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Renzi - Gentiloni e la crescita dell'export di armi

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L’Italia sotto la guida del ministro Gentiloni ha triplicato le licenze d’esportazione d’armi. In altre parole, nessun diniego e poche restrizioni pur di far cassa. Di fronte a tutto ciò, le risposte giunte da Paolo Gentiloni si sono dimostrate del tutto insufficienti, se non addirittura approssimative. L’ex ministro degli Esteri ora attuale premier Gentiloni, di fatto, ha ammesso il traffico di armi tra Italia e Arabia Saudita tra il 2011 e il 2015, sostenendo che tutto ciò sia stato legale. Nonostante la legge, sono innumerevoli i carichi di armamenti partiti dalla Sardegna e diretti verso l’Arabia Saudita. Già nel 2015 l’Arabia attaccava lo Yemen con bombe prodotte nell’isola italiana. Una guerra, quella tra Arabia e Yemen, di cui nessuno si occupa e che sta causando migliaia di morti. Non sono solo le bombe ad uccidere, ma anche l’indifferenza, l’omertà e la poca trasparenza. A nulla sono dunque valse le reiterate richieste all’ex governo Renzi delle associazioni della Rete italiana per il disarmo presentate. Di questa mancanza di trasparenza stanno approfittando, oltre che le aziende del gruppo Finmeccanica, soprattutto le banche estere. “E tra queste in modo particolare quelle banche, come Deutsche Bank e BNP Paribas, che non hanno mai emanato delle direttive per il controllo delle operazioni finanziarie sugli armamenti convenzionali e sulle armi leggere” così come dichiarato da Giorgio Beretta dell’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere di Brescia. Sono 5.000 le bombe partite dalla Sardegna e inviate in Arabia Saudita e utilizzate dalla Royal Saudi Air Force per bombardare lo Yemen. Per non parlare degli oltre 3.600 fucili della Benelli inviati lo scorso anno alle forze di sicurezza del regime di Al Sisi in Egitto. Infine dalla “Relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento” nel 2015 i valori come anticipato all’inizio sono più che triplicati ed hanno raggiunto la cifra record dal dopoguerra di oltre 8,2 miliardi di euro.

A cura degli allievi della Scuola di Giornalismo per Ragazzi sezione di Riccia (Benedetta Rubbio, Cristiana Basilone, Daniele Leonardi, Alice Di Domenico)