze dell’Ordine davanti ad attività alimentari e istituti di credito. Una domanda sorge spontanea: che ne sarà del nostro apparato economico, già provato dalla mancanza di lavoro, dopo questo avvenimento emergenziale? Intanto, il Governo ha deciso di prorogare la chiusura delle attività non essenziali, ad esclusione di farmacie e supermercati, per altri 15 giorni dopo il 3 aprile.
di Domenico Pio Abiuso
Germania, strage terroristica e xenofoba contro la comunità turca
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- Creato Giovedì, 20 Febbraio 2020 18:57
- Ultima modifica il Lunedì, 24 Febbraio 2020 21:35
- Pubblicato Giovedì, 20 Febbraio 2020 18:57
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Alle 22.00 di ieri sera 9 persone sono state assassinate e 5 sono rimaste gravemente ferite, in seguito a due sparatorie avvenute davanti a due “Shisha Bar” frequentati da turchi ad Hanau, una cittadina dell’Assia a circa venti chilometri da Francoforte. Ad entrare in azione è stato Tobias Rathien, 43 anni, estremista di destra, che secondo fonti accreditate avrebbe lasciato un messaggio e un video nei quali rivendica l’attentato asserendo l’esigenza di annientare popoli ed etnie che non si possono più espellere dalla Germania. Dopo ore di ricerche, i corpi speciali della Polizia hanno trovato il corpo esanime dell’attentatore insieme a quello di sua madre nell’abitazione dell’uomo, mentre il padre è stato portato in commissariato. Si è scoperto a seguito di indagini informatiche, che il criminale diffondeva tramite web le sue teorie di destra radicale. Su Twitter il portavoce del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, Ibrahim Kalin, ha dichiarato: “Ci aspettiamo che le autorità tedesche facciano luce sulla strage di Hanau. Il razzismo è un cancro collettivo”. I vertici dell’estrema destra tedesca hanno voluto esprimere un pensiero sul tragico evento dichiarando: “Questo crimine abominevole ci sconvolge e ci lascia senza parole. I nostri pensieri vanno alle vittime di questo crimine spietato e ai loro parenti”. Anche il Governo, tramite il Vice cancelliere, ha voluto commentare l’accaduto: “Il nostro dibattito politico non deve eludere la questione che, 75 anni dopo la fine della dittatura nazionalsocialista in Germania ci sia di nuovo il terrorismo di destra". A quanto pare la mano xenofoba del terrorismo conservatore torna ad aggredire l’Europa e nello specifico la Germania, a quattro mesi dall’attentato causato dal ventisettenne neonazista che colpì una sinagoga e un fast food, uccidendo 2 persone.
di Domenico Pio Abiuso
Olocausto, c'è ancora chi non ci crede
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- Creato Mercoledì, 05 Febbraio 2020 16:51
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- Pubblicato Mercoledì, 05 Febbraio 2020 16:51
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Coronavirus, i profitti sono solo delle aziende farmaceutiche
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- Creato Mercoledì, 29 Gennaio 2020 19:58
- Ultima modifica il Domenica, 15 Marzo 2020 19:04
- Pubblicato Mercoledì, 29 Gennaio 2020 19:58
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Era il 31 dicembre 2019 quando la Commissione Sanitaria Municipale di Wuhan aveva per la prima volta inviato una segnalazione all’OMS nella quale si informava l'agenzia di avere registrato in tutta la provincia di Hubei un rilevante numero di casi di polmonite derivanti da cause ignote. La diffusione di quello che verrà chiamato 2019-nCoV era iniziata verso la metà del mese. Il 10 gennaio per la prima volta veniva determinata la sequenza genomica del virus: un betacoronavirus correlato a quello che ha causato la Sindrome respiratoria mediorientale (MERS-CoV) e a quello della Sindrome respiratoria acuta grave (SARSCoV). Le ricerche sono proseguite e il 20 gennaio la National Health Commission (NHC) cinese ha scoperto la trasmissibilità da essere umano a essere umano del coronavirus. I coronavirus si chiamano così perché la parte infettiva (virioni) appare al microscopio elettronico come piccoli globuli, sui quali ci sono tante piccole punte che ricordano quelle di una corona. Questi sono piuttosto diffusi tra varie specie di mammiferi e uccelli: infettano il loro apparato respiratorio e gastrointestinale. Da 60 anni circa, sappiamo che in alcuni casi questi virus riescono a passare agli esseri umani, causando sintomi che variano a seconda delle loro caratteristiche. A oggi sono noti sette diversi coronavirus che possono infettare l'uomo. In Cina sono molto diffusi i mercati in cui si possono acquistare suini, pollame e diverse altre specie selvatiche di animali ritenuti prelibatezze per la cucina locale o utili per la medicina tradizionale, come i pipistrelli. Il legame tra esseri umani e questi animali, unita alle scarse condizioni igieniche, fa aumentare il rischio che i virus passino da una specie animale agli esseri umani, mutando per adattarsi poi ai nuovi ospiti. Il sospetto è che qualcosa di analogo sia avvenuto in passato, con la SARS, e nelle settimane scorse con il passaggio di 2019-nCoV agli esseri umani, probabilmente proprio dai pipistrelli. Anche per questo motivo, il governo cinese sta lavorando per mettere al bando, o almeno sospendere, le attività commerciali nei mercati di animali. Da sempre i virus circolano e si diffondono in tutto il mondo facendosi dare un passaggio dagli animali che infettano. Un tempo le malattie arrivavano per nave, come avvenne per esempio con la peste nera in Europa nel Trecento, oggi attraverso i viaggi aerei. Restano comunque dei punti oscuri sui quali delle testate internazionali hanno lanciato delle ipotesi. Il primo indizio sarebbe dato dal fatto che Pechino avrebbe occultato delle prove. Ad esempio nella città di Wuhan, città di forte importanza militare, è presente l’unico laboratorio cinese, in grado di trattare virus pericolosissimi come quello dell'Ebola. La pericolosità degli agenti patogeni esistenti prevede delle misure molto rigide. Ciò vale a dire che chi entra ed esce da quelle stanze deve sottoporsi a trattamenti speciali, come docce decontaminanti e indossare tute speciali pressurizzate. Che il virus possa essere uscito da quel laboratorio? Nell’incertezza ci sono però dati inconfutabili e che riguardano il settore economico, in particolar modo le Borse mondiali. Le Borse globali hanno perso nell’ultima seduta (27 gennaio) più del 2%, vedendo ridurre la capitalizzazione globale di oltre 2mila miliardi di dollari. I ribassi sono corali negli Usa e in Europa (la Borsa di Shanghai, così come quelle di Shenzen e Hong Kong, invece resteranno chiuse fino al 3 febbraio per il Capadanno cinese, esteso di tre giorni dalle autorità nel tentativo di rallentare l’epidemia del coronavirus). Numerose aziende farmaceutiche hanno annunciato di star lavorando alla creazione di un vaccino per sconfiggere il nuovo coronavirus. I loro guadagni in Borsa sono schizzati alle stelle. L'americana Vir Biotechnologies, quando i contagi sono esplosi su scala mondiale, ha visto le proprie azioni aumentare di valore per il 97%, con capitalizzazione di 3 miliardi di dollari. L'azienda si dice ora vicina a trovare una soluzione al virus di Wuhan. Anche altre aziende americane come Inovio pharmaceuticals, Moderna e Novavax, impegnate nelle ricerche, hanno guadagnato rispettivamente il 61%, il 16% e il 13%, mentre anche la Cina ha annunciato che parteciperà alla corsa per il vaccino.
