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Tecnologie di guerra

La consegna del primo T-346 al governo polacco

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Il 6 giugno 2016 è stato un giorno importante per il governo italiano poiché ha sancito un accordo, già intrapreso nel 2014, con il governo polacco, che prevede la consegna di otto velivoli militari T-346. Alla cerimonia di consegna del primo aereo erano presenti il sottosegretario alla Difesa Alfano, e il vice ministro polacco alla difesa Mr. Bartosz Kownacky. In particolare il sottosegretario Alfano nel suo intervento ha dichiarato: “Oggi con la consegna del primo velivolo alla Polonia tocchiamo con mano sia l’eccellenza dei rapporti tra i nostri rispettivi Paesi sia l’interesse sia il velivolo sta suscitando a livello mondiale". Poi, ha continuato: “Il T-346A è un velivolo sul quale l’Italia punta molto; ci sta dando grandi soddisfazioni rendendoci leader nel campo dell’addestramento dei piloti militari destinati ai velivoli di 4ª e 5ª generazione”. L’incontro è avvenuto a Venegono Superiore (VA), nella sede dello stabilimento del “Leonardo Finmeccanica”. L’A.D. di “Leonardo Finmeccanica” Moretti ha espresso soddisfazione per la sigla di quest' accordo, e nel suo intervento ha spiegato le caratteristiche del velivolo. Secondo Moretti il velivolo offre sul mercato una soluzione tecnologica completa, poiché addestra velocemente i piloti su aerei molto avanzati, con una riduzione notevole dei costi. Si tratta di un aereo più leggero, rispetto alle precedenti versioni, poiché ha ridotto il suo peso di 700 kg. Per i due paesi è un accordo importante che rafforza i rapporti economici e politici. Si prospettano vantaggi molto ampi per l’industria italiana. Oltre alla Polonia, che ha acquistato otto aerei, anche l’Italia, Singapore e Israele, hanno ordinato il T-346, per un totale di 68 velivoli. Inoltre, dall' 1 settembre, cominceranno gli addestramenti per i piloti dell’aviazione polacca in Italia, in provincia di Lecce, a Galatina. Da oggi, saremo abituati a velivoli più leggeri che valicheranno i cieli di tutto il mondo, e molti di questi aerei militari avranno un marchio italiano. Leggerezza e velocità saranno le caratteristiche preminenti, alle quali si affiancherà il fattore economico, che in tempi di crisi (o meglio di guerra) risulta il maggiore ostacolo. In un periodo, come quello attuale, gli investimenti militari attinenti la sicurezza risultano la priorità, anche se spesso ne sottovalutiamo inconsciamente l’importanza, per paura oppure perché preferiamo semplicemente distrarci.

di Daniele Altina

Armamenti miliardari di una guerra invisibile

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Gli Stati Uniti hanno installato nella base militare di Deveselu in Romania la prima parte di quello che diventerà uno scudo missilistico lungo tutto il confine dei paesi dell’est europeo. Dopo che il sistema “Aegi Ashore” sarà diventato pienamente operativo si procederà con l’inizio di una analoga postazione in Polonia a costituzione di uno scudo baltico attaccato ai confini Russi; sono già in funzione quattro navi lanciamissili del sistema “Aegis” dislocate nella base spagnola di Rota attive nel Mediterraneo, nel Mar Baltico e nel Mar Nero; infine esiste una piattaforma in Turchia, il centro di comando in Germania e la base militare di Sigonella che funge da supporto alle unità operative nel Mediterraneo. In questo contesto il Muos di Niscemi, al centro di infinite polemiche in Italia è strategico per le comunicazioni satellitari ad alta frequenza. Una tale portata di armamenti in Europa lascerebbe intendere la possibilità di una ipotetica terza guerra mondiale dietro la porta, ma ad un più accurato esame appare evidente lo squilibrio delle forze in campo rispetto alla reale portata della minaccia; Hans Kristensen, direttore del Nuclear Information Project alla FAS (Federazione degli scienziati americani) ha documentato il lavoro di restyling delle basi di Aviano e Ghedi Torre rispettivamente in Friuli e nel bresciano e di altre in Europa. Insomma una valanga di dollari investiti in armamenti (ma pagati da chi?) con la chicca dell’arrivo di nuove bombe nucleari in sostituzione delle obsolete (progettate, pagate e mai usate) B61. Tutte queste unità militari fanno capo al Pentagono, ufficialmente servono a rafforzare la difesa missilistica NATO in Europa ma nessuno può sapere se queste strutture siano difensive o offensive. Putin ha dei forti sospetti dato che è andato su tutte le furie dichiarando senza mezzi termini che tutte queste operazioni degli Stati Uniti servono a “neutralizzare il deterrente strategico russo” e creare una superiorità militare degli americani in Europa. Da Washington rispondono picche; le versioni ufficiali espongono una differente opinione, ovvero quella di una difesa militare necessaria a proteggere gli alleati da eventuali attacchi a lunga gittata degli stati canaglia (Corea del Nord, Siria, Sudan); l’Iran è fuori da questa lista con la condizionale. Ma veramente questi stati sarebbero capaci di attaccare con missili a lunga gittata l’Europa? Tutto questo sembra inverosimile da un punto di vista militare, la vicenda appare in tutta la sua logica se la si considera da un punto di vista economico. Il Congresso Usa ha stanziato oltre 200 miliardi di dollari sugli oltre 1000 in dieci anni previsti per potenziare le forze nucleari, i sottomarini da attacco, i bombardieri strategici e lo scudo antimissile in tutte le sue parti. Il premio Nobel per la pace Barack Obama confida sulla disponibilità dei governi alleati di reperire i fondi necessari alla contribuzione di questo imprescindibile progetto di sicurezza, molti non sanno che i paesi europei già indebitati fino al collo continuano a maturare debiti per la corsa agli armamenti a tutto vantaggio dei creditori internazionali che in alcuni casi operano sinergicamente con le multinazionali produttrici di armi; una sorta di cerchio magico. Esempio lampante la Grecia che ha speso cifre folli per gli armamenti di una guerra contro la Turchia che non è mai diventata un vero conflitto; i risultati sono sotto gli occhi di tutti, una guerra economica avente come effetto il sistematico indebitamento di Atene. Esistono prove certe della longa manus americana in paesi come Sudan e Siria dove si sono create le condizioni del conflitto, ombre anche dall’Iran a cui e’ stato tolto l’embargo nel gennaio 2016 ma che nei mesi precedenti e’ stata rifornita segretamente da vari paesi, tra cui l’Italia. Infatti e’ stata smantellata dai giudici delle indagini preliminari di Milano una fitta rete di commercio illegale di armi tra alcune società italiane e personaggi dei servizi iraniani. Soliti nomi, solito sottobosco di società chiacchierate ed indagate, si torna sempre a parlare di Finmeccanica e Lockheed, di politici e trafficanti d’armi. Sembra che le guerre siano necessarie al mantenimento di interi apparati organizzativi la cui esistenza dipende imprescindibilmente dai conflitti, il grande gioco in cui chi è preposto alla pace organizza la guerra. E’ sempre stato così. Sempre cosi’ sarà?

