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Altre missioni

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Conclusa la missione aerea "Frontiera Baltica"

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Con la cerimonia di ammaina Bandiera, si è conclusa oggi, presso la base aerea di Šiauliai in Lituania, sede della TFA (Task Force Air) italiana, la missione “Frontiera Baltica”, svolta nell’ambito dell’operazione “Baltic Air Policing” della NATO sui cieli di Lituania, Lettonia ed Estonia. Dal 1° gennaio 2015, quattro Eurofighter Typhoon dell’Aeronautica Militare con relativi piloti, tecnici e specialisti (in tutto circa 100 militari del 4° Stormo di Grosseto, del 36° Stormo di Gioia del Colle e del 37° Stormo di Trapani, con il contributo di altri Reparti di Forza Armata ed Interforze) hanno infatti garantito, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, la difesa dello spazio aereo delle tre repubbliche baltiche. Inoltre sono stati distaccati Controllori della Difesa Aerea italiani presso il Centro di Riporto e Controllo (CRC) lituano di Karmelava, al fine di fornire addestramento, assistenza e supervisione ai colleghi baltici. In otto mesi, la Task Force Air ha svolto in totale circa 900 ore di volo, con 40 Alpha-Scramble (reali interventi di Difesa Aerea) e oltre 160 Tango-Scramble (Eventi simulati per l’addestramento alla prontezza operativa), e molte missioni addestrative per il mantenimento della piena operatività della TFA e degli operatori del CRC di Karmelava. L’alto livello di affidabilità ed efficienza garantito dagli uomini e donne della TFA è stato riconosciuto anche dalla NATO, che ha valutato il dispositivo italiano con la massima qualifica di “Excellent”, per la prontezza dei piloti e di tutto il sistema di supporto a terra, nonché per la validità delle procedure operative poste in atto. Tra le tante autorità civili e militari presenti alla cerimonia di chiusura, erano presenti il Generale di Squadra Aerea Maurizio Lodovisi (Comandante la Squadra Aerea), l’Ambasciatore italiano in Lituania Stefano Taliani De Marchio, l’Addetto Militare per la Polonia e i Paesi Baltici, Generale di Brigata (EI) Filippo Camporesi. La Lituania è stata rappresentata dal Vice Ministro della Difesa, Marijus Velička, e dal Capo di Stato Maggiore del Comando Interforze Lituano, Brigadier Generale Vilmantas Tamošaitis. Nel suo intervento, il Generale di Squadra Aerea Maurizio Lodovisi, oltre a ringraziare il Comandante della TFA, Colonnello Vito Cracas, per il lavoro svolto, ha sottolineato come “questa operazione, sebbene prettamente aeronautica, rappresenta un indubbio successo dal punto di vista operativo e addestrativo per l’intero comparto militare nazionale. Le capacità espresse, le competenze maturate ed i risultati conseguiti hanno dimostrato ancora una volta l’eccellente livello di efficienza ed efficacia dell’Aeronautica Militare nelle operazioni oltre confine, come ampiamente riconosciuto in ogni consesso, sia esso nazionale che all’estero”. Il Colonnello Cracas, Comandante della Task Force, ha ringraziato tutto il personale evidenziando come i risultati dell’operazione ‘Frontiera Baltica’ siano “la dimostrazione della grande professionalità ed il frutto di un continuo e costante addestramento, sia in Patria che all’estero degli uomini e donne in azzurro, ma anche prova di responsabilità, sensibilità e consapevolezza del delicato compito in un difficile contesto internazionale”. La TFA in Lituania ha interagito molto anche con la comunità locale, con frequenti e ripetute relazioni con le autorità nazionali e locali, ricevendo visite di autorità, delegazioni e scolaresche e con iniziative di cooperazione civile e militare (CIMIC), che hanno contribuito a creare e rafforzare quel rapporto di reciproca fiducia e stima, caratteristica del “comprehensive approach” italiano nelle Operazioni militari Fuori dai Confini Nazionali (OFCN). Sono state attivate, inoltre, iniziative a scopo umanitario con vari orfanotrofi di Šiauliai e Vilnius, che hanno visto il coinvolgimento del personale della TFA e delle loro famiglie a casa, come anche di realtà produttive e “no-profit” nazionali, nel dare loro un segno tangibile della presenza italiana in Lituania con raccolte di beni di prima necessità e di sostegno per quei bambini più sfortunati, anche offrendo loro una finestra sulla cultura e le tradizioni del nostro Paese. Negli otto mesi della missione “Frontiera Baltica” più di 1.200 persone hanno visitato la TFA, di cui circa 800 studenti tra i 6 ed i 18 anni e 400 visitatori, tra autorità nazionali e locali, delegazioni parlamentari, associazioni militari e del tessuto civile lituano.

