Lo spionaggio russo Vs gli Stati Uniti d’America

Creato Martedì, 02 Aprile 2013 22:19
Ultima modifica il Martedì, 02 Aprile 2013 22:22
Pubblicato Martedì, 02 Aprile 2013 22:19
Visite: 4285

In questo terzo capitolo sulla Storia dello Spionaggio e del Controspionaggio, porto alla Vostra attenzione l’analisi su un Caso collocato storicamente ancor più il là negli anni. Ciò non scalfisce affatto il particolare della raffinatezza nel modus operandi. Anzi, ci pone davanti ad un fatto compiuto, storico, persino socialmente destabilizzante in un Paese a cui porto un forte, sentito rispetto: gli USA.

Pertanto, Vi partecipo l’analisi del primo eclatante caso di spionaggio, che ha avuto un così forte, devastante impatto nell’opinione pubblica statunitense tale da apportare marcate decisioni sull’intera Politica Generale degli USA, quasi immutata sino ad oggi.

 

Victor Kravcenkho, il quale aveva fatto parte della Commissione di acquisti sovietica prima di “scegliere la liberta”, ha riassunto in questo modo le istruzioni impartite da Stalin ai suoi funzionari negli USA:

 

Di fronte a quest’atteggiamento, il Presidente Franklin Delano Roosevelt dava prova di un personale concetto dei rapporti di amicizia con l’uomo a capo del Cremlino, dichiarando alle persone della sua cerchia: “Se noi diamo a Stalin tutto quello che possiamo dargli, senza esigere niente in cambio, egli non cercherà di procurarsi qualcosa di più e lavorerà lealmente con noi per la pace e per la democrazia”. Secondo me la lettura del Grande Machiavelli lo ha influenzato: se costruisci torri e fortezze non fai vedere al nemico la tua potenza, ma lo ispiri ad attaccarti. Non facendolo, non lo ispiri e il tuo nemico non ha riferimenti per attaccarti. Al momento non ho il testo a portata di mano, comunque il Grande diceva qualcosa di simile. Non sarò certo io, qui, a dare valenza ad Grande Machiavelli, che si difende benissimo da solo.

Ma, ma, ma … Parimenti, l’Intelligence ha un grande riferimento anche nell’Antico Testamento dove “Nulla è per caso”. Ed un Signor chiunque che sale al potere assoluto, figuriamoci di una potenza come la Russia, credente o non, di certo sa per esperienza che “Nulla è per caso”. Magari, pensando all’ispirazione del Grande Machiavelli, ha un pensiero del tipo: e se le fortezze le costruisco occultandole, magari grazie alla “strategica benevolenza idealista” del mio avversario, ho due possibilità ovvero quella di far buon viso a cattivo giuoco ottenendo il massimo possibile con il minor sforzo. Stalin è certamente un implacabile genocida dittatore, ma è verosimile che fosse un fine lettore del pensiero degli avversari stranieri.

 

Grande politico Roosevelt. Un politico certamente con ideali e pertanto idealista, fiero e convinto servitore della pace.

Ma come si può essere servo della pace se non si può difenderla?

 

 

Torniamo al caso.

Forse il funzionario dell’FBI di New Haven, nel Connecticut, aveva ben accolto nella sua cultura professionale le parole di Roosevelt, il giorno 21 agosto 1945, due settimane prima della fine della guerra, quando una giovane donna si presentò nel suo ufficio per esporre spontaneamente rivelazioni su un’organizzazione di spionaggio operante negli USA”(testuale). Il funzionario del Bureau non si è affatto turbato di quanto rappresentato dalla donna e si accontentò di prendere le sue generalità ed un suo recapito, rappresentandogli che sarebbe stata convocata in seguito, congendandola.

Chissà mai perché la Donna ha scelto proprio quella città? Ho sempre pensato per il nome. Per quel poco che conosco l’inglese e considerato che “Nulla è per caso”, la traduzione del nome di quella città dovrebbe essere …“Nuovo Rifugio”?!