di Giuseppe Barcellona

Entrerà in produzione il nuovo carro pesante M1A2V3

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Con il riarmo e l'entrata in scena della Russia nel conflitto siriano si riaccende il clima da guerra fredda. Così mentre il Gigante dell'Est ha annunciato la produzione di una gamma completamente rinnovata di mezzi tattici gli USA non stanno a guardare. Per riequilibrare gli schieramenti è già stato presentato l'M1A2V3, versione aggiornata dell'MBT in servizio negli USA. La prima apparizione si è svolta all''AUSA Defense Exhibition di Washington D.C. nell'ottobre del2015 alla presenza di Tim Reese della General Dynamics Land Systems (GDLS). Tale azienda infatti si è aggiudicata dall'Army Tank Automotive Command (TACOM) Lifecycle Management Command un contratto di 92,2 milioni di $ per sviluppare il nuovo M1A2V3 partendo dall'M1A2SEP attualmente in servizio. La prossima versione del  carro garantirà maggiore capacità di sopravvivenza, facilità di manutenzione, efficienza nei consumi, generazione di potenza e interoperabilità del networking, come ha garantito il vicepresidente della GDLS Donald Kotchman. La dotazione dell'M1A2V3 includerà un nuovo display a colori, una stazione di controllo remoto della mitragliatrice, un sistema di gestione  termica,   un  nuovo telefono per  comunicare con la fanteria. Il visore a infrarossi sarà rimpiazzato da uno di nuova generazione, il nuovo IFLIR per il comandante utilizza raggi infrarossi a onde lunghe e medie, consentendo 4 punti di visuale mostrati su  schermi ad alta  definizione, migliorando l'acquisizione   del   bersaglio,   l'identificazione e l'ingaggio rispetto al FLIR di seconda generazione, anche con nebbia e oscurità. Il CROWS remote weapon station (RWS) è stato modificato nella  versione CROWS-LP (low profile), permettendo di ridurre  l'altezza  del  carro,   e  garantendo  una   visione   migliorata  del   340%.   Un data link delle munizioni  (ADL) consentirà   di   scegliere  il   tipo   di   munizione   da   sparare  col   cannone   M256120/44mm, tra le  quali si annovera  il nuovo penetratore  M829E4 ed   la nuova XM1147 multifunzione. La prima, l'M829E4 rappresenta la quinta generazione di penetratori all'uranio impoverito, capace di  maggiore  potenza   e  gittata  per  distruggere  bersagli  dotati  di AERA(Advanced Explosive Reactive Armor) e APS (Active Protection Systems). La seconda, la AMP invece è capace di 3 modi di operazione: detonazione di punto, ritardata e esplosione in aria. In uno scontro urbano può neutralizzare una squadra di fanteria anticarro in un raggio tra i 50 e 2000 mt., può distruggere ostacoli, bunker, barriere. Tale munizione consente di semplificare la logistica rimpiazzando contemporaneamente gli M830 HE-AT, M830A1HEAT (High Explosive Anti Tank), canister (munizioni contenenti sfere di  metallo)  e   HE-OT (High Explosive Obstacle ReductionTank). L'armamento secondario sarà la M240, protetta con scudi corazzati su 360°. C'è un nuovo kit di protezione della torretta ed è stata migliorata anche la capacità anti IED con un sistema elettronico. La APU (Auxiliary Power Unit) è stata spostata nella parte posteriore dello scafo (sulla sinistra) e consentirà di spegnere il motore nelle fasi di appostamento e osservazione, risolvendo così almeno in parte i grandi consumi dell'M1. E' presente un piccolo scarico in tale parte del carro, che lo rende riconoscibile come V3. La General Dynamics consentirà anche la produzione con il power pack tedesco MTU 883, che ha minore consumo della turbina ATG 1500 Honeywell in uso al carro M1, riducendo i costi di gestione generali del 14%, ma tale versione non verrà scelta dagli USA. Il nuovo carro è nato dallo sviluppo iniziale di 6 prototipi, e la produzione in grande serie potrà avvenire per il 2017. Il modello è pubblicizzato come il nuovo mezzo per dominare gli scenari futuri dei campi di battaglia. Verrà prodotto utilizzando le strutture e gli attuali lavoratori di Anniston nell'Alabama, Tallahassee in Florida, Lima in Ohio, and Scranton di Philadelphia, negli USA. La GDLS effettuerà l'aggiornamento di carri esistenti M1A1 e A2 esistenti nella versione SEP V2 già dal corrente febbraio. L'M1A2V3 si presenta come un modello intermedio rispetto al programmato M1A3, che quindi non dovrebbe arrivare prima del 2024. Per tale versione era stato previsto un nuovo cannone, più leggero e potente dell'attuale (efficacia fino a 12 km), un sistema di collegamento digitale a fibra ottica in sostituzione dei cavi tradizionali, la torre completamente remotizzata (priva di equipaggio interno) e dal profilo più ridotto, il tutto per ridurre l'elevato peso dell'M1A2 dalle circa 70 a 60tonnellate. Per ora la produzione si concentrerà sull'M1A2V3, che si presenta quindi come un carro pesantemente corazzato, di tecnologia avanzata ma non tanto quanto il rivale russo T14, che entrerà in servizio entro quest'anno. Il nuovo carro russo sarà un mezzo totalmente nuovo, più piccolo e leggero dell'M1 e includerà tecnologie avanzatissime, distaccandosi dalla tradizionale dottrina russa di produrre mezzi semplici e in grande quantità. Nei prossimi anni vedremo quale delle due scelte si potrà considerare migliore.

di Antonio Frate

Italiano il primo F-35 che completa volo oltreoceano

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L’F35A Lightning II dell'Aeronautica Militare italiana ha completato il primo volo transatlantico, volando dalla base aerea di Cameri (NO), fino a Patuxent River, nel Maryland, sede di una base aerea della Marina Militare statunitense. Il velivolo, denominato AL-1, è il primo jet internazionale di questo tipo completamente costruito in Italia nella FACO (Final Assembly & Check-Out) di Cameri. Ai comandi dell’aereo per la traversata è stato un pilota italiano di F35 dell’Aeronautica Militare che lo scorso novembre ha completato la sua formazione nella base militare americana di Luke, Arizona, dedicata al programma multinazionale di addestramento sul Jsf. Il velivolo rimarrà a Patuxent River per circa tre mesi per effettuare alcuni test sulla compatibilità elettromagnetica degli apparati. AL-1 è il primo di cinque F-35 italiani che farà parte, da maggio, della flotta internazionale di F-35, di stanza presso la base di Luke, Arizona, dedicata al programma multinazionale di addestramento e formazione dei piloti, e che vedrà arrivare a marzo il primo gruppo di piloti italiani. La trasvolata, pianificata con due tratte, per un totale di 11 ore di volo, è stata resa possibile grazie all’impiego di un velivolo cisterna KC-767 “tanker” che ha rifornito in volo l’F35. Partito da Cameri il 3 febbraio, dopo una sosta a Lajes, nelle isole Azzorre, l’aereo è atterrato negli Stati Uniti il 5 febbraio.

