Il mercato dell’energia e la dipendenza dal gas russo

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Creato Sabato, 05 Novembre 2022 09:42
Ultima modifica il Sabato, 15 Aprile 2023 08:47
Pubblicato Sabato, 05 Novembre 2022 09:43
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La guerra e le sanzioni non bastano a giustificare gli aumenti: l’invasione russa in Ucraina è iniziata lo scorso febbraio, ma i rincari nelle bollette si sono iniziati a registrare i primi di ottobre 2021. 
L’aumento delle bollette è dovuto principalmente dall’aumento prezzo del gas, che condiziona il prezzo dell’elettricità. Il gas viene comprato alla borsa di Amsterdam, che ne determina il prezzo.
I prezzi della luce e del gas nel mercato tutelato vengono aggiornati su base trimestrale, mentre, nel libero mercato, cioè il sistema vigente, il prezzo dell’energia elettrica cambia mensilmente.
Il libero mercato è un mercato variabile in cui il prezzo del gas varia in base a tanti fattori, favorendo la concorrenza, spingendo verso l’abbassamento dei costi. Ogni produttore indica quanta elettricità può fornire e a che prezzo. In un momento storico, come quello attuale, caratterizzato dall’inflazione, il prezzo dell’energia è destinato ad aumentare. L’aumento e l’inflazione sono legati alla ripresa dopo la pandemia, la quale ha prodotto uno scenario in cui l’offerta di gas è calata con una crescente domanda. La Gazprom (multinazionale controllata dal governo russo) ha aumentato i prezzi e la Russia ha usato il gas come strumento di pressione all’occidente e in risposta alle sanzioni. Abbiamo iniziato a cercare alternative al gas russo, dapprima nell’Algeria (che non può essere considerata una soluzione anche per la vicinanza geopolitica al Cremlino) e poi sul GNL (Gas Naturale Liquefatto), il quale viene trasportato via mare, rigassificato (riportando il gas liquido allo stato gassoso) e immesso nella rete. Il GNL non può sostituire però il gas russo, poiché l’Italia ha solo tre impianti di rigassificazione, a cui si aggiunge un quarto a Piombino con cui il governo ha stretto un accordo di tre anni, grazie al quale dovrebbe portare la capacità di rigassificazione italiana al 25 per cento della domanda. L’aumento dei costi è dipeso, principalmente, dalla dipendenza dal gas russo, per cui la guerra in Ucraina è solo una concausa. La vera questione è l’indipendenza energetica dell’Italia, e più in generale dell’Europa. In Italia usiamo il gas per produrre più del 40% della nostra elettricità, di cui la metà lo acquistiamo dalla Russia. Il Cremlino ha rappresentato per l’Italia un ottimo partner commerciale, in quanto garantiva l’approvvigionamento energetico a costi agevolati, sia per la grande disponibilità di risorse della Russia, sia per la vicinanza geografica, ovvero, per i costi di trasporto. Ridurre il gas per non azzerare lo stoccaggio è un primo passo, accelerare la produzione delle fonti rinnovabili deve essere la strada da riprendere. Un cammino che si è inceppato negli ultimi anni ma che deve essere ripreso. Questa crisi energetica può spingerci verso una transizione ecologica definitiva per una indipendenza energetica, accelerando un processo che andava avanti troppo lentamente. una vera alternativa ad un sistema non più sostenibile passa attraverso la ricerca e gli investimenti in nuove tecnologie. Le fonti rinnovabili, oggi, non rappresentano ancora una vera alternativa all’acquisto dell’energia perché l’energia eolica e solare non riescono a soddisfare la richiesta in maniera stabile. Carbone e gas naturale rappresentano delle fonti più stabili ma delle strade non più percorribili. Si sarebbe potuto accumulare, in questi anni, l’energia sovraprodotta per ridistribuirla nei momenti di cali, ma la normativa italiana vigente dal 2013 al 2021 non lo consentiva. La nuova legge ha sbloccato questa situazione e le rinnovabili hanno ripreso a crescere, in un contesto che vede l’Italia ultimo in Europa nelle installazioni delle fonti rinnovabili; anche se quest’ultime non possono impedire l’acquisto dell’energia, potrebbero, comunque, ridurre al minimo l’acquisto di energia per diventare indipendenti da un’unica grande fornitura, come quella russa. 
 
di Daniele Leonardi