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Afghanistan

Afghanistan, ritrovato il bimbo di Kabul affidato ad un marine

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Un bimbo sorretto dalle braccia del padre viene consegnato a un marine al di là del muro che separa una calca infinita dall'aeroporto di Kabul. Oltre il filo spinato. Uno scatto drammatico della scorsa estate diventato il simbolo del ritorno dei Talebani e delle caotiche operazioni di evacuazione dei civili dall'Afghanistan. Solo adesso quel bambino, Sohail Ahmadi, si è ricongiunto con la sua famiglia. Dopo aver consegnato il piccolo ai soldati Usa, come tanti altri disperati, temendo che venisse schiacciato dalla folla, papà Mirza e mamma Suraya non erano più riusciti a trovarlo e avevano lasciato il Paese senza di lui. Prima il Qatar, poi la Germania, infine gli Stati Uniti dove vivono oggi con gli altri tre figli.
"Ho cercato ovunque per tre giorni, ma di lui non c'era traccia", raccontò il padre, che aveva lavorato come uomo della sicurezza all’ambasciata Usa in Afghanistan per dieci anni, in un drammatico appello per ritrovarlo. Poi a novembre, spiega la Bbc, il piccolo è stato rintracciato a casa di un tassista di 29 anni, Hamid Safi. Questi ha raccontato di aver trovato Sohail da solo per terra all'aeroporto e di averlo portato a casa dalla moglie e dagli altri figli dopo aver cercato invano i suoi parenti. Lo ha chiamato Mohammad Abed e ha postato la sua foto insieme a quella dei suoi figli sulla sua pagina Facebook. Il nonno di Sohail lo ha riconosciuto e ha viaggiato dalla provincia nord-orientale del Badakhshan fino a Kabul per chiedere che il bambino fosse restituito. Dopo sette settimane di trattative e un accordo tra le famiglie supervisionato dai Talebani, il piccolo è stato consegnato al nonno in attesa di raggiungere mamma e papà.
 
fonte Rai News

Generale Zanelli nuovo vicecomandante RS

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Oggi, con una semplice cerimonia svoltasi in aderenza alle misure di contenimento del contagio da Covid-19, il Generale di Corpo d’Armata dell’Esercito Italiano Nicola Zanelli ha assunto l’incarico di Vicecomandante della missione NATO Resolute Support in Afghanistan, subentrando al Tenente Generale Gilles Hill, del British Army. Il passaggio di consegne è avvenuto alla presenza del Generale statunitense Scott Miller, Comandante della missione, che ha dato il benvenuto al Generale Zanelli. Il Generale Zanelli ha confermato che l’impegno del contingente italiano prosegue al fianco degli alleati e dei partner della NATO. Ha sottolineato, inoltre, l’importanza di essere determinati e coesi nel supportare il popolo afgano e le sue forze nazionali di sicurezza per mantenere i risultati finora raggiunti: “Un impegno dovuto”, ha dichiarato, “verso i cittadini afgani e verso i fratelli in armi di tutti i paesi della Coalizione caduti e feriti nel lungo percorso di stabilizzazione dell’Afghanistan”.
Nei giorni scorsi, il Gen. C.A. Zanelli ha visitato il Tactical Advice Assist Command West (TAAC-W), unità multinazionale a guida italiana, che ha sede in Herat, al comando del Gen. B. Alberto Vezzoli, Comandante della Brigata Alpina "Julia" dell'Esercito Italiano, che ne costituisce il grosso della forza.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa
 