(fonte Ministero della Difesa)

Dongfeng 21D, l’arma più potente della Cina

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Si è svolta a Pechino una gigantesca parata militare, in occasione del 70° anniversario della vittoria nella Seconda Guerra Mondiale contro il Giappone. Il presidente Xi Jinping inaugurando la parata ha assicurato che la Cina "per quanto forte diventi" non "cercherà mai l'egemonia" sugli altri Paesi, e che il paese ridurrà di ulteriori 300mila soldati l'Esercito di liberazione popolare, che resta comunque il più grande esercito del mondo con 2milioni e trecentomila uomini. Molti leader mondiali hanno deciso di snobbare l'iniziativa, come era accaduto a un'analoga sfilata organizzata da Mosca. E' stato presente invece il presidente russo Vladimir Putin, a testimonianza di un'alleanza politica ed economica sempre più stretta tra i due Paesi. Non sono mancati tanti altri leader di paesi, non tutti in cattivi rapporti con gli Stati uniti e l'Occidente. Come Park Geun-Hye, presidente della Corea del Sud, uno dei due grandi alleati USA in Asia Orientale, ed il presidente ceco Milos Zeman, unico leader di un paese Ue a presenziare alla parata, come in precedenza fatto a quella a Mosca di Putin.  Assente invece l'altro grande alleato di Washington, il Giappone. Sia perché è lo sconfitto della seconda guerra mondiale, sia perché i rapporti tra i due più importanti paesi della regione sono pessimi sia per la contesa territoriale sulle isole Senkaku (Diaoyu per i cinesi), sia per la diverse valutazioni sul conflitto passato, sia infine per la decisione del primo ministro nipponico Shinzo Abe di riformare la sicurezza rafforzando il ruolo delle forze di autodifesa nipponiche con la difesa collettiva con gli alleati, principalmente gli Usa.Xi Jinping ha offerto medaglie ai veterani - cinesi e stranieri - e alcuni di questi, ottantenni e novantenni, hanno partecipato alla parata militare. Poi ha iniziato la serie di incontri bilaterali con i leader presenti a Pechino. In Piazza Tiananmen, durante la parata trasmessa in diretta dalla tv di Stato, hanno sfilato i più sofisticati sistemi d'arma in possesso del paese di fronte al presidente. In un'esibizione di oltre un'ora hanno sfilato ben ventisette corpi dell'esercito e i nuovi mezzi a disposizione delle Forze Armate, l'84% dei quali apparsi in pubblico per la prima volta in assoluto. Oltre 10mila soldati dell'Armata di Liberazione Popolare, con 1.000 uomini di forze straniere amiche.  Nonostante il rallentamento dell'economia nazionale degli ultimi anni, Pechino dedica comunque ingenti fondi all'ammodernamento delle proprie Forze Armate, con un budget per la Difesa che continua ad essere a 2 cifre, in aumento del 10,1% nel 2015, secondo le stime presentate nel marzo scorso. Tra le nuove armi presentate in piazza Tiananmen, i nuovi droni, i missili balistici Dongfeng-21D, chiamati "killer delle portaerei", (montati su enormi camion a 12 ruote, in grado di distruggere un'unità navale con un colpo solo, con una gittata di circa 1400 chilometri), i missili balistici intercontinentali DF-5B, dalla gittata di 15mila chilometri, i più potenti dell'arsenale cinese. Presenti anche i DF-31A, variante aggiornata di un tipo di missile già presentato nel 1999 e i missili balistici a media gittata tra cui i DF-26, noti come i "Guam killer", per la possibilità di raggiungere l'omonima base navale USA nell'Oceano Pacifico, con gittata di quattromila chilometri. Presenti anche gli elicotteri WZ-19, in funzione anticarro e il bombardiere a lungo raggio (3.500 km) H-6K. Verso il termine della parata, il cielo e' stato sorvolato, infine, da 200 aerei da guerra, molti dei quali decollati dalla prima portaerei cinese, la Liaoning, varata nel settembre 2012 (una modifica di una portaerei russa) e dai moderni caccia J-15, "gli squali volanti".

di Antonio Frate

L’Oshkosh L-ATV sostituirà l’Hummer

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Il veicolo Oshkosh L-ATV si è aggiudicato la vittoria nel bando di concorso per il JLMV. Tale veicolo sarà quindi il successore ed erede dei famosi Humvee, gli Hummer delle Forze Armate americane. Dopo aver testato per anni numerosi veicoli, anche in missioni oltremare, si è deciso finalmente quale mezzo sarà il protagonista nei prossimi scenari di guerra.  L'azienda del Wisconsin si è aggiudicata la gara da 6,75 miliardi di dollari (poco più di 6 miliardi di euro al cambio attuale) offerti dall'Esercito e dai Marines per la prima tranche di 17.000 veicoli (250.000 dollari l'uno, circa 225.000 euro). Il contratto potrà fruttare quasi 30 miliardi in totale, considerando l'indotto delle forniture e dei servizi e che nei piani delle forze armate c'è l'acquisto di altri 38.000 veicoli, per un totale di 55.000. L'azienda assumerà nuovi lavoratori (si parla di 100 inizialmente più altri eventuali successivamente). La produzione inizierà entro l'anno e le prime consegne avverranno nel 2017. Adesso le aziende sconfitte in gara avranno 10 giorni per decidere se opporsi alla decisione ed ognuna ha fatto sapere che sta valutando l'ipotesi. L’Oshkosh Light Combat Tactical All-Terrain Vehicle introduce di serie tecnologie che sul predecessore furono lanciate nel corso degli anni e delle varie missioni militari. Il veicolo prevede un generatore, un impianto satellitare SATCOM, un sistema di sorveglianza ed un computer di bordo, dal quale i soldati potranno ottenere informazioni. E' disponibile la torretta remotizzata con vari tipi di armamento quali mitragliatrici di vario calibro e lanciagranate multipli, molto utili nelle missioni internazionali. Ciascun mezzo è elitrasportabile e imbarcabile. Il peso è il triplo del vecchio Humvee (introdotto nel 1985), attestandosi a 6,35 tonnellate. Ciò grazie alla nuova robusta blindatura ben più efficace del predecessore e alla elevata capacità antimina. L' impianto elettrico è più capace, mentre le sospensioni consentono di aumentare la velocità in fuoristrada fino al 70%. Si tratta infatti dell'eccellente sistema sviluppato dalla casa, del tipo TAK-4i (Intelligent indipendent system), già utilizzato in precedenza su altri modello dello stesso produttore. L’unità motrice è un V8 diesel Duramax 6,6 litri, di provenienza GM, abbinato ad una trasmissione automatica Allison, ma consuma meno dell'Humvee e capace di un’autonomia pari a 500 chilometri. La potenza sarà di 300 o 397 cv, non è ancora certo. L'azienda Oshkosh porta il nome di una città del Wisconsin, ed è un noto fornitore anche delle Forze Armate statunitensi per cui ha prodotto ad esempio gli M-ATV, imponenti veicoli antimina con elevata capacità fuoristrada (che molto hanno contribuito per la vittoria della gara) e gli M1070, i trattori che vengono usati per la movimentazione, insieme ai semi-rimorchi M1000, di carri armati e altri mezzi pesanti.

