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Altre missioni

Altre missioni

La fregata Scirocco entra a far parte di Euromarfor

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Il 18 giugno, nel porto di Lisbona, è stato attivato il dispositivo navale European Maritime Force (EUROMARFOR), al quale prendono parte la fregata italiana Scirocco della Marina Militare assieme alla rifornitrice francese Somme, al cacciatorpediniere inglese Duncan, all’incrociatore spagnolo Canarias e alla fregata portoghese Corte-Real. Queste unità navali prenderanno altresì parte fino al prossimo 28 giugno all’esercitazione aereonavale portoghese denominata “Swordfish 2018”. Euromarfor sotto il comando operativo Portoghese dallo scorso settembre, è una forza navale - non permanente - costituita il 15 maggio 1995 da Francia, Spagna, Italia e Portogallo in grado di assolvere le principali missioni definite nella Dichiarazione di Petersberg, quali il controllo marittimo, assistenza umanitaria e di evacuazione di popolazioni, mantenimento e riacquisizione delle condizioni di pace e di gestione delle crisi. L’attività di Euromarfor è inoltre tesa a rafforzare la cooperazione con le nazioni del Mediterranean Dialogue (Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Mauritania, Marocco and Tunisia) e dell’iniziativa 5+5 (che vede coinvolte dieci nazioni del Mediterraneo occidentale: Algeria, Francia, Italia, Libia, Malta, Mauritania, Marocco, Portogallo, Spagna e Tunisia). L’Italia contribuisce in questo periodo con Nave Scirocco dopo aver ceduto il comando del dispositivo a settembre 2017. Durante il biennio di comando italiano, la Forza Navale ha partecipato ad attività addestrative finalizzate al dialogo e alla cooperazione con i paesi del Mediterraneo, in particolare con la Tunisia e il Marocco durante le Multicooperative Exercise 16 e 17. Nave Scirocco, appartenente alla classe Venti, è stata varata il 17 aprile 1982 nei Cantieri Navali Riuniti di Riva Trigoso (GE) e consegnata alla Marina Militare il 28 aprile 1983. Il suo abituale porto di assegnazione è La Spezia. L’attività di nave Scirocco è stata fin dal suo ingresso nella Squadra Navale prevalentemente caratterizzata da un impiego in ambito multinazionale.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa

Al via la seconda parte dell'esercitazione Joint Stars 2018

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Dopo una prima fase di amalgama tra tutto il personale, iniziata lo scorso 11 giugno, prenderà il via domani a Poggio Renatico (Ferrara), con un alzabandiera solenne, la “Parte 2” della Joint Stars 2018, il maggiore evento addestrativo dell’anno per la Difesa. La Joint Stars 18 è organizzata dal Comando Operativo di vertice Interforze (COI), ed è costituita da una rete di esercitazioni svolte in varie parti del territorio nazionale e basate su un unico scenario fittizio, caratterizzato da un’operazione interforze e multinazionale condotta sotto guida italiana in risposta ad una situazione di crisi (Non-Article 5 Crisis Response Operation). La prima parte della Joint Stars 18 si è svolta, dal 7 al 18 maggio, in modalità Live Exercise (LIVEX), cioè con impiego di assetti reali, e concomitanti esercitazioni “Golden Wings” dell’Esercito Italiano, “Mare Aperto” della Marina Militare e “Vega 18” dell’Aeronautica Militare e l’esercitazione “Ramstein Guard 6-2018” condotta dalla NATO, mentre la seconda parte, in modalità Command Post Exercise/Computer Assisted Exercise (CPX/CAX), sarà rappresentata dalla “Virtual Flag 2018”. Organizzata periodicamente fin dal 2009, la Virtual Flag è un’esercitazione che, grazie all’utilizzo di sistemi di simulazione di alta tecnologia, consente di addestrare il personale dell’Aeronautica Militare ad operare in un Comando di componente aerea (Italian Joint Force Air Component Command – ITA JFACC) e svolgere le attività relative alla pianificazione e alla conduzione delle operazioni aeree nell’ambito di una campagna militare interforze. L’edizione di quest’anno, inserita nel più ampio contesto della Joint Stars 18, vedrà operare, insieme al personale dell’Aeronautica Militare, anche personale e assetti del COI, dell’Esercito Italiano, della Marina Militare e dell’Arma dei Carabinieri. Essa si svolgerà principalmente all’interno di una struttura campale esistente presso il Comando Operazioni Aeree di Poggio Renatico, alla quale saranno connessi diversi Reparti operativi delle Forze Armate partecipanti dislocati su tutto il territorio nazionale. Per la prima volta il personale del COI si addestrerà e verrà valutato per le sue capacità di pianificare e condurre un’operazione complessa, mettendo in atto tutte quelle attività di comando e controllo tipiche di un Joint Task Force (JTF), cioè il Comando interforze che, in una campagna militare, agisce a livello operativo e coordina tutte le forze militari partecipanti. In particolare, la Joint Stars 18 rappresenta una tappa importante nel consolidamento della Capacità Nazionale di Proiezione dal Mare (CNPM), cioè la capacità di pianificare e condurre operazioni anfibie nel contesto di una operazione militare interforze. Altri obiettivi della Joint Stars 18 saranno il consolidamento della capacità di comando e controllo del JFACC  dell’Aeronautica Militare nel settore della difesa contro missili balistici (Theatre Ballistic Missile Defense – TBMD) attraverso l’integrazione di comandi e unità di livello tattico delle varie Forze Armate (un sistema missilistico SAMP/T dell’Esercito Italiano, un radar  AN/TPS-77 dell’Aeronautica Militare e unità navali classe Orizzonte/FREMM della Marina Militare), oltre all’addestramento del personale del Comando JTF e del Comando JFACC ad operare in presenza di potenziali minacce cibernetiche, cioè attacchi rivolti alla rete informatica utilizzata per condurre le operazioni militari. La Joint Stars si pone come una preziosa opportunità per conseguire, attraverso l’addestramento congiunto di tutte le Forze Armate, sinergie ed economie di risorse, nonché affinando le capacità d’intervento con un’impronta sempre più marcatamente interforze in diversi contesti nazionali ed internazionali.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa
 

