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Golpe nel Sahel e Francafrica

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Il Niger rappresenta uno Stato, sia per le sue materie prime (uranio) che per la sua posizione geografica. La sua stabilità politica è fondamentale per l’Occidente. Il continente militare occidentale in Niger si aggira sui 1500 soldati francesi, un migliaio di statunitensi e 400 italiani. Gli Stati Uniti in questi anni hanno addestrato l’esercito per formare una sicurezza nel Paese. Questo stesso esercito, però, si è rivoltato all’Occidente. Il colpo di Stato del 27 luglio, che ha avuto il supporto di una parte consistente popolazione nigerina, ha destituito il presidente in carica democraticamente eletto nel 2021, Mohammed Bazoum, da un gruppo di militari locali, facendo prigioniero l’ex capo di Stato. Bazoum aveva sconfitto alle elezioni lo storico politico Mahamane Ousmane, anche se parlare di elezioni democratiche in determinati Paesi nei quali vi è una forte influenza occidentale, e in particolare francese, è difficile. Si tratta di Stati che hanno ottenuto l’indipendenza ma che nutrono ancora una forte influenza francese, dato il suo passato coloniale. 
La politica di Bazoum è sempre stata vista come filoccidentale, un presidente amico di quegli Stati del blocco Nato che gli consentono di esercitare un potere democratico in cambio dello sfruttamento delle risorse minerarie. Infatti, il blocco dei Paesi della Comunità Economica degli Stati dell'Africa dell’Ovest, Ecowas, amica dell’Occidente, ha minacciato di procedere a un'azione armata contro i golpisti se non ripristineranno la democrazia. Quello del 27 luglio è stato il sesto golpe dal 2020 ad oggi nell’area del Sahel: Mali nell’agosto 2020, Ciad aprile 2021, di nuovo Mali nel maggio 2021, Burkina Faso prima nel gennaio 2022 e poi in settembre. In risposta all’Ecowas, il Mali, il Burkina Faso e la Guinea, guidate da giunte militari golpiste, hanno minacciato che se si attaccherà in Niger, loro interverranno in favore dei golpisti. L’Ecowas ha provveduto allora per una politica di sanzioni contro il Niger, bloccando le risorse e chiudendo tutte le frontiere. Niamey, capitale del Niger, è rimasta al buio e più impoverita di quanto già non lo fosse. Le cause del golpe sono da ricercare guardando più alle dinamiche interne che oltre i suoi, seppur labili, confini. I fattori esterni, poi, certamente lucrano sulle dinamiche interne. La linea politica di rottura del presidente Bazoum rispetto ai leader precedenti ha provocato dissensi, soprattutto quando ha deciso di cambiare i leader dell’esercito, mettendosi contro una parte di esse. Proprio l’autore del golpe, Abdourahamane Tchiani, avrebbe dovuto essere il prossimo ad essere spodestato. Le ragioni di questo colpo di Stato vanno ricercate più nel rapporto del presidente Bazoum con l’esercito, che con la situazione geopolitica e di influenze esterne. Infatti, l’ex presidente era già sopravvissuto ad altri tentativi di sovvertire il potere. I cori dei manifestanti in piazza contro la Francia e pro-Russia sono presto spiegati: Il presidente Bazoum ha intrattenuto accordi commerciali per la vendita di armi: un quarto dei dispositivi militari circolanti nel Sahel proviene proprio da Mosca. La percezione della Russia in Africa è quella di un alleato per la liberazione dall’occupazione occidentale. Tuttavia, le bandiere manifestanti erano in misura minore rispetto a quelle presenti nel golpe in Burkina Faso. L’influenza russa c’è sicuramente, ma risulta difficile ipotizzare che ci sia la Russia dietro questo golpe, anche perché il golpe è stato pubblicamente condannato da Mosca, ma è possibile che possa usare questo cambio al vertice per trarne dei profitti in futuro. 
 
di Daniele Leonardi