di Giorgia Ciampitti, Romina Caterena, Filippo Sardella, Annalisa Fraraccio
Venti di antisemitismo tornano a soffiare in Italia
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- Creato Domenica, 26 Gennaio 2020 10:39
- Ultima modifica il Lunedì, 27 Gennaio 2020 20:54
- Pubblicato Domenica, 26 Gennaio 2020 10:39
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E’ da qualche anno ormai che sentiamo dai mass media notizie di episodi di razzismo e xenofobia, commessi in nome di una razza superiore, quella bianca nei confronti di soggetti di pelle scura (come quello accaduto a Macerata il 3 febbraio 2018, quando Luca Traini esplose alcuni colpi di pistola che ferirono dei ragazzi di colore) o di soggetti con disabilità di tipo fisica o psichica (vedasi il diversamente abile di Canosa di Puglia pestato a sangue per aver difeso il fratello da un furto) o per “motivi” religiosi come successo ieri a Mondovì, dove è stata lasciata la scritta “Juden hier” (“Qui ci sono ebrei”) sulla porta di casa del figlio di una ex deportata nei campi di sterminio dalle truppe tedesche di Hitler nel 1944. In merito a quest’ultima vicenda la Procura di Cuneo ha aperto un fascicolo, per il reato di propaganda e istigazione a delinquere per ragioni di odio razziale a carico di ignoti e su cui indagano ora i Carabinieri dei ROS di Torino. Con questa vicenda, a parere di chi scrive, si è toccato il fondo, in quanto si rievoca una tra le epoche più buie e feroci del ‘900, quella della persecuzione degli ebrei, dei rom, dei disabili da parte del governo nazista, poi internati nei campi di concentramento e barbaramente uccisi. Un modo per non esasperare i toni, già molto aspri, sarebbe portare il dibattito politico televisivo su livelli pacati, in modo da contenere gli episodi di razzismo verbale e non farli sfociare in aggressioni fisiche. Un altro deterrente per far si che non si ripetano queste situazioni è l’inasprimento delle leggi in materia da parte del Governo, per evitare che certe storie si ripetano.
di Domenico Pio Abiuso
L'Australia in fiamme
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- Creato Mercoledì, 15 Gennaio 2020 21:21
- Ultima modifica il Domenica, 29 Marzo 2020 09:45
- Pubblicato Mercoledì, 15 Gennaio 2020 21:21
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The 'missing bombs': the voices of the survivors
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- Creato Lunedì, 22 Luglio 2019 10:12
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- Pubblicato Lunedì, 22 Luglio 2019 10:12
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Pasqua insanguinata nello Sri Lanka
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- Creato Mercoledì, 24 Aprile 2019 21:12
- Ultima modifica il Martedì, 26 Novembre 2019 19:17
- Pubblicato Mercoledì, 24 Aprile 2019 21:12
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Il Terrorismo colpisce ancora e lo fa in un giorno molto importante e simbolico per tutti i cristiani, cioè la Domenica di Resurrezione di Cristo e il Lunedì dell’Angelo, periodo in cui le persone approfittano delle ferie, dato dalle festività pasquali per visitare luoghi di particolare interesse. Nell’attentato in Sri Lanka, di matrice islamica, sono stati presi di mira edifici religiosi, come la chiesa di Sant’Antonio, quella di San Sebastiano e il santuario protestante di Sion a Batticaloa, sulla costa ad oriente e tre alberghi di lusso dell’isola indiana, nella quale 359 persone sono rimaste uccise e 500 ferite. Fonti del Ministero della Difesa hanno riferito che gli atti terroristici del 21 e 22 aprile, sono stati compiuti per ritorsione nei confronti dell’attentato di Christchurch, in Nuova Zelanda in cui sono decedute 50 persone di fede musulmana. Il Presidente del Consiglio srilankese, Ranil Wickremesinghe, tuttavia non ha confermato questa tesi. Il sottosegretario alla difesa dello Stato, Ruwan Wijewardene, nella giornata di ieri ha dichiarato: “Riteniamo che uno dei kamikaze abbia studiato nel Regno Unito e in seguito abbia proseguito gli studi in Australia prima di tornare a stabilirsi nello Sri Lanka. Molti di loro sono ben istruiti e provengono dalla classe media o medio-alta, quindi sono finanziariamente abbastanza indipendenti e le loro famiglie stabili dal punto di vista economico e questo è un dato preoccupante. Alcuni di loro credo avessero studiato in vari altri Paesi, con una laurea, quindi persone abbastanza istruite”. Intervistato da emittenti locali, il ministro delle Riforme economiche e della Distribuzione Pubblica dello Sri Lanka, Harsha De Silva, ha affermato: “Gli attacchi terroristici di domenica non sono stati un fallimento dei servizi segreti del Paese, ma una mancanza di circolazione interna delle informazioni a persone capaci di agire”. Sul fronte investigativo, dopo le suddette azioni criminose sono stati arrestati sessanta soggetti, alcuni attenzionati già da tempo. Inoltre, si studiano da parte dell’FBI i possibili legami tra il National Thowheeth Jama’ath e Daesh.
