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Altre missioni

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Terminata l'esercitazione interforze Mangusta 2018

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Oltre mille Paracadutisti della Folgore con unità specialistiche ed operative dei  Carabinieri Paracadutisti del Reggimento Tuscania, specialisti delle trasmissioni e della guerra elettronica, nuclei cinofili, assetti dell’ Aeronautica Militare, ed unità di Paracadutisti Statunitensi, hanno concluso con successo l’ esercitazione multinazionale ed interforze MANGUSTA 2018 che si è svolta nelle aree addestrative della Toscana. La “Mangusta ”, la tradizionale esercitazione della Brigata Paracadutisti Folgore, ha previsto la contrapposizione sul campo di due  unità avversarie per testare le capacità acquisite dai propri paracadutisti nella concezione e nella conduzione delle operazioni, a seguito di aviolancio,  in ambienti operativi non permissivi per la conquista e la tenuta di posizioni strategiche e  per consentire l’afflusso delle Forze Alleate in uno scenario di crisi. L’esercitazione ha simulato l’immediato intervento della NATO con l’invio di un contingente multinazionale che ha conquistato l’aeroporto occupato da forze ostili con l’ aviolancio di una prima aliquota impegnata in una “Forcible Entry Operation”, ovvero un’operazione Avioportata che ha lo scopo di “preparare il terreno” per l’entrata in Teatro dei successivi scaglioni di forze. Questa fase dell’esercitazione  ha visto mettere in campo tutte le risorse sia in termini di attività difensive che offensive, anche tramite l’impiego delle unità specialistiche del Reggimento Paracadutisti Genio guastatori,  nonché nelle più tipiche delle attività della Folgore ovvero l’ interdizione e la contro-interdizione d’area mirate al massimo controllo del territorio. L’infiltrazione dei Paracadutisti della Folgore, è avvenuto tramite aviolanci con la tecnica della caduta libera e della navigazione aerea a paracadute aperto e mediante l’impiego di battelli per le infiltrazioni via mare. Durante l’intera esercitazione si sono susseguite attività di aviolancio di CDS (Container Delivery System) per rifornire e per consegnare equipaggiamenti alle truppe dispiegate sul terreno tramite l’impiego di velivoli sia ad ala fissa che ad ala rotante dell’ Aviazione dell’ Esercito e dell’ Aeronautica Militare volte ad implementare la capacità di proiezione dall’ aria delle Forze Armate italiane. Di fondamentale importanza il ruolo svolto dalle unità dei nuclei cinofili impiegati con i propri cani per il controllo del territorio,  nonché dagli assetti delle trasmissioni e della guerra elettronica che hanno giocato un ruolo fondamentale anche con le attività di  “ingaggio radar” verso gli assetti di volo sia italiani che statunitensi. L’esercitazione rappresenta un’eccellente opportunità e un significativo ritorno per la Difesa in termini di interoperabilità e integrazione con le Forze Armate straniere e di massimizzazione del valore addestrativo per via del realismo dello scenario e per l’impiego dei vari assetti specialistici nazionali ed internazionali nonché  per l’aggiornamento delle capacità professionali, tecniche e tattiche del personale delle Forze Armate appartenente alle diverse specialità. Oltre ai reparti della Brigata Paracadutisti Folgore hanno partecipato all’Esercitazione: l’ Aeronautica Militare con la 46° Brigata Aerea, l’ Arma dei Carabinieri con 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “ Tuscania” ed il nucleo cinofili di Firenze, l’ Aviazione leggera del’ Esercito con 7° Reggimento Vega e 1° Reggimento Antares, il Reggimento Granatieri di Sardegna, 33° Reggimento Guerra Elettronica, 13° Battaglione Aquileia, Centro Militare di Veterinaria, 11° Reggimento Trasmissioni, 16° Airwing, 121° Reggimento Artiglieria Controaerei,  e le unità Statunitensi della 1-91 CAV, US AIR National Guard.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa

Niger, conclusi i primi corsi a favore delle forze di difesa

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Si sono conclusi in questi giorni i primi corsi di addestramento a favore delle forze di difesa e sicurezza nigerine da parte degli addestratori militari italiani dei Mobile Training Teams (MTT), inseriti nel contingente nazionale della Missione Bilaterale in Niger (MISIN). La MISIN, avviata sulla base di specifica richiesta di supporto avanzata dalle autorità nigerine a quelle italiane, ha potuto iniziare le attività dei primi MTT, rivolte innanzitutto alla formazione di istruttori nigerini, dallo scorso settembre. I corsi, che hanno permesso di “diplomare” già 250 militari e gendarmi nigerini, si sono focalizzati, per il momento, su tre ambiti: la lotta agli ordigni esplosivi e alle mine, la sicurezza di basi aeree e aeroporti e il mantenimento dell’ordine pubblico. In particolare, l’Esercito Italiano ha alimentato con personale dei reparti del Genio l’MTT che ha fornito  ai militari nigerini selezionati gli strumenti per poter affrontare in sicurezza un campo minato e per attuare le giuste procedure di messa in sicurezza in caso di rinvenimento di ordigni esplosivi. All’Aeronautica Militare, invece, è toccato il compito di formare  istruttori nigerini nelle attività di protezione e sicurezza degli aeroporti e di basi aeree militari, permettendo alla controparte di ampliare le competenze e conoscenze professionali in materia di procedure da mettere in atto  per garantire la sicurezza dei velivoli e l’incolumità del  personale presente negli aeroporti civili e militari. Infine, i Carabinieri hanno svolto un corso a favore della Gendarmeria locale focalizzato su procedure e tecniche per le attività di controllo della folla e di mantenimento dell’ordine pubblico. A detta dei militari italiani, tutti e tre i corsi svolti hanno conseguito appieno gli obiettivi addestrativi prefissati, grazie anche agli eccellenti livelli di preparazione professionale del personale nigerino ammesso ai corsi. Un giudizio lusinghiero che è stato confermato, all’atto delle relative cerimonie di consegna dei diplomi di partecipazione, dalle autorità di vertice delle Forze di Difesa e di Sicurezza nigerine intervenute, che hanno voluto sottolineare la loro piena soddisfazione per il proficuo rapporto di collaborazione instauratosi con gli addestratori italiani e per gli ottimi livelli addestrativi raggiunti. La MISIN è pronta anche ad ampliare l’offerta formativo-addestrativa a favore della controparte nigerina, laddove ci fossero specifiche richieste ed esigenze rappresentate dalle autorità locali, con il preciso obiettivo di supportare le forze di difesa e di sicurezza nigerine in un percorso di miglioramento e rafforzamento delle proprie capacità operative, al fine di poter svolgere un più efficace controllo del territorio, volto al contrasto dei traffici illegali e delle minacce alla sicurezza.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa

Nato, conclusa la prima parte dell'esercitazione Trident Juncture

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Con la battaglia simulata di Oppdal (Norvegia), a cui hanno preso parte anche gli assetti terrestri e le componenti aeree dello strumento militare nazionale, si è conclusa la fase Live Exercise (LIVEX - con unità schierate sul terreno)  dell’esercitazione “Trident Juncture”, la più importante attività addestrativa organizzata dall’Alleanza Atlantica dalla fine della guerra fredda, che ha visto impiegati circa 50.000 militari di 31 diverse Nazioni, 150 aerei, 70 navi e oltre 10.000 veicoli terrestri. Al termine dell’esercitazione, l’Ammiraglio James Gordon Foggo, Comandante dell’Allied Joint Force Command di Napoli e direttore dell’esercitazione, ha voluto ringraziare calorosamente i militari di tutte le Nazioni partecipanti e, in particolare, la Norvegia, che ha ospitato sul suo territorio la complessa attività addestrativa. L’Ammiraglio ha voluto rimarcare che la “Trident Juncture” ha rappresentato, da un lato, lo spirito di solidarietà e di coesione tra i Paesi membri a favore di quelli che maggiormente percepiscono la rinnovata assertività militare ad est, e, dall’altro, la determinazione dell’Alleanza Atlantica nella sua missione primaria di difesa collettiva dell’integrità territoriale euro-atlantica contro ogni possibile aggressione e minaccia esterna mantenendo un alto livello di preparazione e di reazione. L’esercitazione ha previsto la contrapposizione sul campo di due  unità avversarie, a livello Corpo d’Armata, le quali si sono alternate nel condurre operazioni in attacco e in difesa. In particolare, la fase conclusiva, certamente tra quelle più complesse di tutta l’attività, consisteva nella completa liberazione di territori precedentemente occupati dalle forze avversarie. L’obiettivo finale della “Trident Juncture” era quello di verificare la capacità della NATO di pianificare e condurre un'importante operazione di difesa collettiva, oltre che di valutare l’effettivo grado di integrazione e di cooperazione tra le Forze Armate dei Paesi membri e la loro capacità di interagire con Paesi amici, quali la Finlandia e la Svezia. Nel contempo, l’esercitazione è stata sfruttata anche per analizzare il sistema di prontezza operativa e di risposta militare immediata alle minacce dell’Alleanza, attraverso l’impiego della NATO Response Force (NRF), diretta dal NRDC (NATO Rapid Deployble Corps) di Solbiate Olona per tutto l’anno 2018. La partecipazione nazionale, oltre al citato NRDC, ha visto schierato anche un complesso di forze terrestri, su base 132^ Brigata corazzata “Ariete”, costituente la  VJTF Land Brigade (Very High Readiness Joint Task Force), cioè l’assetto di massima prontezza operativa dell’Alleanza, la cui responsabilità è stata assegnata, nel 2018, alle Forze Armate italiane. Per tale esigenza, la Brigata “Ariete” (Comando Brigata e assetti dell’11° reggimento bersaglieri, del 10° reggimento genio guastatori, del reggimento logistico “Ariete”, del Reparto Comando e Supporti Tattici “Ariete”) è stata rinforzata con assetti tratti dal 187° reggimento paracadutisti, dal 7° reggimento trasmissioni, dal 1° reggimento artiglieria da montagna, dalla Scuola di Commissariato di Maddaloni e da una compagnia di Polizia Militare del 13° reggimento Carabinieri “Friuli Venezia Giulia”. Durante la LIVEX, inoltre, la VJTF ha potuto anche contare sul supporto dell’Aeronautica Militare, che ha schierato nella base di Bodo gli Eurofighter (provenienti dal 4° Stormo di Grosseto, dal 36° Stormo di Gioia del Colle e dal 37° Stormo di Trapani) per le attività di Difesa Aerea e di scorta e protezione dei velivoli strategici dell’Alleanza, i Tornado (dal 6° Stormo di Ghedi) per la soppressione delle difese aeree avversarie,  il KC-767 (del 14° Stormo di Pratica di Mare) per il rifornimento in volo degli aerei NATO, e il G-550 CAEW (del 14° Stormo) per la sorveglianza, l’avvistamento, il comando e controllo.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa
 
 

Missione in Iraq, continuano i corsi dei carabinieri

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La Police Task Force-Iraq, guidata dall’ Arma dei Carabinieri ed inquadrata nella missione “Operation Inherent Resolve – Prima Parthica”, prosegue nella conduzione di attività addestrative a supporto delle forze di polizia irachene e curde, fornendo ausilio nella complessa transizione da assetti impiegati in operazioni militari ad agenzie di sicurezza poste a presidio della legalità ed a tutela dei cittadini. Nei giorni scorsi, infatti, presso la Iraqi Federal Police Special Training School di Bagdad, si sono conclusi con successo il 17° corso Law & Order, il 19° Crowd & Riot Control e il 13° corso Cultural Heritage Protection, tenuti dal personale dell’Arma dei Carabinieri che, nell’ambito dell’operazione “Inherent Resolve - Prima Parthica” e con la partecipazione di numerosi partners internazionali (Polizie del Canada, Repubblica Ceca, Finlandia e Svezia), ha il compito di fornire assistenza alle forze di polizia irachene, svolgendo attività di addestramento e mentoring nella fase cruciale di lotta a Daesh. In particolare i 32 frequentatori del Cultural Heritage Protection course, molti dei quali già esperti di settore, hanno acquisito ulteriori fondamentali nozioni per le investigazioni in tale ambito e soprattutto per quanto concerne la condivisione informativa ed il contrasto alle attività di scavo clandestino e al commercio illegale di reperti archeologici. L’interesse e la sensibilità in questo settore è tale che da gennaio di quest’anno un team di Carabinieri di “addestramento e consulenza in tema di tutela del patrimonio culturale” è schierato, con compiti di consulenza e addestramento, presso le sedi UNESCO di Baghdad ed Erbil. In totale, grazie a questi ultimi 3 corsi, sono stati addestrati 432 iracheni appartenenti alle diverse forze di polizia ricevendo una formazione specifica nelle procedure di intervento di polizia (controllo del territorio, uso calibrato della forza secondo un’escalation di proporzionalità alla minaccia, tecnica di arresto e di ammanettamento e uso delle armi non letali), sul codice etico e di condotta del poliziotto verso le Istituzioni pubbliche e la società civile con l’applicazione di standard del diritto internazionale umanitario. Nella sede di Erbil, inoltre, si è concluso il 4° corso Police Female Officer condotto dalla Task Unit Carabinieri, rinforzata da personale femminile dell’Arma, a favore di 24 operatrici delle diverse forze di polizia della Regione Autonoma del Kurdistan. Durante il modulo sono state approfondite tematiche inerenti alla tutela dei diritti umani ed al trattamento delle vittime di violenze domestiche. Le partecipanti sono state coinvolte in attività pratiche nelle quali hanno sperimentato le tecniche di maneggio delle armi, perquisizioni personali, veicolari e tecniche di immobilizzazione.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa
 
