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Tecnologie di guerra

Bombe italiane in Yemen

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Dall’Italia si inviano le bombe che l’Arabia Saudita utilizza per bombardare e massacrare la popolazione civile dello Yemen. A confermarlo è un documento dell’agenzia Reported l.y tradotto in Italia da IlPost.it. Diverse imprese occidentali hanno provveduto a fornire armamenti letali che l’Arabia Saudita sta utilizzando nella sua campagna di bombardamenti sullo Yemen, che stanno facendo molte vittime tra la popolazione civile yemenita. L’ultimo raid ha fatto 176 morti. Dai documenti dell’agenzia si evince che in Italia si fabbricano parti delle bombe che vengono poi inviate in Arabia Saudita, precisamente nello stabilimento della RWM Italia, filiale dell’impresa tedesca RH Rheinmetal AG. Armi letali, made in Sardegna a Domusnovas, per la precisione, dove dal 2010 ha sede lo stabilimento della Rwm Italia munitions Srl, costola della Rheinmetall Defence, colosso tedesco degli armamenti. RWM Italia S.p.A. dispone attualmente di due stabilimenti in Italia, a Ghedi e per l’appunto a  Domusnovas. Il core business RWM è basato principalmente sulle attività di: bombe d’aereo General Purpose e da penetrazione, caricamento di munizioni e spolette, sviluppo e produzione di Teste in Guerra per Missili, Siluri, Mine Marine, cariche di Demolizione e Controminamento, progettazione, sviluppo e realizzazione di Mine Marine e Sistemi di Controminamento. La guerra nello Yemen non è cosa da poco, anzi diventa ogni giorno sempre più complessa. Siamo nel pieno di una fase di cambiamento che avrà tempi lunghi e transiterà necessariamente attraverso il ripensamento e la ridefinizione degli equilibri sino ad oggi imposti alle società del Medio Oriente.

Autopattuglie straniere per le Forze dell'Ordine

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Il 2015 segnerà un cambiamento rilevante per volanti e gazzelle di Polizia e Carabinieri che finora erano state costruite quasi esclusivamente dall’industria automobilistica italiana. Le prossime auto in dotazione forze dell’ordine saranno fornite del gruppo Volkswagen, vincitore della gara d'appalto con cui fornirà alle forze dell'ordine un totale di 206 vetture, di cui 100 unità andranno alla Polizia di Stato e 106 verranno assegnate a all'Arma dei Carabinieri. Le vetture prescelte saranno le Seat Leon, che circoleranno con sirena e i numeri 113 e 112 impressi sulla fiancata. Il marchio spagnolo è uno dei tanti della casa di Wolfsburg. Tale azienda avrà inoltre diritto ad una posizione privilegiata per la fornitura di altri 3.900 veicoli. Il diritto di opzione del Ministero dell'Interno prevede la possibilità di acquistare dallo stesso Gruppo altre 1.800 vetture per la Polizia e 2.100 per i Carabinieri, per un importo massimo di 184 milioni di euro. Il bando di gara, pubblicato l’8 aprile 2014, aveva già visto l'esclusione di Bmw Italia e Citroen Italia, con Volkswagen Group Firenze spa e Fiat Auto Var srl a contendersi la commessa. L’11 luglio, il ministero dell’Interno ha aggiudicato in via definitiva l’appalto alla Volkswagen che ha presentato l’offerta più conveniente: 43.897 euro (costo che include spese di equipaggiamento, allestimento e manutenzione per 6 anni o 150.000 chilometri) contro i 43.980 euro proposti da Fiat per le Alfa Romeo Giulietta, vettura nazionale costruita a Cassino. Fiat ha presentato ricorso al TAR del Lazio, lamentando irregolarità nelle procedure e nelle forme dell’offerta. Il 26 settembre i giudici del Tar del Lazio, sezione 1a- ter hanno rigettato tale ricorso insieme alla domanda risarcitoria avanzata dalla casa italiana e rinforzando la posizione del gruppo tedesco. Già nel 2010 la Seat aveva fornito 58  Exeo Wagon TDI alla Polizia Stradale. Appena un mese prima della vittorie delle Leon la Polizia di Stato aveva aggiornato il parco auto del Reparto Prevenzione Crimine, con l'acquisto di 189 Lancia Delta 1.6 mj, caratterizzate da nuovi dettagli grafici, come lo stemma del "falco" sul posteriore, e dotate di un dispositivo multimediale per la stesura degli atti e per la stampa dei verbali per il cittadino, e di un collegamento video tra pattuglia e sala operativa. L'aggiudicazione è stata possibile in quanto le Delta, ormai a fine serie, sono state cedute a prezzi particolarmente vantaggiosi. Il sodalizio tra Stato e Fiat è iniziato nel 1914 quando i Carabinieri ricevettero una Fiat Zero. Si pone fine anche alla nota tradizione dell'uso di pattuglie dell'Alfa Romeo, casa costruttrice di berline sportive, di proprietà statale dell'IRI fino al 1984, poi ceduta a Fiat. Le norme sulle gare d'appalto, a questo punto, fanno avanzare un'ulteriore nota polemica: basandosi la gara esclusivamente sul prezzo finale dei mezzi, l'industria nazionale può e potrà risultare spesso soccombente anche per piccole differenze di prezzo, come avvenuto nel caso in esame. Ma una somma di denaro spesa nell'acquisto di prodotti nazionali consente di mettere nuovamente in circolo nell'economia nazionale tali capitali, laddove se spesi all'estero, essi vanno totalmente perduti.

