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Attività di spionaggio. Case study USA (CIA-NSA-DIA) Ryan Christopher Fogle – Edward Snowden – Bradley Manning

Premessa

La presente analisi viene stesa con beneficio di repertorio e non di un proprio INTREP, ciò in considerazione che, al momento in cui si scrive, molte informazioni non sono ancora note e chissà se mai lo saranno considerando che alcune attività sono state eseguite dall’Intelligence russa, ergo non occidentale.

 

 

Antefatto

La guerra fredda è ormai consegnata agli Archivi da circa 15 anni, ma la guerra di spie fra Stati Uniti e Russia non si è mai interrotta: coltivata sulle opposte sponde degli oceani da vecchi infiltrati, rimasti nelle liste dei rispettivi libri paga delle superpotenze nemiche in barba ai muri che cadevano e persino rinvigorita negli ultimi tempi dall'ingaggio di nuovi agenti doppi, tripli per non parlare dei dormienti.

Tra i recenti colpi più clamorosi si contano senz'altro i casi di Aldrich Ames e di Robert Hanssen, entrambi al soldo per anni ed anni dell'intelligence sovietica (e poi russa) prima di essere scoperti, arrestati e condannati al carcere negli USA. Il primo –  Dirigente della CIA arrivato fino al sancta sanctorum del Dipartimento Operativo, quello che si occupava delle attività di Controspionaggio – continuò a passare segreti e nomi a Mosca, incassando in cambio milioni di dollari, fino al 1994. Un danno gravissimo per la sicurezza nazionale americana e per i contribuenti – se si pensa alla sola divulgazione del segretissimo e costoso bunker che arrivava alle fondamenta dell’Ambasciata Russa in Washington D.C. – ma meno grave di quello assestato stando alle indagini da Robert Hanssen, issatosi fino ai massimi vertici dell'FBI divenendo il Capo Reparto del Controspionaggio e capace al contempo di vestire per più di due decenni (solo!) i panni d'informatore del GRU. Agganciato dai temibili servizi segreti militari fin dal 1979, ha ripreso a collaborare – dopo una breve pausa nel 1991 – dal '92 con quelli della Russia post-comunista: offrendo i suoi servizi ancora al Gru e poi all'SVR (l'erede Primo Direttorato Centrale – estero – del KGB) prima di essere riscoperto ed arrestato nel 2001, solo dopo che la stessa FBI riesce a designare alla Segreteria del medesimo Capo Reparto un promettente Segretario con il compito di doppio giuoco. L’Operazione diede modo agli Operatori del settore di come i russi riuscissero a comunicare efficacemente e per anni con i loro fiduciari attraverso le buche morte, si pensi che due erano dentro le toilette di bar.

Vicende simili sono stati quelle di George Trofimoff, colonnello dell'esercito USA condannato nel 2000 per presunte attività di spionaggio a favore dell’SVR; o ancora di Harold James Nicholson, altro Dirigente della CIA che avrebbe cominciato a lavorare sempre per l’SVR dal 1994.

Sul fronte opposto, gli USA possono allineare ad esempio un colonnello del quasi impenetrabile GRU, Stanislav Lunev, transfuga in America dal 1992 e divenuto “consulente” della CIA. O anche –  fra i personaggi più “datati” – Oleg Kalughin, un generale del Primo Direttorato del vecchio Kgb sovietico “riparato” oltre Oceano nel 1995, anni dopo essersi congedato. Riciclatosi a sua volta come analista per conto degli americani, Kalughin ha sempre negato di aver fatto nomi che non fossero già stati individuati dal controspionaggio occidentale: ma, dopo l'ultimo avvento di Vladimir Putin al potere, è stato comunque processato in Russia per alto tradimento e, pochi mesi fa, condannato in contumacia a 15 anni di reclusione.