Afghanistan, meeting con vertici militari e politici

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Qualche giorno fa, a Camp Arena (Herat), sede del Train Advise and Assist Command West (TAAC W), attualmente su base Brigata Aeromobile “Friuli”, alla presenza del Comandante della Missione in Afghanistan Resolute Support (RS), Generale (USA) Austin Scott Miller, del Vicecomandante di RS e Italian Senior National Representative, Generale di Corpo d’Armata Salvatore Camporeale e del Comandante del TAAC W, Generale di Brigata Salvatore Annigliato, si è tenuto un importante incontro (shura) al quale hanno partecipato i più alti rappresentanti delle Forze di sicurezza della regione ovest dell’Afghanistan. La Shura ha costituito un momento di confronto tra il Governatore della Provincia di Herat, Abdul Qayum Rahimi, il Comandante del 207° Corpo d’Armata dell’Afghan National Army, Major General Noourallah Shuiayee Qaderi e i Comandanti delle Forze di sicurezza operanti nella provincia. Durante l’incontro si è discusso del potenziamento delle capacità logistiche delle unità militari afgane, delle attività di Train, Advise and Assist svolte dagli advisors italiani del TAAC W e, per gli aspetti relativi alla sicurezza, si è tracciato un quadro circa l’attuale situazione in cui versa ogni distretto della provincia. Il Governatore di Herat ha rivolto al Comandante della Missione in Afghanistan  RS e del TAAC W un sentito ringraziamento per il continuo sostegno e supporto prestato, affermando che l’ottima cooperazione raggiunta tra le Istituzioni militari e civili afgane e le Forze della coalizione ha permesso di elevare il livello di sicurezza nella provincia e di creare le condizioni affinché le Forze di sicurezza locali possano operare a difesa del proprio Paese e dei cittadini. Soddisfazione per i risultati conseguiti è stata espressa anche dal Comandante del 207° Corpo d’Armata. Il Generale Miller, nel suo intervento, ha affermato che gli Stati Uniti non faranno mancare il loro appoggio al Paese in un momento storico come questo, nel quale sono tutt’ora in corso le trattative con il movimento talebano per addivenire a un accordo di pace che coinvolga anche il governo legittimo dell’Afghanistan. Miller ha inoltre sottolineato che la missione in Afghanistan Resolute Support proseguirà fino a quando non saranno raggiunte le condizioni necessarie affinché le Istituzioni e le Forze Armate afgane possano essere in grado di agire in completa autonomia. La missione in Afghanistan Resolute Support è una missione a guida NATO avviata il 1° gennaio 2015 al temine dell’operazione ISAF. Il suo scopo è contribuire all’addestramento, assistenza e consulenza in favore delle Istituzioni e delle Forze di Sicurezza locali, al fine di facilitare le condizioni per la creazione di uno stato di diritto, Istituzioni credibili e trasparenti e, soprattutto, di Forze di Sicurezza autonome e ben equipaggiate, in grado di assumersi autonomamente il compito di garantire la sicurezza del Paese e dei propri cittadini.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa
 

Militari italiani del Train Advise Assist Command West (TAAC-W) abilitano 7 poliziotte del carcere femminile di Herat al primo soccorso e al soccorso pediatrico

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Herat, 23-24 giugno 2018. I militari italiani in missione in Afghanistan hanno concluso ad Herat il corso Basic Life Support Defibrillation (BLSD) teso a consentire alle poliziotte in servizio presso il carcere femminile di stabilizzare le detenute ed i loro figli in imminente pericolo di vita. I carabinieri del Police Advising Team (PAT)  con l’ausilio di personale medico e infermieristico dell’ospedale da campo della base italiana (ROLE 2) appartenenti al Train Advise Assist Command West (TAAC-W), su base Brigata “Pinerolo”, hanno abilitato sette poliziotte in servizio presso l’istituto di reclusione femminile di Herat al primo soccorso e al soccorso pediatrico. Il corso è stato richiesto dalla direttrice dell’istituto penitenziario per accrescere la formazione del personale di polizia a fornire una maggiore assistenza alle donne detenute nel carcere e ai loro figli che ad oggi, in circa 60 tra neonati e bambini, vivono con loro nella struttura in età prescolare. La rianimazione cardio-polmonare, le posizioni di sicurezza post traumatiche e da shock, il trattamento delle ferite lacero-contuse e l’impiego del defibrillatore, sono le principali capacità acquisite dalle poliziotte espresse nella pratica di numerosi esercizi eseguiti su manichino. Inoltre, una sessione a parte è stata dedicata al primo soccorso pediatrico, con particolare riferimento alla disostruzione delle vie respiratorie. Le attività a favore delle donne afgane, realizzate nell’ambito dei progetti gender, hanno il duplice obiettivo, da una parte,  di rendere le Forze Armate e di Polizia autonome nella gestione dello sviluppo professionale del proprio personale e, dall’altra,  di formare nuovi istruttori (“train the trainers”) in linea con i compiti del TAAC W che si sviluppano sia sul piano dell’addestramento (Train) che su quello della consulenza (Advise e Assist). Tutti gli sforzi del contingente italiano, nell’ambito della missione in Afghanistan Resolute Support, sono tesi allo sviluppo organizzativo e funzionale delle forze di sicurezza afgane, per il raggiungimento di un adeguato livello di sostenibilità delle stesse. Le partecipanti, al termine della cerimonia di consegna dei diplomi, hanno espresso grande soddisfazione per quanto appreso durante le lezioni teoriche e pratiche, mostrando sempre un vivo interesse per gli argomenti trattati durante il corso.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa

La brigata "Pinerolo" subentra alla brigata "Sassari"

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Si è svolta questa mattina presso l’aeroporto di Herat, la cerimonia di avvicendamento alla guida del Train Advise Assist Command West (TAAC W), il comando Nato multinazionale e interforze a guida italiana che opera nella regione Ovest dell’Afghanistan nell’ambito della Missione Resolute Support (RS). La Brigata “Sassari”, dopo sei mesi di addestramento, consulenza e assistenza a favore delle forze di sicurezza locali, è stata avvicendata dalla brigata “Pinerolo”. Alla cerimonia hanno partecipato l’Ambasciatore d’Italia a Kabul Roberto Cantone, il Comandante del Comando NATO di Brunssum Generale di Corpo d'Armata Riccardo Marchiò, il Comandante della missione Resolute Support John W. Nicholson, l’Italian senior Representative Gen. di Divisione Massimo Panizzi in rappresentanza del Comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze e tutte le  massime autorità civili e militari afgane della regione ovest. Il Gen. Marchiò, nel suo intervento, ha ringraziato il Comandante cedente Generale di Brigata Gianluca Carai, ed i Sassarini schierati, per gli eccellenti risultati conseguiti e ha formulato al Generale di Brigata Francesco Bruno, ed alle sue unità, gli auguri per il delicato e fondamentale compito che li attende. Il Gen. Nicholson, ha invece ripercorso dal canto suo le numerose attività condotte dal TAAC W nel semestre di responsabilità della “Sassari”, citando alcune significative operazioni, quali l’assistenza, “a domicilio”, alle Forze di Sicurezza afgane in aree distanti da Herat con i Sassarini schierati, anche per lunghi periodi, nelle varie provincie della regione ovest, a supporto delle controparti locali impegnate, autonomamente, durante le fasi di pianificazione e di condotta di attività militari contro l’insorgenza. L’eccezionale contributo fornito dal contingente italiano durante le operazioni di messa in sicurezza delle aree interessate all’inaugurazione dei lavori per la realizzazione del gasdotto TAPI, presieduta dal Presidente della Repubblica dell'Afghanistan Ashraf Ghani, e successivamente durante l’incontro dello stesso Presidente con il Comandante del Supreme Allied Commander Europe (SACEUR), Generale Curtis Scaparotti accompagnato da quattro ambasciatori presso la NATO. Il Gen. Nicholson ha, inoltre, evidenziato come la regione ovest, a guida italiana, risulta aver ottenuto i migliori risultati di tutto il paese, in termini di sicurezza, sviluppo economico e sociale – trai cui spiccano gli elevati livelli di integrazione femminile e di scolarizzazione – ed anche in termini di controllo del territorio, con oltre l’84% della popolazione sotto l’influenza delle istituzioni governative. Risultati tangibili che dimostrano l’impegno e la dedizione dei soldati italiani che si sono alternati in Afghanistan dal 2002 ad oggi. Per il Comando della Brigata “Pinerolo” si tratta del secondo mandato in terra afgana; contestualmente il 9º Reggimento fanteria “Bari” ha assunto il comando della Task Force Arena, unità preposta alla sicurezza e al supporto delle attività del contingente italiano avvicendando il 152° Reggimento fanteria “Sassari”.
 