Iraq: militari italiani della Task Force “Praesidium" supportano le unità dell’antiterrorismo irachene

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Per la prima volta i militari dell’Esercito Italiano della Task Force “Praesidium”, su richiesta della controparte irachena, hanno assicurato assistenza veterinaria agli assetti cinofili anti IED (K9) delle unità antiterrorismo irachene (Counter Terrorism Service – CTS) mediante un programma ad hoc mirato a favorire la piena efficienza delle unità cinofile delle CTS schierate nei punti sensibili dell’organizzazione difensiva dell’area della Mosul Dam. Le Counter Terrorism Service impiegano gli assetti K9 quale strumento di contrasto al terrorismo nei principali posti di blocco stradali che adducono all’area della diga, presidiata dai dimonios del 151° Reggimento Fanteria “SASSARI”. L’assetto pregiato ed importante nel contrasto alla minaccia costituita da eventuali autobombe – Vehicle Borne Improvised Explosive Device – necessita di esser mantenuto costantemente in piena efficienza fisica e operativa. Per tale ragione, la Task Force “Praesidium”, su richiesta delle Counter Terrorism Service con le quali cooperano nel sistema difensivo integrato della Mosul Dam, hanno supportato le unità K9 irachene mediante un accurato protocollo di controllo veterinario, stabilito dagli assetti specialistici veterinari italiani. Il protocollo veterinario ha la finalità di supportare al meglio il delicato lavoro delle forze di sicurezza irachene impegnate, in coordinamento con la coalizione, nel contrasto alla minaccia terroristica. Nello specifico, il supporto italiano alle unità K9 irachene si è espresso e continuerà ad esprimersi attraverso visite e somministrazioni di cure – corroborate da istruzioni sulla gestione degli animali – volte a ridurre la diffusione di patologie incapacitanti tali da rendere inefficaci gli assetti K9 impiegati per la lotta al terrorismo. La Task Force “Praesidium”, su base 151° Reggimento Fanteria “Sassari”, nell’ambito dell’Operazione “Inherent Resolve” è la Task Force preposta alla protezione della diga di Mosul in coordinamento con le forze di sicurezza locali, quali Counter Terrorism Service, National Security Service e Iraqi Police. Oltre ad assicurare la difesa della diga, sito di interesse strategico per l’Iraq, la Task Force “Praesidium” garantisce la sicurezza del personale militare e civile di USACE e delle maestranze italiane impegnate nei lavori di risanamento dell’infrastruttura.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa

L'Italia contribuisce alla difesa dello spazio aereo del Montenegro

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A partire dal 5 giugno la NATO garantirà la sicurezza dello spazio aereo del Montenegro, paese indipendente dal 2006 e che, proprio un anno fa, il 5 giugno del 2017, è entrato a far parte dell'Alleanza Atlantica. Alla missione di "Air Policing" sui cieli del Montenegro contribuiranno gli assetti aerei delle Aeronautiche militari di Italia e di Grecia, che opereranno dalle rispettive basi, così come viene già svolto in Albania, sempre insieme alla Grecia ed in Slovenia. La cerimonia tenutasi a Podgorica ha voluto celebrare, oltre al primo anniversario di adesione alla NATO, proprio l'inizio della missione di "Air Policing". Anche una coppia di Eurofighter italiani, decollati dalla base del 36° Stormo di Gioia del Colle (BA), ha preso parte alla manifestazione, sorvolando alcune città montenegrine e simulando, insieme a una coppia di F-16 ellenici, un’attività di intercettazione di un aeromobile non identificato. Presente alla cerimonia, in rappresentanza del Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, il Generale di Divisione Aerea Silvano Frigerio, Comandante delle Forze da Combattimento e della 1^ Regione Aerea, che ha sottolineato: “le Forze Armate italiane continuano a dimostrare la disponibilità del Paese nel fornire supporto e professionalità con generosità in ottemperanza ai fondamenti cardini dell’Alleanza Atlantica. L’Italia già vanta un primato nello svolgimento del Servizio di Air Policing della NATO, essendo l’unica Nazione ad aver partecipato nei quattro scenari, dall’Islanda all’Albania. Da oggi, con altrettanto impegno, l’Aeronautica Militare garantirà la protezione e la sorveglianza dello spazio aereo anche al Montenegro “. La NATO è stata rappresentata dal Generale di Brigata Aerea Roberto Di Marco, Vice Comandante del NATO's Depoyable Air Command and Control Centre di Poggio Renatico (FE) che nel suo intervento ha ribadito come la cerimonia di oggi rappresenti l'Alleanza e i suoi valori: deterrenza e difesa, coesione, solidarietà e dedizione. "Oggi si vuole inoltre riconoscere il grande impegno dell'Italia e della Grecia per aver offerto il contributo dei propri assetti aerei alla NATO, nell'interesse comune della difesa dello spazio aereo dell'Alleanza". Nel 2017, con l'ingresso nell'Alleanza Atlantica del Montenegro, lo spazio aereo di quel paese è divenuto parte integrante dello spazio euro-atlantico e, come tale, è stato incluso nel sistema di difesa aerea e missilistico della NATO. Tale sistema comprende anche l'attività di Air Policing, che consiste nella continua sorveglianza aerea volta ad assicurare l'integrità e la sicurezza dello spazio aereo della NATO. Come altri paesi dell'Alleanza Atlantica (Slovenia, Albania, Repubbliche Baltiche, Islanda) il Montenegro non dispone di una forza aerea in grado di sopperire alla sorveglianza del proprio spazio aereo ed ha quindi chiesto l'intervento della NATO. L'Italia garantirà il servizio grazie all'impiego di 2 velivoli Eurofighter che saranno in prontezza operativa dalle proprie basi di appartenenza, pronti ad intervenire su "scramble" in caso di necessità. Lo "scramble" è l'attività operativa consistente nel far attivare in maniera rapida una coppia di velivoli caccia al fine di intercettare e identificare un aereo sconosciuto che viola lo spazio aereo dell'Alleanza, o non si identifica propriamente con il controllo del traffico aereo, al fine di garantire la sicurezza dei cieli da qualsiasi eventuale e/o potenziale minaccia.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa

Terminata l'esercitazione internazionale Italian Minex 2018

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Oggi, 30 maggio, termina l’esercitazione ITALIAN MINEX 2018 che ha visto impegnate, per due settimane, nove unità di quattro nazionalità differenti nelle acque della Sicilia orientale. Le attività addestrative si sono svolte in uno scenario che prevedeva un’elevata minaccia nemica simulata da unità di superficie ed assetti elicotteristici. Il Comando dell’esercitazione è stato affidato al Comandante delle Forze di Contromisure Mine, ammiraglio Davide Berna, imbarcato sulla fregata Euro, designata flag ship dell’esercitazione. All’esercitazione hanno preso parte due gruppi di cacciamine di cui il primo con unità del Standing NATO Mine Counter Measure Group 2 (SNMCMG2), al comando del CDR Justin Hains imbarcato sulla nave inglese Enterprise, formato da tre cacciamine tra cui l’italiano Alghero, il turco Anamur e lo spagnolo Segura; e il secondo, sotto il Comando del Comandante della Cinquantaquattresima Squadriglia dei Cacciamine Costieri Italiani, capitano di fregata Daniele Di Giacomo, con quatto navi, tre italiane (nave Crotone, nave Termoli e nave Numana) e la spagnola Tambre. I cacciamine sono Unità dotate di sistemi ad elevato tasso tecnologico impiegati anche per la ricerca subacquea e la rimozione dai fondali di ordigni bellici, nonché per l’individuazione e messa in sicurezza di relitti e beni archeologici sommersi. Tali attività sono finalizzate a garantire il libero accesso ai porti e mantenere aperte le vie di comunicazione marittime assicurando il libero transito delle Unità mercantili e la sicurezza della navigazione contribuendo in maniera sostanziale all’incolumità di quanti dal mare e sul mare operano quotidianamente e traggono il frutto del proprio lavoro. L’esercitazione ha visto anche la partecipazione di due team di veicoli subacquei, uno italiano ed uno del Centre for Maritime Research and Experimentation (C.M.R.E.), imbarcati rispettivamente su nave Numana e su nave Enterprise. L’ impiego di questi sofisticati veicoli autonomi subacquei permette di effettuare una fedele riproduzione dei fondali, individuando oggetti sommersi e garantendo la loro rimozione senza mettere a rischio l’operatore. Rientrati oggi nel porto di Augusta, i cacciamine Italiani riprenderanno il mare nei prossimi giorni per raggiungere la base della Spezia. Mentre i cacciamine del gruppo NATO continueranno la loro attività nel Mediterraneo.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa
 