Più fresco è il caso di Anna Chapman (nata Kushchyenko), la cosiddetta “Anna la rossa”, simbolo della presunta rete di infiltrati (11 in tutto, di cui uno mai localizzato) smantellata il 28 giugno 2010 dagli statunitensi. Per tale attività, era stato investito nel gennaio del 2010 il personale del Controspionaggio italiano: l’AISE, ex SISMi. Inoltre, è verosimile che l’azione di Controspionaggio sia collegata al misterioso decesso del 54enne Colonnello Sergey Tetryakhov, avvenuto quindici giorni prima il 14 giugno, mentre qualcuno era impegnato in questo Paese a sentire un sedicente insegnante di controspionaggio che altro non era che un colonnello dei CC che confonde il controspionaggio con la Polizia Militare!?! Ovvero il Controspionaggio preventivo con quello offensivo: wellcome in Italy. Per dovere di cronaca, il colonnello dell’SVR Tetryakhov – già in servizio presso il Palazzo dell’ONU di N.Y. – era la più importante fonte russa dell’Intelligence statunitense divenuta tale, grazie alla più importante fonte russa gestita dagli italiani (SISMi-AISE): “Centurione” (cfr. Il mio amico Sasha, P. Guzzanti). Una rete composta secondo l'accusa da persone apparentemente comuni insediatesi negli USA negli anni, attraverso matrimoni o per ragioni di studio e di lavoro, ma in realtà parte di un programma d'infiltrazione gestito dall’SVR, le famigerate Linee “N” ed “S”. Un'operazione sfociata in uno spettacolare scambio di presunti agenti incrociati, avvenuto in un noto sito di Vienna sullo sfondo di uno scenario degno di una spy story degli anni '70.

 

Case Study: Ryan Christopher Fogle

 

Alle notizie acquisite su questo caso, che chiameremo Caso parruccone, è il più facile da descrivere e, soprattutto il più imbarazzante da spiegare. Per quanto mi riguarda non c’è nulla da descrivere essendo il fatto talmente ridicolo da fare rivoltare nella tomba i suoi ben più validi colleghi che anziché mettersi una parrucca in testa ed andare in giro carico di contanti hanno preferito vestirsi da gesuiti per attraversare i confini europei durante l’ultimo conflitto mondiale, gestire buche morte in piena guerra fredda e spargere il loro sangue affinché le strisce della bandiera restassero rosse. Scusate l’impeto, ma ho certezza che Fogle non si sia attenuto al Protocollo CS della CIA. E’ pressoché inutile dare la descrizione dei fatti perché chiunque di voi inserendo il nome in un motore di ricerca può evincere filmati, foto e commenti anche ufficiali.

Pertanto, in questa breve analisi c’è da chiedersi come mai Fogle aveva tanto contante in tasca – 100 mila euro divisi in 4 parti da 25 mila euro? Chi ha autorizzato la spesa? Per quale motivo aveva con se parrucche, occhiali da sole (di notte?!), messaggi compromettenti scritti con macchina da scrivere, vecchi cellulari da consegnare? Quale era la vera natura dell’incontro: arruolare un ufficiale dell’FSB? Un progetto di un siluro di ultima generazione (l’ultimo tentativo risale al 2000 l'incarcerazione in Russia di Edmund Pope, uomo d'affari ed ex ufficiale dell'NCIS condannato pure per aver cercato di acquisire informazioni sullo sviluppo di nuovi siluri. Pope, malato, sarebbe stato poi graziato da Putin nel giro di qualche mese per “ragioni umanitarie”)? O, come indicato dal giornale russo Kommersant – titolo dell’articolo l'amicizia è l'amicizia, lo spionaggio è lo spionaggio” – sarebbe stata la tragedia della maratona di Boston ad opera dei fratelli Tsarnaev che avrebbe indotto gli statunitensi a cercare un contatto diretto con un Agente russo esperto di terrorismo nel Caucaso, conosciuto forse durante una trasferta in Daghestan per interrogare i genitori dei due attentatori, nel timore di complici o di una rete più ampia? Soprattutto, Fogle ha fatto un incontro in territorio straniero con la sua fonte, di cui conosceva il suo accesso ad informazioni sensibili (in questo caso persino un Agente dell’FSB) considerando che la richiesta di informazioni, senza una copertura di contro sorveglianza?

 

 

 

Per quanto visto, sono certo che in primis tra i responsabili di questa debacle debba essere compreso qualche superiore di Fogle, che quantomeno ha autorizzato l’incontro e la spesa che doveva essere una specie di trattativa visto lo “smazzettamento”. Inoltre, è presumibile pensare ad un tentativo di colpo di mano da parte dello stesso Fogle che, vistosi superato metà del suo primo mandato a Mosca verosimilmente in scadenza per il prossimo mese di aprile, potrebbe aver pensato di allungarsi la missione all’estero o rientrare con una promozione.

In merito al modus operandi di Fogle su questo case study, non c’è da stupirsi se il Consigliere diplomatico di Putin, Iuri Ushakov, si è limitato a ironizzare: “Non è un episodio straordinario, ma suscita perplessità che questo tentativo di arruolamento fatto in modo goffo e grossolano sia avvenuto sullo sfondo dell'intenzione ben dichiarata dei due presidenti di intensificare contatti e cooperazione tra i servizi di sicurezza dei due Paesi”.

