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Italo Balbo - Il pioniere del volo in formazione

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Il ventennio intercorrente tra i due conflitti mondiali è stato senza ombra di dubbio quello che ha visto realizzare le imprese più  temerarie, avventurose e affascinanti della storia dell’aviazione. Nuove grandi conquiste aviatorie si susseguivano in un crescendo entusiastico di folle che incoronavano i temerari che osavano sfidare i limiti dell’ignoto; alcuni lo facevano per soldi, altri per la fama altri per sfidare se stessi, ma un filo invisibile legava tutti questi uomini: la passione per il volo.

Fino al 1928 però nessuno aveva pensato di compiere una trasvolata di massa; le imprese più famose da Bleriot a Lindebergh passando per Alcock e Brown erano avvenute in solitaria.

“Penso che oggi si debbano cercare obiettivi nuovi per la gara dell’ardimento, della volontà e della perizia dei nostri volatori, non tanto in raid individuali ma in crociere collettive di più squadriglie destinate a volare insieme, per arricchire il nostro personale navigante non soltanto di esperienze preziose di cielo, di clima e di paesi lontani, ma di una pratica necessaria per il volo di massa”

Con queste parole pronunciate il 23 marzo del 1928 alla camera dei deputati fascista, Italo Balbo diede il là alla organizzazione delle famose trasvolate atlantiche che

tanto lustro diedero a lui ed all’aviazione italiana.

Nato a Ferrara nel 1896, Balbo si segnalò come deciso interventista e in seguito protagonista sul campo di battaglia dove le sue gesta gli valsero tre medaglie al valore (due d’argento) e la promozione a capitano durante il primo conflitto mondiale.

Quadrunviro nella marcia su Roma, venne insignito di alte cariche da Benito Mussolini, tra le quali quella ,nel 1926,di sottosegretario di stato per l’Aeronautica.

Le trasvolate di Francesco De Pinedo ( Sesto Calende –Melbourne-Tokyo_Roma del 1925 e Italia-Americhe andata e ritorno, questa in compagnia di Carlo Del Prete nel 1927) avevano dato lustro nel mondo alla Regia Aeronautica, inducendo Mussolini e Balbo ad affidare allo stesso De Pinedo, l’organizzazione di due altre trasvolate che avessero come prerogativa l’utilizzo di molteplici velivoli contemporaneamente.

La prima trasvolata si svolse dal 24 maggio al 2 giugno del 1928 con 61 idrovolanti di vario tipo per un percorso di 2084 km sul Mediterraneo occidentale; uno degli idrovolanti era pilotato dallo stesso Balbo.

La seconda trasvolata ebbe luogo tra il 5 ed il 19 giugno del 1929 quando 35 idrovolanti quasi tutti SIAI 55 trasvolarono il Mediterraneo orientale.

Queste crociere aprirono la strada a ben più importanti imprese che Balbo aveva in mente.

L’obiettivo questa volta era l’Atlantico, ed i vantaggi in termini industriali e militari si prefiguravano palesi.

Il 17dicembre del 1930 dopo minuziosi preparativi, partivano dall’idroscalo di Orbetello 14 idrovolanti SIAI 55 TA (TA come traversata atlantica che presentavano diverse modifiche rispetto ai SIAI s55).

In sette tappe e 61 ore e mezzo di volo totale 11 dei 14 velivoli raggiunsero Rio De Janeiro dove gli equipaggi capitanati da Balbo furono trionfalmente accolti dal presidente Getulio Vargas e da una folla immensa.

Mussolini e Vittorio Emanuele III mandarono telegrammi di congratulazioni e D’Annunzio telegrafò:

“Miei vittoriosi compagni, voi comprendete anche la tristezza dell’uomo ancor valido e ancor temerario costretto a dire: E IO NON C’ERO! Taglio e incurvo tutti i lauri del Vittoriale che sembrano lustri e salsi di luna oceanica”

 

 

Adesso i tempi erano maturi per l’impresa delle imprese: obiettivo New York.

Il 1 luglio del 1933 25 SIAI 55X ancora al comando di Balbo partivano da Orbetello.

Gli equipaggi avevano affrontato un meticoloso addestramento basato sulla navigazione strumentale,la radiofonia in inglese la fisica e l’aerologia; sei baleniere, due sommergibili, due vedette ed uno yacht dell’aeronautica furono dislocati lungo il percorso sul tratto atlantico dove le otto squadriglie di tre aerei ognuna (uno era andato distrutto in fase di atterraggio ad Amsterdam, prima tappa della trasvolata)atterrarono in perfetto orario a Cartwright per poi proseguire verso Chicago raggiunta in due scali il 15 luglio e dove non mancò di far pervenire le proprie congratulazioni Franklin Roosvelt. La settima strada fu ribattezzata “GeneralBalboAvenue”.

Il 19 luglio la formazione raggiungeva New York ed il 20 Balbo ed alcuni membri degli equipaggi erano a colazione a Washington, alla Casa Bianca.

Il 21 luglio tutti gli equipaggi furono onorati della sfilata sulla Broadway a New York

ed al ritorno ad Ostia, Mussolini abbracciò Balbo nominandolo Maresciallo dell’Aria.

Ma l’ombra del conflitto stava pian piano oscurando il cielo dell’Europa; Balbo che fu mandato in Libia nel 1934 con la carica di Governatore, vedeva con sempre maggior preoccupazione l’evolversi della situazione politica. Ciano annotò sul suo diario

“Vedo a lungo Balbo in serata, si prepara a tornare in Libia, deciso a fare del suo meglio ma non crede che si tratti di una guerra facile e rapida…non ritira nemmeno una delle sue riserve sulla politica dell’asse. Balbo non discute i tedeschi: li odia”

Il 28 giugno del 1940 mentre rientrava a Tobruk da una missione il Suo SM79 fu abbattuto per errore dalla contraerea amica.

Per anni si è discusso di questo incidente analizzandolo a fondo; vista la sempre crescente fama ed i contrasti politici con il regime, qualcuno ritiene ancora che l’abbattimento fu premeditatamente ordinato e non un tragico errore.

Il giorno dopo la sua morte, ancora Ciano annotava

“Balbo non meritava questa fine, aveva più impeto che ingegno, più vivacità che acume, ma era un uomo dabbene.

Non aveva voluto la guerra e l’aveva osteggiata sino all’ultimo ma una volta decisa aveva parlato con me un linguaggio da soldato fedele. Era soprattutto un italiano, con i grandi difetti e con le grandi qualità della nostra razza” ..

Un bellissimo documentario sull'impresa dal titolo “gli atlantici” fu realizzato dal LUCE nel 1933 ed e' disponibile oggi in versione restaurata.

 

di Umberto Zezza