fonte Stato Maggiore della Difesa
 

Gli advisor italiani in supporto alla prima operazione congiunta tra due Corpi d’Armata dell’esercito afghano

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Afghanistan, si è conclusa il 14 maggio la “spedizione” degli istruttori italiani, in supporto alle Forze di Sicurezza afgane, situate nell’abitato di Qal'ha-Ye Now, a circa 120 km a nord Est di Herat, sede del contingente italiano su base Brigata “Sassari”. Circa 50 istruttori italiani, per due settimane, hanno fornito assistenza e consulenza a favore delle controparti locali del 207° Corpo d’Armata afgano, impegnate in attività operative congiunte con il 209° Corpo d’Armata, quest’ultimo schierato nella limitrofa regione nord, ed assistito dagli advisor tedeschi. L’operazione, prima nel suo genere in Afghanistan, è nata su richiesta delle Forze di Sicurezza e autorità politiche locali ed è stata definita durante un meeting organizzato nel mese di gennaio dal Comandante italiano del Train Advise Command West (TAAC W), nella base di Camp Arena, alla presenza del corrispettivo Comandante tedesco del TAAC North e dei comandanti del 207° e 209° Corpo d’Armata operanti nelle confinanti regioni afgane. Dopo un lungo periodo di pianificazione, avvenuta attraverso incontri e videoconferenze, in cui gli staff dei differenti Corpi d’armata, assistiti dagli istruttori della NATO,  hanno pianificato nei minimi dettagli l’operazione congiunta, nei primi giorni del mese di maggio è partita l’operazione “Unified Purpose”. Lo scopo perseguito dal Governo afgano era quello di favorire le condizioni di sicurezza in un’area di confine di difficile controllo per via delle condizioni morfologiche del terreno – area montuosa ed impervia – e per la distanza dalle principali caserme afgane. Per la riuscita dell’operazione, fondamentale importanza hanno rivestito gli incontri con la popolazione, i capi villaggio e religiosi, a cui sono stati illustrati i benefici connessi con la messa in sicurezza dell’area. Migliori condizioni di sicurezza consentiranno infatti l’avvio dei lavori per il completamento della Ring Road, ovvero l’arteria autostradale che collega l’intero Paese, con importanti ricadute economiche per gli abitanti. Inoltre, una maggiore presenza delle Forze Armate, incoraggerà gli elettori ad esprimere, liberamente, il proprio diritto di voto durante le prossime elezioni elettorali del mese di ottobre. Expeditionary Advisor Package (EAP), è l’acronimo utilizzato per indicare queste attività di addestramento ed assistenza “a domicilio” sviluppate in aree distanti dalla base di Camp Arena - sede del contingente nazionale - che non possono essere svolte con cadenza giornaliera e quindi vengono organizzate, periodicamente, sulla base delle richieste che le Forze di Sicurezza afgane rivolgono agli istruttori italiani. Tali consulenze, che escludono l’impiego dei militari italiani in attività cinetiche, contribuiscono all’innalzamento delle competenze tecnico-tattiche dell’Esercito e della Polizia e rafforzano i legami con il territorio. Il lavoro degli advisor italiani – che comprende anche le attività di EAP - si sviluppa nell’ambito della missione di Resolute Support (RS) con il compito principale di addestrare, consigliare ed assistere le Forze di Sicurezza locali, per migliorarne la funzionalità e la loro capacità di autosostenersi.

