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Connection Mafia & Intelligence USA

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Da documenti oggi declassificati, sappiamo che nel 1942 il Presidente USA Franklin D. Roosevelt chiese aiuto al boss Lucky Luciano, il quale dal carcere, garantì protezione dall’infiltrazione di agenti nazisti, fascisti, falangisti e giapponesi.

 

 

Il 2 febbraio 1942, in piena seconda guerra mondiale, il transatlantico francese Normandie,[1] la più grande nave del mondo, s’ incendia e si capovolge nel porto di New York. Per l’ Fbi, la polizia federale, e per l’ Oni, l’ Office of naval intelligence, è opera di agenti segreti nazisti, fascisti e falangisti nascosti nella Grande mela, o di incursori degli U boats tedeschi arrivati lì in quelle acque. Nei due mesi successivi al bombardamento giapponese di Pearl Harbour del 7 dicembre 1941, il nemico aveva già affondato 48 mercantili americani nell’ Atlantico. La catastrofe della nave Normandie confermava che era urgente difendere i quasi mille km del fronte del porto dagli attentatori e dai sabotatori. Da esso passa ben un quarto dei commerci degli Stati uniti e partono centinaia di migliaia di soldati e tonnellate di armamenti, e a esso approdano masse di rifugiati anonimi e celebrità come Marc Chagall e Salvator Dalí. Se il porto veniva bloccato, si sarebbe rischiato di perdere la guerra. Un’ inchiesta successiva stabilirà - ma sarà vero? - che l’ incendio della Normandie fu accidentale. Ma non cambierà l’ ordine dato nel frattempo dal presidente Franklin Delano Roosevelt di proteggere con ogni mezzo il fronte del porto. Come, lo svelerà un rapporto segreto dell’ FBI, oggi declassificato.

 

«La Procura di New York e il DIO o “District intelligence organization” della marina» scrive l’ FBI «hanno preso contatto con la mafia che controlla il traffico portuale e il sindacato». Il loro tramite è Meyer Lansky, il gangster ebreo, socio e amico di Charles «Lucky» Luciano, il capo dei capi. Dal 1936, L.L., com’ è anche chiamato, sconta in un carcere di massima sicurezza dai 30 ai 50 anni per sfruttamento della prostituzione. Ma è disposto ad adoperarsi per l’ America. E ordina a uno dei suoi fidi, Albert Anastasia, di vietare scioperi, di inserire ufficiali di marina tra i portuali, e di fare presidiare il porto dai mafiosi. Di questa straordinaria collaborazione tra Roosevelt, i servizi segreti americani e il governatore dello stato di New York, Thomas Dewey, da un lato (Dewey è l’ ex procuratore speciale che ha incastrato «Lucky» Luciano) e cosa nostra dall’ altro, parla Richard Goldstein, un giornalista del “New York Times”, in un nuovo libro intitolato “Helluva town, The history of New York City during World War II” pubblicato nell’ aprile 2010. Il titolo del libro viene da un musical di Leonard Bernstein, “On the town”, del dicembre 1944, che racconta delle 24 ore trascorse da tre marinai nella Grande mela. Il libro è un affresco della vita in una New York tenuta oscurata a causa della guerra, dove 60 mila volontari sorvegliano il mare e il cielo per dare l’ allarme in caso di attacchi. Ma rende chiaro che se il porto di New York, «il bersaglio numero uno» dei nazisti, esce indenne dal conflitto, il merito viene attribuito in gran parte alla mafia. Che «Lucky» Luciano avesse collaborato con Roosevelt e il Pentagono era noto. Goldstein aggiunge tuttavia che cosa nostra partecipò alla difesa anche degli altri principali porti dell’ Atlantico e del Pacifico, alla cattura di agenti della Abwehr, il potente spionaggio militare nazista, e al repulisti dei fascisti e dei comunisti dai sindacati. E che garantì la sicurezza portuale a New York, mentre altrove in città scoppiavano gravi disordini, dagli scontri razziali di Harlem nel 1943 alle pericolose manovre eversive della Milizia cristiana, una delle progenitrici di quelle attuali, alle battaglie tra l’ “American German Bund”, un’ associazione schierata con Hitler, e i giovani ebrei americani. Pochi newyorchesi ebbero sentore della «Operation under world» come l’ OSS, “l’ Office of strategic services”, che svolse una funzione chiave in Italia, e da cui sarebbe poi nata la CIA, battezzò la mobilitazione della mafia. Il successo della operazione, condotta dalle autorità indusse lo stesso OSS a servirsi di «Lucky» Luciano per lo sbarco del 1943 in Sicilia, la sua terra natale, sempre con il consenso di Roosevelt. Il capo dei capi, trasferito in un più comodo carcere, si rivolse all’ omologo siciliano Calogero Vizzini per l’ intelligence e la logistica. Casse di armi, munizioni, medicinali e viveri con la scritta cubitale «L. L.» vennero paracadutate in Sicilia, informazioni e guide vennero fornite al Pentagono. Più tardi, la liberazione dell’ isola fruttò a Vizzini il grado di colonnello onorario dell’ esercito Usa e a «Lucky» Luciano l’ estradizione. In una lettera del 1946 a Thomas Dewey, il tenente Charles Haffenden, un agente segreto della marina, ne caldeggiò la causa: «Gli dobbiamo molto, ci ha permesso di cogliere il nemico di sorpresa». Sebbene libero, il gangster lasciò malvolentieri gli Stati Uniti. Lucky Luciano morirà ufficialmente d’ infarto, all’ aeroporto a Napoli nel 1962, all’ età di 65 anni, mentre sta partendo per l’ America, e verrà poi sepolto a New York, come aveva chiesto quand’era ancora in vita.