di Antonio Frate

 

Una levata di scudi in difesa del Warthog

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Il suo nome completo è Fairchild Republic A-10 Thunderbolt II ed è conosciuto con i soprannomi di «cannoniera volante» e «warthog» (facocero), perché è decisamente brutto e perché è dotato del cannone Avenger Gatling a canna rotante da 30 millimetri (il più potente mai montato su un aereo d'attacco) e di un carico bellico che gli permette di fungere da appoggio ravvicinato alle truppe sul terreno. E' l’aereo da attacco al suolo che l’Aeronautica statunitense impiega da quasi 40 anni, dai tempi della Guerra Fredda, poi in Iraq nel 1991 e in Kosovo nel 1999 fino ai conflitti più recenti in Iraq e Afghanistan. La sua specialità è infatti quella di volare basso e lento e di colpire i nemici a vista. Il pilota può distinguere bene amici da nemici e rilasciare un volume di fuoco senza paragoni per quantità e precisione. Il mezzo inoltre si è dimostrato estremamente affidabile ed è adorato dai soldati, visto che più di una volta il suo apparire ha deciso la sorte delle battaglie. L’aereo è stato sviluppato tra gli anni ’60 e ’70, dopo che gli elicotteri usati in Vietnam per il supporto alle truppe erano finiti abbattuti come mosche e dalla sua entrata in servizio ha collezionato solo successi. L'Us Air Force vuole mandare in pensione l'A-10, e sostituirlo con i nuovi, e costosi, caccia stealth multiuso F-35. Mandare in pensione la flotta vecchia di decenni di 283 A-10 consentirebbe un risparmio potenziale di una cifra compresa tra i 3,7 e i 4,2 miliardi dollari nell'arco di cinque anni,come sostenuto dai dirigenti dell'USAF. Ma bisognerebbe poi finanziare l'acquisto dei più costosi F-35 Lightning II, che però non saranno operativi prima del 2021 (se non si dovessero registrare nuovi ritardi). Ed ecco che sorgono dubbi sul reale scopo della manovra. Pesantemente armato e corazzato, l’A-10 ha una folta schiera di sostenitori che hanno deciso di opporsi all’iniziativa del Pentagono di mandarlo in pensione nel quadro dei tagli orizzontali alla spesa. La campagna per salvare gli A-10 ha messo insieme oppositori dei tagli alla spesa militare, militari, piloti e membri del Congresso di entrambi i partiti, preoccupati dal fatto che la radiazione del velivolo indebolisca le forze armate e in ultima analisi costi caro ai contribuenti al di là dei risparmi previsti. Nato come cacciacarri, l’A-10 Warthog ha solvato molte piccole unità alleate cadute in imboscate talebane sulle montagne afghane rivelandosi un velivolo perfetto per la contro-insurrezione. L’A-10 oltre ad essere collaudato e amato, è capace di sorvolare il campo di battaglia a lungo a bassa quota, mentre gli F-35 hanno un’autonomia molto inferiore e una velocità minima molto superiore, oltre a non possedere la blindatura e la robustezza dell’A-10, che è capace d’incassare colpi su colpi senza andare in crisi. In particolare è fortemente corazzata la cabina, con piastre al titanio, nella parte inferiore, in corrispondenza dell'alloggio del pilota. Il velivolo può volare anche con un solo motore in funzione. L'ampio fronte contrario al suo pensionamento se riuscisse nel suo scopo porterebbe a ulteriori tagli negli ordini degli F-35 da parte del Pentagono. Forse è proprio questo il punto dolente, visto che è ormai risaputo che l' F-35 è stato ideato per avere il monopolio sulla produzione dell'industria degli aerei da combattimento. E che se riuscisse nell'impresa, sarebbe difficile per i clienti ottenerlo a prezzi contenuti. Il generale Martin Dempsey, capo del Joint Chiefs of Staff è stato chiaro: «L’A-10 è il più brutto e il più bell’aereo sul pianeta», il generale John F. Campbell, vice capo dello staff dell’esercito ha rincarato: «È brutto. È rumoroso, ma quando arriva e senti quel sibilo (del cannone), fa semplicemente la differenza». «Possiamo distruggere qualsiasi cosa sul campo di battaglia, l’intero spettro, dai soldati ai carri armati» ribadisce William Smith, ex pilota di A-10. Un’opposizione che si basa sulle esigenze dei militari sul campo di battaglia e non sulle previsioni degli strateghi del