Operazione Terzo Fronte

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Creato Mercoledì, 05 Gennaio 2011 11:55
Ultima modifica il Giovedì, 08 Novembre 2012 11:13
Pubblicato Mercoledì, 05 Gennaio 2011 11:55
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Nel settembre del 1939, allo scoppio delle ostilità in Europa, la "Divisione Affari Riservati" (DAR) del Ministro degli Interni (dalla quale dipendeva L'OVRA, diretta da Bocchini) inventava di sana pianta una organizzazione antifascista finta che era in realtà pilotata dai servizi segreti italiani, il cui probabile  nemico da rendere fessi era niente meno che l'Inghilterra.

L'ideatore era Luca Osteria, dirigente di una sezione speciale del DAR denominata "Ufficio Missioni  Estere", ligure, noto come "dottor Ugo", voleva creare un falso movimento di resistenza, chiamato “Terzo Fronte” e i cui affiliati erano chiamati "tigrotti", da mettere in collegamento con gli agenti inglesi in Svizzera. Il fine ultimo doveva essere quello di anticipare una eventuale analoga mossa  degli inglesi. L'Ufficio Missioni Estere era nato nel 1929, composto da pochi elementi fissi e da molti collaboratori esterni, dipendeva amministrativamente dalla Presidenza del Consiglio e tecnicamente dal DAR. Fu proprio tale ufficio che riuscì ad infiltrare uno dei suoi nel Centro estero del PCI e a far credere di aver creato una rete di cospiratori falsi i cui membri erano ritenuti autentici comunisti.

Dal 1927 al 1943 si succederanno alla guida del DAR Michelangelo di Stefano e Guido Leto e proprio costoro inoltreranno tale piano alle supreme autorità politico e militari italiane.

Così per circa un anno “Terzo Fronte” agì come semplice organizzazione politica antifascista, per potersi creare un solido prestigio con gli inglesi, riuscendo così bene che persino degli antifascisti italiani emigrati, come Ignazio Silone, diedero la loro adesione a tale organizzazione, del tutto ignari di aver aderito nientedimeno che all'OVRA.

Il braccio armato di “Terzo Fronte”, chiamato i tigrotti, cominciarono a mandare, per il canale svizzero, alcune informazioni sapientemente elaborate, ovvero notizie verosimili ma false che potessero in qualche modo convincere gli inglesi. Così che tutte le segnalazioni relativi a incidenti, guasti e interruzioni alla produzione bellica, venivano selezionate dall'Ufficio Missioni Estere e quelle che potevano passare come “sabotaggi” venivano comunicate agli inglesi.

Esempi eclatanti furono: 1) incendio ad una fabbrica per la produzione bellica, tecnicamente venivano  fatte passare per atti di sabotaggio; 2) deragliamenti di treni, fatti anch'essi passare per atti di sabotaggio; 3) gli inglesi mandarono così ben 2.500 kg di esplosivi ai tigrotti; 4) nel Gargano, nel tratto della costa adriatica tra le cittadine pugliesi di Peschici e Vieste, un sommergibile inglese scaricò, nella notte del 14 giugno 1943, alcuni contenitori destinati a "Terzo Fronte", pieni di esplosivo plastico e altri ordigni per compiere azioni di sabotaggio.

In conclusione possiamo affermare che lo scopo con cui fu organizzato tutta l'operazione "Terzo  Fronte" era stato conseguito: quello di evitare che li inglesi organizzassero una propria rete di spie e di aver dato agli inglesi informazioni manipolate, cioè false ma abbastanza credibili. A fine conflitto, gli inglesi, controllata la relazione di Osteria, ebbero conferma della lunga beffa subita, digerirono male il rospo, ma alla fine conclusero che Osteria era un tipo che ci sapeva veramente fare.

Addirittura, sei anni dopo la fine della guerra, nel 1951, gli proposero, ricevendone risposta negativa, di collaborare con l'Intelligence Service di Sua Maestà Britannica.

 

 

 

 

 

ARTURO BOCCHINI

 

 

Fedele sostenitore del regime fascista, gentiluomo meridionale, burocrate compito, bassotto, corpulento, profumato e vestito alla moda, amante dei ristoranti di lusso e tombeur de femmes, Arturo Bocchini si era messo al servizio di Mussolini subito dopo la marcia su Roma a cui aveva solo assistito.

Promosso così Prefetto e assegnato a vari sede delicate, diventava capo della Polizia nel 1926, dopo il siluramento di De Bono, prima, e di Crispo Moncada, dopo. Aveva tre compiti da assolvere: sconfiggere il sovversivismo bolscevico, mantenere l'ordine pubblico e sconfiggere la mafia. Quest'ultimo compito venne assegnato, in seguito, al famoso prefetto di ferro, Cesare Mori. Così Bocchini si era concentrato sugli altri due compiti, ottenendo dal duce: carta bianca per riorganizzare la Polizia, una speciale legislazione per una “maggiore tutela dell'ordine pubblico”, e una cifra astronomica per pagare i delatori.

L'apogeo si raggiunse nel 1927 con la creazione a Milano del primo “ispettorato speciale”, da cui, 3 anni dopo, sarebbe nata la famosa polizia politica segreta detta "OVRA" (Opera Vigilanza Repres-sione Antifascismo).

Fino ad arrivare a novembre del 1940, ovvero 5 mesi dopo l'entrata in guerra dell'Italia, allorquando Bocchini, colpito da emorragia cerebrale, sarebbe morto dopo una penosa agonia.

 

 

 

di Gabriele Zaffiri