di Antonio Frate

La Beretta M9 non sarà più la pistola americana

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La celebre pistola Beretta M9 non sarà più la sidearm dei militari americani. Entrata in servizio nell'esercito USA nel 1985, dopo essere già stata utilizzata dai corpi speciali statunitensi, ha avuto una lunga ed onorata carriera in tutte le Forze Armate americane, e di conseguenza un incredibile successo di vendite mondiali.  Ma già dal 2014, il Dipartimento della Difesa della principale potenza militare mondiale segnalava l'esigenza di colmare alcune lacune dell'arma.  Proprio nello Stato del Maryland, dove la Beretta americana viene costruita, è stata presentata una nuova versione, l'M9 A3. Tale versione ha previsto: munizioni 9 millimetri (9x19mm Parabellum), un caricatore con una capacità di 17 colpi (e la capacità di usare caricatori più grandi), una canna filettata (per l'apposizione di silenziatori), 3 guide standard militari Picatinny rail (per l'apposizione di altri accessori come mirini laser), un rivestimento mimetico “color sabbia” -  piuttosto che nero standard, un assortimento di altri miglioramenti. Ma l'esercito USA ha già rifiutato di utilizzare questo modello, dichiarando di voler aprire ad un Modular Handgun System Program, per poter ottenere una nuova arma allo stato dell'arte. I problemi segnalati sulla M9 si possono indicare nell'accidentale attivazione della sicurezza dell'arma (secondo alcune fonti), nel peso eccessivo, che oggigiorno porta a pensare all'uso di tecnopolimeri, nella ottimale possibilità d'installazione di ottiche e mirini, nell'incremento dello Stopping Power (d'altronde, già ai tempi dell'acquisizione dell'arma alcuni militari USA storcevano il naso nel passare dai grandi proiettili .45 della M1911 ai più compatti 9x19mm parabellum). Per quanto riguarda il calibro che potrebbe essere adottato, si vocifera sul .357, sul .40 o addirittura di nuovo sul .45. Ad esempio, riguardo al .40 alcuni esperti hanno sostenuto che oggi non esistono pistole ideate per questo calibro, ma solo 9mm modificate per accogliere tali più potenti munizioni. Inoltre, l'FBI è stato l'utilizzatore principale di tale calibro, ma è stato già deciso che tornerà anch'esso alle 9mm, tra l'altro calibro standard NATO. La M9 viene definita da alcune fonti semplicemente un modello datato, che oggi è superata dalla concorrenza più qualificata. Tra i principali concorrenti dell'importante bando di gara ci sono il team General Dynamics e Smith & Wesson (che stanno lavorando assieme, creando una collaborazione tra un gigante degli armamenti ed una grande fabbrica di armi portatili), ma anche Sig Sauer (con una variante della P 320), Glock, Sturm, Ruger, la Detonics Defense STX (unica a partecipare alla gara con un modello totalmente metallico, che può avere una durata nel tempo maggiore dei tecnopolimeri, e garantisce un'ottima mitigazione del rinculo) ed altri. La Beretta non ha perso tutte le chances, potendo lavorare sul modello PX4 Storm, ed è decisa a voler essere una seconda volta il produttore di pistole standard per le Forze Armate Americane. Ovviamente la decisione di passare ad un'arma totalmente nuova è una scelta costosa per i contribuenti, oltre che una grande opportunità per chi si aggiudicherà il bando.

di Antonio Frate

 

Bombe italiane in Yemen

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Dall’Italia si inviano le bombe che l’Arabia Saudita utilizza per bombardare e massacrare la popolazione civile dello Yemen. A confermarlo è un documento dell’agenzia Reported l.y tradotto in Italia da IlPost.it. Diverse imprese occidentali hanno provveduto a fornire armamenti letali che l’Arabia Saudita sta utilizzando nella sua campagna di bombardamenti sullo Yemen, che stanno facendo molte vittime tra la popolazione civile yemenita. L’ultimo raid ha fatto 176 morti. Dai documenti dell’agenzia si evince che in Italia si fabbricano parti delle bombe che vengono poi inviate in Arabia Saudita, precisamente nello stabilimento della RWM Italia, filiale dell’impresa tedesca RH Rheinmetal AG. Armi letali, made in Sardegna a Domusnovas, per la precisione, dove dal 2010 ha sede lo stabilimento della Rwm Italia munitions Srl, costola della Rheinmetall Defence, colosso tedesco degli armamenti. RWM Italia S.p.A. dispone attualmente di due stabilimenti in Italia, a Ghedi e per l’appunto a  Domusnovas. Il core business RWM è basato principalmente sulle attività di: bombe d’aereo General Purpose e da penetrazione, caricamento di munizioni e spolette, sviluppo e produzione di Teste in Guerra per Missili, Siluri, Mine Marine, cariche di Demolizione e Controminamento, progettazione, sviluppo e realizzazione di Mine Marine e Sistemi di Controminamento. La guerra nello Yemen non è cosa da poco, anzi diventa ogni giorno sempre più complessa. Siamo nel pieno di una fase di cambiamento che avrà tempi lunghi e transiterà necessariamente attraverso il ripensamento e la ridefinizione degli equilibri sino ad oggi imposti alle società del Medio Oriente.

Autopattuglie straniere per le Forze dell'Ordine

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Il 2015 segnerà un cambiamento rilevante per volanti e gazzelle di Polizia e Carabinieri che finora erano state costruite quasi esclusivamente dall’industria automobilistica italiana. Le prossime auto in dotazione forze dell’ordine saranno fornite del gruppo Volkswagen, vincitore della gara d'appalto con cui fornirà alle forze dell'ordine un totale di 206 vetture, di cui 100 unità andranno alla Polizia di Stato e 106 verranno assegnate a all'Arma dei Carabinieri. Le vetture prescelte saranno le Seat Leon, che circoleranno con sirena e i numeri 113 e 112 impressi sulla fiancata. Il marchio spagnolo è uno dei tanti della casa di Wolfsburg. Tale azienda avrà inoltre diritto ad una posizione privilegiata per la fornitura di altri 3.900 veicoli. Il diritto di opzione del Ministero dell'Interno prevede la possibilità di acquistare dallo stesso Gruppo altre 1.800 vetture per la Polizia e 2.100 per i Carabinieri, per un importo massimo di 184 milioni di euro. Il bando di gara, pubblicato l’8 aprile 2014, aveva già visto l'esclusione di Bmw Italia e Citroen Italia, con Volkswagen Group Firenze spa e Fiat Auto Var srl a contendersi la commessa. L’11 luglio, il ministero dell’Interno ha aggiudicato in via definitiva l’appalto alla Volkswagen che ha presentato l’offerta più conveniente: 43.897 euro (costo che include spese di equipaggiamento, allestimento e manutenzione per 6 anni o 150.000 chilometri) contro i 43.980 euro proposti da Fiat per le Alfa Romeo Giulietta, vettura nazionale costruita a Cassino. Fiat ha presentato ricorso al TAR del Lazio, lamentando irregolarità nelle procedure e nelle forme dell’offerta. Il 26 settembre i giudici del Tar del Lazio, sezione 1a- ter hanno rigettato tale ricorso insieme alla domanda risarcitoria avanzata dalla casa italiana e rinforzando la posizione del gruppo tedesco. Già nel 2010 la Seat aveva fornito 58  Exeo Wagon TDI alla Polizia Stradale. Appena un mese prima della vittorie delle Leon la Polizia di Stato aveva aggiornato il parco auto del Reparto Prevenzione Crimine, con l'acquisto di 189 Lancia Delta 1.6 mj, caratterizzate da nuovi dettagli grafici, come lo stemma del "falco" sul posteriore, e dotate di un dispositivo multimediale per la stesura degli atti e per la stampa dei verbali per il cittadino, e di un collegamento video tra pattuglia e sala operativa. L'aggiudicazione è stata possibile in quanto le Delta, ormai a fine serie, sono state cedute a prezzi particolarmente vantaggiosi. Il sodalizio tra Stato e Fiat è iniziato nel 1914 quando i Carabinieri ricevettero una Fiat Zero. Si pone fine anche alla nota tradizione dell'uso di pattuglie dell'Alfa Romeo, casa costruttrice di berline sportive, di proprietà statale dell'IRI fino al 1984, poi ceduta a Fiat. Le norme sulle gare d'appalto, a questo punto, fanno avanzare un'ulteriore nota polemica: basandosi la gara esclusivamente sul prezzo finale dei mezzi, l'industria nazionale può e potrà risultare spesso soccombente anche per piccole differenze di prezzo, come avvenuto nel caso in esame. Ma una somma di denaro spesa nell'acquisto di prodotti nazionali consente di mettere nuovamente in circolo nell'economia nazionale tali capitali, laddove se spesi all'estero, essi vanno totalmente perduti.