di Domenico Pio Abiuso
Nuove frontiere dell'esercito digitalizzato
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- Creato Giovedì, 04 Aprile 2019 13:28
- Ultima modifica il Martedì, 26 Novembre 2019 19:24
- Pubblicato Giovedì, 04 Aprile 2019 13:28
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Quando si viveva nella paura, l’Italia negli anni bui
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- Creato Giovedì, 04 Aprile 2019 13:22
- Ultima modifica il Lunedì, 13 Maggio 2019 07:53
- Pubblicato Giovedì, 04 Aprile 2019 13:22
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La storia è una “maestra di vita” che ripercorre gli avvenimenti del passato che hanno caratterizzato i cambiamenti geopolitici, culturali ed economici di un territorio. Volgendo lo sguardo al nostro Paese e focalizzando l’attenzione a partire dal primo Ventennio del ‘900, con l’avvento del regime fascista nel 1922, si può notare una deriva autoritaria che portò nel 1926 alla promulgazione delle leggi fascistissime. Una serie di norme che consentivano di considerare “legali” solo i giornali e le associazioni socio-culturali che erano in linea con il pensiero politico del governo dittatoriale in carica o venivano controllati dallo stesso. Allo stesso tempo fu abolito lo sciopero e si stabilì che soltanto i sindacati fascisti potevano esercitare le loro funzioni. Ben più grave fu l’emanazione delle leggi razziali nel 1938, a seguito dell’allineamento politico e filosofico con la Germania hitleriana; un regolamento legislativo discriminatorio nei confronti di ebrei, zingari e disabili e che considerava “pura” solo la razza ariana. Un altro periodo storico “buio” per l’Italia, fu quello a partire dal 1968 fino agli anni Ottanta con i cosiddetti “anni di piombo”, che videro l’ascesa delle Brigate Rosse e del terrorismo di estrema destra, e che ebbero come conseguenze atti di violenze nelle piazze, stragi e attentati contro esponenti politici. Tra i maggiori gesti di violenza ricordiamo: la strage di Piazza Fontana a Milano del 12 dicembre 1969 (17 morti e 88 feriti); la strage di Gioia Tauro del 22 luglio 1970 (6 morti e 66 feriti); la strage di Peteano a Gorizia del 31 maggio 1972 (3 morti e 2 feriti); la strage della Questura di Milano del 17 maggio 1973 (4 morti e 52 feriti); la strage di Piazza della Loggia a Brescia del 28 maggio 1974 (8 morti e 102 feriti); la strage dell’ Italicus a San Benedetto Val di Sambro (BO) sul treno Roma Brennero del 4 agosto 1974 (12 morti e 105 feriti); sequestro (16 marzo 1978 in Via Fani) e uccisione (9 maggio 1978 e ritrovamento in Via Caetani) dell’ex Presidente del Consiglio e Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro; strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980 (85 morti e 200 feriti). Tutto ciò instaurò un clima di paura nella popolazione italiana nel suo vivere quotidiano. Un clima che purtroppo sembra riaffiorare alla luce anche degli ultimi avvenimenti riguardanti episodi di razzismo e di suprematismo bianco come il caso di Luca Traini o il rischio di attentato terroristico ad opera di alcune cellule jihadiste operative in Italia o per via dei foreign fighters di rientro dai territori del Califfato.
di Domenico Pio Abiuso
Nicolas Maduro e la crisi venezuelana
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- Creato Lunedì, 18 Febbraio 2019 20:10
- Ultima modifica il Lunedì, 18 Febbraio 2019 20:22
- Pubblicato Lunedì, 18 Febbraio 2019 20:10
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