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Mafia & Intelligence Usa in Sicilia [2ª parte]

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Tra il 1943 e il 1945 la Mafia coopera con gli Usa

Secondo documenti declassificati di recente negli Stati Uniti, aggiungiamo un altro importante tassello a un argomento poco trattato nella storiografia ufficiale: la collaborazione non presunta ma effettiva che ci fu tra la Mafia e i servizi segreti anglo-americani prima, durante e dopo lo sbarco degli Alleati in Sicilia.

Il controspionaggio statunitense, come già visto nel passato articolo “Operazione Lucky Luciano” del 22 maggio 2007, ricorse inizialmente ai servigi della Mafia, con la mediazione di Salvatore Lucania (conosciuto come Lucky Luciano) e dei fratelli Camardos e Frank Costello, per smantellare la rete di spie naziste che operavano nei porti della costa orientale statunitense.

Da cosa nacque cosa, come si suol dire. Infatti, dopo l’abrogazione dei decreti del prefetto Mori, dal 1942 parecchi mafiosi o ritenuti tali rientravano in Sicilia e iniziavano ad arruolare persone nelle loro organizzazioni che stavano mettendo in piedi clandestinamente. Tanto che a Castelvetrano cominciò ben presto a funzionare un’emittente clandestina; e un’altra venne messa in piedi in un appartamento nel mezzo del centro di Palermo. Così, anche tramite locali pescatori arruolati tra le loro file, iniziarono lo spionaggio a favore degli anglo-americani, fornendo notizie sulle infrastrutture militari presenti in Sicilia, la dislocazione e la consistenza dei militari dell’Asse presenti sull’isola.

Sempre dal 1942 erano già presenti sull’isola: il colonnello Charles Poletti, futuro governatore militare, ospitato presso l’Abbazia di Monreale, da dove, vestito da frate, e con uno staff tutto mafioso, aiuterà e dirigerà per radio le truppe da sbarco americane; il colonnello britannico Hancock, arrivato in Sicilia nell’aprile del 1943, e ospitato presso Gela in casa del futuro onorevole democristiano Arturo Verderame, oltre ad un buon numero di agenti segreti anglo-americani. Per gli americani era già operativa una apposita squadra, la “Target Section” del “Naval Intelligence Service” a cui apparteneva William Donovan, colui che aveva convinto Lucky Luciano ad appoggiare gli anglo-americani nell’invasione della Sicilia. Per gli inglesi iniziava ad essere operativa un reparto speciale che provvederà a sminare parte del litorale tra Gela e Licata con l’aiuto di uomini in odore di Mafia.

Poi, dopo l’invasione, molti capi mafia ottennero cariche amministrative importanti; per esempio, don Calogero Vizzini ottenne la carica di Sindaco della cittadina siciliana di Villalba e nella cerimonia del suo insediamento fu salutato con grida di “Viva la mafia!”. Addirittura un altro capo dei capi, tale don Vito Genovese, diventò il “braccio destro” e aiutante del governatore Poletti; mentre altri mafiosi diventavano interpreti o uomini di fiducia. In pratica la mafia, con questo atteggiamento americano, si riorganizzò, riacquistando l’antico potere e l’indiscussa influenza.

 

 

di Gabriele Zaffiri