Fonte: Stato Maggiore della Difesa

Sospetto incidente di fuoco amico in Iraq

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Un episodio dubbio si è verificato nei cieli dell'Iraq mercoledì 20 maggio. Degli aerei dell'alleanza guidati dagli Stati Uniti hanno aggredito un caccia Sukhoi dell'aviazione irachena, quindi un aereo amico, il quale aveva appena bombardato le postazioni dell'Isis a Ramadi. Questa è la versione di alcuni testimoni oculari, riferita all'agenzia Al Maluma. I 2 caccia Sukhoi iracheni hanno neutralizzato almeno 35 terroristi dello Stato Islamico. Subito dopo uno dei 2 caccia è stato inseguito da caccia alleati che hanno fatto fuoco in direzione del velivolo, abbattendolo. La notizia si è rapidamente diffusa nel paese creando dissapori nell'opinione pubblica. 

In missione per Haiti. "L'Affaire Cavour"

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E’ il caso di dire che spesso ci sono alcune cose che fanno acqua! Nonostante il disastro accaduto ad Haiti l’opinione pubblica italiana si pone interrogativi sul business che ruota intorno ai mezzi militari e soprattutto sull’utilizzo della portaerei italiana "Cavour" ad Haiti.

Dall’inizio dell’operazione umanitaria "White Crane" il contingente italiano ad Haiti ha avuto giornate impegnative a sostegno della popolazione locale distinguendosi in più di un’occasione.

Il Comandante del Contingente, capitano di vascello Gianluigi Reversi, insieme con i responsabili dell’Unità di coordinamento della Protezione Civile italiana, ha identificato da subito alcuni obiettivi concreti da raggiungere in breve tempo in modo da aiutare gli haitiani a rialzarsi dalla condizione disastrosa nella quale sono precipitati.

Dopo un sopralluogo svoltosi il 9 febbraio scorso, presso l’Istituto Don Bosco dei Salesiani, nella zona Le Salin vicina al porto, e l’incontro con Padre Jacques Charles, direttore dell’istituto scolastico salesiano di arti e mestieri, i militari del contingente italiano hanno iniziato l’opera di sgombero delle macerie e la messa in sicurezza della struttura per passare poi ad una seconda fase di ricostruzione.

Gli uomini della Task Force Genio della Brigata Alpina "Julia" dell’Esercito, insieme ai fucilieri dell’aria dell’Aeronautica, ai fucilieri di Marina del Reggimento San Marco e ai Carabinieri stanno ancora oggi operando su diversi fronti.

Dall’inizio delle operazioni le ruspe e i mezzi pesanti del Genio hanno rimosso le macerie lungo tutto il perimetro di cinta dell’ospedale pediatrico Sant Damian della Fondazione NPH (Nuestro Pequeno Hermanos) - Francesca Rava. Gli alpini della Julia, oltre a ripristinare la corretta viabilità lungo le strade limitrofe all’ospedale, hanno rinforzato il muro di cinta della struttura sanitaria, diretta da Padre Rick Lafaiette.

Anche la scuola elementare delle Piccole Sorelle del Vangelo, dissestata dal sisma, è tra gli obiettivi dei militari italiani. La comunità dei bambini che le suore curano, hanno già nei giorni passati, ricevuto assistenza in termini di viveri, acqua potabile e medicinali.

Nel frattempo continua incessante l’opera dei medici imbarcati sulla nave militare Cavour. Decisiva l’attività Medevac (Medical Evacuation) condotta con gli elicotteri imbarcati e un team affiatato dell’Aeronautica Militare. La vita di un bambino di 8 anni è stata salvata grazie all’azione tempestiva e al soccorso condotto con gli elicotteri e il team Medevac di bordo.

Accanto però ai risvolti positivi e all’immancabile spirito di abnegazione del contingente italiano che sempre ci contraddistingue, ci sono delle ombre che aleggiano.

La nave prescelta per condurre le operazioni è stata da subito la portaerei della Marina Militare italiana "Cavour", salpata lo scorso 19 gennaio da La Spezia diretta a Port Au Prince.

A bordo della nave oltre ai militari sono stati imbarcati gli aiuti umanitari offerti dal governo italiano, dal World Food Programme, dalla Croce Rossa e da altre associazioni umanitarie non governative.