fonte Stato Maggiore della Difesa

Afghanistan, quattro nuove specialiste in comunicazioni operative

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Herat, 26 gennaio 2018 - È terminato ieri il corso per specialisti nelle comunicazioni operative a favore di 13 militari del 207^ corpo d’armata afgano che sono stati abilitati alle procedure di concezione e di diffusione dei messaggi in supporto alle operazioni. Tra questi anche quattro donne, divenute le prime professioniste nelle campagne informative. Tali presenze, inserite nell’ambito dei progetti gender sostenuti dal contingente italiano, contribuiscono ad incrementare il personale femminile capace di operare in incarichi ad elevata specializzazione nelle istituzioni afgane. Il corso sulle comunicazioni operative si è svolto presso la base italiana di Camp Arena, sede del Train Advise Assist Command West (TAAC-W) ed è stato sviluppato nell’ambito del programma formativo condotto dal Military Advising Team (MAT). Le lezioni si sono tenute con l’ausilio di istruttori provenienti dal comando di Resolute Support ed hanno riguardato principalmente lo sviluppo di procedure per favorire il consenso della popolazione locale nei confronti delle forze di sicurezza afgane. Sono stati inoltre approfonditi i metodi per l’impiego degli altoparlanti, radio, televisione, internet ma anche dei tradizionali volantini e poster particolarmente efficaci in aree a elevato tasso di analfabetismo e basso sviluppo tecnologico. Il responsabile delle comunicazioni operative del 207° Corpo d’armata afghano, presente alla cerimonia di consegna degli attestati, ha pronunciato parole di ringraziamento per l’impegno del contingente italiano a favore dei propri militari, evidenziando che il livello di professionalità espresso dall’esercito, nell’area ovest, è in costante crescita. Ha infine chiesto di proseguire nelle attività addestrative relative alla specifica branca in modo tale da coprire, in breve tempo, le esigenze di tutte le brigate e i battaglioni del corpo d’armata.

fonte Stato Maggiore della Difesa

Triplicati i rimpatri forzati verso l'Afghanistan

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Il numero degli afghani rimandati nella propria patria sono passati da 3290 nel 2015 a 9460 nel 2016. Questo aumento corrisponde a un marcato calo delle domande d’asilo accolte: dal 68% del settembre 2015 al 33% del dicembre 2016. Il fatto paradossale è che mentre in Afghanistan aumenta il numero delle vittime civili, i governi europei sono perfettamente a conoscenza di questa grave situazione. Infatti in un documento riservato diventato pubblico, essi avevano ammesso “il peggioramento della sicurezza e le minacce cui vanno incontro le persone”, così come “i livelli record di attacchi terroristici e di vittime civili” e nonostante ciò hanno dichiarato che “potrebbe essere necessario far tornare [in Afghanistan] oltre 80.000 persone nel breve periodo”. Particolare attenzione su questo argomento pungente è stata data dall’associazione non governativa internazionale impegnata nella difesa dei diritti umani, Amnesty, che denuncia il “Joint Way Forward”, l’accordo siglato il 2 ottobre dello scorso anno tra i paesi dell’Unione europea e l’Afghanistan il quale  prevedeva che i cittadini afghani, rifugiati in Europa, che non avessero base legale per restare in uno stato membro dell’Unione, sarebbero stati  rimpatriati nel loro paese d’origine attraverso procedure di  “ritorno volontario” o con “rimpatri forzati” anche di massa.  “Determinati ad aumentare il numero dei rimpatri, i governi europei stanno attuando una politica tanto sconsiderata quanto illegale. Cinicamente ciechi di fronte al livello record di violenza e all’evidenza che nessun luogo dell’Afghanistan è sicuro, mettono le persone in pericolo di subire rapimenti, torture, uccisioni e altri orrori” così ha dichiarato Anna Shea, ricercatrice di Amnesty International sui diritti dei migranti e dei rifugiati. La stessa ha concluso che “questi rimpatri violano in modo clamoroso il diritto internazionale e devono essere fermati immediatamente. Gli stessi stati europei che una volta si erano impegnati per migliorare il futuro degli afghani ora stanno demolendo le loro speranze abbandonandoli in un paese che da quando sono fuggiti è diventato ancora più pericoloso”. Lo scorso anno in Afghanistan sono state uccise o ferite 11.418 persone, attacchi ai civili in maggioranza compiuti dai Talebani o dal presunto Stato Islamico.

