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Gabrielli un ingegnere sui generis

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Nato a Caltanissetta nel 1903, all’etá di sette anni si trasferisce con le famiglia a Torino. Si laurea brillantemente al Politecnico in Ingegneria Industriale Meccanica all’etá di 22 anni. Consegue un dottorato in Germania all’Univerisitá di Aquisgrana e dopo vari impieghi nell’industria aeronautica viene assunto in Fiat, apprezzato da Giovanni Agnelli. Gli aeromobili progettati da lui vengono contraddistinti da una “G”, nel marchio. Nel 1943 é il Fiat G 55 Centauro che viene dichiarato, da una squadra di collaudatori della Luftwaffe, agli ordini del Tenente Colonnello Oberst Petersen, “il miglior caccia dell’asse”, in un telegramma inviato dall’Italia al Maresciallo del Reich Göering. Il velívolo fu dichiarato superiore sia al Bf 109 G-4, sia al Fw 190 A, sia agli italiani Re 2005 e Mc 205. Nel 1970 una nuova creazione di Gabrielli é destinata a stupire, questa volta per le sue capacitá di decollo corto: é nato l’Aeritalia G. 222. Tale velívolo presenta numerose qualitá rispetto alla concorrenza. Tuttavia col tempo gli vengono riscontrati costi operativi pari a ¾ rispetto ad un C 130, che peró trasporta il doppio del carico. Il G. 222 viene sperimentato dalle forze armate americane col nome di Lookhead C 27 A. Nella sua seconda evoluzione, il velivolo viene modificato in maniera tale da utilizzare il piú alto numero possibile di componenti del suo fratello maggiore americano. L’aereo utiliza due dei quattro motori del moderno C 130 J, i rotori esagonali dotati del caratteristico profilo “a scimitarra” l’avionica in comune. In questa versione, ben il 65% dei componenti del mezzo é in comune col C 130 J. Puó trasportare 60 soldati o 46 paracadutisti; si caratterizza per un portellone di coda ampio, che unito al pavimento resistente consente l’imbarco anche di mezzi cingolati; il carrello é ad assetto variabile per facilitare le operazioni di carico. Il successo commerciale del velívolo é enorme, essendo adottato da ben nove paesi. Bulgaria, Ghana, Grecia, Italia,Lituania, Marocco, Messico, Romania, Slovacchia. L’aereo é destinato a costituire il fulcro della línea di trasporto militare di tanti paesi; l’Afghanistan utilizzerá i G222 acquistati usati dagli Usa (originari italiani) col compito di distribuirli al paese asiático. Anche gli Usa hanno ordinato un numero consistente di tali velivoli: 55, con possibilitá di espansione a 78, da distribuirsi all’Aeronautica e all’Esercito. Per fare un paragone, l’Italia ne ha finora acquistati dodici. Tra le versioni del velívolo, non é certo se verrá riproposta la versione Radiomisure (utilizzata col G. 222, ancora in servicio nell’Ami), mentre si discute sulla possibilitá di adottare la versione Pretorian, la cannoniera volante, che potrebbe avere una capacitá operativa migliore dell’A C 130 Spectre, grazie alla dispiegabilitá e all’agilitá del mezzo, che puó effettuare in volo spettacolari tunneau. A seguito della crisi económica, l’amministrazione Obama decide di tagliare l’ordine a 38 esemplari. E’ recentissima la notizia che é toccato ad un ministro italo-americano, Leon Panetta, annunciare il ritiro del Paese dal programma di acquisto dell’aereo italiano. Secondo i piani del Pentagono, le operazioni di trasporto da destinare ai C 27 J possono essere svolte dai C 130 J, peraltro anch’essi in via di riduzione. Ma probabilmente il C 27 é considerato un mezzo che puó creare sovrapposizioni operative anche col V 22 Osprey. E’ ancora in forse la destinazione dei 13 mezzi giá adottati dalle Forze Armate statunitensi. Ultimamente l’Australia sembrava interessata a tali macchine, ma nulla é sicuro per ora. Anche il Canada puó essere un probabile cliente. Sta di fatto che la notizia della cancellazione del programa americano rappresenta un freno per l’industria nazionale; giá con la cancellazione del programma dell’elicottero presidenziale US 101 le azioni della Finmeccanica erano calate. Nonostante l’abbandono di tale programma i vertici italiani non arretrano dagli impegni presi col programma JSF (F 35). Ora l’unico mezzo italiano da valutarsi oltre oceano rimane l’Iveco SuperAV, a seguito della cancellazione del programma americano Expeditionary Fighting Vehicle, che presentava una serie di inconvenienti operativi.

 

 

di Antonio Frate