 

 

di Gabriele Zaffiri

 

 

Fonte: “Corriere della Sera.it” del 26 agosto 2010

 

 

 

NOTE

 

 

1) Nave Normandie

 

Il Normandie doveva essere il più veloce transatlantico sulla rotta transatlantica per competere con la inglese “Queen Mary”, e doveva distinguersi per la sua lunghezza che per la prima volta superava i 300 metri.

Nel 1942 fu requisito dalla marina americana per essere convertito in nave trasporto truppe, [rinominato come USS Lafayette (AP-53)] con una capacità di trasportare oltre 10.000 soldati. Durante i lavori nel porto di New York, si sviluppò un incendio e il transatlantico si capovolse sotto il peso dell'acqua versata dai pompieri. Recuperato fu comunque disarmato nel 1946.

La situazione internazionale ne sconsigliò il rientro a Le Havre, specialmente dopo la resa della Francia alla Germania nel giugno del 1940. La nave rimase in banchina per due anni fino a quando i giapponesi non bombardarono Pearl Harbour il 7 dicembre del 1941. Quattro giorni dopo venne posta sotto sequestro dal Governo degli Stati Uniti d'America che ne decise la trasformazione in unità per il trasporto truppe verso l'Europa. I lavori iniziarono immediatamente, a cominciare dalla riverniciatura in grigio dello scafo e, in memoria dell'antica alleanza con i francesi, venne ribattezzata U.S. Lafayette.

I tempi stringevano, il lavoro procedeva febbrile e, forse, non con la cura e l'attenzione necessaria tanto che, il 9 febbraio, le scintille provocate dalla fiamma ossidrica di una saldatrice finirono su una pila di giubbini di salvataggio fabbricati in kapok, un materiale altamente infiammabile. Le fiamme divamparono in un attimo. Il sistema anticendio, pur efficientissimo, era stato scollegato a causa dei lavori e le manichette delle autopompe newyorchesi non erano compatibili con gli attacchi della nave francese. Fu l'inferno.

I battelli antincendio fecero del loro meglio ma fu tutto inutile, se non dannoso. Il loro intervento riempì i ponti di così tanta acqua che la nave si destabilizzò. In piena notte, alle 2.45, l'ex Normandie si girò su un fianco, rifiutandosi per sempre di diventare uno strumento di guerra. Il conflitto mondiale era entrato nel suo periodo più intenso e non c'era nè il tempo, nè la volontà, di rimuovere il transatlantico da quella, ingloriosa, posizione. Quella visione, entrata paradossalmente nel panorama quotidiano della città, colpì l'occhio del regista Alfred Hitchcock che la inserì in un suo film del 1942, I Sabotatori (Saboteur) che, tra l'altro, si chiude con un drammatico confronto sulla Statua della Libertà.

 

 

 

Scheda Tecnica

Costruttore: Cantieri dell Atlantico

Luogo di Costruzione: St. Nazaire Francia

Anno di Costruzione: 1930-1935

Varo: 29 ottobre 1932

Armatore: Compagnie Générale Transatlantique

Viaggio Nubile: 29 maggio 1935 Le Havre - New York

Nastro Azzurro: Conquistato nel 1935 e nel 1937

Stazza lorda: 83'423 tonn.

Lunghezza: 313.75 m

Larghezza: 36.40 m

Immersione: m

Velocità: 31 Nodi

 

 

Sistemazioni Interne

848 passeggeri in prima classe

665 passeggeri in classe turistica

800 passeggeri in terza classe

2213 Posti Totali

 

Equipaggio: 1345