di Alice Di Domenico

Afghanistan, militari italiani abilitano 20 poliziotte

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Si è concluso dopo circa 10 giorni di attività teoriche e pratiche il corso di  primo soccorso dedicato alle agenti della Polizia Penitenziaria di Herat, che può contare adesso su 20 poliziotte abilitate alle procedure di primo soccorso con la possibilità di utilizzare in caso di emergenza i defibrillatori. Il corso tenutosi a Camp Arena, base italiana sede del Train Advise Assist Command West (TAAC-W) attualmente su base Brigata alpina Taurinense, è stato sviluppato nell’ambito del programma formativo condotto dai Carabinieri dal Police Advising Team (PAT) e dal personale medico e paramedico di Esercito e Aeronautica Militare dell’ospedale da campo della base italiana (ROLE 2). Il programma comprendeva nozioni teoriche sui principi di base dell’anatomia umana nonchè tecniche e procedure pratiche di intervento in caso di grave pericolo di vita, gravi attacchi cardiaco-respiratori e connesso uso del defibrillatore (BLS-D). L’obiettivo del corso, fortemente richiesto dalla direttrice, era abilitare un primo gruppo di agenti che possano fare in futuro da istruttrici alle colleghe dell’Istituto penitenziario. Il colonnello Pazmhan, una delle prime donne ad essere diventata ufficiale di polizia in Afghanistan, ha  ringraziato i militari italiani per la continua vicinanza e solidarietà nei confronti  delle donne afgane testimoniati anche dai numerosi progetti realizzati negli anni nel penitenziario femminile di Herat. Il Generale di Brigata Massimo Biagini, comandante del TAAC-W, incontrando il colonnello Sima Pazhman e una delegazione di frequentatrici del corso, ha confermato la disponibilità del contingente italiano a contribuire alla formazione e professionalizzazione delle giovani reclute delle quali ha sottolineato il coraggio e la determinazione. Le attività a favore delle donne afgane, realizzate nell’ambito dei progetti gender, si sviluppano in tutti i piani di addestramento (Train) e di consulenza (Advise e Assist), che attualmente sono svolti dagli advisors del TAAC West a favore delle forze di sicurezza afgane, al fine di renderle sempre più autonome nella gestione dello sviluppo professionale del proprio personale. Ulteriori obiettivi sono: formare nuovi istruttori (“train the trainers”) e addestrare “specialisti” in materia di intelligence, di contrasto agli ordigni improvvisati, di impiego di mortai ed artiglierie, di controllo dello spazio aereo ed altro ancora, attraverso corsi mirati, seminari e simposi. Tutti gli sforzi sono focalizzati allo sviluppo organizzativo e della funzionalità delle forze di sicurezza locali, per il raggiungimento di un adeguato livello di sostenibilità.

fonte Stato Maggiore della Difesa

Il Generale Graziano visita il contingente italiano in Afghanistan

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Il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio Graziano, si è recato ad Herat in Afghanistan per una visita al contingente italiano che, su base Brigata meccanizzata Pinerolo, guida il Train Advise Assit Command West (TAAC W) nell’ambito dell’operazione NATO “Resolute Support” impegnata nell’addestramento, assistenza e consulenza a favore delle Istituzioni e delle Forze di Sicurezza afgane. “Nel recente Summit di Varsavia la Nato ha confermato l’impegno in Afghanistan e l’Italia si è resa disponibile ad esser ancora uno dei Paesi Leader in questo processo di ricostruzione” Così il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio Graziano ha commentato a margine della sua visita. “È uno sforzo importante – ha sottolineato il Generale Graziano- che nel tempo l’Italia ha pagato anche con numerosi caduti che onoriamo proprio con il successo della nostra attività, con la volontà di continuare il nostro impegno in supporto della popolazione e delle Forze di sicurezza afgane nella certezza che questo contributo dia loro anche stimolo e sostegno per condurre attività importanti che li vedono quotidianamente soffrire perdite sanguinose per mantenere la sicurezza e la stabilità di quest’area.” “Ho visitato la fortezza di Herat attraversando i mercati e la città ed ho avuto modo di vedere i passi aventi fatti nella ricostruzione” ha poi affermato il Generale, aggiungendo che “indiscutibilmente questo è avvenuto anche grazie all'impegno delle Forze Armate italiane, all'impegno collettivo del nostro Paese e della Comunità internazionale in un'area sicuramente di grande crisi ma anche di grande importanza per il Mondo in cui è fondamentale mantenere la nostra presenza.” Il Capo di Stato Maggiore della Difesa ha ricevuto un aggiornamento della situazione nell’Area di Responsabilità alla presenza del'Ambasciatore Italiano Roberto Cantone. In particolare il Generale Mirra, Comandante del Train Advise Assist Command West (TAAC W), ha illustrato i progressi effettuati dalla Missione in termini di addestramento, consulenza e assistenza a favore delle Forze di Sicurezza e Difesa afgane (Afghan National Defence and Security Forces - ANDSF). "State continuando ad operare bene con quell'impegno e quella determinazione che ben io conosco; sono molto orgoglioso di voi, il nostro Paese vi è riconoscente e voi siate fieri di quello che state facendo" Ha detto il Generale Graziano salutando il personale italiano presente nella Base di Camp Arena. Nel corso di questi due giorni in Afghanistan il Generale Graziano ha anche incontrato il Governatore della Città di Herat Mr. Rahimi Mohammad Asif con cui si è confrontato sulla situazione di sicurezza dell'area.

