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Altre missioni

Altre missioni

Al via esercitazione Joint Stars 2017

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Prenderà il via il 10 giugno a Poggio Renatico (Ferrara) la Virtual Flag 2017, la prima di una serie di esercitazioni interforze che fanno parte della Joint Stars 2017 (JS17), il maggiore evento addestrativo dell’anno per la Difesa. La JS17, che è organizzata dal Comando Operativo di vertice Interforze (COI), sarà infatti costituita da una rete di esercitazioni che saranno condotte tra giugno e ottobre in varie parti del territorio nazionale e saranno basate su un unico scenario fittizio caratterizzato da un’operazione interforze e multinazionale di risposta ad una situazione di crisi condotta sotto guida italiana. La JS17 si articolerà in due parti principali: la prima sarà costituita dalla VF17, che si svolgerà dal 10 al 15 giugno e sarà un’esercitazione che, grazie all’utilizzo di sistemi di simulazione di alta tecnologia, consente di addestrare il personale alla pianificazione e alla conduzione di operazioni aeree senza l’impiego di velivoli; la seconda parte, in programma tra settembre e ottobre 2017, sarà costituita dalla combinazione di varie esercitazioni prevalentemente di tipo “LIVEX”, cioè con impiego di assetti reali. La VF17 è organizzata dall’Aeronautica Militare e vede anche la partecipazione di personale e assetti del COI, dell’Esercito Italiano e della Marina Militare. Essa si svolgerà principalmente all’interno di una struttura campale esistente presso il Comando Operazioni Aeree di Poggio Renatico (Ferrara), alla quale saranno connessi diversi Reparti operativi delle Forze Armate partecipanti. L’esercitazione rappresenta un’importante tappa del processo di consolidamento della capacità nazionale, già certificata a livello NATO, di esprimere un Comando di componente aerea (Italian Joint Force Air Component – ITA JFAC) in grado di pianificare, coordinare e controllare tutti gli aspetti di una campagna aerea. In questa edizione, l’ITA JFAC si addestrerà a ricoprire il ruolo di Joint Task Force, cioè il Comando interforze che coordina tutte le forze militari nel caso di un’operazione a prevalente connotazione aerea. Due le principali novità della VF17. In primo luogo, l’esercitazione includerà anche un addestramento sul Comando e Controllo nel campo della difesa missilistica (Theatre Ballistic Missile Defense – TBMD), con il rischieramento a livello tattico di comandi e unità operative delle tre Forze Armate: un sistema missilistico SAMP/T dell’Esercito Italiano, un’unità navale classe Orizzonte/FREMM della Marina Militare (o, in alternativa, il Centro Campione di MARICENPROG) e un sensore radar AN/TPS-77 dell’Aeronautica Militare. In secondo luogo, nello scenario fittizio saranno anche previste minacce cyber, cioè attacchi rivolti alla rete informatica utilizzata per condurre le operazioni militari. Esercitazioni come la VF17 costituiscono una preziosa opportunità per integrare a livello interforze le capacità delle singole Forze Armate nel campo della raccolta e condivisione delle informazioni, un’attività che ha sempre avuto un ruolo cruciale nelle operazioni militari, ed oggi ancora di più nell’era dei big data. A ciò si aggiunga che nella VF17, grazie all’uso di sofisticate piattaforme di Modeling & Simulation, il personale militare avrà la possibilità di addestrarsi ad operare in scenari di crisi in modo del tutto verosimile a quanto accade in un’attività operativa reale, con il vantaggio di un minor impatto sul territorio e di un significativo contenimento delle risorse finanziarie necessarie. La JS17 è la prima esercitazione nazionale in cui si realizza una piena connessione tra eventi addestrativi delle singole Forze Armate, con significativi benefici in vari campi, quali condividere le risorse, promuovere l’interoperabilità, sviluppare capacità connesse all’impiego operativo delle forze e mantenere collegamenti a livello nazionale.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa

Migranti, si richiede un maggiore intervento

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“Vogliamo fare di più” hanno dichiarato i ministri degli interni di Italia e Germania, Marco Minniti e Thomas de Maiziere per quel che riguarda il problema immigrazione. Difatti il numero dei migranti è aumentato fino ad arrivare a 42.500 persone di cui la maggiorparte imbarcatesi in Libia, per arrivare alle coste del Mar Mediterraneo.  Sono infatti in 6.000 quelli diretti nei porti italiani senza tener conto del gran numero di dispersi in mare ogni giorno, come le 113 persone recentemente scomparse nel nostro mare. Sono state messe in massima allerta la Guardia Costiera e la Marina Militare che ogni giorno riescono a mettere in salvo centinaia di persone. Nonostante queste estreme missioni di salvataggio si tratta di un fenomeno che non si riesce ad arginare e proprio per questo i ministri chiedono la massima collaborazione di ogni ente impegnato nella questione immigrazione. I due ministri a tal proposito propongono di intensificare le loro azioni diplomatiche a supporto della stabilità politica proponendosi come mediatori nella composizione dei conflitti ma allo stesso tempo di dare sostegno alle missioni UE contro il contrabbando e a favore del disarmo. Inoltre propongono un rafforzamento della tutela dei diritti dei rifugiati e dei migranti nella speranza che il problema migranti entri a far parte completamente della politica estera europea, per dare finalmente un contributo efficace. 
 
di Benedetta Rubbio
 

In Islanda l'operazione Nato "Northern Ice"

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Sei velivoli Eurofighter dell'Aeronautica Militare, decollati dall'aeroporto militare di Grosseto, sono atterrati all'aeroporto di Keflavik, in Islanda, per partecipare all'operazione NATO Interim Air Policing, denominata "Northern Ice". L'operazione, a cui l’Italia contribuisce, con turnazioni periodiche insieme agli altri Paesi dell’Alleanza, ha come obiettivo quello di preservare l'integrità dello spazio aereo della NATO, rafforzando l'attività di sorveglianza dei cieli dell’Islanda, paese sprovvisto di capacità e strutture autonome per la difesa aerea. Il compito degli assetti italiani sarà quello di garantire il servizio di sorveglianza dello spazio aereo islandese fino alla metà del mese di aprile, effettuando nel contempo attività addestrativa congiunta con il personale della Guardia costiera locale. “Il rischieramento in Islanda è una missione, operativa e addestrativa allo stesso tempo, che concretizza lo spirito di solidarietà tra i membri dell’Alleanza Atlantica e permette, inoltre, di mantenere e testare delle procedure standardizzate di sicurezza in ambito NATO” ha dichiarato il Generale Claudio Graziano, Capo dello Stato Maggiore della Difesa, aggiungendo che “questa difesa aerea congiunta nel settore islandese è un chiaro esempio di gestione razionale e condivisione delle risorse disponibili tra i vari Paesi della NATO”. L'attività di Air Policing consiste nella continua sorveglianza dell’integrità dello spazio aereo dell’Alleanza Atlantica nonché nell’identificazione di eventuali sue violazioni all'integrità, dinnanzi alle quali devono scattare appropriate azioni di contrasto, come, ad esempio, il decollo rapido di velivoli caccia intercettori, che in termini tecnici è definito scramble. L'Air Policing viene svolta nell'ambito dell'area di responsabilità del Comando Operativo Alleato della NATO (Allied Command Operation - ACO) di stanza a Bruxelles e viene coordinata dal Comando Aereo (Air Command) di Ramstein (GER).

fonte Stato Maggiore della Difesa

Emergenza Terremoto: l'esercito realizza strutture accoglienti

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Norcia (PG), 8 gennaio 2017 – E' stato inaugurato oggi il terzo modulo abitativo collettivo che permetterà ad oltre dieci famiglie di trascorrere l'inverno in una struttura al riparo dal freddo e dal gelo. Erano presenti al taglio del nastro il Sindaco di Norcia, Dottor Nicola Alemanno, e il Colonnello Massimo Tuzza, Comandante del 6° Reggimento Genio Pionieri. Fondamentale il contributo del Genio dell'Esercito, che ha permesso in poco più di un mese la realizzazione di tre strutture collettive, progettate per accogliere i terremotati in vista dei giorni più rigidi dell'anno. I militari hanno lavorato per un'urbanizzazione speditiva dell'area, approntando le fondamenta e realizzando gli allacci alle utenze. L'operato dei militari del Genio continua presso il comune della Val Nerina con la preparazione di altri due moduli collettivi, nei pressi dei tre già realizzati, e di un'ulteriore area nella frazione di Popoli. Al momento, nonostante le temperature proibitive e le condizioni meteorologiche avverse, le Forze Armate sono impegnati quotidianamente per supportare la popolazione colpita dal sisma, sorvegliando le centinaia di "zone rosse", urbanizzando le aree per la messa in opera delle cosiddette "casette" e recuperando opere d'arte.

fonte Stato Maggiore della Difesa

Iraq, l'Italia lascia il comando alla Germania

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Ieri a Erbil (Iraq) ha avuto luogo la cerimonia di cambio del Comandante del Kurdistan Training Coordination Center (KTCC), polo di addestramento per le forze di sicurezza curde, al quale contribuiscono le Forze Armate italiane nel contesto della missione internazionale a guida statunitense per il contrasto al sedicente Stato Islamico denominata “Inherent Resolve”. Dopo 6 mesi di intensa attività, il Col. Stefano Di Sarra ha lasciato il comando al parigrado tedesco Georg Oel . Le due Nazioni, infatti, si danno il cambio ogni sei mesi. Alla cerimonia hanno presenziato le massime autorità politiche e militari curde e gli alti rappresentanti della Comunità internazionale. A premessa del rituale passaggio della bandiera del KTCC che segna la conclusione del mandato italiano, il Col. Di Sarra ha espresso la sua stima e gratitudine allo staff e agli addestratori delle 8 nazioni che compongono il KTCC:“ Vado via fiero di essere stato il vostro Comandante e vi sono riconoscente per l’impegno profuso a favore del KTCC e delle Forze di Sicurezza Curde, che grazie a voi hanno strumenti efficaci per poter sconfiggere il Da’esh” . Un semestre impegnativo, durante il quale il KTCC ha formato oltre 5000 Peshmerga, dando un contributo fondamentale alle Forze di Sicurezza Curde impegnate nelle fasi finali della battaglia contro il Da’esh. Ad oggi i soldati curdi addestrati da gennaio 2015 sono ben 15000, di cui 6800 formati dai trainers italiani. Il semestre appena concluso ha visto inoltre l’apertura di un nuovo centro addestrativo nel sud del Kurdistan presso la citta di Sulemanya.

fonte Stato Maggiore della Difesa

Iraq, 800 nuovi poliziotti addestrati dai Carabinieri

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Sono oltre 800 gli appartenenti alle forze di polizia irachena che gli istruttori della Task Force Carabinieri hanno addestrato e formato per circa due mesi a Baghdad e che ieri hanno completato il loro ciclo addestrativo. Presso la base Camp Dublin a Baghdad, 550 poliziotti di 12 Province irachene e 268 poliziotti della 4^ Brigata della Federal Police, di Baghdad hanno preso parte alla cerimonia di chiusura (Graduation Ceremony) del 4° corso “Law and Order” e del 21° corso “Carabinieri”. I due corsi conclusi erano incentrati su 8 moduli addestrativi relativi a temi di natura tattica e tipici di polizia, tra le quali diritti umani, etica professionale, ordine pubblico, controllo del territorio, comunicazioni, polizia di prossimità, sopralluogo e repertamento sulla scena del crimine, primo soccorso medico e contrasto agli ordigni esplosivi improvvisati (C-IED). Al termine della cerimonia i poliziotti iracheni hanno simulato alcune attività pratiche di ordine pubblico, di arresto di un pericoloso terrorista e di bonifica di un edificio, che hanno dimostrato l'ottimo livello di capacità e di preparazione raggiunto dal personale iracheno. Sono circa 3000 (70% Sunniti e 30% Sciiti) i poliziotti iracheni addestrati dal giugno 2015 ad oggi, dai circa 90 carabinieri della Task Force Carabinieri, inquadrata nella missione "Inherent Resolve – Prima Parthica", con lo svolgimento di numerosi corsi basici e specialistici, quali un corso di Tutela del Patrimonio Culturale, un corso di Anti-Terrorismo e Criminalità Organizzata. Il Comandante Generale della Federal Police ha avuto parole di elogio per l'impegno dell'Italia in Iraq e di apprezzamento per la professionalità dell'Arma dei Carabinieri nella preparazione dei polizotti iracheni, appartenenti a tutte le etnie, destinati ad operare nei territori liberati dal controllo di Daesh. Il Primo Consigliere dell’Ambasciata Italiana in Iraq ha sottolineato gli ottimi risultati raggiunti dai corsisti ed il delicato ruolo che avranno nella controllo del territorio del Paese una volta ritornati ai reparti di appartenenza. L’evento ha visto la partecipazione di autorità civili e militari, irachene ed internazionali, tra le quali il Comandante Generale della Federal Police, Gen. C.A. Mohamed Raed, i direttori dei Training Department della Federal Police, Gen. B. Modafar e del Ministero dell’Interno, Gen.D. Abdulkareem Hatim, ed il Primo Consigliere dell’Ambasciata Italiana in Iraq, dott. Patrick Mura. Inoltre presenti il Comandante della Task Force Carabinieri, Col. Nicola Mangialavori e della Training Unit di Baghdad, Ten.Col. Neil Dario.

4 AMX su Aeroporto Trapani per sorveglianza Mediterraneo Centrale

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Nell’ambito delle predisposizioni tese ad assicurare la sicurezza degli interessi nazionali nell’area del Mediterraneo Centrale, è stata incrementata la capacità di sorveglianza e acquisizione informazioni ridislocando, temporaneamente, 4 velivoli AMX del 51° Stormo di Istrana (TV) presso la base di Trapani Birgi in Sicilia. La decisione è maturata a seguito dei recenti sviluppi nell’area dei paesi del Nord Africa e del conseguente deterioramento delle condizioni di sicurezza. Questa misura si va ad inserire tra quelle adottate, in precedenza, dal Governo nell’area mediterranea relative all’operazione “Mare Sicuro” posta in essere a tutela dei molteplici interessi nazionali e per assicurare coerenti livelli di sicurezza.

Renzi invia 450 soldati in Iraq

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Ancora una volta Renzi è costretto ad obbedire. Mentre i media si concentrano sul rapporto Renzi-Merkel, il premier italiano dagli studi delle trasmissione “Porta a Porta” comunica l’invio di 450 soldati in Iraq a difesa della diga di Mosul. Controllare la diga significa controllare parte delle risorse idriche dell’Iraq. L’opera inaugurata nel 1983 col nome di “Diga Saddam” è alta 131 metri e lunga 3,2 chilometri, ha una capacità di 11 milioni di metri cubi d’acqua e fornisce elettricità a 1,7 milioni di abitanti della regione. La centrale principale ha una potenza di 750 megawatt e prevede un impianto ad accumulo per pompaggio con una potenza di 240 MW e un sistema ad acqua fluente di 62 MW a valle. L’impianto è il più grande serbatoio d’acqua artificiale dell’Iraq, e il quarto nel mondo arabo e si trova 35 chilometri a nord di Mosul, nella provincia di Ninive. La diga ha un valore altamente strategico perché regola l’intero flusso del Tigri in territorio iracheno. Quindi a difesa di tutto ciò ci saranno truppe di terra italiane quando basterebbero quelle peshmerga a difendere la diga. Un voto di obbedienza agli Usa che invece non hanno alcuna intenzione di inviare soldati in un’area calda e soprattutto in vista della scadenza del mandato di Obama che ha fondato la sua ultima elezione proprio sul ritiro dei marines dall’Iraq e dall’Afghanistan. Ora però l’Italia rischia grosso vista la presenza del nostro contingente in una area strategica per i miliziani dell’Isis e che potrebbe attirare la loro follia devastatrice. Un cedimento della diga produrrebbe un’onda alta 30 metri che colpirebbe in poco tempo la città di Mosul, causando inondazioni fino a Baghdad. Secondo alcune stime, il crollo potrebbe causare fino a 500mila morti (alcuni dicono molti di più). Si è dibattuto molto sulla possibilità che l’Isis possa distruggere la diga e usare l’acqua come “arma”. Tra l’altro Mosul antica capitale assira e centro di fecondi scambi commerciali e culturali sul Tigri, ha anche una ricca storia petrolifera. Nel 1936, durante il regime mussoliniano, l’italiana Agip Petroli divenne socio della Mosul Oil Fields Company, concessionaria delle estrazioni a Mosul mentre nello stesso anno a Kirkûk la grande Iraq Petroleum Company sfruttava i giacimenti avendo un capitale sociale di oltre sei milioni e mezzo di sterline. Di sicuro da un punto di vista strategico nella nuova operazione “made in Italy” non c’è nulla di studiato ma solo l’ennesima mossa in uno scacchiere i cui giocatori sono altri. L’Italia e il suo complesso di petitesse verrà messo duramente alla prova con ripercussioni che potrebbero raggiungere anche il suolo nostrano.

Il direttore

Su Roma dispiegati altri 700 militari

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Le Forze Armate  hanno posto in essere quanto stabilito dalla Questura di Roma attraverso l’integrazione al dispositivo di sicurezza in concorso e in coordinamento alle Forze dell'Ordine. 700 militari dell'Esercito  si vanno così ad aggiungere a quelli impegnati dal 2008 nell'Operazione "Strade Sicure" e questo permetterà un migliore e più efficace presidio e pattugliamento dei siti sensibili a Roma che passeranno dagli attuali  90 a oltre 140. Il nuovo dispositivo  passerà da 1300 a circa 2000 unità impegnando personale proveniente da  più reparti.