di Antonio Frate

 

Il potenziale bellico dell'ISIS

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Di quali armamenti dispongono i terroristi dell’ISIS? Rispondere a queste domande non è facile. Un articolo di A. Albanese pubblicato sul sito del senatore Giuseppe Esposito (www.giuseppeesposito.it/isis/)  risulta molto esplicativo. Immagini delle zone dei conflitti hanno evidenziato il possesso da parte dei miliziani di vari sistemi d'arma, quali: A) Carri armati T-55, mezzi sovietici prodotti a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale. In possesso dell'ISIS in circa 30 unità. Non è chiaro, come l'Isis possa farvi manutenzione. A dispetto dell'età, questi carri sono operativi in 50 eserciti di tutto il mondo. Hanno un’armatura pesante da circa 35 ton., un cannone da 100 mm e una mitragliatrice da 7,62 mm. B) Carri armati T-72, anch'essi sovietici ma di seconda generazione. Entrato in produzione nel 1971, viene ancora prodotto. L'Isis ne dovrebbe avere tra i 5 e i 10 esemplari. Il T-72 e dispone di un cannone da 125 millimetri, una mitragliatrice secondaria e un cannone antiaereo. C) Obice M198, pezzo d’artiglieria di medie dimensioni trainabile. Sviluppato dall’esercito degli Stati Uniti dopo la Seconda guerra mondiale, ha una gittata di oltre 22 km. L’M198 può lanciare una varie munizioni, come proiettili esplosivi, autopropulsi e al fosforo bianco. D) Cannone modello 59-1, replica cinese del più leggero sovietico M-46 del 1954 da traino. Per un periodo è stato il cannone con il più lungo raggio d’azione con una gittata di oltre 27 km. L' Isis li avrebbe sottratti ai regolari siriani ed iracheni. E) Cannone antiaereo ZU-23-2, cannone binato anti-aereo sovietico, prodotto dagli anni Sessanta fino ad oggi.  Spara proiettili da 23 millimetri a una velocità di 400 colpi al minuto. Ha un tiro utile di 2 km, con efficacia anche contro veicoli corazzati. Questa arma è stata usata molto nella guerra siriana, ed era presente nell’arsenale iracheno. F) Humvee, presi dall'Isis a Mosul. Si tratta degli Humvee forniti dagli Stati Uniti all’esercito iracheno, in circa 1000 unità. Tali veicoli, molto moti (gli Hummer) sono autoblinde  polivalenti. Entrati in servizio negli anni Ottanta, hanno una buona blindatura ma non altrettanto protezione antimina, come i più moderni Ambush.  Passando alle armi portatili, ne troviamo in gran quantità. Come si sa, sono quelle più diffuse, più semplici da usare e più facili da occultare, possono essere vendute e rivendute, con costi contenuti. In queste armi i numeri di matricola sono stati cancellati con l'uso di fiamma ossiacetilenica, per rendere più difficoltoso scoprirne la provenienza: G) l'AK-47, è diventato l'arma portatile standard de facto dell'ISIS, a causa del suo basso costo, della robustezza e durata, della disponibilità e della facilità d’uso. H) I fucili d’assalto AKM nelle mani dell'ISIS sono stati fabbricati in URSS negli anni 1960, 1964 e 1970. I) M16A4 di fattura statunitense, L) Mitragliatrici multiuso M80 di fattura cinesea cui sono stati applicati nuovi numeri di serie. M) Lanciarazzi M79 Osa, da 90 mm, con efficacia anticarro e contro posizioni fortificate. Si pensa che siano armi provenienti dalla Croazia. N) Lanciagranate RBG-6, lanciagranate semi-automatico leggero da fanteria. L’Arabia Saudita avrebbe contrabbandato RBG-6 croati in Siria. O) RPG-7, il celebre e diffusissimo lanciarazzi portatile spalleggiabile. In Iraq è molto reperibile: è utilizzato dalle forze di sicurezza irachene, dai Peshmerga curdi e dall'Isis. Questi sistemi sono durevoli e di costo relativamente contenuti e abbastanza semplici da usare. I proiettili possono raggiungere distanze fino a 920 metri, a distanza più lunghe il proietto può autodistruggersi senza colpire il bersaglio. P) Lanciamissili manuale FIM-92 Stinger, il ben noto lanciamissili spalleggiabile, antiaereo, ad infrarossi. Progetto originario USA è entrato in servizio nel 1981. Sono estremamente efficaci per abbattere velivoli a bassa quota. Gli Stinger richiedono manutenzione e cura specializzata. L'Isis li avrebbe presi dalle basi militari irachene saccheggiate. Q) Missile anticarro HJ-8, missile anticarro, prodotto in Cina dalla fine degli anni Ottanta, con raggio di 6000 metri. Il progetto è parzialmente basato sugli statunitensi BGM-71 TOW. Tali armi sono efficaci contro corazzature, fortificazioni e bunker. Il Fsa siriano ha utilizzato questi missili  contro l’esercito siriano dal giugno 2013. R) Fn-6. Già da settembre 2014 i servizi di intelligence tedeschi lanciavano l’allarme, ripreso dalla stampa, rispetto al fatto che i jihadisti potessero abbattere aerei passeggeri in volo sopra l’Iraq. E' stata segnalata inoltre la possibilità di possesso di sistemi terra-aria, come gli Fn-6 cinesi. S) Mitragliatrice pesante DShK 1938, la Dushka. E' la mitragliatrice pesante sovietica risalente al 1938. Standard dell’Unione Sovietica durante la Seconda guerra mondiale, ed è ancora in produzione in tutto il mondo. La Dushka ha diversi utilizzi, tra cui arma antiaerea e arma di supporto alla fanteria; ha una cadenza di 600 colpi al minuto. Viene in genere montata sugli autoveicoli.Alcuni studiosi del Conflict Armament Research di Londra finanziato dall’Unione Europea tra luglio e agosto si sono recati sul campo, nel nord dell’Iraq e nel nord della Siria, a raccogliere più dati e prove possibili, sulla natura e provenienza delle armi dell'ISIS. Su 1700 bossoli e proiettili e su armamento leggero raccolto sul campo dai peshmerga curdi, è risultato che le fabbriche russe ne hanno prodotti ben 492, 445 sono cinesi, 26 sono iraniani e 18 siriani. Ma ben 323 vengono dagli Stati Uniti, per la precisione dalla fabbrica di munizioni per l’esercito che si trova a Independence, in Missouri. Più dell’ 80% delle munizioni rinvenute- è stato scoperto- è stato fabbricato in Cina, ex Urss, Stati Uniti, Russia post sovietica e Serbia. Le munizioni sovietiche sono state rintracciate in particolare nei magazzini siriani, riforniti già da tempo dai russi. Ma non solo, un’altra parte considerevole dell’approvvigionamento dell’Isis arriva dalle munizioni che l’esercito americano ha distribuito alle unità militari irachene, dopo l’invasione del 2003. La fabbricazione delle munizioni è da rintracciare in 21 Paesi diversi, con periodi di fabbricazione che vanno da prima del 1945 al 2014.

