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Storia militare

Storia del Distretto Militare di Campobasso (nona parte)

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Con l’invasione della Polonia da parte delle armate tedesche, il 1 Settembre 1939, ebbe inizio una delle pagine più cruente e dolorose della storia dell’umanità: Seconda Guerra Mondiale. Sei lunghi anni di barbarie, dove eserciti e popolazione civile conobbero orrori e barbarie. L’Italia, dopo il primo anno di neutralità, con la consegna della dichiarazione di guerra agli Ambasciatori di Francia e Inghilterra, entrerà in guerra a fianco delle truppe germaniche il 10 Giugno 1940, era giunta “l’ora delle decisioni irrevocabili”. La Seconda Guerra Mondiale, dopo sei anni di indicibili sofferenze e perdite umane, terminerà con la resa del Giappone il 2 Settembre 1945. In questi anni (fino al Settembre del 1943), l’attività operativa della Caserma “G. Pepe” fu molto laboriosa, da un  lato,  il  XII  Battaglione d’Istruzione con i  corsi di Formazione per Allievi Ufficiali di Complemento, dall’altro, il Distretto Militare di Campobasso (46°) per il reclutamento e la chiamata alle armi delle classi di leva, da smistare ai vari reparti impegnati nei diversi fronti di guerra. Nel 1940 venne realizzata anche una cartolina da offrire a tutti i volontari e i richiamati in partenza per il fronte. In essa erano rappresentati: “la simbolica trilogia espressa dalla maschia figura del gen.le Pepe, dal turrito Castello Monforte e dalla massa di volontari…la bellezza ideale della nostra terra madre, patrimonio di virtù eroiche”. Il 10 Luglio 1943 il conflitto, che fino ad allora si era combattuto in terre straniere, con lo sbarco in Sicilia delle Truppe Alleate, una delle più grandi operazioni anfibie della Seconda Guerra Mondiale, nome in codice “Operazione Husky”, si spostò anche sul suolo italiano. Gli avvenimenti che seguirono, dalla caduta del Fascismo il 25 Luglio e la firma dell’Armistizio dell’8 Settembre, segnarono per sempre la recente storia d’Italia.

di Antonio Salvatore

 

Storia del Distretto Militare di Campobasso (ottava parte)

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Non possiamo, a questo punto, non citare brevemente la figura dell’eroe molisano  di Oratino, Attilio Brunetti, che nel 1943 era inquadrato proprio nella Divisione “Arezzo”, di stanza in Albania. Passato, dopo l’8 Settembre, nella formazione partigiana della banda della Maiella, diretta da Ettore Troilo prima e nella 2°compagnia commando  del II  Corpo d’Armata polacco  comandata dal Generale Wadislaw Anders poi, il 14 Luglio 1944, a seguito di un’azione di guerra, Attilio Brunetti verrà insignito (cosa estremamente rara) sia della Croce dei Valorosi dell’Esercito polacco che della Medaglia d’Oro al Valor Militare.Tornando alle vicende della Caserma “G. Pepe”, ci riportiamo al 16 Giugno 1923, quando la Caserma   fu   oggetto   della   visita   di   Italo   Balbo   il   quale,   di   ritorno   da   Bonefro   per   la   festa   del Gagliardetto, si recò a Campobasso  dove, oltre alla visita  al quartiere  militare,  consumò il pranzo presso il Grand Hotel Del Greco. Sciolto il 226° Reggimento, Campobasso, nel 1927, divenne sede della Scuola Reclutamento Ufficiali di Complemento del IX Corpo d’Armata e per questo furono realizzate anche delle scuderie in C.da Vazzieri. L’istituzione della scuola, un vero e proprio vanto non solo per la città di Campobasso ma per l’intero Molise, venne suggellata anche con la realizzazione di una cartolina celebrativa in cui erano raffigurati: la Caserma “G. Pepe”, il Castello Monforte, ed in primo piano la personificazione dell’Italia indicante la fiaccola simbolo dell’amor patrio “alere fiammam”. L’addestramento degli Allievi Ufficiali di Complemento presso il XII Battaglione d’Istruzione, ebbe inizio con il primo corso dall’Agosto 1927 al Gennaio 1928, l’ultimo corso, invece, si svolse fino al Giugno 1943.Oltre ad una foto del 1931, che ritrae uno schieramento di allievi ufficiali dinanzi la Prefettura di Campobasso in occasione della seconda visita in Molise del Re Vittorio Emanuele III, giunto nel capoluogo per l’inaugurazione del Monumento ai Caduti e dell’Istituto Tecnico “Leopoldo Pilla” ed un paio di belle foto dell’interno della struttura militare, di quegli anni della Caserma “G. Pepe” non è stato possibile recuperare ulteriore documentazione. Nubi grigie intanto si addenseranno sui cieli d’Europa, nubi di guerra.
 
