La prima guerra nel cyberspazio: un anno dopo

Creato Martedì, 21 Febbraio 2023 10:46
Ultima modifica il Mercoledì, 31 Gennaio 2024 13:51
Pubblicato Martedì, 21 Febbraio 2023 10:46
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Un popolo, quello europeo, abituato a vedere la guerra solo in Call of Duty, si ritrova la crudeltà del conflitto reale nei feed social dei propri smartphone, improvvisamente. Le immagini della guerra irrompono nella nostra quotidianità. I social non sono più solo il luogo di condivisione della nostra quotidianità ma diventano anche uno strumento di informazione, il media con cui Zelensky decide di costruire la sua strategia di comunicazione. La connessione diventa fondamentale non solo da un punto di vista sociale, ma anche all'interno di una strategia di propaganda. La sera del 26 febbraio il ministro della Difesa ucraino chiede aiuto a Elon Musk proprietario di Starlink, un sistema di satelliti che assicura copertura Internet anche in mancanza di infrastrutture sul suolo. Questa contromossa non prevista da Putin spariglia le carte in tavola. In questo modo l'isolamento dell'ucraino non può più avvenire, ciò a cui Putin auspicava. Il presidente russo mirava a distruggere le infrastrutture ucraine. Una svolta che arriva lontano dai campi di battaglia e assicura il racconto della guerra in diretta, al resto del mondo. In questo modo, attraverso le moderne tecnologie, la guerra ci viene restituita e documentata in tempo reale. Oltre alle comunicazioni sull’andamento del conflitto, sui social, in particolare Telegram, si possono trovare indicazioni per raggiungere i rifugi antiaerei o lasciare il paese in sicurezza, istruzioni per costruire bombe molotov, cercare parenti e amici dispersi. Ma anche tanta disinformazione e propaganda russa. La verità è un confine sottile nelle immagini che popolano i nostri feed. Una guerra che fa i conti con la verità e le fake news che circolano in rete. Viene messa in discussione l’oggettività dell’immagine, e la verità che racconta viene messa in discussione. Testate come il New York Times hanno fatto un lavoro di verifica di veridicità delle immagini che circolano in rete. La strategia del presidente russo è di isolare l’ucraina: prima avvertendo nel videomessaggio iniziale che ci sarebbero state conseguenze per chi avesse aiutato l’ucraino, poi cercando di interrompere le loro comunicazioni e successivamente isolando l’ucraina dal punto di vista energetico. Niente luci e niente riscaldamento in pieno inverno. Una guerra, che si combatte con le armi tradizionali ma anche con la comunicazione: quella di Zelensky, moderna e social, di grande impatto emotivo, e quella di Putin, novecentesca, rigida, basata sul terrorismo. Questo anno di guerra in Ucraina ci ha insegnato che una nazione non ha bisogno di possedere satelliti o avere un forte programma spaziale per partecipare e prosperare nelle guerre moderne. Meno di 24 ore dopo l'invasione dell'Ucraina, Anonymous ha dichiarato guerra alla Russia di Putin, dando il via ad una cyber-guerra. In un video postato su Twitter, il collettivo parla al mondo attraverso un uomo incappucciato e col volto coperto dalla celebre maschera di Guy Fowks. Una mobilitazione senza precedenti di hacker e cyberattivisti in ogni parte del mondo, i quali hanno messo a segno diversi colpi ma ridimensionati sempre ad episodi di breve durata. “Il cyberspazio è stato in realtà importante per tutto ciò che era prima del conflitto, tramite la propaganda, o attacchi a siti di informazioni”, ha dichiarato Stefano Mele, avvocato e membro del Comitato atlantico italiano, in un’intervista sul canale YouTube dell'esperto di sicurezza informatica e amministratore delegato di The Fool, Matteo Flora. All’inizio dell’invasione, l’Ucraina non aveva alcuna capacità spaziale nazionale. Ma la disponibilità di servizi satellitari commerciali esistenti e crescenti e di tecnologie avanzate ha drasticamente alterato l’accesso di tutte le nazioni allo spazio e quindi alla guerra moderna. Lo spazio è fondamentale per la condotta della guerra moderna, sia in termini di puntamento di precisione con armi a guida GPS, comunicazioni commerciali o sorveglianza satellitare. 
 
di Daniele Leonardi