E’ vero che l’Italia poteva intervenire in maniera più celere portando aiuti tempestivi utilizzando altri mezzi militari all’avanguardia risparmiando la lunga traversata alla Cavour. Ma d’altra parte il 90 per cento del costo della missione umanitaria italiana viene finanziato da Finmeccanica, Fincantieri, Eni. A questo punto pare ovvio che le citate aziende ci tenevano particolarmente all’utilizzo della nuova portaerei. Si stima che i costi giornalieri della nave variano da 100 a 200 mila euro senza tralasciare il carburante dall’impatto economico elevato.

La portaerei ha una velocità massima di 28 nodi. Per ogni ora di navigazione consuma ben 25mila litri di carburante e con un pieno compie 7mila miglia marine. A buon intenditore!

 

di Roberto Colella

 

tratto da "Quotidiano.net"

In missione per Haiti. L'operazione "Caravella"

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Efficienza, sicurezza e solidarietà internazionale. L’Italia ancora in prima linea. Parte oggi ufficialmente il nuovo intervento italiano nel territorio di Haiti con l’operazione "Caravella". Il contingente interforze composto da 120 militari dell’Arma dei Carabinieri e 10 unità dell’Aeronautica Militare volerà per portare aiuto e soccorsi nella zona terremotata ed implementare la sicurezza. La partenza è prevista dall’aeroporto militare di Pisa, alla volta di Haiti, con destinazione Port au Prince, con un volo charter messo a disposizione dalle Nazioni Unite.

La missione ha origine dalla Risoluzione delle Nazioni Unite n. 1908 dello scorso gennaio, con la quale l’ONU, al fine di sostenere la ripresa immediata, la ricostruzione e la stabilità della Repubblica di Haiti, ha incrementato i livelli di forza autorizzati per la Missione "Minustah". L’Italia, con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, ha deliberato lo stato d’emergenza al fine di predisporre e partecipare con tempestività agli interventi di aiuto alla popolazione di Haiti. Il contingente dell’Arma dei Carabinieri costituirà la Formed Police Unit (FPU) ed utilizzerà veicoli caratterizzati dalla livrea bianca delle Nazioni Unite. Sarà in grado di svolgere funzioni di controllo dell’Ordine Pubblico, attività di pattugliamento "ad alta visibilità" sia singole che congiunte con agenti di polizia dell’ONU e con le forze di polizia locali, servizi di scorta e protezione nonché di addestramentodelle unità di polizia locali. Il personale dell’Aeronautica Militare avrà l’incarico di garantire le comunicazioni strategiche. Il contingente italiano integrerà nella sua struttura anche personale di polizia messo a disposizione da altre Nazioni.

Durante la precedente operazione denominata "White Crane" che ha visto impegnata la portaerei Cavour, l’Italia ha trasportato e distribuito alla popolazione di Haiti oltre 12 tonnellate di viveri, 36 tonnellate di acqua potabile e 176 tonnellate di medicinali. Cinquantasei pazienti sono stati ricoverati sugli oltre 100 assistiti presso l'ospedale della nave militare, con 316 prestazioni mediche fornite. Circa 150 i pazienti soccorsi o evacuati con 63 voli di trasporto medico effettuati dai 6 elicotteri italiani mentresull'isola la Task Force del Genio degli alpini in poco più di due mesi ha allestito 11 cantieri edili.

I medici dell’Esercito dell’Ospedale "Celio" hanno lavorato nel team sanitario della portaerei Cavour, mentre l’Aeronautica Militare ha concorso all’assistenza sanitaria con il personale preposto all’evacuazione medica e ha fornito la protezione al personale operante a terra. I Carabinieri, in qualità di Polizia Militare, hanno svolto attività informativa e di consulenza legale al Comandante del Contingente. La nuova missione militare dovrà garantire anche maggiore sicurezza nella lotta alla malavita ed evitare i continui casi di bambini rapiti e deportati in altre zone del mondo.

 

di Roberto Colella

 

tratto da "Quotidiano.net"

Canale 2010. I rapporti Italia-Malta e la cooperazione nel Mediterraneo

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Canale 2010. I rapporti Italia-Malta e la cooperazione nel Mediterraneo

 

 

 

 

 

Lotta alla pirateria e controllo dei traffici mercantili. E’ stato questo il leitmotiv della Canale 2010. Italia e Malta rinnovano la loro intesa tecnico-militare con l’edizione numero 17 dell’esercitazione multinazionale ed interforze italo maltesi.