di Antonio Frate

Una levata di scudi in difesa del Warthog

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Il suo nome completo è Fairchild Republic A-10 Thunderbolt II ed è conosciuto con i soprannomi di «cannoniera volante» e «warthog» (facocero), perché è decisamente brutto e perché è dotato del cannone Avenger Gatling a canna rotante da 30 millimetri (il più potente mai montato su un aereo d'attacco) e di un carico bellico che gli permette di fungere da appoggio ravvicinato alle truppe sul terreno. E' l’aereo da attacco al suolo che l’Aeronautica statunitense impiega da quasi 40 anni, dai tempi della Guerra Fredda, poi in Iraq nel 1991 e in Kosovo nel 1999 fino ai conflitti più recenti in Iraq e Afghanistan. La sua specialità è infatti quella di volare basso e lento e di colpire i nemici a vista. Il pilota può distinguere bene amici da nemici e rilasciare un volume di fuoco senza paragoni per quantità e precisione. Il mezzo inoltre si è dimostrato estremamente affidabile ed è adorato dai soldati, visto che più di una volta il suo apparire ha deciso la sorte delle battaglie. L’aereo è stato sviluppato tra gli anni ’60 e ’70, dopo che gli elicotteri usati in Vietnam per il supporto alle truppe erano finiti abbattuti come mosche e dalla sua entrata in servizio ha collezionato solo successi. L'Us Air Force vuole mandare in pensione l'A-10, e sostituirlo con i nuovi, e costosi, caccia stealth multiuso F-35. Mandare in pensione la flotta vecchia di decenni di 283 A-10 consentirebbe un risparmio potenziale di una cifra compresa tra i 3,7 e i 4,2 miliardi dollari nell'arco di cinque anni,come sostenuto dai dirigenti dell'USAF. Ma bisognerebbe poi finanziare l'acquisto dei più costosi F-35 Lightning II, che però non saranno operativi prima del 2021 (se non si dovessero registrare nuovi ritardi). Ed ecco che sorgono dubbi sul reale scopo della manovra. Pesantemente armato e corazzato, l’A-10 ha una folta schiera di sostenitori che hanno deciso di opporsi all’iniziativa del Pentagono di mandarlo in pensione nel quadro dei tagli orizzontali alla spesa. La campagna per salvare gli A-10 ha messo insieme oppositori dei tagli alla spesa militare, militari, piloti e membri del Congresso di entrambi i partiti, preoccupati dal fatto che la radiazione del velivolo indebolisca le forze armate e in ultima analisi costi caro ai contribuenti al di là dei risparmi previsti. Nato come cacciacarri, l’A-10 Warthog ha solvato molte piccole unità alleate cadute in imboscate talebane sulle montagne afghane rivelandosi un velivolo perfetto per la contro-insurrezione. L’A-10 oltre ad essere collaudato e amato, è capace di sorvolare il campo di battaglia a lungo a bassa quota, mentre gli F-35 hanno un’autonomia molto inferiore e una velocità minima molto superiore, oltre a non possedere la blindatura e la robustezza dell’A-10, che è capace d’incassare colpi su colpi senza andare in crisi. In particolare è fortemente corazzata la cabina, con piastre al titanio, nella parte inferiore, in corrispondenza dell'alloggio del pilota. Il velivolo può volare anche con un solo motore in funzione. L'ampio fronte contrario al suo pensionamento se riuscisse nel suo scopo porterebbe a ulteriori tagli negli ordini degli F-35 da parte del Pentagono. Forse è proprio questo il punto dolente, visto che è ormai risaputo che l' F-35 è stato ideato per avere il monopolio sulla produzione dell'industria degli aerei da combattimento. E che se riuscisse nell'impresa, sarebbe difficile per i clienti ottenerlo a prezzi contenuti. Il generale Martin Dempsey, capo del Joint Chiefs of Staff è stato chiaro: «L’A-10 è il più brutto e il più bell’aereo sul pianeta», il generale John F. Campbell, vice capo dello staff dell’esercito ha rincarato: «È brutto. È rumoroso, ma quando arriva e senti quel sibilo (del cannone), fa semplicemente la differenza». «Possiamo distruggere qualsiasi cosa sul campo di battaglia, l’intero spettro, dai soldati ai carri armati» ribadisce William Smith, ex pilota di A-10. Un’opposizione che si basa sulle esigenze dei militari sul campo di battaglia e non sulle previsioni degli strateghi del marketing o di chi sogna un aereo capace di fare tutto, e che finisce inevitabilmente per fare male quasi tutto. C’è un precedente nel tentativo di liberarsi del ‘facocero’. Un rapporto del Congresso datato 1988 illustrava le “preoccupazioni” dell’USAF circa le capacità dell’A-10. Ma se già altre volte questo aereo è stato ritenuto superfluo, altrettante volte ha poi smentito i sospetti su di lui. Così nella Guerra del Golfo ha effettuato centinaia di sortite, e lanciato il 90% dei missili Maverick. Il Congresso questa estate ha risparmiato l'aereo dai tagli alla difesa. Se l'aspettativa è di sconfiggere l'ISIS in Iraq e aiutare gli iracheni a spingerli fuori o fare qualcosa in Siria, in particolare nella zona di confine tra la Siria e l'Iraq, sarà necessaria potenza di fuoco e l'A-10  ben si adatta per l'attacco ai veicoli blindati e ai combattenti nemici a terra. La minaccia in Iraq, dove i militanti islamici hanno sistemi di difesa antiaerea portatili a spalla, è gestibile, ha garantito Gareth Jennings, editore di aviazione per Defence Weekly di IHS Jane. La Siria potrebbe rappresentare più di una sfida per l'A-10. In essa non ci sarebbe solo in corso la guerra contro ISIS e altri gruppi militari, ma ci sarebbe anche il governo siriano a lottare. Tali rischi valgono il mantenimento dell'A-10, secondo Jennings, a causa del vantaggio psicologico dell'aereo e della sua temibile Gatling gun da 30 millimetri. "Nessun altro aereo nel mondo ha la reputazione dell'A-10 in termini di instillare la paura nel nemico", ha detto. "Si può stare su un obiettivo; non arrivare e rilasciare le bombe per poi dover scappare. Rimane sul campo di battaglia, colpendo obiettivi a volontà. Per essere in grado di generare più sortite, è meglio volare da aeroporti che sono più vicini al conflitto, ha detto. L'A-10 è più abile di altri aerei nel decollare da brevi piste improvvisate, quindi potrebbe essere l'aereo che con tale versatilità dia all'esercito americano più opzioni per la generazione di sortite", ha detto. "Quando si guarda una mappa, gli A-10 potrebbe eventualmente essere distribuiti in Iraq, forse in Arabia Saudita, con una forte probabilità per la Giordania. Il velivolo si potrebbe schierare in Afghanistan. La distribuzione degli A-10 in Iraq e in Siria farebbe certamente proseguire il dibattito per il futuro del velivolo. Il Senatore  Kelly Ayotte, RN.H., è tra i legislatori che dicono che ora non è il momento di sbarazzarsi degli A-10, in particolare alla luce delle attuali minacce Stato islamico, come dichiarato a Stars and Strips. E nel frattempo un'unità dell'Indiana Air National Guard che vola sui Facoceri A-10, ha in programma di dispiegare circa 300 aviatori e un numero imprecisato di suoi aerei nella regione Comando Centrale USA. Il dispaccio dell'Air National Guard non menziona dove il gruppo è diretto o per quale scopo.  Come apparso sulla rivista Forbes, l'Air Force avrebbe altre opzioni, anche all'interno degli abbastanza severi vincoli di bilancio che il Congresso ha imposto. Ad esempio, si potrebbe mandare in pensione la sua flotta residua di bombardieri B-1, o 300 caccia F-16, o una parte delle sue aerocisterne. Ma perseguendo tali opzioni oggi si avrebbe un effetto peggiore sulla capacità di combattimento nello sbarazzarsi degli A-10, perché i bombardieri, caccia e aerocisterne sono in grado di realizzare una varietà di compiti. L'A-10 può solo effettuare supporto aereo ravvicinato (circa un quinto di missioni di supporto aereo in Afghanistan dal 2006 sono stati effettuati da Warthogs). C'è un modo semplice di questo dibattito senza uscita, ed è di togliere i tappi di bilancio imposti dalla legge. Forse la soluzione più semplice sarebbe semplicemente dare all'Air Force maggiore flessibilità nella gestione della flotta - ad esempio riducendo lo stato di manutenzione degli A-10, o permettere agli aerei in servizio attivo di andare in pensione, ritardando il pensionamento di quelli della Air National Guard. Se il Congresso non farà qualcosa per aiutare l'Air Force miliardi di dollari saranno sprecati senza arrestare il declino della potenza aerea americana.

