Storia militare
1925, Campobasso e l'inedita palestra portatile Magnini
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- Creato Domenica, 29 Marzo 2020 09:42
- Ultima modifica il Domenica, 29 Marzo 2020 09:42
- Pubblicato Domenica, 29 Marzo 2020 09:42
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Nel 1931 il Comando Generale della M. V. S. N. (Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale) - Ispettorato Generale Premilitari, pubblicava un libretto, da diramarsi su tutto il territorio nazionale, circa le Norme per l’impiego della Palestra Portatile “Magnini” in dotazione ai corsi premilitari. Tramite questa pubblicazione di carattere divulgativo e dimostrativo, comprensivo delle norme per il più pratico impiego della Palestra “Magnini”, nonché delle figure tendenti a ottenere il più razionale impiego di essa, il sopracitato Comando Generale, intese dare a tutti gli Istruttori e Sottoistruttori della Premilitare la possibilità di usare convenientemente il materiale a loro disposizione. L’opuscolo, inerente l’utilizzo della Palestra Portatile “Magnini”, venne diramato in tutte le sedi della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale esistenti in Italia, affinché il suo utilizzo diventasse il prioritario mezzo per l’allenamento dei Premilitari, alla buona preparazione dei quali, dovevano essere rivolte le cure e gli sforzi di tutti i Direttori e gli Istruttori. Ma qual’é il filo rosso che unisce indissolubilmente la Palestra Portatile e il suo inventore, Cap. Magno Magnini, con la Caserma “Gen. Gabriele Pepe” di Campobasso? Per scoprirlo bisogna necessariamente seguire le vicende militaresche della “Brigata Arezzo”, riavvolgendo il nastro della “Storia” al termine del primo conflitto mondiale, allorquando, essendo stati entrambi i suoi reggimenti insigniti della massima ricompensa al valor militare, la “Brigata Arezzo” non venne soppressa, e così il 5 luglio del 1921 (fino al 1926), il 226° reggimento dalla sede di Brescia fu trasferito a quella di Campobasso, finalmente, dal compimento del processo unitario, la città di Campobasso e la sua Caserma “Gen. Gabriele Pepe”, tra gli edifici militari più belli e funzionali di tutte le province meridionali, divennero sede di un reggimento del Regio Esercito. Reggimento di assegnazione anche del neopromosso Capitano Magno Magnini il quale, per la promozione al grado superiore, venne trasferito in data 23 ottobre 1921 nella sede di Campobasso. Nato a Pistoia l’11 novembre 1889, il giovane Magno si arruola il 15 novembre 1907, all’età di 18 anni, come volontario nel Rgt. Cavalleggieri di Lucca (16°), dando inizio a una vita militare che si rivelerà, negli anni, molto vivace e a dir poco non comune, con le sue continue progressioni di carriera e la partecipazione ai diversi conflitti bellici: Prima Guerra Mondiale (con prigionia in Austria), Africa Orientale Italiana, Seconda Guerra Mondiale (e internamento in Germania). Lungo il percorso di questa dinamica vita, il Tenente Magnini, nel corso del 1921, accompagnato dalla moglie, la Sig.ra Rosa Bianchini, e dal figlio Antonio, si trasferisce in Molise. Fu proprio durante la permanenza molisana, in cui verrà alla luce la secondogenita Maria, che il nostro Uff.le di Fanteria, all’interno della Caserma “G. Pepe” e lungo le polverose strade di Campobasso, ideò, elaborò e sperimentò la sua “invenzione”, una palestra portatile. Un “sistema”, che il Cap. Magno Magnini non solo certificò con relativo brevetto, ma che documentò anche graficamente nel 1925, con la pubblicazione di una Guida della Palestra Portatile. La Palestra Portatile era composta da un numero di travicelli di legno, di eguale spessore e di diversa lunghezza, di costo limitatissimo, e che rispondevano in maniera funzionale alla composizione di diversi tipi di ostacoli, atti a soddisfare molti esercizi della ginnastica regolamentare del periodo. Una delle qualità maggiormente apprezzate di detta Palestra, era quella di poter eseguire, grazie alla sua estrema maneggiabilità e immediata operatività, la ginnastica in ogni luogo, anche in quei piccoli distaccamenti militari, o piazze di piccoli paesi, dove non era possibile trovare l’immediata disponibilità di campi sportivi. Così, scriveva il Cap. Magnini sulla sua Guida «E’ evidente l’utilità della Palestra Portatile, sia nell’educazione delle reclute, sia nella preparazione fisica della massa».