 

I militari della Brigata Marina San Marco addestrano le Forze Speciali della Marina libica

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Il 15 maggio è terminata presso la Caserma Ermanno Carlotto di Brindisi la seconda edizione del Corso di Indottrinamento Anfibio per il personale della Marina Libica. Durante la cerimonia conclusiva presieduta dal Comandante del 1° Reggimento San Marco, Capitano di Vascello Francesco Marino, ed alla presenza del Capo della Sezione Militare dell’Ambasciata Libica in Roma sono stati consegnati a dieci militari appartenenti alle Forze Speciali della Marina Libica gli attestati di frequenza quale riconoscimento del traguardo professionale raggiunto. Il corso, svolto presso la Brigata Marina San Marco della Marina Militare italiana, ha visto per sei settimane i militari libici impegnati in un intenso addestramento tattico in ambiente anfibio ed in numerose attività formative a difficoltà crescente, con l’obiettivo di incrementare le capacità operative dello stesso personale straniero giunto in Italia lo scorso 5 aprile. I Militari della Marina Libica hanno suggellato il momento formativo con una esercitazione finale anfibia, della durata di 48 ore, pianificata e condotta presso il polo addestrativo anfibio della Marina Militare dell’Isola delle Pedagne, sotto la supervisione del personale Istruttore della Brigata Marina San Marco. Il Corso di indottrinamento Anfibio rappresenta una preziosa occasione di cooperazione tra il personale appartenente alle Marine Italiana e Libica, e costituisce un valore aggiunto nel dialogo tra i due Paesi.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa
 
 

Termina l'impegno della fregata Espero nell'operazione Nato Sea Guardian

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Da oggi a mercoledì 16 maggio, la fregata Espero della Marina Militare sosterà nel porto di Souda, nell’isola di Creta (Grecia), al termine del suo impegno nell’ambito dell’Operazione NATO Sea Guardian. Nave Espero è partita lo scorso 23 aprile dalla base navale di Taranto e dopo una fase di integrazione e addestramento con le altre navi alleate, il 28 aprile ha iniziato le operazioni di pattugliamento nel Mediterraneo orientale. La Sea Guardian è una operazione altamente flessibile in grado di assolvere un ampio spettro di compiti nell’ambito della sicurezza marittima che includono la sorveglianza degli spazi marittimi di interesse (Maritime Situational Awareness) e il contrasto al terrorismo marittimo, assicurando nel contempo la formazione a favore delle forze di sicurezza dei paesi rivieraschi (Maritime Security Capacity-Building). Oltre a queste attività, le forze navali assegnate all’operazione, quando specificatamente autorizzate, possono effettuare attività di interdizione marittima, di tutela della libertà di navigazione, di protezione delle infrastrutture marittime sensibili e il contrasto alla proliferazione delle armi di distruzione di massa. Nave Espero al comando del Capitano di Fregata Giorgio Occhetto, è una fregata anti sommergibile appartenente alla Classe Maestrale. Varata il 19 novembre 1983 ed entrata in servizio il 4 maggio 1985, la nave ha un equipaggio di circa 160 militari, tra uomini e donne, comprensivo dei team specialistici della Brigata Marina San Marco e della componente aerea della Marina Militare con un elicottero AB212 imbarcato.

