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Tecnologie di guerra

Caccia nel Mondo (seconda parte)

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GRIPEN. Il caccia svedese sarà il prossimo fighter svizzero. Esso ha sconfitto l’Eurofighter Typhoon e il Dassault Rafale nella gara in corso per sostituire i Northrop F-5E. L’acquisto iniziale è di 22 aerei. La notizia ha fatto salire di oltre 8 punti le quotazioni della Saab alla borsa di Stoccolma.

 

Finmeccanica tramite Selex Galileo ha negli ultimi anni raggiunto con Saab accordi per il radar AESA e il sensore IRST e Selex Elsag per l’IFF.

 

L’anno scorso si parlava di circa 2,2 miliardi di euro per il contratto con la Svizzera, oggi la notizia certa è che il costo complessivo è di 3 miliardi di franchi svizzeri, preferito all'Eurofighter e al Rafale offerti per una cifra superiore ai 4. La Svizzera è il quinto cliente internazionale a scegliere il Gripen, che si conferma un concorrente credibile per il costo più basso rispetto agli altri caccia europei della stessa generazione, ordinato in Ungheria, Repubblica Ceca, Sud Africa e Thailandia.

 

SU 32-34. Il SU-27 Flanker, un grande successo di progettazione e esportazioni, ha una cellula base che rimane il target cui molti altri costruttori guardano. Impressionante è che il progetto è molto flessibile, e permette ulteriori miglioramenti e modifiche che vanno dagli aggiornamenti SU-30 e SU-35, alle versioni che aggiungono canard (SU-30MKI / M, SU-37), quest’ultimo non prodotto per mancanza di fondi, e anche capacità da lancio da portaerei (SU-33).

 

E’ entrato ora in produzione il SU-32/34. E' stato concepito come un successore alla famiglia Flanker, sostituto del SU-24 "Fencer", (rivale dell’F 111), apprezzato in Cecenia come un aereo di supporto tattico. Il suo concorrente occidentale moderno è l'F-15E Strike Eagle, ma il progetto russo si è evoluto dalle sue bozze iniziali nel 1986 in maniera considerevole, con i sedili affiancati, e include funzioni come un reparto di riposo e anche una toilette.

 

Il SU-34 è indicato anche come "SU-32" da Sukhoi, anche se altre fonti indicano che questo potrebbe fare riferimento a una variante dedicata all’attacco navale. Caratteristiche principali sono: 45,1 tonnellate di peso massimo al decollo, con un carico di 8 tonnellate di ordigni, distribuite su 10 punti d'attacco, inclusi missili con guida di precisione come R-73/AA-11 Archer e R-77/AA-12 'AMRAAMSKI', oltre un cannone GSh-301 da 30 mm e 180 colpi.

 

• I motori turbofan AL-31FM1 sono della società Salyut con sede a Mosca, con capacità di generare una spinta fino a 13,5 tonnellate (oltre 29.000 libbre) e hanno un intervallo di 1.000 ore tra riparazioni. Le relazioni successive indicano che più potenti motori AL-41 possono essere montati in futuro.

 

• Velocità massima di Mach 1,8 in quota.

 

• 3.000 km di autonomia con serbatoi a goccia standard, estendibile a "oltre 4.000 km" con l'ausilio di ulteriori serbatoi sganciabili. Questo rende più facile l’utilizzo in luoghi come il Tagikistan, perché gli aeroporti intermedi in Russia possono essere facilmente chiusi per maltempo. Il SU-34 può anche rifornirsi di carburante in volo. (Si noti, tuttavia, che l’adattamento al terreno può ridurre la gamma d’armi imbarcate).

 

• Può volare in modalità a bassa quota Intercom (Matching Contour Terrain), basata su un software per eseguire una serie di altre manovre difficili. L'impennaggio orizzontale anteriore dietro l'abitacolo è stato progettato per aiutarla a gestire i vuoti d'aria si trovano in volo ad alta velocità e va bassa quota.

 

• E’ presente un cockpit corazzato da 17 millimetri come sul SU-25 Frogfoot.

 

• Vi sono 2 sedili di espulsione in parallelo K-36DM, con un piccolo corridoio in mezzo. I sedili di espulsione possono essere attivati a qualsiasi velocità e altitudine, anche quando l'aereo è a terra.

 

Il radar multimodale è il Leninets B004 phased array in banda X, che alterna il terra in-following radar e altre modalità, simile al radar del B-1B americano, tipo AN/APQ-164. La capacità dichiarata è di 200-250 km contro bersagli di superficie di grandi dimensioni, con capacità di mappatura a terra per 75-150 km, e il puntamento di bersagli in movimento GMTI per 30 km. Il sistema di puntamento contro i caccia agisce, secondo il costruttore, da 90 km.