di Antonio Salvatore
Fosse Ardeatine: Calvisi, onorare la memoria
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- Creato Martedì, 24 Marzo 2020 13:14
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La ginnastica militare tra passato e presente (seconda parte)
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A seguito della Legge Casati (Regio Decreto 13 novembre 1859, n. 3725 del Regno di Sardegna, entrato in vigore nel 1861 e successivamente esteso, con l’unificazione, a tutta l’Italia), vennero introdotti negli istituti secondari maschili gli esercizi militari come: marce ed evoluzioni; esercizi di corsa; salto in lungo e in alto; a corpo libero e agli attrezzi; agli allievi delle classi maggiori era impartita anche un’istruzione militare, propedeutica all’uso delle armi. Tali esercizi e istruzioni erano impartite da docenti appositamente formati e talora provenienti dall’Esercito. Negli anni successivi l’attenzione alle condizioni fisiche e alle capacità militari della nazione si era imposta come una necessità inderogabile nel momento in cui, conseguita l’unità politica, si delineò sulla scena internazionale un contesto fortemente competitivo in cui l’Italia rischiava di non trovare un adeguato posizionamento. La scuola e l’esercito, che erano le due istituzioni privilegiate attraverso cui far transitare i principi ispiratori della nuova politica nazionale, rivestirono dunque in questo passaggio storico un ruolo fondamentale. Per le ragioni appena descritte, divenne di particolare importanza quindi, l’insegnamento della ginnastica, divenuta educativa e obbligatoria, in grado di garantire e di accrescere non solo la capacità muscolare degli individui, ma il loro temperamento, la loro moralità e la loro fede negli ideali della Patria. La definitiva consacrazione del positivismo militaresco e razionale si ebbe nel 1909 con la Legge Rava-Daneo (Legge n. 805 del 26 dicembre 1909), in cui erano contenute le disposizioni che riconfermavano l’insegnamento dell’educazione fisica, tra cui: mezz’ora al giorno nella scuola primaria e, per complessive tre ore, nella scuola media; l’obbligatorietà alla frequenza di corsi magistrali di educazione fisica per quei docenti che aspiravano all’insegnamento nelle scuole medie. Oramai la ginnastica era considerata uno dei più importanti tasselli per la costruzione dell’identità nazionale, educare il corpo per educare l’anima del paese. Nel 1923, a cavallo tra le due guerre mondiali, vennero elaborati una serie di atti normativi che diedero vita a una organica riforma scolastica, la cosiddetta riforma Gentile, dal nome del filosofo e Ministro della Pubblica Istruzione (1923) Giovanni Gentile, in cui l’insegnamento dell’educazione fisica, in virtù della sua concezione spirituale, dovesse avere un compito morale, igienico ed educativo. Gentile riteneva, in primo luogo, che il fine della ginnastica non fosse la trasformazione dell’uomo in una macchina atletica, ma piuttosto quello di formarlo nella sua totalità spirituale, in secondo luogo, la ginnastica doveva essere presente nella scuola primaria nella sua forma collettiva, ricreativa e ludica, poiché, la scuola primaria era la scuola di tutti e per tutti, nel grado medio, invece, essa doveva cedere il passo ai saperi speculativi e pratici. Una scuola, per il filosofo siciliano, che avesse al suo centro il merito e l’eccellenza, una scuola in cui la sana competizione e il desiderio di affermazione avessero fatto da traino al rinnovamento della stessa istituzione scolastica. In ambito puramente militare, il Ministero della Guerra, l’1 gennaio 1928, pubblicava, per la successiva e scrupolosa osservanza dello stesso, il manuale Istruzione per la ginnastica militare, nella cui Premessa, si ricorda che la ginnastica militare, per mezzo dell’educazione dell’individuo, ha per fine ultimo l’elevazione della massa: «le particolari attitudini fisiche dei singoli, vanno quindi coltivate e sfruttate non a loro beneficio, ma per essere poste a profitto della collettività». All’indomani del secondo conflitto mondiale, allorquando è totale nella popolazione italiana il comune senso di ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà dei altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, anche la ginnastica, che da sempre era stata intesa come una fondamentale e propedeutica attività finalizzata alla formazione del futuro “cittadino-soldato”, intraprende un costante e progressivo avvicinamento a posizioni in chiave esclusivamente sportiva infatti, numerose saranno le società e le istituzioni sportive che nasceranno in ambiti extra-scolastici le quali, in seguito, risulteranno determinanti per la diffusione dello sport in Italia. Negli anni a seguire anche le Forze Armate, unitamente all’ordinario mantenimento dei quotidiani periodi dedicati all’espletamento dell’educazione fisica, come mezzo teso a ottenere il mantenimento dell’efficienza fisica del proprio personale, hanno organizzato, sviluppato e regolato al proprio interno, veri e propri “gruppi sportivi militari”, formati da atleti detti “atleti militari”. Atleti che facevano parte dell’Esercito Italiano, della Marina Militare e della Guardia di Finanza, partecipano a competizioni sportive agonistiche fin dalla fine dell’Ottocento, inizialmente organizzati in squadre speciali o in reparti che si dedicavano principalmente all’attività sportiva; già nelle prime edizioni delle Olimpiadi dell’era moderna si registra le presenza di atleti militari. Con il tempo questo impegno sportivo è stato formalizzato con leggi e regolamenti, che hanno riconosciuto la possibilità, per corpi armati e forze di polizia, di arruolare atleti con risultati di livello nazionale, riconoscendo di fatto una situazione che aveva una lunghissima tradizione. L’Esercito, per mezzo di una sua articolazione, il Centro Sportivo dell’Esercito (creato nel 1960), gestisce l’insieme dei sei centri sportivi ubicati sul territorio nazionale, all’interno dei quali, da molti anni, eccellenti Istruttori Militari si occupano di allenare e selezionare giovani e promettenti atleti.
di Antonio Salvatore
La ginnastica militare tra passato e presente (prima parte)
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- Creato Domenica, 15 Marzo 2020 19:00
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Il ruolo dei militari nella Resistenza dell'Italia meridionale
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- Creato Sabato, 15 Febbraio 2020 09:02
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