di Antonio Salvatore
 

Storia del Distretto Militare di Campobasso (settima parte)

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L’edificio scolastico,   requisito ed adibito  ad   Ospedale Militare e   diretto   dal Maggiore Medico Giuseppe Del Vicario, ospitò e curò un altissimo numero di militari feriti e, nel 1918, ricevette anche la visita della missione della Croce Rossa Americana. Finalmente, nel 1921, Campobasso e la Caserma “G. Pepe”  divennero sede di un Reggimento,il 226° Reggimento Fanteria “Arezzo”, mentre l’altro Reggimento (il 225°), componente la Brigata ed il Comando Brigata, avevano sede nella città di Foggia. Il 226° Reggimento Fanteria “Brigata Arezzo” venne costituito a Castelfranco Veneto il 18 Maggio 1916 ed è inserito con il gemello 225° Fanteria, nella omonima Brigata.Terminato   il   conflitto   mondiale,   la   “Brigata   Arezzo”   non   venne  soppressa,   essendo   stati entrambi i Reggimenti della massima ricompensa al valor militare e nel 1921 trasferito dalla sede di Brescia in quella di Campobasso,  presso la Caserma “G. Pepe” fino al 1926 quando, con l’attuazione dell’ordinamento 11 Marzo 1926, il 226° Reggimento è sciolto il 15 Novembre 1926. Nella permanenza campobassana del 226° si ricorda l’inaugurazione delle Lapidi ai Caduti della Prima Guerra Mondiale, ancora oggi affisse sulle colonne centrali del Municipio, che avvenne proprio durante le manifestazioni organizzate per la festa dell’eroico Reggimento nel 1923. I Comandanti del 226° Reggimento Fanteria “Brigata Arezzo”; sede 1921-26, Campobasso: Col. Luigi Decio, Col. Francesco Borasio, Col. Pietro Giliberti, Col. Federico Toti, Col. Lodovico Consorte, Col. Enrico Beltrandi. Il 1° Marzo 1938 venne ricostituito, con  sede nella città di Macerata, con il  nome di 226°Reggimento Fanteria “Arezzo” e assegnato alla Divisione di Fanteria “Arezzo” (53^), unitamente ai Reggimenti  225° Fanteria e 53° Artiglieria, venne sciolto  definitivamente  il 12 Settembre  1943 in Albania, a seguito degli avvenimenti determinati dall’Armistizio.
 
di Antonio Salvatore 
 

Storia del Distretto Militare di Campobasso (sesta parte)

