L'identità segreta del talebano

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Creato Martedì, 27 Luglio 2010 17:45
Ultima modifica il Mercoledì, 07 Novembre 2012 19:57
Pubblicato Martedì, 27 Luglio 2010 17:45
Scritto da Administrator
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Un mistero si cela dietro la missione ISAF. L’identità mai rivelata. Chi è il leader talebano catturato dagli italiani nella valle di Zeerko nell’ovest dell’Afghanistan?

Proprio in questi ultimi giorni si è conclusa una difficile e sensibile operazione nella provincia di Farah condotta dalle forze di sicurezza afghane e del Regional Command West di ISAF. L’operazione ha portata alla cattura di un importante leader talebano e l’arresto di 5 suoi presunti collaboratori.

Sono stati sequestrati inoltre cinque unità di TNT, cinque mortai 60 millimetri, due anti-colpi d’artiglieria pesante aeromobili, una cintura esplosiva, quattro granate, una mina anticarro, 11 bombe a mano, due pression-plate dispositivi di attivazione, 31 fusibili e oltre 3.000 cicli di piccole armi munizioni.

Il materiale rinvenuto è stato di seguito prelevato e distrutto sul posto dagli specialisti dei team anti esplosivi I.E.D.D. (Improvised Esplosive Devices Disposal).

Successivamente all ’operazione, il comandante della Task Force Center, Col. Francesco Maria Ceravolo, ha coordinato una riunione con i rappresentanti principali dei villaggi circostanti in modo da informare e coinvolgere le comunità locali, mostrando loro il successo dell’operazione, per costruire un consenso contro gli eventuali elementi ostili.

L’operazione, scattata alle prime luci dell’alba del 20 marzo scorso, è nata a seguito di alcune informazioni dei servizi di sicurezza afghani, da tempo sulle tracce dei responsabili di numerosi attentati perpetrati - con imboscate e l’uso di ordigni esplosivi improvvisati - ai danni della popolazione civile, delle forze di sicurezza locali e di ISAF.

La complessa operazione, che ha visto impiegate circa 500 unità, è stata coordinata dal Comandante della Task Force South, Colonnello Massimo Raccampo, il quale - grazie alla creazione di una robusta cornice di sicurezza affidata ai soldati dell’esercito afghano e di ISAF, tra cui la fanteria della Brigata "Sassari" - ha consentito alle forze di polizia locali di procedere alla cattura del terrorista e dei suoi presunti fiancheggiatori, trovati peraltro in possesso di alcuni sacchi di oppio e di armamenti da guerra di vario calibro.

Il successo dell’operazione congiunta, condotta in armonia con le più recenti direttive emanate dal Comando di ISAF tramite l’ISAF Joint Command e senza ripercussioni nei confronti della popolazione civile ivi residente, evitando qualsiasi vittima, denota il crescente livello di affidabilità raggiunto dalle forze di sicurezza afghane che, grazie al determinante contributo di ISAF, stanno via via acquisendo una sempre più autonoma ed efficace capacità d’intervento nel processo di stabilizzazione del Paese.

Come dichiarato dal Comandante del Regional Command West – Generale di Brigata Alessandro Veltri – "E’ questo l’atteggiamento che le forze del Regional Command West, in aderenza ai contenuti della dottrina enunciata dal Comandante di ISAF - Generale Stanley McChrystal - continuano a mantenere al fine di rafforzare i reciproci rapporti di fiducia oramai instauratisi con la popolazione in gran parte della Regione".

Perché però non rivelare il nome del leader talebano catturato? Visto che si tratta di un personaggio importante l’opinione pubblica è maggiormente interessata a conoscere i retroscena e soprattutto la verità sull’operazione in questione. Dal teatro afghano le notizie arrivano frammentate e la gente aspetta di conoscere.

 

di Roberto Colella

 

tratto da "Quotidiano.net"