Poiché non richiamata, il successivo 8 ottobre, la medesima Donna si recò negli uffici dell’FBI questa volta di New York per partecipare quanto già detto al Bureau di New Haven. Nella City, la donna non fu nemmeno ascoltata perché “lo specialista del controspionaggio era troppo occupato”. Le verrà fissato un appuntamento dopo più di un mese.

Chissà a cosa pensava la Donna? Forse qualcosa del tipo: o sono io quella che non ha capito nulla d’Intelligence, o questa è davvero la nazione più fortunata del Mondo.

In seguito, si scoprirà che l’occupazione di quest’ultimo agente federale (lo specialista del CS … “Lampu” dicono in Sardegna) era la lotta all’ingerenza di alcuni criminali russi, laddove per criminali intendevano criminalità comune. A questo punto, presumo che Walt Disney avrebbe scritto: “gulp” e poi “gasp”.

 

Per dare una key issues con la Dottrina sul Controspionaggio, apro una breve ma doverosa parentesi.

Questo storico episodio, sempre con contezza di fatti, mi ha posto nelle condizioni di poter asserire che:

 

Pertanto mi ripeto: ho sempre avuto una certa curiosità di saper quale fosse l’allora Protocollo sul Controspionaggio dell’FBI.

 

Cosa ha riferito e verbalizzato la Donna all’FBI? Anche questo: “…. dal 1939, faccio parte di una rete clandestina di spionaggio operante negli USA che ha il compito di raccogliere e trasmettere a Mosca tutte le informazioni sensibili ed in particolare quelle di valore strategico. Sino all’estate del 1945 abbiamo trasmesso una notevole quantità di informazioni strategiche. Sono a conoscenza di questa attività di spionaggio perché sono Io il Corriere del Capo della rete clandestina il cittadino russo Jacob Golos, che è deceduto per cause naturali pochi mesi fa. Il Colonnello Golos, che ha sostituto il Colonnello della Direzione Generale delle Informazioni Militari (il GRU1) Boris Bykov, era anche il direttore della World Tourists, un’agenzia di viaggi, emanazione del partito comunista americano … io ero anche l’amante del Colonnello Golos …”.

 

Impressionante!

Ancor più impressionante fu come è stata accolta l’informazione dall’allora Capo dell’FBI Edgar Hoover, che non era abituato a “sentire certe cose” e forse la donna era un pò mitomane oltre che una sconsolata amante. Però ad Hoover interessava l’esposto della donna perché voleva verificare se gli Agenti dell’allora OSS (ora CIA) avessero commesso qualche imprudenza. Allora Hoover e Donovan (il Capo dell’OSS e fondatore della CIA) erano ai ferri corti ed Edgar Hoover svolgeva manovre per prendere il controllo di tutte le agenzie d’Intelligence degli States.

 

In questo caso, penso che la comunità d’Intelligence USA fu “veramente benedetta” perché così non fu. Qui ripeto per la terza volta: com’era attuato l’allora Protocollo sul Controspionaggio nell’FBI? Non nascondo che ciò mi provoca una severa domanda: ex ante, avevano costituto in Protocollo CS?

 

La donna, quella Donna, era Miss Elizabeth Bentley, un nome che riempi le prime pagine dei giornali e dei telegiornali di mezzo Mondo solo nel 1948!! Solo quando colse l’attenzione del Senatore Repubblicano Joseph MacCarthy, il padre del c.d. pericolo rosso.

La Bentley aveva indicatoal Capo dell’FBI anche nomi di Alti funzionari del Dipartimento di Stato, come Alger Hiss, che aveva accompagnato come “Consigliere” il Presidente Roosevelt al Vertice di Jalta. Non solo, Hiss era anche il Presidente della Fondazione Carnegie ed è stato il Segretario Generale della Conferenza di San Francisco, che aveva stabilito la fondazione dell’ONU!!