di Antonio Frate

 

In guerra con il Sukhoi

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Il Sukhoi Su-25, nome in codice NATO: "Frogfoot" (rana), in Russia chiamato "Gratch" (corvo), è un jet monoposto e bimotore sviluppato in Unione Sovietica dal Sukhoi Bureau Design, progettato per garantire supporto aereo tattico ravvicinato alle forze di terra. I compiti sono quasi sostanzialmente gli stessi del rivale americano A-10 Thunderbolt II. L'aereo è progettato per volare a bassa quota, a velocità relativamente basse, e colpire bersagli mobili a terra, principalmente carri armati. Il Su-25 dispone di una cellula pesantemente corazzata, a protezione del pilota, come il suo equivalente americano, ed una struttura capace di resistere al fuoco di contraerea. L'aereo russo si presenta con un design più convenzionale, è leggermente più veloce e maneggevole dell'equivalente americano. Somiglia molto al prototipo americano arrivato secondo alla gara aggiudicatasi dall'A-10. Altra fondamentale differenza con l'A-10 è che il velivolo russo ha avuto successo commerciale all'estero, mentre il cacciacarri americano è stato uno dei pochissimi aerei a stelle e strisce non commercializzato all'estero. Operatori militari del Su-25 sono, o sono stati, Bielorussia, Bulgaria, Kazakistan,  Macedonia, Perù,  Russia, Sudan, Ucraina, Angola,  Armenia,  Azerbaijan. Tra le prime varianti traviamo l'addestratore biposto Su-25UB, il Su-25BM per il puntamento dei bersagli, e il Su-25K per l'esportazione. Alcuni aerei sono stati portati in fase di aggiornamento allo standard Su-25SM nel 2012. Il Su-25T e il Su-25TM (noto anche come il Su-39) sono stati sviluppi ulteriori, non prodotti in numero significativo. Il Su-25, insieme al Su-34, erano gli unici velivoli ad ala fissa blindati in produzione nel 2007. L'aereo è stato protagonista in diversi conflitti nel corso dei suoi oltre 30 anni di servizio. E' stato pesantemente coinvolto nella guerra sovietica in Afghanistan, volando in missioni di contro-insurrezione contro i Mujahideen. L'Iraqi Air Force ha impiegato i Su-25 contro l'Iran durante la guerra Iran-Iraq tra il 1980 e il 1988. La maggior parte sono stati poi distrutti o inviati in Iran nella Guerra del Golfo nel 1991. Separatisti abkhazi hanno utilizzato i Su-25 durante la guerra abkhaza dal 1992 al 1993. La Macedonian Air Force li ha utilizzati contro i ribelli albanesi in Macedonia nel conflitto del 2001 e, nel 2008, sia la Georgia che la Russia, li hanno utilizzati nella guerra russo-georgiana. L'aereo è stato usato nella prima e seconda guerra russo-cecena. Stati africani, tra cui la Costa d'Avorio, Ciad, Sudan  hanno utilizzato il Su-25 in insurrezioni locali e guerre civili. Ha partecipato ai conflitti tra Etiopia ed Eritrea. Nel 2012 un Su-25 iraniano ha abbattuto un drone americano Predator nei pressi delle proprie coste sull'Oceano Indiano. Recentemente sono stati utilizzati per colpire l'avanzata dell'ISIS, concessi dalla Russia al Governo Iracheno. La nascita del Su-25 si fa risalire al 1969. In quell'anno il prototipo T-8 è stato scelto tra i rivali Yakovlev, Ilyushin e Mikoyan, è stato messo a punto successivamente ed entrato in produzione nel 1975. I caccia-bombardieri sovietici in servizio o in fase di sviluppo in questo momento (Su-7, Su-17, MiG-21 e MiG-23)  non avevano i requisiti per il supporto aereo ravvicinato dell'esercito. Mancava una blindatura essenziale per proteggere il pilota e apparecchiature vitali da fuoco a terra, e le loro elevate velocità di volo rendevano difficile per il pilota mantenere il contatto visivo con l'obiettivo. L'idea di creare un aereo da supporto a terra è nata dopo aver analizzato l'esperienza di attacco al suolo (shturmovaya) d'aviazione nel corso degli anni tra il 1940 e il 1960. Si ricorda tra questi l'Il-2, ampiamente richiesto da Stalin durante la Seconda Guerra Mondiale, l'aereo probabilmente maggiormente prodotto durante il conflitto (36.000 esemplari). Dotato di una robusta blindatura, i cannoni dei BF 109 tedeschi difficilmente riuscivano a perforarlo. Erich Hartmann, in un duello aereo, dovette avvicinarsi molto alla propria vittima e colpirlo al radiatore, unico punto debole, per abbatterlo. I rottami dell'aereo precipitato raggiunsero il suo BF 109 ed egli fu costretto a lanciarsi.

di Antonio Frate

 

L'incredibile fortuna dei programmi scandinavi

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E' da molto tempo che l'industria militare scandinava riesce a sfornare prodotti di alta qualità, con un target di utenza estera molto ben indovinata, e che frutta molto agli investitori.

A) Gripen

E' stata divulgata la notizia per cui il Brasile intende acquistare un totale di 108 cacciabombardieri  Saab Gripen E/F per la propria Força Aérea Brasileira. L'acquisizione avverrà in tre tranches, di cui la prima di 36 velivoli per (da 5,4 miliardi di dollari) per rimpiazzare i Dassault Mirage 2000C già ritirati dal servizio. Le altre due tranches verranno commissionate successivamente per rimpiazzare gli F 5 EM/FM e i 52 AMX ancora in servizio la cui radiazione è prevista entro il 2035. Il primo contratto era stato siglato tra in 2 paesi nel 2014 con un ordine iniziale di 28 jets. Il piccolo caccia svedese viene considerato il primo caccia di "quarta generazione e mezzo". Progettato a partire dagli anni settanta, entrò in produzione nei primi anni Novanta, in anticipo rispetto a tutti gli altri aerei delle stessa generazione.  Le sue caratteristiche sono l'essere un caccia di piccole dimensioni, nella categorie delle 12 tonnellate e mezzo. Inizialmente il progetto aveva previsto una possibile partnership con l'AMX italo-brasiliano, ma poi le specifiche richieste per il prodotto svedese portarono ad una divisione dei programmi. Può considerarsi, come per l'A-4 A-4 Skyhawk progettato da Ed Heinemann, un piccolo caccia con una grande capacità di carico. All'epoca del progetto, si levarono voci contrastanti sulla sua nascita: l'aver sviluppato un caccia nazionale, con un programma da 11 miliardi di dollari, per un paese di 8 milioni d'abitanti come la Svezia, significava aver investito ben 1000 $ in media per ogni svedese. Tuttavia il piccolo jet ha iniziato a collezionare un gran numero di clienti esteri. Va considerato però che il jet utilizza anche componenti stranieri: Il motore F 404 è quello dell'F 18 americano, prodotto con modifiche in Svezia,  il radar è della Gran Bretagna, il sistema di ricerca e traccia a raggi infrarossi è italiano. Gran parte della struttura del velivolo può essere costruito in Brasile. I clienti sono, oltre alla Svezia (204 ordini), la Repubblica Ceca con 14 esemplari, il Sudafrica con 26, l'Ungheria con 14 e la Tailandia con 12 ordinazioni. Con l'aggiunta della richiesta brasiliana, si può certo dire che il Gripen si è rivelato un programma di successo internazionale.