marketing o di chi sogna un aereo capace di fare tutto, e che finisce inevitabilmente per fare male quasi tutto. C’è un precedente nel tentativo di liberarsi del ‘facocero’. Un rapporto del Congresso datato 1988 illustrava le “preoccupazioni” dell’USAF circa le capacità dell’A-10. Ma se già altre volte questo aereo è stato ritenuto superfluo, altrettante volte ha poi smentito i sospetti su di lui. Così nella Guerra del Golfo ha effettuato centinaia di sortite, e lanciato il 90% dei missili Maverick. Il Congresso questa estate ha risparmiato l'aereo dai tagli alla difesa. Se l'aspettativa è di sconfiggere l'ISIS in Iraq e aiutare gli iracheni a spingerli fuori o fare qualcosa in Siria, in particolare nella zona di confine tra la Siria e l'Iraq, sarà necessaria potenza di fuoco e l'A-10  ben si adatta per l'attacco ai veicoli blindati e ai combattenti nemici a terra. La minaccia in Iraq, dove i militanti islamici hanno sistemi di difesa antiaerea portatili a spalla, è gestibile, ha garantito Gareth Jennings, editore di aviazione per Defence Weekly di IHS Jane. La Siria potrebbe rappresentare più di una sfida per l'A-10. In essa non ci sarebbe solo in corso la guerra contro ISIS e altri gruppi militari, ma ci sarebbe anche il governo siriano a lottare. Tali rischi valgono il mantenimento dell'A-10, secondo Jennings, a causa del vantaggio psicologico dell'aereo e della sua temibile Gatling gun da 30 millimetri. "Nessun altro aereo nel mondo ha la reputazione dell'A-10 in termini di instillare la paura nel nemico", ha detto. "Si può stare su un obiettivo; non arrivare e rilasciare le bombe per poi dover scappare. Rimane sul campo di battaglia, colpendo obiettivi a volontà. Per essere in grado di generare più sortite, è meglio volare da aeroporti che sono più vicini al conflitto, ha detto. L'A-10 è più abile di altri aerei nel decollare da brevi piste improvvisate, quindi potrebbe essere l'aereo che con tale versatilità dia all'esercito americano più opzioni per la generazione di sortite", ha detto. "Quando si guarda una mappa, gli A-10 potrebbe eventualmente essere distribuiti in Iraq, forse in Arabia Saudita, con una forte probabilità per la Giordania. Il velivolo si potrebbe schierare in Afghanistan. La distribuzione degli A-10 in Iraq e in Siria farebbe certamente proseguire il dibattito per il futuro del velivolo. Il Senatore  Kelly Ayotte, RN.H., è tra i legislatori che dicono che ora non è il momento di sbarazzarsi degli A-10, in particolare alla luce delle attuali minacce Stato islamico, come dichiarato a Stars and Strips. E nel frattempo un'unità dell'Indiana Air National Guard che vola sui Facoceri A-10, ha in programma di dispiegare circa 300 aviatori e un numero imprecisato di suoi aerei nella regione Comando Centrale USA. Il dispaccio dell'Air National Guard non menziona dove il gruppo è diretto o per quale scopo.  Come apparso sulla rivista Forbes, l'Air Force avrebbe altre opzioni, anche all'interno degli abbastanza severi vincoli di bilancio che il Congresso ha imposto. Ad esempio, si potrebbe mandare in pensione la sua flotta residua di bombardieri B-1, o 300 caccia F-16, o una parte delle sue aerocisterne. Ma perseguendo tali opzioni oggi si avrebbe un effetto peggiore sulla capacità di combattimento nello sbarazzarsi degli A-10, perché i bombardieri, caccia e aerocisterne sono in grado di realizzare una varietà di compiti. L'A-10 può solo effettuare supporto aereo ravvicinato (circa un quinto di missioni di supporto aereo in Afghanistan dal 2006 sono stati effettuati da Warthogs). C'è un modo semplice di questo dibattito senza uscita, ed è di togliere i tappi di bilancio imposti dalla legge. Forse la soluzione più semplice sarebbe semplicemente dare all'Air Force maggiore flessibilità nella gestione della flotta - ad esempio riducendo lo stato di manutenzione degli A-10, o permettere agli aerei in servizio attivo di andare in pensione, ritardando il pensionamento di quelli della Air National Guard. Se il Congresso non farà qualcosa per aiutare l'Air Force miliardi di dollari saranno sprecati senza arrestare il declino della potenza aerea americana.

