1918: dal Piave al Grappa
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- Creato Venerdì, 27 Gennaio 2023 15:41
- Ultima modifica il Sabato, 20 Gennaio 2024 14:41
- Pubblicato Venerdì, 27 Gennaio 2023 15:41
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Prima che il peso degli USA nel conflitto diventasse determinante, i comandi tedesco e austriaco decisero di sferrare nel 1918 un’ultima offensiva sul fronte francese e su quello italiano.
Anche gli Alleati tuttavia si stavano rafforzando: mentre sul fronte italiano il Regio Esercito riorganizzava le proprie forze dopo le durissime battaglie del 1917, impiegando anche i giovanissimi della classe 1899, in Francia affluivano 2.000.000 di soldati americani.
Per superare l’impasse delle trincee ogni esercito aveva ideato una propria soluzione: gli inglesi introdussero il veicolo corazzato, i francesi aumentarono il calibro e la potenza del cannone, gli italiani e i tedeschi adottarono un nuovo tipo di fanteria in Italia.
Questi fanti assunsero il nome di “arditi”, i quali, meglio armati e addestrati dagli altri soldati, furono usati come fanteria d’assalto con eccellenti risultati, costituendo lo strumento bellico più efficace della storia militare italiana.
L’attacco austriaco fu sferrato sul fronte italiano il 15 giugno 1918, investendo i settori del Grappa e del Piave. Esso però non riuscì ad espugnare le posizioni chiave del sistema difensivo venendo ovunque ricacciato da violenti contrattacchi.
Nei giorni seguenti gli sforzi austriaci si rinnovarono fino al 18 giugno ma senza alcun successo.
Il 15 luglio anche in Francia fu sferrata l’offensiva tedesca, che però fu nuovamente arrestata sulla Marna al termine di una furiosa battaglia alla quale partecipò anche il Corpo d’Armata italiano.
Il 24 ottobre scattò infine il contrattacco italiano sul Piave, cui parteciparono anche truppe anglo-franco-cecoslovacche, che riuscì dopo dura lotta a sfondare il fronte nemico sul fiume irrompendo con la cavalleria nelle retrovie fino alla cittadina di Vittorio Veneto raggiunta la sera del 30.
In seguito alla rottura delle sue difese, lo stato di completo sbandamento in cui piombò l’esercito austro-ungarico in ritirata costrinse il comando imperiale a chiedere all’Italia un armistizio.
Entrato in vigore il 4 novembre, cui seguì l’11 quello della Germania il cui esercito stava ancora ritirandosi in territorio francese.
di Antonio Salvatore
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