B) CV 90

Il CV 90 è il veicolo da combattimento terrestre prodotto dalle svedesi Bofors e Saab. Il programma di sviluppo nacque nel 1984: furono presentati tre prototipi per le prove comparative e il prototipo del CV 90 venne prescelto per lo sviluppo. Entrato in produzione nel 1993, subito iniziò ad aggiudicarsi un gran numero di clienti stranieri: oltre alla Svezia (509 esemplari), fu acquistato da Norvegia (104), Finlandia (102), Paesi bassi (192), Danimarca (45+45); Svizzera (186), Estonia (44 ordinati all'Olanda). Il veicolo si presenta come un programma polivalente, che può essere declinato in numerose varianti (carro da fanteria, con cannone da 30, 35 o 40 mm a seconda del paese utilizzatore), carro medio (da 105 o 120 mm), Armadillo (versione antimina senza torretta), e tanti altri. Con oltre 1000 modelli prodotti, ha surclassato il Dardo italiano, l'Ascod austro-spagnolo, il Bionix di Singapore e altri della sua categoria. Il più complesso tra i veicoli in questione, il Puma tedesco, prodotto dal 2009, per ora non ha ancora avuto ordini stranieri definitivi.

Patria AMV

Il Patria AMV (Armored Vehicle Modular) è un veicolo militare 8 × 8 multiruolo prodotto dalla società finlandese industria della difesa Patria. La sua caratteristica principale è la sua struttura modulare, che permette l'incorporazione di torrette differenti, armi, sensori o sistemi di comunicazione sullo stesso scafo. Diversi progetti della versione APC (veicoli corazzati da trasporto) e IFV (Veicolo da combattimento della fanteria) sono stati realizzati, così come ambulanze, versioni di supporto al fuoco portamortai.  Il veicolo ha un ottimo livello di protezione ed è  in grado di sopportare le esplosioni fino a 10 kg (22 lb) TNT. L'AMV ha livelli di protezione fino a  proiettili da 30 mm APFSDS (perforanti) sull'arco frontale. Un'altra caratteristica importante è la molto buona mobilità (che unisce velocità, agilità e comfort dell'equipaggio) in terreni accidentati, attivato dalla sospensione idraulica sofisticata ma robusta che  consente di regolare ogni ruota singolarmente. Gli operatori sono: Croazia (126 modelli), Finlandia (62), Polonia (997), Slovenia (30), Sudafrica (238), Svezia (113), Emirati Arabi Uniti (15). Gli USA hanno prodotto dei prototipi per il USMC. In totale ben 1625 modelli sono stati prodotti.

 

di Antonio Frate

 

 

Cerimonia di chiusura del servizio dei Pelican e varo del sommergibile Venuti

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Il 26 settembre, presso l'aeroporto militare di Pratica di Mare (RM), con una sobria cerimonia è stato segnato il congedo per gli HH-3F, gli elicotteri Pelican dell'AMI (Aeronautica Militare Italiana). La manifestazione è stato presieduto dal Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Pasquale Preziosa e dal Generale di Squadra Aerea Maurizio Lodovisi, Comandante la Squadra Aerea, e da  una rappresentanza del 15° Stormo e dell’Associazione "Gente del 15°", che è composta soprattutto da ex-appartenenti al Reparto SAR dell'Aeronautica Militare. Presente infine, una rappresentanza del personale del 6° Reparto Manutenzione Elicotteri. Il Pellicano, come è soprannominato, era entrato in servizio nel 1977. Ha volato per oltre 185.000 ore ed ha contribuito al salvataggio di oltre 7.000 persone in imminente pericolo di vita. Infatti il suo ruolo principale è stato quello del SAR, il salvataggio. è stato impiegato anche in operazioni fuori area, come in Somalia, ex Juogoslavia, Albania, Kosovo ed Iraq, garantendo all'AMI una piattaforma sicura e versatile di soccorso. Il Pellicano lascia il testimone all'HH-139, la versione dell'Aw 139 (best seller di Agusta Westland), dedicata appunto alle missioni SAR per l'AMI.  L'HH-139 avrà una specifica utilizzazione SAR in Patria, essendo destinata alla ricerca e soccorso dei piloti precipitati sul territorio nazionale, e in modo marginale come C-SAR, ossia potrà svolgere le stesse funzioni in aree operative all'estero, in zone di conflitto. Sono stati ripresi in azione dalle TV nazionali, ad esempio, nel tragico incidente accaduto a due Tornado quest'estate nelle Marche. Ma nei piani dell'AMI dovrebbe entrare in servizio anche l'HH-101, la versione militare dell'AW-101, che per dimensioni e ruoli dovrebbe, a rigore, essere il vero sostituto funzionale del Pelican. Uno dei primi modelli di HH-101 ha volato nel Regno Unito,  all'uscita dagli stabilimenti locali di Agusta-Westland, a Yeovil, nel marzo di quest'anno. L'HH-101 è stato poi mostrato al Farnborough Airshow 2014, nello stand di Agusta-Westland, in luglio.

Marina Militare: cerimonia del  varo del “Pietro Venuti”, il sommergibile S-528

Nella mattina del  9 ottobre 2014, si è svolta la cerimonia per il varo del sommergibile “Pietro Venuti” alla presenza del  Ministro della Difesa Roberta Pinotti, , del  Capo di stato maggiore della Marina, dell' ammiraglio di squadra Giuseppe De Giorgi, dell’amministratore delegato di Fincantieri, Ing. Giuseppe Bono e di  autorità civili, militari e religiose. Alla cerimonia ha preso parte, inoltre, come Madrina della cerimonia, Maria Venuti, nipote del sommergibilista Pietro,  caduto in azione nel mare Arabico nel 1940 ed insignito della Medaglia d’Oro al Valore Militare. Il Venuti verrà consegnato alla Marina Militare a fine del prossimo anno. Il nuovo gioiello della tecnologia firmata Fincantieri è il centounesimo sommergile realizzato dai cantieri di  Muggiano dal 1907: e' lungo 57 metri, largo 12, può raggiungere una velocità massima in immersione di sedici nodi ed ha un equipaggio di 27 unità. Verrà affiancato dal gemello "Romeo Romei" nell'estate 2016. Rispetto al progetto originale tedesco il sommergibile può raggiungere profondità maggiori ed è più silenzioso (ad es. gli organi meccanici sono realizzati su supporti elastici per ridurre le vibrazioni). Grazie alla tecnologia "fuel-cell" ha elevata autonomia in immersione. Tali battelli hanno un prezzo totale di quasi un miliardo l'uno, per cui all'inizio dell'anno scorso, quando vennero stanziati i primi fondi per l'acquisto, provocarono la reazione di alcuni organi di stampa, che ne hanno criticato l'acquisto.

 

di Antonio Frate