 

Emergenza maltempo in Sicilia, le forze armate intervengono

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A seguito del maltempo che ha colpito la Sicilia sud-orientale nelle ultime ventiquattr’ore, già dalla prima mattinata, le Autorità locali hanno chiesto il concorso delle Forze Armate per attività di immediato soccorso alla popolazione. In particolare, l’Esercito è intervenuto, su richiesta della prefettura di Catania, impiegando 33 militari e 4 veicoli tattici del 62° reggimento fanteria “Sicilia” della Brigata “Aosta”. Inoltre, sono stati resi disponibile assetti specialistici del 4° reggimento genio di Palermo, posti in allerta e pronti ad intervenire al verificarsi di un ulteriore peggioramento della situazione atmosferica. Il tempestivo intervento ha consentito di trarre in salvo sette persone rimaste intrappolate nelle loro auto, nella città di Catania. L’Aeronautica Militare, invece, sta fornendo supporto tecnico agli elicotteri dei Vigili del Fuoco e della Guardia Costiera di Catania presso l’Aeroporto Militare di Sigonella. Questi aeromobili sono infatti impegnati in attività di soccorso, con particolare riferimento allo sgombero di quelle persone che sono state costrette a riparare sui tetti delle proprie abitazioni a causa delle inondazioni e dell’alto livello raggiunto dalle acque. Il personale militare dell’Aeronautica sta inoltre svolgendo tutte le operazioni di accoglienza a terra e prima assistenza medica a favore delle persone evacuate.  Al momento, infatti, sono dieci le persone salvate che, appena giunte a Sigonella, sono state sottoposte a visita medica presso l’infermeria della base militare per accertarne le effettive condizioni di salute. In aggiunta, il personale militare sta assicurando anche il controllo dello spazio aereo, l’assistenza di terra a favore degli aeromobili impegnati e il servizio meteorologico. Ancora una volta, dinnanzi a emergenze e calamità naturali, le Forze Armate sono in grado di mettere a disposizione della collettività nazionale i propri assetti caratterizzati da capacità duale: tecnologie e mezzi, nati per specifiche necessità militari, ma che possono essere proficuamente impiegati anche per fronteggiare efficacemente esigenze di natura civile.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa

Niger, concluso il primo corso dalla missione italiana

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Nei giorni scorsi a Niamey, presso la Scuola della Gendarmeria Nazionale nigerina, alla presenza del Comandante della MISIN (Missione Italiana in Niger), Generale di Brigata Antonio Maggi, e del Comandante della Legione della Gendarmeria Territoriale di Niamey, Ten. Col. Aboubacar Allahi, si è svolta la cerimonia di chiusura del Corso per istruttori di Ordine Pubblico, iniziato il 17 settembre scorso. La cerimonia è stata preceduta da una dimostrazione pratica che ha permesso di apprezzare l’elevato livello di apprendimento raggiunto dai frequentatori, grazie all’articolato programma di formazione loro impartita.Al Corso, durato 4 settimane e condotto da un Mobile Training Team (MTT) di 8 militari dell’Arma dei Carabinieri hanno preso parte 25 tra Ufficiali, Sottufficiali e Gendarmi nigerini, che costituiranno il primo nucleo di formatori nello specifico settore. I migliori saranno formati come istruttori nel Corso di Mantenimento dell’Ordine Pubblico per un’unità della Gendarmeria di circa 70 elementi che inizierà oggi. Questo approccio, teso a formare istruttori e successivamente ad affinarne ulteriormente le competenze impiegandoli al fianco dei loro formatori italiani, consentirà di assicurare la sostenibilità della funzione addestrativa in piena autonomia da parte della Gendarmeria, garantendo elevati standard qualitativi e professionali nel lungo termine. Il Corso per istruttori di Ordine Pubblico della Gendarmeria, è il primo che viene svolto e concluso dalla missione italiana in Niger e fa parte di un più ampio pacchetto formativo che coinvolge anche le altre Forze di Difesa e Sicurezza del Niger addestrate anche dai militari dell’Esercito e dell’Aeronautica militare su attività di Security Force Assistance (SFA) oltre allo sviluppo di moduli formativi dedicati all’apprendimento del diritto internazionale umanitario e delle tecniche di pronto soccorso. La missione italiana è intesa a fornire assistenza interforze  alla Repubblica del Niger svolgendo i compiti di supporto, nell’ambito di uno sforzo congiunto europeo e statunitense per la stabilizzazione dell’area ed il rafforzamento delle capacità di controllo del territorio delle autorità nigerine e dei Paesi del G5 Sahel (Niger, Mali, Mauritania, Chad e Burkina Faso), oltre che allo sviluppo delle Forze di sicurezza nigerine (Forze armate, Gendarmeria Nazionale, Guardia Nazionale e Forze speciali della Repubblica del Niger) per l’incremento di capacità volte al contrasto del fenomeno dei traffici illegali e delle minacce alla sicurezza.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa

Nave Espero partecipa all'operazione NATO "Sea Guardian"

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Ieri la fregata Espero della Marina Militare è entrata a far parte dell’Operazione Sea Guardian della NATO e domani lascerà il porto di Taranto insieme al gruppo navale NATO composto dalla nave inglese HMS Echo e dalla corvetta croata HRV Vukovar.
Il gruppo navale della NATO è al comando del Capitano di Fregata Alberto Fiorentino, Comandante di nave Espero e, dopo aver lasciato il porto di Taranto, inizierà una fase di integrazione e addestramento per poi dirigere nel Mediterraneo centrale dove sarà effettuata attività di pattugliamento sotto il controllo operativo del Comando Marittimo Alleato (MARCOM) di Northwood (UK). Nata dopo il Summit di Varsavia del 2016, la Sea Guardian è un’operazione altamente flessibile, in grado di garantire un ampio spettro di compiti operativi che includono la sorveglianza degli spazi marittimi di interesse con lo scopo di avere una chiara Maritime Situational Awarness, la cooperazione e la formazione a favore delle forze di sicurezza dei paesi rivieraschi (Maritime Security Capacity-Building) e il contrasto al terrorismo marittimo. Inoltre, ha lo scopo di incrementare il coordinamento tra l’attività della NATO e quelle dell’Unione Europea, condotte dai mezzi impiegati nell’operazione EUNAVFORMED Sophia, al fine di migliorare la difesa europea e la sicurezza collettiva, assicurando maggiori sinergie e sfruttando le peculiarità di ciascuna organizzazione. La fregata Espero è un'unità missilistica e anti sommergibile appartenente alla Classe Maestrale. Varata il 19 novembre 1983 ed entrata in servizio il 4 maggio 1985, la nave ha un equipaggio di circa 200 uomini e donne, comprensivo dei team specialistici della Brigata Marina San Marco e della componente aerea della Marina Militare con un elicottero AB212 imbarcato. La nave rimarrà nel gruppo navale NATO fino al prossimo 21 settembre.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa
 