 

 

di Antonio Frate

Caccia nel Mondo (prima parte)

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F 22 ed F 35. E’ stata ufficialmente chiusa la linea di montaggio degli F 22. Ora in USA le linee di montaggio di aerei da combattimento rimangono in quattro. L’ultimo F-22 Raptor, il 187°, con matricola di coda 4195, è uscito dallo stabilimento Lockheed Martin di Marietta in Georgia. Termina così la produzione del caccia che avrebbe dovuto sostituire gli F 15 Eagle. Il Raptor ha volato per la prima volta nel 1997; dopo soli 15 anni di produzione è giunto il taglio definitivo al programma, a causa sia del prezzo (è il caccia più costoso del mondo), sia per i costi di gestione. Inizialmente l’ordine era stato di 381 esemplari. Due modelli sono andati perduti in incidenti e tre sono stati i blocchi dei voli dell’intera flotta per problemi al sistema d’eiezione e dell’ossigenazione dei piloti. Il Congresso USA ha proibito l’esportazione del velivolo, anche a paesi fidati come Giappone o Israele, dichiarando insostenibile il programma. La Lockheed Martin e l’USAF hanno cercato di conservare il sostegno del Congresso: la produzione ha riguardato 46 stati e 1100 sub-fornitori, parte dei costi sono stati spostati sugli aggiornamenti piuttosto che sullo sviluppo. Il risultato è che nel 2011 il budget approvato era di 1.3 miliardi di dollari solo per il primo aggiornamento. Le attenzioni, e i fondi, si sono quindi concentrati sul programma JSF, modello che sarà il principale velivolo dell’USAF e anche di molti dei suoi alleati.

 

Riguardo a tale esemplare giunge una rosea notizia, diffusa da alcune agenzie di stampa: le Japanese Air Self-Defence Forces hanno optato per tale velivolo, in luogo del principale concorrente, l’Eurofighter. La decisione, molto politicizzata, (cooperazione militare tra USA e Giappone), da uno slancio al programma che sta incontrando continue difficoltà tecniche e di finanziamento. I 42 F-35, a decollo convenzionale, sostituiranno, al prezzo di 4 miliardi di dollari, gli F-4 Phantom, e affiancati in futuro (forse) da un caccia indigeno della Mitsubishi. Dubbi sono stati sollevati, dagli analisti, sulla decisione di scegliere un caccia più finalizzato all’attacco al suolo (per le doti stealth) che all’intercettazione (l’EFA a un prezzo forse minore avrebbe potuto essere all’altezza della situazione): il ruolo del nuovo caccia giapponese sarà quello di contenere la vicina Cina. Compensa però la possibilità di mantenere l’inter-operabilità e la vicinanza con le forze USA, da 60 anni sull’arcipelago, dall’altra l’appetibilità dell’offerta Lockheed Martin. La FACO (linea di assemblaggio finale), la produzione, l’integrazione e riparazione di numerosi componenti sarà in Giappone o affidate ad aziende nipponiche. Anche la Pratt & Whitney, che procura il motore F135, avrà una linea di assemblaggio indigena.

 

RAFALE. Il ministro della Difesa francese Gerard Longuet ha annunciato e subito smentito la fine della produzione del Rafale in poche ore. In un’intervista radiofonica Longuet prevedeva la fine della produzione dopo i 180 esemplari ordinati dall’Armée de l’Air "qualora il caccia nazionale non ottenga commesse all’estero". Nel pomeriggio dello stesso giorno smentiva: con un comunicato ufficiale “La produzione per l’Armée de l’Air non terminerà prima del 2030”.

 

Il Rafale è il meno diffuso dei tre caccia europei di quarta generazione dietro il quadrinazionale Eurofighter Thypoon, che ha già mietuto 300 consegne, e ordini per totali 471, con la tranche 3B in fase di sviluppo) e lo svedese Saab Gripen (con 264 tra consegne e ordini, più i 22 per la Svizzera).

 

Costruito da Dassault, in totale assenza di partner, con 180 ordini compresi 31 in versione navale, il Rafale è un simbolo della necessità di preventive alleanze, al giorno d’oggi, per programmi così impegnativi. Ad alleggerire la situazione potrebbe contribuire l’eventuale vittoria in India, dove è in gara contro l’Eurofighter, (interessata a dotarsi di portaerei, su cui non può operare il caccia del consorzio) o in Brasile, il cui programma appare però in bilico. Recentemente lo sceicco Mohamed bin Zayed, vice comandante delle forze armate degli Emirati Arabi Uniti, aveva definito l’offerta di Dassault “non competitiva e non funzionale”. In gara ci sono anche l’Eurofighter e i Boeing F-15 Strike Eagle e F/A-18E/F Super Hornet; una soluzione possibile potrebbe essere quella di acquistare altri F-16E/F BLOCK 60.

