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AmeriGun: negli Stati Uniti ci sono più armi che persone

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Non esiste un dato ufficiale e preciso sulla quantità di armi presenti in America, poiché non esiste un registro ufficiale, e quelli che ci sono non sono sempre aggiornati. Secondo una stima del 2017 della Small Arms Survey, negli Stati Uniti ci sarebbero 120 armi da fuoco ogni 100 civili. 
Altre stime sostengono che oggi negli Stati Uniti circolerebbero più di 300 milioni di armi funzionanti, in un Paese che ha 330 milioni di abitanti; probabilmente negli Stati Uniti ci sono più armi che persone. Il dato che lascia ancora più sbalorditi è che ogni anno gli americani acquistano un numero di armi superiore a quello che hanno in dotazione tutte le forze dell'ordine del mondo. Al secondo posto di questa classifica c’è lo Yemen, ma si tratta di un paese in cui è in corso una sanguinosa guerra civile. Il terzo e il quarto posto sono di Serbia e Montenegro, che hanno avuto nel passato una guerra civile. In America, qualcosa sembra non tornare: in realtà, le armi sono presenti nella cultura americana, e quindi, nella vita quotidiana. Un problema che non tocca solo i civili ma persino le persone autorità più protette: infatti, ben 11 presidenti americani sono stati aggrediti da armi da fuoco. Bisogna andare alla radice per cercare la causa di una cultura delle armi così radicata, non giustificabile con la cultura dei videogame, quella casomai è una conseguenza. Nella Costituzione degli Stati Uniti d’America, più precisamente nel Secondo emendamento, è scritto che per la costruzione di una società armonica e libera, è fondamentale che ci sia una milizia popolare ben armata. In questo senso, per un cittadino americano, il possesso di un’arma è una forma di libertà, non una violazione di quella altrui. Com’è possibile che sia stato inserito nella Costituzione? Gli emendamenti alla Costituzione contenuti dalla Carta dei diritti nascono come conseguenza delle contestazioni da parte degli antifederalisti preoccupati che dietro il progetto di un governo federale si nascondesse l'insidia di un ritorno in nuova veste di un governo centrale autoritario. Le milizie erano un esercito formato da cittadini e volontari con cui gli Stati federati potevano contrapporsi alla forza militare del governo, dotato di un esercito regolare. Un divieto al possesso delle armi da parte del governo centrale avrebbe così impossibilitato la formazione di queste milizie. Il diritto a possedere un'arma è diventato, agli occhi del cittadino americano, uno strumento di emancipazione, una garanzia di libertà contro il temuto autoritarismo del governo federale. Il diritto all’autodifesa, che poteva essere fondamentale in quegli anni, è diventato un elemento intrinseco nella cultura americana: attorno ad esso sono nati riti, attraverso sport e tradizionali popolari, che diventano simboli generazionali su cui è stato fondato un grande business. Fu Richard Hofstadter, nel 1970, a coniare il termine “gun culture” descritta come la certezza da parte degli americani che il diritto individuale al possesso delle armi sia la più grande protezione garanzia a tutti gli altri diritti e unica salvaguardia alla democrazia. 
Molti americani posseggono un’arma, ma non tutti la sanno usare. Le normative sulla vendita delle armi, secondo un sondaggio Gallup di quest'anno, ha rivelato che la maggior parte degli intervistati il 64% si dichiara non soddisfatto delle leggi sulle armi, ma cosi tanti dal 2001. Non è solo una questione di non comprare più armi, ma di regolamentare quelle 300 milioni già in circolo.  
 
di Daniele Leonardi