Temi globali
La guerra (non) è uno show
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- Creato Martedì, 23 Agosto 2022 16:56
- Ultima modifica il Sabato, 12 Novembre 2022 08:37
- Pubblicato Martedì, 23 Agosto 2022 16:56
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L’Ucraina dichiara guerra alle banche
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- Creato Venerdì, 29 Luglio 2022 06:39
- Ultima modifica il Sabato, 12 Novembre 2022 08:38
- Pubblicato Venerdì, 29 Luglio 2022 06:39
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La guerra in Ucraina e la crisi del gas
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- Creato Giovedì, 23 Giugno 2022 13:49
- Ultima modifica il Giovedì, 23 Giugno 2022 13:49
- Pubblicato Giovedì, 23 Giugno 2022 13:49
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Mentre il Presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, ha chiesto al Congresso Federale ed agli Stati di sospendere per 90 giorni la tassa federale sulla benzina, arrivata alle stelle (circa 110 dollari al barile), è notizia di queste ore che l’Italia potrebbe vedere diminuiti oppure stoppati i rifornimenti di gas provenienti dalla Russia per ritorsione della stessa nei confronti nel nostro Paese reo di fornire armi alla Nazione guidata da Volodymyr Zelenskyj. Infatti secondo il capo dell'Agenzia internazionale per l'energia, Fatih Birol, “in Europa più ci avviciniamo all'inverno, più comprendiamo le intenzioni della Russia: uno stop completo delle forniture di gas russo per questo inverno. Credo che i tagli siano orientati ad evitare che l'Europa riempia i depositi e ad aumentare la leva della Russia nei mesi invernali. L'accensione di vecchie centrali elettriche a carbone degli Stati dell’Europa, sono sintomo della preoccupazione della crisi energetica in atto. L'Europa dovrebbe essere pronta nel caso in cui il flusso il gas russo fosse completamente interrotto”. Per tale motivo l’Esecutivo guidato da Mario Draghi, anche alla luce dell’aumento delle bollette di luce e gas avvenuto finora, estende per il terzo trimestre il bonus sociale per luce e gas per i nuclei familiari meno abbienti, azzera per i prossimi tre mesi gli oneri generali di sistema nel comparto elettrico e la riduzione dell’IVA per gas che resta al 5%. Ad oggi i giacimenti di metano italiani sono forniti al 55% delle loro potenzialità, ma la strada è ancora lunga per arrivare ad almeno il 90% di prodotto per far fronte alle fredde giornate della prossima stagione invernale.
di Domenico Abiuso
La democrazia contro la guerra
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- Creato Venerdì, 01 Luglio 2022 11:09
- Ultima modifica il Venerdì, 01 Luglio 2022 11:36
- Pubblicato Venerdì, 01 Luglio 2022 11:09
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Il Washington Post e il New York Times hanno trionfato agli Oscar della stampa americana. Il premio più importante, quello per il “giornalismo per il bene pubblico” è andato al Washington Post, premiato per la copertura dell’attacco al Congresso, il 6 gennaio 2021. Il premio Pulitzer venne istituito dal giornalista Joseph Pulitzer nel 1917 e rappresenta il massimo riconoscimento in ambito giornalistico. La selezione è curata dalla Columbia University di New York. A essere premiati soprattutto giornalisti e fotogiornalisti, ma ci sono anche sezioni esterne al mondo dell’informazione. Il New York Times ha conquistato il premio per il racconto investigativo e per la critica culturale con un reportage sui bombardamenti americani in Medio Oriente. La questione su cui porre il focus, però, è un’altra; si potrebbe usare questa notizia in due modi: il primo modo è pensare che le guerre degli americani fanno vittime innocenti. In questo caso potremmo passare per filorussi. L’altra prospettiva vede l’America, a differenza della Russia, come un Paese libero. La libertà di stampa negli Stati Uniti esiste per davvero, e un giornale americano può documentare le stragi delle guerre a stelle e strisce; addirittura, può essere anche premiato. Questa potrebbe risultare una chiave di lettura filoamericana. Entrambe le notizie sono vere, sia che l’America usa con spregiudicatezza la sua potenza militare per comandare nel mondo, sia che l’America è un paese libero, dove vi è la libertà di stampa e di espressione. La notizia di fondo è la stessa, la chiave di lettura cambia. Questa riflessione offerta da Michele Serra, una delle migliori firme italiane, in uno dei talk show più importanti d’Italia, ci ricorda che il fascino della libertà è ciò che attrare l’Ucraina verso l’Occidente. Quello stesso Occidente, però, ha fallito in Afghanistan perché non c’è nessuna guerra in nome della democrazia. Dopo 20 anni di presenza sul suolo afghano (è stata la guerra più lunga affrontata dall’esercito americano) il Pentagono ha annunciato il ritiro delle truppe il 31 agosto 2021. Gli Stati Uniti avevano iniziato la loro missione afghana in seguito agli attacchi dell’11 settembre, rivendicati da Al Qaeda e dal loro leader Osama Bin Laden. Il ritiro dell’esercito americano non solo ha sancito il ritorno al potere dei talebani ma ha spostato l’equilibrio geopolitico verso le dittature. La democrazia e le potenze occidentali ne sono uscite indebolite. Pochi mesi dopo Putin ha deciso di invadere l’Ucraina, forse anche perché gli Stati Uniti e la Nato non facevano più così paura. Gli americani, viceversa, hanno colto la palla al balzo per per trasformare l’Ucraina nel Vietnam o nell’Afghanistan della Russia, cioè, in una guerra di logoramento che indebolisca economicamente e geopoliticamente il Cremlino. "Siamo uniti con l'Ucraina perché se Kiev perde, tutte le democrazie perdono. Se dovesse succedere sarà più difficile sostenere che la democrazia è un modello di governo efficace". Queste sono state le parole del presidente del Consiglio Mario Draghi nel corso del G7 alla quale ha partecipato in collegamento anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La storia ci ha insegnato che le rivoluzioni nascono dal basso, che esportare la democrazia non si può (anche se le “missioni di pace” erano solo una definizione di facciata), ma che difenderla, però, è un dovere, perché la democrazia è il vero grande valore con cui americani ed europei possono combattere contro Putin ed ogni tipo di dittatura.
di Daniele Leonardi
Zelensky è il primo presidente influencer della storia
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- Creato Martedì, 07 Giugno 2022 21:00
- Ultima modifica il Sabato, 24 Febbraio 2024 12:32
- Pubblicato Martedì, 07 Giugno 2022 21:00
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