Ottobre 1943, il passaggio delle truppe tedesche e alleate lungo la Valle del Tappino (seconda parte)

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Creato Mercoledì, 20 Dicembre 2023 07:48
Ultima modifica il Giovedì, 28 Marzo 2024 14:24
Pubblicato Mercoledì, 20 Dicembre 2023 07:48
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[…]; Giuseppina Simonelli, frequentavo la terza elementare e all’uscita di scuola ricordo l’arrivo dei soldati tedeschi, rimasi sbalordita alla vista dei carri armati;  Giuseppe Iosue, arrivarono dal fiume Tappino e la cosa che mi è rimasta più impressa fu la presenza di due carri armati, uno venne posizionato in via Occidentale, l’altro tra Piazza del Piano e l’imbocco di via Marconi;  Diomede Ciaccia, ricordo che tra i primi mezzi tedeschi ad arrivare c’era un camion che trasportava un cannone, il quale venne posizionato nei pressi del Convento e da lì sparava verso Jelsi. Ricordo che questo cannone sostò a Toro un solo giorno; Olga Pietracatella, eravamo tutti terrorizzati tanto che venne fermato persino l’orologio da parete che avevamo in cucina per evitare che battesse le ore, così   da   evitare   qualsiasi   rumore in   casa.   E   ancora   sulla   permanenza   dei  tedeschi   in   paese: Giuseppina   Simonelli,  i   graduati   requisirono   la   casa   di   mio   zio,   il   sacerdote   Don  Giovanni Simonelli, utilizzandola come alloggio e dalla quale, al momento di andare via, sottrassero calici e altri oggetti sacri di valore. Ricordo che un giorno, armi in pugno, presero cinque ragazzi toresi e gli ordinarono   di   riempire   diverse   taniche   di  acqua   presso   il   pozzo   dei   Magno;  Giuseppe  Iosue, ricordo la continua e quotidiana richiesta di animali; Diomede Ciaccia, ricordo che la situazione era tranquilla e  serena,  infatti furono  organizzate  anche  delle  cene  con gli Ufficiali tedeschi  a  cui partecipavano mio padre, il Podestà, il Segretario Comunale, Don Achille Magno e l’Arciprete di Toro, il quale usando la lingua latina riusciva a fungere da interprete. Questo clima di dialogo venne bruscamente interrotto dai tedeschi al momento dell’arrivo di un nuovo Ufficiale, giunto in paese a bordo di un sidecar. Il 9 ottobre, con obbiettivo Gildone, due battaglioni della 3a Brigata di fanteria canadese avanzarono lungo la Statale 17: il primo Royal 22° Regiment prendendo la direzione di Jelsi raggiunse ed entrò nella cittadina di Riccia, ormai abbandonata dal nemico. Il giorno seguente, mentre i tedeschi su autorizzazione di Kesselring arretravano la linea difensiva di circa 7 chilometri, la  Compagnia  C del  West Nova Scotia, nel tentativo   di  superare   il   torrente   Carapello,  venne duramente impegnata dal fuoco proveniente da postazioni di mitragliatrici che causarono diverse vittime. La mattina  dell’11  ottobre vennero prese le alture  oltre  il torrente  e la cima  di  monte Gildone, da dove, una volta posizionate le proprie artiglierie, iniziarono i tiri verso Campobasso, trai vari edifici centrati ci furono la caserma dei Carabinieri, il convitto Mario Pagano e il Seminario Vescovile al cui interno venne colpito a morte il Vescovo della città, Monsignor Secondo Bologna. […]

di Antonio Salvatore