Un mercantile attaccato dai pirati. Su di un altro i controlli effettuati dalle squadre specializzate rivelano la presenza di ingenti quantità di armi di distruzioni di massa. Sono questi gli scenari simulati dalla "Canale 10", conclusasi due giorni fa a bordo del pattugliatore d’altura Comandante Foscari alla presenza di autorità civili e militari tra i quali l’Ambasciatore d’Italia a Malta, Paolo Andrea Trabalza, l’On. Dott. Franco Debono, in rappresentanza del governo maltese, il Comandante del Comando Operativo di vertice Interforze (COI), Generale C.A. Giorgio Cornacchione, il Comandante delle Forze Armate maltesi, Brigadier Martin G. Xuereb e del consigliere dell’Ambasciata della Mauritania, Abdallahi Ould Kebd.

La "Canale" rappresenta uno degli aspetti più significativi dell’accordo bilaterale di cooperazione tra l’Italia e Malta acquisendo una funzione più ampia di rafforzamento del dialogo e della cooperazione tra i Paesi della sponda sud e nord del Mediterraneo, in riferimento alle esigenze di sicurezza comuni. Algeria, Marocco, Portogallo, Spagna, Francia e Tunisia, Paesi membri dell’iniziativa "5+5", hanno partecipato con unità aeree, navali e con personale di staff.

L’esercitazione è stata organizzata, per la parte italiana, dal COI con la partecipazione di assetti e di personale della Marina Militare, dell’Aeronautica Militare, dei Carabinieri e della Guardia Costiera.

In prevalenza, l’addestramento ha riguardato aspetti e compiti attinenti alla "sicurezza" piuttosto che quelli più tradizionali di conflitto in mare, finalizzandosi su operazioni "Combined" (multinazionali) di sorveglianza degli spazi marittimi, antipirateria, controllo dei traffici mercantili per il contrasto di attività illecite criminali (MLE – Maritime Law Enforcement), ricerca e soccorso marittimo (SAR – Search and Rescue Operations), scorta convogli ed Explosive Ordnance Disposal (EOD) subacqueo.

Nel corso delle attività è stato utilizzato il Virtual – Regional Maritime Traffic Centre (V-RMTC) la rete virtuale sviluppata dalla Marina Militare per la condivisione delle informazioni relative al traffico mercantile.

La "Canale" si inquadra nell'ambito delle iniziative di cooperazione esistenti tra i Paesi del Mediterraneo con particolare riferimento ai rapporti bilaterali tra Italia e Malta.

Infatti, a partire dal 1994 e con cadenza annuale, unità navali e mezzi aerei dei due Paesi, svolgono la suddetta esercitazione secondo una consuetudine consolidata nel tempo e nel più totale rispetto del criterio di reciprocità, svolgendola alternativamente nelle acque maltesi e italiane. Allo stesso modo, la responsabilità della pianificazione e condotta dell'attività è devoluta alternativamente ai due Paesi.

A partire dalla sua terza edizione, svoltasi nel 1996, la "Canale" è aperta alla partecipazione di Paesi terzi e numerose sono le nazioni della regione mediterranea che inviano rappresentanti in qualità di osservatori.

Le varie attività effettuate hanno avuto come obiettivi quello di addestrare all’uso di procedure standard per l’allarme e l’avvio di operazioni (SAR), sperimentare la cooperazione tra i reparti aeronavali in operazioni di controllo del traffico mercantile per la prevenzione ed il contrasto le attività illegali (MLE), addestrare ad azioni contro le attività illecite in mare con particolare risalto degli aspetti di antipirateria, addestrare alla sorveglianza e controllo del traffico mercantile (inchiesta di bandiera, dirottamento, intervento di squadre ispettive), addestrare alle operazioni coordinate di inseguimento, intercettazione, ispezione e sequestro di mercantili, anche con riferimento alla proliferazione di armi di distruzione di massa, esercitare i team specialistici nelle attività EOD e per il disinnesco di Improvised Explosive Device Disposal (IEDD) ed infine esercitare le unità navali nelle attività di scorta di convogli e nelle attività di tiro.

In conclusione spesso i media hanno stigmatizzato e messo in cattiva luce i rapporti bilaterali tra Italia e Malta dovuti soprattutto al continuo afflusso di immigrati e alle politiche sul tema adottate dall’isola del Mediterraneo spesso in contrasto con la politica interna italiana. Assistendo però alla Canale si delinea un quadro completamente diverso, dove i rapporti bilaterali Italia-Malta funzionano a meraviglia e dove la cooperazione militare assume prima una fisionomia del tutto politica, corroborata dalla presenza e dall’intesa tra le massime autorità. Vedere poi dopo 17 edizioni l’iniziativa crescere sempre più con l’adesione di alcuni Paesi del Mediterraneo con assetti e di altri in qualità di osservatori, questo gratifica ancora di più l’impegno delle forze italiane e maltesi.


di Roberto Colella

 

Tratto da Quotidiano.net