Sarebbe molto più utile per tutti sapere quale sia stato il modus operandi dell’FSB.

Case Study: Edward Joseph Snowden.

 

 

Il caso Snowden si pone agli antipodi rispetto al summenzionato caso Fogle. Non vi sono errori sul modus operandi, non ci troviamo davanti ad un Agente ricattato per soldi, sesso e quant’altro. Qui ci troviamo davanti al pericolo maggiore in caso di defezione: la motivazione ideologica.

Con quella professionale è la motivazione per eccellenza, in cui gli stessi Agenti di qualsiasi Intelligence devono essere assunti-arruolati, addestrati, aggiornati e circondati. E’ il Credo di qualsiasi Agente, in cui l’appartenenza ad un servizio o a più servizi viene sempre dopo, perché è il leit motif  della Vita per dare un costante valore aggiunto alla loro professionalità ed alla loro produzione lavorativa.

Alle informazioni attuali questo sembra essere il solo motivo. Secondo le dichiarazioni rese dal medesimo Snowden ai mass media, ci sarebbe una sensibile delusione ideologica-politica nei confronti sia dell’amministrazione dei presidenti Bush ed Obama: “Ho deciso di sacrificarmi perché la mia coscienza non può più accettare che il governo statunitense violi la privacy, la libertà di Internet e i diritti basilari della gente in tutto il mondo, tramite un immenso meccanismo di sorveglianza costruito in segreto”. Insomma, a suo dire una vita normale, fortunata, cancellata con un colpo di spugna in nome della libertà degli altri.

 

Pertanto, ben poco si può fare-riparare.

 

Nel recente passato uno dei più noti defezionisti per motivazione ideologica è stato il Capo Linea PR della Rezidentura, Primo Direttorato Centrale dell’ex KGB a Londra, al secolo Oleg Antonovič Gordievskij. Al ché è tutto dire.

 

Ci sono centinaia di pagine sul web che rappresentano di cosa si occupava Snowden e per chi lavorava anche per le “necessità linguistiche della comunità d'intelligence” (ergo questo sito è particolarmente sotto controllo, speriamo che apprendono). Qui mi permetto di evidenziare quello che ritengo sia l’aspetto più importante su cosa sa e potrà partecipare Snowden ai Russi. Prendo spunto da alcuni articoli comparti sui quotidiani The Guardian (in particolare Glenn Greenwald)Der Spiegel, Hong Kong South China Morning Post, RIA Novosti e sul blog PrivacySurgeon.org .

 

 

   

 

Premetto che per una vostra migliore conoscenza su com’è la capillarità del sistema ECHELON è vivamente consigliabile una lettura di una mia analisi (96 pagine) presente sull’ottimo sito dell’OSDIFE curato dal Professor Roberto Mugavero: http://www.osdife.org/files/Il-sistema--di-intercettazione-satelitare-org.pdf

 

Da quanto acquisito, Snowden detiene 20.000 pagine di documentazione classificata anche relativa ai sistemi di intercettazione PRISM e sul Container Security Initiative (CSI). Inoltre, potrebbe svelare il c.d. Ordine di Battaglia relativo alla guerra cibernetica dell’amministrazione USA: l’Offensive Cyber Effects Operations (OCEO).

Non ultimo, potrebbe rivelare informazioni sensibili sui ThinThread, i giganteschi centri dati dove le informazioni risucchiate da Internet, reti di comunicazioni, sistemi bancari e altro, sono conservate ed analizzate (dove verosimilmente finirà anche questa analisi, magari tradotta speriamo bene) . Il più famoso è quello di Bluffdale, nello Utah, che diverrà operativo ad ottobre p.v., destinato a stoccare yottabytes di informazioni. Ve ne sono altri in Texas e in Colorado, mentre nella sede centrale di Fort Meade è stata avviata l’espansione del centro dati esistente.

E’ mio parere che Snowden potrebbe certificare anche le informazioni relative ai programmi preinstallati su certi prodotti di telefonia cellulare come i noti Black Berry, notoriamente non affidabili per la privacy e, soprattutto, su un sistema/trojan scoperto e denominato dalla Kaspersky come “ottobre rosso”, denunciato a gennaio 2013.

 

Secondo i Ricercatori della citata società la rete Ottobre Rosso è attiva almeno dal 2007 ed ha preso di mira “agenzie diplomatiche e governative, istituti di ricerca, società nel settore dell'energia e del nucleare, obiettivi commerciali e aerospaziali”, colpendole con un malware denominato Rocra, di cui fino a gennaio di quest’anno non si era mai sentito parlare. L'infrastruttura è ancora attiva e si è rivelata piuttosto complessa, con più di 60 domini e punti di hosting in diversi paesi, la maggior parte in USA, Gran Bretagna e Germania,, e una “catena di server proxy per nascondere la posizione del server di controllo del sistema madre”. Quest'ultima resta ancora del tutto sconosciuta.