Gli States scoprirono, non con poco sgomento (a me sarebbe arrivato un infarto), l’estensione e le capacità di penetrazione di spionaggio sovietico vedendo i primi arresti di scienziati atomici al servizio dell’Intelligence russa. Quel che è peggio e che gli statunitensi scoprirono che erano spiati non durante la guerra fredda o dall’inizio dell’ultimo conflitto mondiale, ma dal 1923 (dicesi millenovecentoventitré) con la prima base di spionaggio russo istituita a New York presso gli uffici della Amtorg Trading Cop., sostanzialmente l’Ufficio della Rappresentanza Commerciale del neonata Unione Sovietica. Questa società si è anche distinta tra il 1947 e 1949 per aver esportato materiale atomico in URSS senza licenza. Il j’accuse del Senatore Repubblicano MacCarthy fu pesantissimo, durissimo, tuonante, rimbombante in una gremito Congresso quando scoprì e collegò che:

La Presidenza statunitense informata dell’accaduto non prese nessuna posizione, nemmeno ufficiosa.

 

Non c’è dubbio, il Presidente Roosevelt era un idealista.

Chissà come sarebbe stato descritto Roosevelt nel tardo ‘800 dal filosofo tedesco Friedrich Nietzsche nel suo “Ecce Homo”. Prima di una critica, sappiate che stimo Roosevelt per diversi motivi, soprattutto, perché ha istituto nel 1942 la Legion of Merit, la più alta onorificenza degli USA concedibile anche agli stranieri. Che attinenza ha quest’ultimo passaggio con l’Intelligence? C’è l’attinenza: “Nulla e per caso”.

 

Grazie alle informazioni consegnate dal Colonnello Oleg Penkovoskij (nato il 1919 e fucilato a Mosca nel 1963, entrato nell’Intelligence militare russa GRU solo nel 1953 per “... era genero ad un Generale …”) al suo contatto a Mosca, l’inglese Winne (arrestato anche lui in Russia dal CS del GRU), si ebbero notizie inerenti l’addestramento degli Agenti info-operativi russi negli States.

 

Questo documento intitolato Lezione di Prikhodko, è stato valutato dalla CIA come di “eccezionale interesse”. Infatti, si trattava delle lezioni del Corso per gli Allievi dell’Accademia Diplomatica del GRU tenute dal Ten. Col. Ivan PRIKHODKO, un veterano di successo dell’Intelligence militare che aveva prestato servizio a New York presso l’ONU. Il corso che ha come oggetto “Tecnica di comunicazione e di manipolazione di fonti negli USA”, dove tutto e minuziosamente analizzato e comprovato.

 

Vale la pena segnalare alcuni passaggi dove spiega che: “… il contatto personale, pur essendo il più pericoloso, è qualche volta indispensabile. Non deve aver luogo in data e in posto fissi, deve essere breve e svolgersi di preferenza in una grande città e di sera, ma non in un quartiere qualsiasi.

Ad esempio, uno dei cinque quartieri di New York, Richmond, è nettamente sconsigliato. E’ lontano dal centro e raggiungibile soltanto per ferry-boat o attraverso un ponte. Bisogna evitare Harlem, un uomo bianco non è al sicuro, e China Town, dove si viene facilmente identificati.

Anche il settore compreso fra la 42^ Strada e la 34^ Strada è sconsigliato: è la parte più frequentata della città, ed anche la più sorvegliata dalla polizia.

Non c’è sicurezza neppure nelle vicinanze degli edifici delle Nazioni Unite, né negli immobili occupati dalle delegazioni dei Paesi socialisti; sono pericolosi anche i dintorni delle banche e delle gioiellerie (è sempre possibile una rapina, che provoca un improvviso afflusso di polizia, un controllo d’identità, ecc.)

I posti raccomandati sono i parchi, i campi e i circoli sportivi, i ristoranti, le spiagge, i motel, ecc.; insomma tutti i luoghi pubblici dove l’Agente può confondersi senza fatica in mezzo alla gente e dove la presenza può essere facilmente giustificata …”.