fonte Stato Maggiore della Difesa

Locked Shields 2018, la maggiore esercitazione di cyber-defense

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Si è conclusa oggi la più grande ed avanzata esercitazione internazionale di Cyber Defense al mondo, organizzata dal Centro di Eccellenza della NATO per la Difesa Cibernetica (CCDCOE - NATO Cooperative Cyber Defence Centre of Excellence) di Tallinn, in Estonia. Con più di 1000 esperti provenienti da circa 30 differenti Nazioni e più di 2500 attacchi virtuali simulati, la Locked Shields è una esercitazione che ha lo scopo di addestrare gli esperti del campo della sicurezza dei sistemi informatici nazionali attraverso una serie di simulazioni di attacchi cyber alle reti informatiche di una base militare: attacchi ad aeromobili a pilotaggio remoto, al sistema elettrico, al sistema di comando e controllo ed altre infrastrutture operative essenziali per la sopravvivenza di una base militare. L’annuale esercitazione si è svolta dal 23 al 27 aprile e l’Italia ha partecipato con una squadra di informatici provenienti dalle Forze Armate che, durante l’esercitazione, hanno avuto modo di collaborare con gli esperti di settore delle altre nazioni partecipanti, degli istituti di ricerca, delle Università e con gli esperti provenienti dall’industria di settore, confrontandosi tutti attori che, in caso di attacco reale, potrebbero essere coinvolti in situazioni simili. Negli ultimi anni le avanzate tecnologie hanno reso il mondo sempre più digitalizzato e inter-connesso, generando al contempo anche una serie di minacce cibernetiche che sfruttano i bug insiti nei software che regolano, ormai, una moltitudine di attività umane. Il settore della Difesa da sempre attinge alle tecnologie più avanzate e circa il 60% delle attività militari di una Nazione moderna ha una componente cibernetica e ciò ha imposto alle Forze Armate di dotarsi delle necessarie contromisure alle nuove minacce cyber. In Italia proprio in quest’ottica è stato concepito il Comando Interforze per le Operazioni Cibernetiche (CIOC), in linea con gli obiettivi definiti sia in ambito europeo sia in ambito NATO che comprendono la realizzazione di solide capacità di cyber defence e di protezione delle infrastrutture. Il CIOC è già operativo e proiettato verso la piena capacità nel 2019.

fonte Stato Maggiore della Difesa

Missione in Iraq: premier iracheno visita la diga di Mosul

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Nella giornata del 25 aprile 2018, il Primo Ministro Iracheno Haydar al-‘Abadi ha visitato la diga di Mosul. Il Primo Ministro, atterrato presso la base di Mosul Dam, è stato accolto dal Comandante della Task Force “PRAESIDIUM”, Colonnello Maurizio Settesoldi, dal Comandante delle Counter Terrorism Service (CTS) operanti nell’area di Mosul Dam e da personale del Ministero delle Risorse Idriche iracheno. A seguire, l’alta Autorità ha effettuato una visita presso i cantieri della diga, vigilata dai militari italiani, durante la quale ha dialogato con i dirigenti del Ministero delle Risorse Idriche iracheno, della ditta TREVI e dello United States Army Corps of Engineers (USACE) e ha avuto modo di prendere visione dello stato di avanzamento dei lavori di risanamento in corso. Successivamente, il Primo Ministro al-‘Abadi si è recato presso gli uffici del Ministero delle Risorse Idriche iracheno dove è stato accolto da una scolaresca di bambini e adolescenti delle scuole primaria e secondaria che insistono nel villaggio di Mosul Dam. I Dimonios del 151° Reggimento Fanteria “Sassari” della Task Force “PRAESIDIUM” in missione in Iraq – in stretta coordinazione con le Counter Terrorism Service ed il National Security Service iracheni – hanno garantito il dispositivo di sicurezza durante tutto il corso della visita che si è conclusa con il decollo del Primo Ministro al-‘Abadi dalla base di Mosul Dam nel pomeriggio stesso. Nella missione in Iraq, la Task Force “Praesidium” – su base 151° Reggimento Fanteria “Sassari”, nell’ambito dell’Operazione “Inherent Resolve” – è la Task Force preposta alla protezione della diga di Mosul in coordinamento con le forze di sicurezza locali, quali Counter Terrorism Service, National Security Service ed Iraqi Police. Oltre ad assicurare la difesa della diga, sito di interesse strategico per l’Iraq, i militari italiani garantiscono la sicurezza del personale militare e civile di USACE e delle maestranze della ditta TREVI impegnate nei lavori di risanamento dell’infrastruttura per scongiurare il rischio di una catastrofe ambientale.

fonte Stato Maggiore della Difesa