di Antonio Frate

 

Il potenziale bellico dell'ISIS

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Di quali armamenti dispongono i terroristi dell’ISIS? Rispondere a queste domande non è facile. Un articolo di A. Albanese pubblicato sul sito del senatore Giuseppe Esposito (www.giuseppeesposito.it/isis/)  risulta molto esplicativo. Immagini delle zone dei conflitti hanno evidenziato il possesso da parte dei miliziani di vari sistemi d'arma, quali: A) Carri armati T-55, mezzi sovietici prodotti a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale. In possesso dell'ISIS in circa 30 unità. Non è chiaro, come l'Isis possa farvi manutenzione. A dispetto dell'età, questi carri sono operativi in 50 eserciti di tutto il mondo. Hanno un’armatura pesante da circa 35 ton., un cannone da 100 mm e una mitragliatrice da 7,62 mm. B) Carri armati T-72, anch'essi sovietici ma di seconda generazione. Entrato in produzione nel 1971, viene ancora prodotto. L'Isis ne dovrebbe avere tra i 5 e i 10 esemplari. Il T-72 e dispone di un cannone da 125 millimetri, una mitragliatrice secondaria e un cannone antiaereo. C) Obice M198, pezzo d’artiglieria di medie dimensioni trainabile. Sviluppato dall’esercito degli Stati Uniti dopo la Seconda guerra mondiale, ha una gittata di oltre 22 km. L’M198 può lanciare una varie munizioni, come proiettili esplosivi, autopropulsi e al fosforo bianco. D) Cannone modello 59-1, replica cinese del più leggero sovietico M-46 del 1954 da traino. Per un periodo è stato il cannone con il più lungo raggio d’azione con una gittata di oltre 27 km. L' Isis li avrebbe sottratti ai regolari siriani ed iracheni. E) Cannone antiaereo ZU-23-2, cannone binato anti-aereo sovietico, prodotto dagli anni Sessanta fino ad oggi.  Spara proiettili da 23 millimetri a una velocità di 400 colpi al minuto. Ha un tiro utile di 2 km, con efficacia anche contro veicoli corazzati. Questa arma è stata usata molto nella guerra siriana, ed era presente nell’arsenale iracheno. F) Humvee, presi dall'Isis a Mosul. Si tratta degli Humvee forniti dagli Stati Uniti all’esercito iracheno, in circa 1000 unità. Tali veicoli, molto moti (gli Hummer) sono autoblinde  polivalenti. Entrati in servizio negli anni Ottanta, hanno una buona blindatura ma non altrettanto protezione antimina, come i più moderni Ambush.  Passando alle armi portatili, ne troviamo in gran quantità. Come si sa, sono quelle più diffuse, più semplici da usare e più facili da occultare, possono essere vendute e rivendute, con costi contenuti. In queste armi i numeri di matricola sono stati cancellati con l'uso di fiamma ossiacetilenica, per rendere più difficoltoso scoprirne la provenienza: G) l'AK-47, è diventato l'arma portatile standard de facto dell'ISIS, a causa del suo basso costo, della robustezza e durata, della disponibilità e della facilità d’uso. H) I fucili d’assalto AKM nelle mani dell'ISIS sono stati fabbricati in URSS negli anni 1960, 1964 e 1970. I) M16A4 di fattura statunitense, L) Mitragliatrici multiuso M80 di fattura cinesea cui sono stati applicati nuovi numeri di serie. M) Lanciarazzi M79 Osa, da 90 mm, con efficacia anticarro e contro posizioni fortificate. Si pensa