Militari italiani di Erbil addestrano forze di polizia del Kurdistan iracheno

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Si è conclusa nei giorni scorsi, con una dimostrazione delle capacità acquisite e la consegna degli attestati di partecipazione, una serie di corsi svolti a favore delle forze di sicurezza curde “Zeravani” e “Regional Police” tenuti dagli istruttori dell’Arma dei Carabinieri. Le attività addestrative, organizzate nell’ambito della missione internazionale Operation Inherent Resolve-Prima Parthica dalla Police Task Force Iraq - Training Unit di Erbil, hanno visto la partecipazione di 66 militari e poliziotti. L’addestramento è stato orientato all’affinamento delle capacità di tiro con le armi in dotazione, la gestione dell’ordine pubblico, la condotta dei servizi di scorta e tutela VIP, nonché a fornire le competenze di base per il primo soccorso tattico. In particolare, sono state sviluppate attività pratiche quali le tecniche di approccio alle persone sospette, le modalità di perquisizione personale e veicolare, le tecniche di ammanettamento, di uso e maneggio delle armi, nonché quelle relative ai movimenti tattici ed alle irruzioni, tipici compiti cui sono chiamate le polizie di tutto il mondo. Molta attenzione è stata dedicata allo studio delle condotte da adottare durante gli interventi di ordine pubblico al fine di garantire il rispetto della legalità. La cerimonia di fine corso si è svolta alla presenza del Console Italiano in Erbil dottoressa Serena Muroni e del Vice Comandante dell’Italian National Command Land e Comandante del Supporto Nazionale e delle massime autorità delle forze di polizia addestrate, che nei loro interventi hanno elogiato l’attività svolta dai Carabinieri e l’impegno con cui le Forze Armate Italiane e della Coalizione stanno fornendo il loro contributo per la stabilizzazione del paese. L’addestramento delle Iraqi Security Forces continuerà a rappresentare una priorità per la coalizione internazionale e, in tale ottica, l’addestramento di dette forze di sicurezza testimonia lo sforzo compiuto -ed ancora in atto- per la sconfitta di ISIS e per la stabilizzazione e normalizzazione del Paese. Il portavoce del Comando degli Zeravani ha auspicato che tali attività di assistenza possano continuare con sempre maggior successo. I Peshmerga-Zeravani sono una forza di polizia ad ordinamento militare della Regione Autonoma del Kurdistan iracheno e dipendono dal Ministero dell’Interno del Kurdistan Regional Government ed i loro compiti comprendono la vigilanza delle installazioni governative, sensibili e strategiche, la gestione dell’ordine pubblico ed il supporto generale alle altre forze di polizia della Regione a nord dell’Iraq.  L’Italia contribuisce all’Operazione “Inherent Resolve” di contrasto al terrorismo internazionale, schierando in Iraq circa 700 militari dell’Esercito e circa 100 Carabinieri impegnati nell’addestramento delle Forze di Sicurezza irachene e curde (Peshmerga), garantisce la sicurezza dei lavori presso la Diga di Mosul oltre a fornire un dispositivo di elicotteri che assicura la mobilità ed il trasporto del personale della Coalizione. Nell’ambito della stessa operazione è schierata in Kuwait la Task Force Air che con circa 300 militari dell’Aeronautica Militare garantisce l’unicità di comando e l’impiego sinergico e coordinato degli assetti di volo KC 767A, Predator e AM-X. La missione della TFA Kuwait è di soddisfare le esigenze di rifornimento in volo degli assetti della coalizione con il proprio KC 767° e di concorrere, altresì, alla definizione della situation awareness della coalizione mediante l’impiego dei propri assetti Intelligence, Surveillance and Reconnaissance (ISR) AM-X e Predator.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa

Operazione antipirateria Atalanta: missione compiuta per nave Margottini

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L’11 agosto la Fregata Europea Multi Missione della Marina Militare Carlo Margottini ha ultimato l’impegno nell’operazione antipirateria “Atalanta”, il dispositivo internazionale a guida europea che da dieci anni è dispiegato in Oceano Indiano con lo scopo di garantire la sicurezza dei mercantili che trasportano aiuti per conto del World Food Program e del traffico marittimo a tutela degli  interessi nazionali ed europei, e si appresta a rientrare in Patria. Nave Margottini ha svolto il compito di Flagship dell’operazione per 4 mesi con il Force Commander, Contrammiraglio Simone Malvagna, che il 6 agosto scorso ha ceduto il comando della forza in mare all’Ammiraglio Alfonso Perez de Nanclares, imbarcato sulla nave spagnola Castilla. Durante questo periodo a guida italiana Nave Margottini, che ha percorso ben 17.000 miglia durante le oltre 2.100 ore di moto, ha lavorato in stretto coordinamento con assetti aeronavali spagnoli, tedeschi ed un team di sicurezza montenegrino imbarcato su una nave mercantile del World Food Program. I rifornimenti in mare sono stati garantiti dalla rifornitrice spagnola ESPS Patino e la Big Horn della U.S. Navy. Dati che danno una chiara visione dell’impegno della Marina Militare nel contribuire alla sicurezza marittima internazionale a protezione dei commerci e delle vie di comunicazione strategiche in risposta alla minaccia della pirateria a danno dei mercantili in transito nell’area del corno d’Africa, fenomeno mai sopito sebbene ridotto grazie all’impegno internazionale. In questo contesto, nave Margottini ha inoltre colto ogni occasione addestrativa con le unità della Command Task Force 465, della Task Force 151 e delle unità presenti nel Golfo di Aden. Nel periodo sono state effettuate soste in cinque diversi Paesi (Oman, Djibouti, Kenya, Tanzania, Seychelles) che hanno intervallato i circa 90 giorni di navigazione, e hanno dato l’opportunità di crescita e d’incontro con le autorità politiche dei Paesi rivieraschi ovvero d’interazione con le relative Marine e Guardie Costiere. Tra le autorità incontrate da evidenziare l’incontro tra il Force Commander ed il Primo Ministro somalo avvenuto in occasione dell’Europe Day di Mogadiscio così come con il Vice Primo Ministro ricevuto a bordo di Nave Margottini. Durante le soste nei Paesi visitati sono state anche condotte specifiche attività di “capacity building” a favore delle forze di sicurezza locali allo scopo di trasmettere loro le conoscenze necessarie per operare in autonomia nel contrasto alle attività illecite. Non sono mancate le attività solidali o di Civilian and Military Interaction (Ci.Mi.C.) finalizzate a regalare un sorriso ai bambini di Djibouti, Mombasa e Dar El-Salam mediante la distribuzione di generi alimentari e beni di prima necessità presso strutture ad essi dedicate e, più in generale, per appoggiare e sostenere specifiche strutture ed organizzazioni locali che si occupano di aiutare quelle fasce di popolazione particolarmente bisognose. In mare, il Margottini oltre ad assicurare la Close Monitoring (attività di scorta ravvicinata) nei confronti dei mercantili del World Food Program in transito nel Golfo di Aden, ha condotto circa 30 friendly approach nei confronti di pescherecci locali di medie e piccole dimensioni allo scopo di fornire assistenza logistica ed eventualmente sanitaria.
 
Approfondimenti:
 
L'operazione Atalanta è stata istituita dall'Unione Europea nel 2008 in risposta ai ripetuti atti di pirateria a danno dei mercantili in transito nell’area del corno d’Africa, con l'obiettivo primario di proteggere le navi del World Food Program (WFP), dell'African Union Mission in Somalia (AMISOM) ed altre unità vulnerabili, contrastando e prevenendo tali attacchi. Anche grazie al decennale operato della missione, svolta in stretto coordinamento con le altre Marine operanti in questa parte di Oceano Indiano, il fenomeno della pirateria può oggi essere considerato in netta regressione e l’Operazione Atalanta, avvalendosi di specifiche risorse e richiamandosi ad un approccio ora più omnicomprensivo, può dedicarsi anche ad altri settori, il cui consolidamento è considerato ugualmente nevralgico per la stabilizzazione dell’area. Attualmente Atalanta mette a disposizione le proprie capacità operative per monitorare le comunità somale costiere e le attività di pesca al largo delle coste della Somalia, per supportare le altre missioni dell’Unione Europea e delle organizzazioni internazionali operanti in zona.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa