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Caccia nel Mondo (prima parte)

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F 22 ed F 35. E’ stata ufficialmente chiusa la linea di montaggio degli F 22. Ora in USA le linee di montaggio di aerei da combattimento rimangono in quattro. L’ultimo F-22 Raptor, il 187°, con matricola di coda 4195, è uscito dallo stabilimento Lockheed Martin di Marietta in Georgia. Termina così la produzione del caccia che avrebbe dovuto sostituire gli F 15 Eagle. Il Raptor ha volato per la prima volta nel 1997; dopo soli 15 anni di produzione è giunto il taglio definitivo al programma, a causa sia del prezzo (è il caccia più costoso del mondo), sia per i costi di gestione. Inizialmente l’ordine era stato di 381 esemplari. Due modelli sono andati perduti in incidenti e tre sono stati i blocchi dei voli dell’intera flotta per problemi al sistema d’eiezione e dell’ossigenazione dei piloti. Il Congresso USA ha proibito l’esportazione del velivolo, anche a paesi fidati come Giappone o Israele, dichiarando insostenibile il programma. La Lockheed Martin e l’USAF hanno cercato di conservare il sostegno del Congresso: la produzione ha riguardato 46 stati e 1100 sub-fornitori, parte dei costi sono stati spostati sugli aggiornamenti piuttosto che sullo sviluppo. Il risultato è che nel 2011 il budget approvato era di 1.3 miliardi di dollari solo per il primo aggiornamento. Le attenzioni, e i fondi, si sono quindi concentrati sul programma JSF, modello che sarà il principale velivolo dell’USAF e anche di molti dei suoi alleati.

 

Riguardo a tale esemplare giunge una rosea notizia, diffusa da alcune agenzie di stampa: le Japanese Air Self-Defence Forces hanno optato per tale velivolo, in luogo del principale concorrente, l’Eurofighter. La decisione, molto politicizzata, (cooperazione militare tra USA e Giappone), da uno slancio al programma che sta incontrando continue difficoltà tecniche e di finanziamento. I 42 F-35, a decollo convenzionale, sostituiranno, al prezzo di 4 miliardi di dollari, gli F-4 Phantom, e affiancati in futuro (forse) da un caccia indigeno della Mitsubishi. Dubbi sono stati sollevati, dagli analisti, sulla decisione di scegliere un caccia più finalizzato all’attacco al suolo (per le doti stealth) che all’intercettazione (l’EFA a un prezzo forse minore avrebbe potuto essere all’altezza della situazione): il ruolo del nuovo caccia giapponese sarà quello di contenere la vicina Cina. Compensa però la possibilità di mantenere l’inter-operabilità e la vicinanza con le forze USA, da 60 anni sull’arcipelago, dall’altra l’appetibilità dell’offerta Lockheed Martin. La FACO (linea di assemblaggio finale), la produzione, l’integrazione e riparazione di numerosi componenti sarà in Giappone o affidate ad aziende nipponiche. Anche la Pratt & Whitney, che procura il motore F135, avrà una linea di assemblaggio indigena.

 

RAFALE. Il ministro della Difesa francese Gerard Longuet ha annunciato e subito smentito la fine della produzione del Rafale in poche ore. In un’intervista radiofonica Longuet prevedeva la fine della produzione dopo i 180 esemplari ordinati dall’Armée de l’Air "qualora il caccia nazionale non ottenga commesse all’estero". Nel pomeriggio dello stesso giorno smentiva: con un comunicato ufficiale “La produzione per l’Armée de l’Air non terminerà prima del 2030”.

 

Il Rafale è il meno diffuso dei tre caccia europei di quarta generazione dietro il quadrinazionale Eurofighter Thypoon, che ha già mietuto 300 consegne, e ordini per totali 471, con la tranche 3B in fase di sviluppo) e lo svedese Saab Gripen (con 264 tra consegne e ordini, più i 22 per la Svizzera).

 

Costruito da Dassault, in totale assenza di partner, con 180 ordini compresi 31 in versione navale, il Rafale è un simbolo della necessità di preventive alleanze, al giorno d’oggi, per programmi così impegnativi. Ad alleggerire la situazione potrebbe contribuire l’eventuale vittoria in India, dove è in gara contro l’Eurofighter, (interessata a dotarsi di portaerei, su cui non può operare il caccia del consorzio) o in Brasile, il cui programma appare però in bilico. Recentemente lo sceicco Mohamed bin Zayed, vice comandante delle forze armate degli Emirati Arabi Uniti, aveva definito l’offerta di Dassault “non competitiva e non funzionale”. In gara ci sono anche l’Eurofighter e i Boeing F-15 Strike Eagle e F/A-18E/F Super Hornet; una soluzione possibile potrebbe essere quella di acquistare altri F-16E/F BLOCK 60.

 

 

 

 

di Antonio Frate