 

 

 

 

di Antonio Frate

Il programma FREMM all'Expomil di Bucarest

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L’ammiraglio Carlo Bergamini è stato comandante in capo delle Forze Navali da Battaglia sul finire della Seconda Guerra Mondiale, decorato con medaglia d’oro al valor militare alla memoria, perito a bordo della corazzata Roma (classe Littorio) colpita e affondata da aerosiluranti tedeschi Dornier l’8 settembre 1943, al largo della Sardegna in seguito dell’Armistizio.

Già nel 1960 vide la luce un’altra classe di fregate innovative, posta in disarmo nel 1983, la cui prima unità portava il nome di Bergamini (F 593). Sono state le prime unità di scorta al mondo ad imbarcare un elicottero leggero antisommergibile ricoverabile in un hangar telescopico in poppa.
La nuova Bergamini è la prima del programma italo-francese Rinascimento ridenominato FREMM, nata dal programma congiunto tra Orizzonte Sistemi Navali e Armaris. E’ destinata a sostituire nella flotta italiana le fregate classe Lupo (già dismesse), Maestrale e i pattugliatori di squadra classe Soldati (fregate Lupo nate per essere esportate in Iraq, ma poi bloccate ai tempi del conflitto Iran-Iraq ed incamerate dalla nostra Marina). In particolare le otto fregate Maestrale hanno dimostrato di essere indispensabili per la nostra flotta, e sono state sfruttate intensamente in questi anni.
Nave Bergamini prevede:

- un equipaggio di 145 persone,

- una lunghezza di 140,4 metri, larghezza 19,7 metri e un dislocamento a pieno carico di circa 5900 tonnellate.

- E’ dotata di un impianto di propulsione ibrida CODLAG (Combined Diesel - Electric And Gas), può raggiungere una velocità massima di ventisette nodi. (ma è possibile l’aggiunta di una seconda turbina, per portare la velocità a 32-33 nodi). I diesel italiani sono Isotta Fraschini Motori, i francesi sono MTU. Le turbine sono GE-Fiat LM 2500+, nuova versione da 32MW.

- Dispone inoltre di moderni sistemi di scoperta e d’arma sviluppati in collaborazioni internazionali di cui fa parte l’industria italiana della Difesa.

Può imbarcare 2 elicotteri NH-90 oppure 1 NH90 ed 1 EH-101 con movimentazione assistita.

Per la Marina italiana sono previste 6 Fremm ASW (antisubmarine war) e 4 GP (general porpuse) per coprire le operazioni di sbarco delle unità anfibie. Per la prima versione si annovera:

- il Sistema missilistico antiaereo SAAM IT a 16 celle per missili ASTER 15 e radar multifunzionale EMPAR (possibile l’utilizzo dell’Aster 30);
- Due cannoni OTOBREDA da 76/62 mm Superapido, dotabili di munizioni antimissile Davide di tipo intelligente;

- Otto lanciatori per missili antinave Teseo II, capaci di trasportare anche all’interno un siluro leggero MU 90 MILAS e rilasciarlo sull’obiettivo segnalato dagli elicotteri in dotazione;

- Due lanciasiluri trinati leggeri da 324mm per MU 90;

- Due Breda –Oerlinkon da 25mm.

La versione GP si differenzia per l’utilizzo di:

- un solo 76/62 e un 127/64 mm Lightweight, quest’ultimo capace di utilizzare la munizione Vulcano da oltre 100 km di gittata, che può colpire, anche con guida di un drone, bersagli a terra o in mare con elevata precisione;

- missili da crociera Scalp Naval, lanciabili dai lanciatori del Teseo..

 

Al varo della fregata Bergamini si contrappone quello della corrispettiva francese Aquitaine. I modelli francesi saranno 11 unità che sostituiranno le fregate delle classi Tourville, Geoges e Cassard. Avranno un sistema di propulsione CODLOG, più semplice del CODLAG che non consente l’utilizzo congiunto di tutti i motori (diesel, elettrici e turbine). Non saranno dotati di 127/64mm ma utilizzeranno solo gli Scalp Naval.

Non utilizzeranno i Teseo II (missile derivato dal programma OTOMAT italo-francese), ma al loro posto ci saranno i celebri Exocet. E’ previsto un solo 76/62mm OTO, che ha soppiantato il 100m francese, confermando la validità dell’industria nazionale nel settore.

Le FREMM sono il più importante programma naval-militare europeo con un impegno di 11 miliardi di €, 4,5 per l’Italia e 6,5 per la Francia. Una FREMM ASW è già stata commissionata alla Francia dal Marocco, la Mohammed VI, nel 2007

 

 

di Antonio Frate

 

 

Le novità all'Expomil di Bucarest

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A Bucarest, OTO MELARA, la centenaria azienda italiana presentava principalmente la munizione DART e una nuova mitragliera da 12,7 mm. Il Marketing & Sales Dipartement dell’Azienda, Nicola Menardo, ne ha illustrato le principali caratteristiche. Il DART (Driven Ammunition Reduced Time of flight) e ART (Ammunition Reduced Time of flight) rappresentano una nuova generazione di munizioni per il cannone navale 76/62 mm aventi la particolarità di possedere un'elevata velocità, una gittata estesa e nel caso della versione DART di un sistema di guida
SACLOS (Semi-Automatic Command to Line of Sight) del tipo "Beam-Reading". Il DART si “muove” grazie ai segnali di un trasmettitore. L’efficacia è data da un doppio caricamento alla base del cannone, che consente un elevato volume di fuoco, dalla capacità della munizione di poter manovrare alla ricerca della minaccia in avvicinamento con fattori di carico da 25 a 50 g positivi e dalla spoletta multifunzionale: -di prossimità, d’impatto, d’impatto ritardato. E’ così possibile prevenire minacce manovranti e resistere a diverse fonti esterne di disturbo. I proiettili ART/DART sono sottocalibrati: vengono camerati come le normali munizioni APFSDS (perforanti) con distanziali a perdere, in un involucro che raggiunge il calibro di 76 mm. La versione ART ha un diametro di 42 mm con forma a razzo e alette in coda, il DART differisce nella forma per avere delle ulteriori alette canard azionate da micromotori che permettono alla munizione variazioni di traiettoria. Sono più leggeri di un normale proiettile da 76 mm, pesano infatti 3.4 kg, rispetto ad un proiettile tradizionale sono anche 1.5 volte più veloci. Il sistema di guida del DART è concettualmente abbastanza semplice, la nave illumina il bersaglio con un fascio radar, il proiettile manovra tramite le alette canard per mantenersi al centro di tale fascio. La gittata utile è di 5 km. La funzione principale di queste munizioni è quella antimissile CIWS e secondariamente possono essere utilizzati anche in funzione ASUW contro piccole unità di superficie. La torretta da 12,7 mm è un prodotto modulare diversa dalla HITROLE, utilissima per reagire a fonti di minaccia asimmetrica. E’ azionata da un consolle moviment sistem che chiaramente fornisce elevata sicurezza per l’operatore, non esposto al fuoco nemico.

VEICOLI RUMENI

- Il TR-85M1 "Bizonul" è una versione aggiornata del carro armato TR-85. si tratta di una versione allungata, rinforzata, ingrandita e migliorata dei T-55 rumeni. La versione M1 è dotata di motore più potente (860 cv, di origine tedesca), il sistema di controllo del fuoco "Ciclope-M1", un sistema per rilevare eventuali distorsioni sul cannone, una copertura termica per “il pezzo”, telemetro laser e camera termica della Sagem. Il carro è equipaggiato con sensori anti-laser, capaci di captare le radiazioni laser riflesse sul mezzo. È dotato anche di dodici lanciafumogeni e copertura termica (tutto di origine francese). Il penetratore in involucro da 100 mm è in grado di penetrate una piastra d'acciaio omogeneo di 450 mm ad oltre un chilometro di distanza. Il TR-85M1 ha una nuova torretta più grande con corazza addizionale. Presenti alla fiera la versione recovery e gittaponte.

- Il SAUR 1 è un veicolo anfibio corazzato a ruote sviluppato da ROMARM nel 2006, sulla base della sua notevole esperienza nella progettazione, sviluppo e produzione di una vasta gamma di veicoli a motore per il mercato interno e l’esportazione. Il 1 Saur è già stato svelato al Expomil 2007. E’ dotato della posizione di guida verso la parte anteriore a sinistra e l'alimentatore a destra che rende il telaio più facile da adottare per una vasta gamma di missioni campo di battaglia . Lo scomparto truppa si estende verso la parte posteriore dello scafo. Il tetto può adottare diverse configurazioni a seconda della missione. Il SAUR 1 può essere dotato di una stazione remota arma controllato armati con armi calibro fino a 20 mm.

