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Roma nel mirino dell'Isis

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Il 27 febbraio è stata presentata al Parlamento la Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza. I dati riportati riguardo la minaccia terroristica in Europa non lasciano ben sperare per l’Italia, che è chiaramente al centro del mirino del presunto Stato Islamico. Il 26 luglio 2016 si è verificato il primo attacco diretto alla cristianità: due cittadini francesi, Adel Kermiche e Abdel Malik Petitjean, dopo aver giurato fedeltà all’ISIS, hanno fatto irruzione in una chiesa di Saint-Etienne-du Rouvray vicini Rouen in Francia uccidendo un parroco e prendendo 5 ostaggi. A settembre è stato pubblicato il primo numero della rivista Rumiyah (“Roma” in arabo) che pone la capitale italiana come meta di DAESH e contenente una rubrica dedicata alle tattiche terroristiche, in cui si indicano gli obiettivi da prediligere e i diversi mezzi offensivi da utilizzare: “…se si decide di investire le vittime con un veicolo, è bene sceglierne di grandi dimensioni per massimizzare gli effetti…” La tattica qui citata è stata utilizzata pochi mesi dopo, il 19 dicembre, a Berlino, dal tunisino Anis Amri, che ha ucciso 12 persone investendole appunto con un autoarticolato nell’area pedonale destinata al mercatino di Natale: un attacco alla festività più sentita da tutti i cristiani. L’attentatore è poi fuggito proprio in Italia dove è deceduto, a Milano, in seguito a uno scontro a fuoco con due agenti di polizia. “Tutte le strade portano a Roma” recita un vecchio proverbio ed è ormai ovvio che anche la strada dell’ISIS arriva all’Urbe.

di Adele Di Lullo