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Fu grazie a queste esercitazioni militari che la città di Campobasso visse una di quelle giornate festose da rimanere impresse per anni nella memoria collettiva, la visita della Coppia Reale. Alle ore 10:40 del 23 Agosto 1905, accolti dalle massime Autorità Civili e Militari, tra cui il Sindaco   di   Campobasso   Vittorino   Cannavina   e   il   Comandante   della   Divisione Ravenna, Tenente Generale Roberto Brusati, arrivarono alla Stazione Ferroviaria del capoluogo molisano il Re Vittorio Emanuele III e la consorte Regina Elena. Tra il tripudio della popolazione che sventolava bandiere, fazzoletti, lanciava fiori, e a stento contenuta lungo le strade da un doppio cordone di 2.500 militari, il corteo reale, al suono delle Fanfare del 35° Rgt. Fanteria e 48° Rgt. Fanteria, raggiunse il Palazzo della Prefettura, dal cui balcone la coppia reale salutò i campobassani. I Sovrani rimasero talmente affascinati dal Molise che lo definirono “La Svizzera ignorata”. Degli anni successivi, tranne sapere che il Distretto Militare di Campobasso, fino a tutta la Prima Guerra Mondiale, fu uno dei centri di reclutamento per la Brigata Re, 1° Rgt. (Sacile) e 2° Rgt.(Udine); Brigata Casale, 11° Rgt, (Forlì) e 12° Rgt. (Cesena); Brigata Pavia: 27° Rgt. (Rimini) e 28°Rgt. (Ravenna); Brigata Pistoia: 35° Rgt. (Bologna) e 36° Rgt. (Modena); Brigata Puglie: 71° Rgt. (Venezia) e 72° Rgt. (Mantova) e qualche foto aerea, non abbiamo, della Caserma “G. Pepe”, causa la scarsa presenza di fonti documentarie, alcuna notizia. La presenza militare nella città di Campobasso aumentò soprattutto durante il Primo Conflitto Mondiale, infatti il capoluogo fu sede di strutture che ospitarono i prigionieri di guerra, come l’ex Convento di Santa Maria dell’Annunziata detto Della Pace e la Scuola Elementare di via Roma, ma soprattutto fu sede di strutture mediche militari come il Convitto “Mario Pagano".

di Antonio Salvatore 

 

Storia del Distretto Militare di Campobasso (quinta parte)

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L’articolo è un piccolo ma prezioso scrigno di informazioni di carattere storico-militare infatti, oltre alla conoscenza dei vari Reggimenti partecipanti e delle Autorità militari presenti, risulta particolarmente interessante per le indicazioni che ci fornisce circa l’ubicazione dei poligoni di tiro, quella di Ripalimosani per la Fanteria e quello di Monte Vairano per l’Artiglieria. In  ultimo,   ma   non   ultimo,   è   interessante   il   dato   riguardante   l’aspetto   sociologico   circa   il rapporto intercorso tra la cittadinanza e gli uomini in divisa, che viene descritto come entusiastico. La   conferma   di   quanto   appena   esposto   è  l’abbondante   produzione   di   cartoline   che   la “Cartoleria   Giovanni   Colitti   e   Figlio”   pubblicò   per   immortalare  l’avvenimento,   ma   soprattutto, l’attenta visione di alcune di esse, ci permette di individuare in quali punti, riferendoli all’odierna città, erano dislocate le varie aree militari. Uno degli accampamenti fu posto nell’attuale incrocio di Via Porta Napoli ed il Conservatorio di Musica “L. Perosi”, un altro nell’attuale Via Roma, le artiglierie furono stazionate nell’odierna Villa dei Cannoni, che proprio da quell’avvenimento trasse il suo nome, alcune esercitazioni si svolsero lungo l’attuale Via A. Scatolone, infine, la sfilata dei vari reparti, preceduti dalla Banda Militare (moltoprobabilmente al termine delle Grandi Manovre), lungo il corso Vittorio Emanuele III. L’anno   successivo,   esattamente   nell’agosto   del   1905,   lungo   l’asse   Napoli –  Benevento – Campobasso, si svolsero le Grandi Manovre Militari del IX e X Corpo d’Armata. Dei territori molisani interessati, si ricordano quello di Guardiaregia, quello di Vinchiaturo, dove  fu   installata  la   stazione  radiotelegrafica,   e   quello  di  Campobasso,   nella  cui  periferia  furono posizionati, tra le altre cose, anche i panifici del IX Corpo d’Armata.

di Antonio Salvatore