- Protezione: lo scafo della Saur 1 è completamente in acciaio saldato che offre agli occupanti una protezione da armi da fuoco di piccolo calibro e schegge di granate, la più alta protezione viene data sull’arco frontale. Secondo ROMARM, il veicolo ha la protezione di livello 1 anti-mina e balistico. Il SAUR 1 può essere dotata di un kit di corazzatura addizionale, con cui la protezione passa a livello 2. E’ completamente anfibio ed attrezzato per il trasporto di 12 persone: comandante, pilota, mitragliere e nove soldati. Ci sono sette porte di tiro a sfera girevole nello scafo del veicolo, quattro a destra e tre sul lato sinistro del veicolo.

- Propulsione
La Saur-1 ha un montato centralmente un Cummins diesel Euro 3 da 275 CV. Il SAUR 1 ha una velocità massima di 100 km / h, e un’autonomia di 700 km.
E’ dotato di due idrogetti per il movimento in acqua. Il tubo di scarico è montata nella parte superiore sul lato destro dello scafo e due getti d'acqua sono montati sul lato posteriore dello scafo, che forniscono una velocità massima in acqua di 10 km / h. Le dimensioni sono: -lunghezza, 7,8 m,- larghezza, 2,8 m, -altezza, 2,52 m. Il peso è di 13.500 kg.

La nuova versione migliorata Saur-2 è anch’essa già stata presentata alla mostra Black Sea Defence & Aerospace (BSDA 2008) tenutasi a Bucarest nel 2008.

 

di Antonio Frate (inviato a Bucarest)

 

 

Nato Frigate Helicopter

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E' stato consegnato alla Marina Italiana il primo elicottero NH-90 NFH (Nato Frigate Helicopter). Il velivolo è destinato al quinto gruppo elicotteri della Stazione Elicotteri M.M. "MARISTAELI" di Luni. L’Esercito è stato il primo acquirente dell’NH 90 in Italia: detiene una commessa per un totale di ben 60 NH-90, nella versione TTH (Tactical Transport Helicopter), denominata anche ETT (in italiano, elicottero da trasporto tattico). Su tale versione si sperimenta l’uso delle mitragliatrici brandeggiabili M 134 Dillon, che saranno capaci di un fuoco devastante contro le fanterie nemiche.
L'esemplare consegnato alla Marina fa parte, invece, di un ordine per un totale di 56 NH-90 (46 NFH e 10 unità TTH), che sostituiranno i vecchi AB 212 per vari ruoli, inclusi ASW(Anti Submarine Warfare, lotta antisommergibile), contro le unità navali di superficie (ASuW, Ant-Surface Warfare) e per il trasporto utility. Dotato di un radar, contenuto in un radome (involucro che protegge il radar) sotto la cabina di pilotaggio, di sonar filabile a mare e di un lanciatore di boe acustiche per la ricerca dei sottomarini. L’armamento antisom sarà, sulle unità italiane, il nuoco siluro Mu-90, di produzione italo-francese. Ci saranno poi i missili antinave Marte, Mk 2/s, o preferibilmente Mk 2 ER (Estended Range). La versione NFH ha una capacità di carico ed un’autonomia un po’ maggiore della versione TTH.

L’Aeronautica Italiana ha avanzato un’opzione su un elicottero TTH, ma probabilmente non si doterà di questo modello. Per il ruolo di salvataggio (SAR, Search and Rescue), in genere in ambito nazionale, e forse C-SAR,(Combat-SAR) si doterà di AW 149 o più probabilmente di AW 139 M, recentissima versione militare del best seller AW 139.
L'NH-90 è un elicottero multiruolo biturbina medio-pesante, quadripala, sviluppato a partire dagli anni novanta dal consorzio NHIndustries, (Francia, Germania, Italia e Olanda) formato dall'anglo-italiana AgustaWestland, la franco-tedesca Eurocopter e l'olandese Stork Fokker Aerospace. Successivamente si è aggiunto il Portogallo, con un’altra piccola quota. Attualmente, Paesi Bassi, Norvegia, Francia e Belgio hanno ordinato un totale di 111 esemplari della variante NFH di questo aeromobile. Si prevede che tale modello di elicottero avrà un grande successo commerciale: già da ora ci sono numerosi paesi che si dimostrano interessati. Espressamente concepito per uso militare, sarà uno dei principali sostituti del Bell Huey. Ma tra i paesi interessati non ci sono gli USA.

La Marina italiana, in base ai piani attuali, non si doterà di elicotteri più piccoli, considerati utili, ad esempio, negli spazi ristretti delle navi anfibie. Per fare un confronto lampante, la Royal Navy si è dotata di molti Super Lynx 300, modello più compatto degli NH 90.

 

 

di Antonio Frate