 

Il corso del Ten. Col. PRIKHODKO tiene nel debito conto le abitudini del Paese: “… Se l’Agente si reca in un bar deve saper fare un’ordinazione perfetta: non deve ordinare “una birra”, ma deve specificare la marca che desidera. I motel sono molto comodi e il proprietario annota il numero di targa dell’auto e identifica il guidatore, ma non il passeggero. Inoltre si può lasciare il motel il mattino presto senza dare sospetto …”. PRIKHODKO continua in tante altre raccomandazioni come: “… quando bisogna contattare le fonti, bisogna attivarsi due o tre ore prima per verificare con sufficiente margine di tempo se si è oggetto di sorveglianza da parte dei servizi avversari, laddove accertato bisognerà valutare se attivare un’antisorveglianza o chiedere supporto operativo per la contro-sorveglianza ...” . L’acuto lettore di questa intelligence community avrà notato la citazione contro-sorveglianza e non quella pertinente all’attivita di Polizia Giudiziaria di Osservazione Controllo e Pedinamento (c.d. O.C.P. vds. pubblici atti processuali), poiché esistono specifici e speciali confini tra le due attività che porterebbero a clamorosi errori in attività d’Intelligence.

 

PRIKHODKO aggiunge casi operativi, ad es.: “… lasciare l’auto a metà strada dell’incontro, prendere la metro e andare dall’altra parte della città, comprare un giornale, prendere un taxi per scendere nelle vicinanze dell’incontro, entrare in un bar e consumare un caffè, fare antisorveglianza, avvicinarsi al luogo dell’incontro tempo prima dell’orario stabilito per entrare in un cinematografo (sempre aperti e di giorno poco frequentati), riuscire e dirigersi sul luogo dell’appuntamento solo dopo aver consolidato una non attività di sorveglianza dei servizi avversari, altresì rinunciare e decidere di convenire ad un secondo appuntamento già precedentemente programmato e concordato con la fonte …”.

Ci sono tanti altri particolari molto precisi sullo stile di vita di alcune città statunitensi, la loro tipologia dei mezzi pubblici, la viabilità stradale, i quotidiani, le radio e le televisioni, le feste locali, ecc. .

 

Il corso di PRIKHODKO curava persino l’aspetto sociale e di psicologia neurolinguistica, come: “… gli americani ignorano le sfumature. Sono persone felici, dotate di un gran senso di umorismo …. La conoscenza del carattere americano aiuterà l’Agente a ben gestire la propria Fonte ….. Gli americani sono come altri popoli, patrioti. Sono fieri delle realizzazioni del loro Paese; onorano i loro eroi nazionali, ammirano i loro monumenti. L’Agente deve stare attento a non urtare il loro sciovinismo e deve ricordare che un suo commento sfavorevole su un presidente popolare come Washington , Linconln o Jefferson può ferire la Fonte. Può chiudersi il rapporto tra Agente e Fonte se l’Agente sottovaluta la cultura statunitense. Il popolo americano, più di altri popoli ha un amore innato per la libertà e per l’indipendenza, detesta la disciplina …... L’Agente non deve mai (mai) apparire o, peggio, palesare una maggiore cultura o conoscenza su una materia dove la Fonte è qualificata o persino esserne un Insegnante. L’Agente deve rispettare questi sentimenti e non esercitare pressioni sulla Fonte. Non deve imporgli i suoi compiti ma dirigere abilmente il suo lavoro e lodare le sue iniziative. Deve evitare intonazioni di voce sbagliata o rispedire al mittente eventuali provocazioni, che potrebbero essere scaturite da una mancata attenzione di quanto verbalmente detto dall’Agente. La Fonte è un bene. …”

Nulla è lasciato al caso.

Questo corso, che è solo una parte dell’addestramento, fa capire quanto già allora poteva essere avanzato il livello di preparazione degli Agenti del SI militare russo. Anche se i Maestri non sono mancati, quanto avrei voluto essere stato un suo allievo. Eccome. Anche se in questo momento questo cognome russo mi ricorda qualcosa … ma non riesco ancora a focalizzarlo. Forse.

 

Termino qui. So bene di averVi tenuto incollati al monitor più del solito, ma l’analisi su questo Caso dovevo parteciparvela, auspicandomi di non avervi annoiato.

 

Ogni critica e sempre ben accolta. Ancora Imparo.

 

Dr. Gavino Raoul Piras

 

Note:

1 sempre attuale e non come erroneamente indicato in un recente e comunque raccomandabile testo: “Manuale d’Intelligence” di Antonella Colonna Vilasi, settembre 2011.