Quanto al metodo d'infezione, è ancora una volta il phising via posta elettronica. Si manda alla vittima un messaggio confezionato ad hoc con raffinate tecniche di social engineering, e la si induce a cliccare su un file (Word, Excel e PDF) e avviare così l'installazione del trojan Rocra. Questo poi si può collegare ai server di controllo (C2), per scaricare moduli aggiuntivi.

Kaspersky sottolinea come la piattaforma di attacco di Rocra sia particolarmente avanzata e flessibile, capace di “adattarsi rapidamente alle configurazioni dei diversi sistemi e dei gruppi di intelligence delle macchine infette”. C'è persino un “modulo resurrezione”, il cui compito è ripristinare il malware nel caso sia scoperto e rimosso

Le informazioni rubate sono numerose, e tra queste spiccano i dati di Acid Cryptofiler, “usato in organizzazioni come l’Unione Europea, Parlamento Europeo e Commissione Europea per proteggere le informazioni sensibili”. Tra i luoghi colpiti in ogni caso spicca il gran numero di ambasciate, quindi è lecito pensare di trovarsi di fronte a una vasta operazione di spionaggio diplomatico. Dagli indizi Kaspersky non ha ancora individuato almeno l’origine. Fare affermazioni definitive, tuttavia, in questi casi è praticamente impossibile. L’indagine è ancora in corso.

 

Ecco uno dei motivi per cui l’Amministrazione statunitense è vivamente preoccupata, perché potrebbe costringere i partner Alleati a promulgare una nuova strategia per la promozione dei sistemi di cloud computing indipendenti da quelli americani.

 

In ultimo il Legale russo di Snowden  Anatoly Kucherena, ha comunicato che il suo assistito ha ricevuto una decina di proposte importanti di lavoro.

 

 

Case Study: Bradley Manning

   

 

Il caso è connesso con il noto sito wikileaks. Manning ha sostanzialmente consegnato nelle mani del patron del sito Julian Assange un impressionante patrimonio di informazioni classificate relative ai ministeri difesa ed esteri degli Stati Uniti. I dati trafugati comprendono filmati, foto ed atti che comprovano un’anomala attività dei contingenti USA impiegati nella guerra al terrorismo in medio oriente, in particolare Iraq ed Afghanistan. Il volume di dati è stato sapientemente parafato e trasferito su CD-R raffiguranti gruppi musicali pop. Anche in questo caso eviterò di riportare notizie facilmente reperibili sul web per giungere alle presumibili motivazioni.

Manning ha ricevuto dai mass media una particolare attenzione sulla sua giovane vita: genitori alcolizzati, separati e diseducativi, una sorella che potrebbe avergli creato “problemi di approccio sessuale”, frustrato per il suo fisico ( è alto solo 1,57 cm.), studi non completati … sempreché tutto sia comprovabile.

I fatti evidenziano che Manning era così bravo con il PC che già a 10 anni aveva costruito il suo primo sito web (grazie al padre); che negli anni seguenti aveva ricevuto alcuni premi scolastici per le sue capacità informatiche; che a scuola ha sempre avuto buoni voti ed il rispetto dei suoi compagni, tanto da permettersi discorsi e prese di posizione politiche già da giovane adolescente durante il periodo in Gran Bretagna. Si è arruolato nell’esercito con forti motivazioni influenzate dall’11 settembre. Vale la pena rammentare il suo pubblico atto di pentimento seppur, a mio avviso, non così sentito.

E’ verosimile che durante il suo periodo di missione all’estero abbia vissuto fatti che non rappresentavano il suo ideale di soldato (visti alcuni filmati chi non converrebbe), la sua ideologia politica ed il suo senso di vita. Il fatto è che il caso Manning ha letteralmente spaccato la sensibile pubblica opinione statunitense: da una parte traditore dall’altra persino eroe. All’estero, a parte il nostro Paese, Manning è visto come la seconda metà degli americani: un eroe. Resta davvero difficile fornire  un’analisi su questo militare che così tanto scompiglio ha causato per la diplomazia statunitense ed internazionale. Certo è che senza le sue informazioni non si sarebbero mai venuti a sapere così gravi reati compiuti da una esigua minoranza dei militari impiegati nelle operazioni. Giudicarlo non doveva essere stato facile.

 

di Gavino Raoul Piras