che siano armi provenienti dalla Croazia. N) Lanciagranate RBG-6, lanciagranate semi-automatico leggero da fanteria. L’Arabia Saudita avrebbe contrabbandato RBG-6 croati in Siria. O) RPG-7, il celebre e diffusissimo lanciarazzi portatile spalleggiabile. In Iraq è molto reperibile: è utilizzato dalle forze di sicurezza irachene, dai Peshmerga curdi e dall'Isis. Questi sistemi sono durevoli e di costo relativamente contenuti e abbastanza semplici da usare. I proiettili possono raggiungere distanze fino a 920 metri, a distanza più lunghe il proietto può autodistruggersi senza colpire il bersaglio. P) Lanciamissili manuale FIM-92 Stinger, il ben noto lanciamissili spalleggiabile, antiaereo, ad infrarossi. Progetto originario USA è entrato in servizio nel 1981. Sono estremamente efficaci per abbattere velivoli a bassa quota. Gli Stinger richiedono manutenzione e cura specializzata. L'Isis li avrebbe presi dalle basi militari irachene saccheggiate. Q) Missile anticarro HJ-8, missile anticarro, prodotto in Cina dalla fine degli anni Ottanta, con raggio di 6000 metri. Il progetto è parzialmente basato sugli statunitensi BGM-71 TOW. Tali armi sono efficaci contro corazzature, fortificazioni e bunker. Il Fsa siriano ha utilizzato questi missili  contro l’esercito siriano dal giugno 2013. R) Fn-6. Già da settembre 2014 i servizi di intelligence tedeschi lanciavano l’allarme, ripreso dalla stampa, rispetto al fatto che i jihadisti potessero abbattere aerei passeggeri in volo sopra l’Iraq. E' stata segnalata inoltre la possibilità di possesso di sistemi terra-aria, come gli Fn-6 cinesi. S) Mitragliatrice pesante DShK 1938, la Dushka. E' la mitragliatrice pesante sovietica risalente al 1938. Standard dell’Unione Sovietica durante la Seconda guerra mondiale, ed è ancora in produzione in tutto il mondo. La Dushka ha diversi utilizzi, tra cui arma antiaerea e arma di supporto alla fanteria; ha una cadenza di 600 colpi al minuto. Viene in genere montata sugli autoveicoli.Alcuni studiosi del Conflict Armament Research di Londra finanziato dall’Unione Europea tra luglio e agosto si sono recati sul campo, nel nord dell’Iraq e nel nord della Siria, a raccogliere più dati e prove possibili, sulla natura e provenienza delle armi dell'ISIS. Su 1700 bossoli e proiettili e su armamento leggero raccolto sul campo dai peshmerga curdi, è risultato che le fabbriche russe ne hanno prodotti ben 492, 445 sono cinesi, 26 sono iraniani e 18 siriani. Ma ben 323 vengono dagli Stati Uniti, per la precisione dalla fabbrica di munizioni per l’esercito che si trova a Independence, in Missouri. Più dell’ 80% delle munizioni rinvenute- è stato scoperto- è stato fabbricato in Cina, ex Urss, Stati Uniti, Russia post sovietica e Serbia. Le munizioni sovietiche sono state rintracciate in particolare nei magazzini siriani, riforniti già da tempo dai russi. Ma non solo, un’altra parte considerevole dell’approvvigionamento dell’Isis arriva dalle munizioni che l’esercito americano ha distribuito alle unità militari irachene, dopo l’invasione del 2003. La fabbricazione delle munizioni è da rintracciare in 21 Paesi diversi, con periodi di fabbricazione che vanno da prima del 1945 al 2014.

