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Il cimitero militare di Venafro

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Costruito nel 1945 ad opera del Genio Militare Francese, nei pressi di Venafro (IS) si trova il cimitero di guerra francese. Esteso in un’area di 70.000 mq, ospita le sepolture di circa 7000 soldati francesi, marocchini, algerini e tunisini, oltre ad alcuni africani non meglio identificati, caduti in gran parte durante la battaglio di Cassino (gennaio – maggio 1944), asprissima e cruenta battaglia che vide protagonista anche il Corpo di Spedizione Francese (Corps Expeditionnaire Francais), composto dalla 1° Divisione della Francia Libera. Dalla 2° Divisione Marocchina di Fanteria (DIM – Division in fanterie Marocaine, 13.895 uomini, di cui 6.578 europei e 7.317 indigeni), della 3° Divisione Algerina di Fanteria (DIA – Division in fanterie Algerienne, con i suoi 16.840 uomini, tra i quali 6.354 bianchi  e 6.835 indigeni) e dalla 4° Divisione di Montagna Marocchina (DIM – Division Marocaine de Montagne, 19.252 uomini, di cui 6545 europei e 12.707 indigeni). Per essi sono stati eretti due monumenti, una cappella europea di Andrè Chatelin, Gran Premio di Roma, ed un minareto, decorato con piastrelle ceramiche azzurre,  che risaltano sul bianco calce delle mura, e con alcune iscrizioni tra le quali la più significativa, tradotta in italiano. È sicuramente questa: “Durante la guerra italiana – durata dall’inverno del 1362 all’estate del 1363 – cadde una divisione appartenente al Nord – Africa del paese delle Monarchie tunisina, dell’Algeria e del Marocco. 488 soldati”.
Si notano le date che fanno riferimento al calendario islamico lunare che computa 1 mesi alternati di 29 e 30 giorni a partire dall’anno 622. Al suo interno vi sono alcune tombe, di cui una al Milite Ignoto musulmano, e tre dedicate a Militi con nome, uno Tunisino, uno Algerino, uno Marocchino. Nel cimitero le file delle tombe sono tagliate in due da un viale, al centro del quale vi è un altare con due iscrizioni, alla fine del viale vi è il minareto racchiuso in un recinto quadrato. Tutte le tombe sono disposte approssimativamente secondo l’asse Nord – Est Sud – Ovest, con le lapidi rivolte a Nord-Est, ad eccezione di alcune tombe, poste dietro il minareto, di soldati ebrei (riconosciuti dalla stella a sei punte sulla lapide) e animisti (sulla lapide hanno un “agnostico” sole stilizzato). Questa disposizione delle tombe suggerisce la possibilità che i caduti musulmani, qualora siano stati disposti sul fianco destro, abbiano il volto rivolto a Sud-Est, cioè pressappoco  in direzione della Mecca, secondo la prescrizione della legge islamica, ma non possiamo sapere in che posizione siano stati effettivamente sepolti. Le tombe musulmane (con la mezzaluna sulla lapide) vengono nell’ordine, dopo quelle cristiane (con la croce); tra le quali anche quella di una donna: Marie-Alphonsine Loretti, di 28 anni, infermiera volontaria e conduttrice di ambulanze del III battaglione di Sanità, cadde sotto un improvviso bombardamento dell’artiglieria tedesca il 5 febbraio 1944 nei pressi di Sant’Elia Fiumerapido, come recita la motivazione di concessione della Medaille Militaire. Vi sono inoltre delle tombe di ufficiali musulmani all’interno del recinto. Su ciascuna lapide è riportato il nome (se noto) e la dicitura “morto per la Francia”W. È da notare che anche fra le tombe cristiane sono riconoscibili nomi arabi e africani.
 
di Antonio Salvatore