di Antonio Frate

In guerra con il Sukhoi

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Il Sukhoi Su-25, nome in codice NATO: "Frogfoot" (rana), in Russia chiamato "Gratch" (corvo), è un jet monoposto e bimotore sviluppato in Unione Sovietica dal Sukhoi Bureau Design, progettato per garantire supporto aereo tattico ravvicinato alle forze di terra. I compiti sono quasi sostanzialmente gli stessi del rivale americano A-10 Thunderbolt II. L'aereo è progettato per volare a bassa quota, a velocità relativamente basse, e colpire bersagli mobili a terra, principalmente carri armati. Il Su-25 dispone di una cellula pesantemente corazzata, a protezione del pilota, come il suo equivalente americano, ed una struttura capace di resistere al fuoco di contraerea. L'aereo russo si presenta con un design più convenzionale, è leggermente più veloce e maneggevole dell'equivalente americano. Somiglia molto al prototipo americano arrivato secondo alla gara aggiudicatasi dall'A-10. Altra fondamentale differenza con l'A-10 è che il velivolo russo ha avuto successo commerciale all'estero, mentre il cacciacarri americano è stato uno dei pochissimi aerei a stelle e strisce non commercializzato all'estero. Operatori militari del Su-25 sono, o sono stati, Bielorussia, Bulgaria, Kazakistan,  Macedonia, Perù,  Russia, Sudan, Ucraina, Angola,  Armenia,  Azerbaijan. Tra le prime varianti traviamo l'addestratore biposto Su-25UB, il Su-25BM per il puntamento dei bersagli, e il Su-25K per l'esportazione. Alcuni aerei sono stati portati in fase di aggiornamento allo standard Su-25SM nel 2012. Il Su-25T e il Su-25TM (noto anche come il Su-39) sono stati sviluppi ulteriori, non prodotti in numero significativo. Il Su-25, insieme al Su-34, erano gli unici velivoli ad ala fissa blindati in produzione nel 2007. L'aereo è stato protagonista in diversi conflitti nel corso dei suoi oltre 30 anni di servizio. E' stato pesantemente coinvolto nella guerra sovietica in Afghanistan, volando in missioni di contro-insurrezione contro i Mujahideen. L'Iraqi Air Force ha impiegato i Su-25 contro l'Iran durante la guerra Iran-Iraq tra il 1980 e il 1988. La maggior parte sono stati poi distrutti o inviati in Iran nella Guerra del Golfo nel 1991. Separatisti abkhazi hanno utilizzato i Su-25 durante la guerra abkhaza dal 1992 al 1993. La Macedonian Air Force li ha utilizzati contro i ribelli albanesi in Macedonia nel conflitto del 2001 e, nel 2008, sia la Georgia che la Russia, li hanno utilizzati nella guerra russo-georgiana. L'aereo è stato usato nella prima e seconda guerra russo-cecena. Stati africani, tra cui la Costa d'Avorio, Ciad, Sudan  hanno utilizzato il Su-25 in insurrezioni locali e guerre civili. Ha partecipato ai conflitti tra Etiopia ed Eritrea. Nel 2012 un Su-25 iraniano ha abbattuto un drone americano Predator nei pressi delle proprie coste sull'Oceano Indiano. Recentemente sono stati utilizzati per colpire l'avanzata dell'ISIS, concessi dalla Russia al Governo Iracheno. La nascita del Su-25 si fa risalire al 1969. In quell'anno il prototipo T-8 è stato scelto tra i rivali Yakovlev, Ilyushin e Mikoyan, è stato messo a punto successivamente ed entrato in produzione nel 1975. I caccia-bombardieri sovietici in servizio o in fase di sviluppo in questo momento (Su-7, Su-17, MiG-21 e MiG-23)  non avevano i requisiti per il supporto aereo ravvicinato dell'esercito. Mancava una blindatura essenziale per proteggere il pilota e apparecchiature vitali da fuoco a terra, e le loro elevate velocità di volo rendevano difficile per il pilota mantenere il contatto visivo con l'obiettivo. L'idea di creare un aereo da supporto a terra è nata dopo aver analizzato l'esperienza di attacco al suolo (shturmovaya) d'aviazione nel corso degli anni tra il 1940 e il 1960. Si ricorda tra questi l'Il-2, ampiamente richiesto da Stalin durante la Seconda Guerra Mondiale, l'aereo probabilmente maggiormente prodotto durante il conflitto (36.000 esemplari). Dotato di una robusta blindatura, i cannoni dei BF 109 tedeschi difficilmente riuscivano a perforarlo. Erich Hartmann, in un duello aereo, dovette avvicinarsi molto alla propria vittima e colpirlo al radiatore, unico punto debole, per abbatterlo. I rottami dell'aereo precipitato raggiunsero il suo BF 109 ed egli fu costretto a lanciarsi.

di Antonio Frate