di redazione

Razzo nei pressi dell'Ambasciata italiana a Kabul

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Un razzo è caduto nei pressi sull'Ambasciata Italiana a Kabul causando due feriti. Due guardie afghane che sono state ricoverate in ospedale, ma le loro condizioni non destano preoccupazione. L'azione è stata rivendicata dai talebani. Il razzo è caduto nelle vicinanze dell'Ambasciata, quasi davanti al compound della cooperazione italiana. Nell'area, dove si trova anche la sede della Nato, sarebbe scoppiato un incendio. "Stiamo tutti bene", rassicura l'ambasciatore italiano a Kabul Luciano Pezzotti. "Ci sono dei danni che per ragioni di sicurezza potremo valutare solo domattina", ha ancora detto Pezzotti, confermando che "lo scoppio ha provocato il ferimento in modo non grave di due guardie afghane che sono state ricoverate in ospedale". "Allo stato delle cose non abbiamo motivi per ritenere che si tratti di un attacco diretto contro di noi", ha detto all'Ansa l'ambasciatore italiano Pezzotti. Il razzo sarebbe stato lanciato genericamente contro la cosiddetta "zona verde" delle ambasciate a Kabul, ma non avrebbe avuto come obiettivo specifico quella italiana. 

Afghanistan, corso per artigiani

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La Brigata Alpina JULIA e la Confartigianato di Udine hanno, oggi, presentato un progetto di cooperazione che prevede lo svolgimento di alcuni corsi di formazione di base per artigiani a favore dei lavoratori afgani. Un'iniziativa che è stata illustrata nel corso di una conferenza stampa, indetta dalla stessa Confartigianato a Udine, che ha visto il Generale di brigata Michele RISI, comandante del TAACW-Train Advise Assist Command West, collegato in video conferenza con il Dott. Tilatti, presidente dell’Associazione friulana. I corsi si svolgeranno presso la base italiana di Camp Area per riqualificare e facilitare il reinserimento nel tessuto socio-economico locale dei lavoratori Afghani. Le attività didattiche e pratiche vedranno impegnati nel mese di agosto, in qualità di docenti, alcuni artigiani facenti parte della Confartigianato di Udine che insieme agli alpini della Brigata Julia condurranno dei corsi di falegnameria ed idraulica per il personale maschile e di estetica e parrucchiera per il personale femminile. Questo progetto sostenuto dal Governatore di Herat, dott. RAHIMI, è inserito in un progetto di più ampio respiro volto a riqualificare e rivitalizzare l’economia della Provincia partendo dalle imprese artigianali. In tale ottica nei mesi scorsi nella città di Herat si sono tenute alcune manifestazioni quali la Fiera dei Prodotti Locali e la Fiera del Lavoro dove centinaia di imprenditori hanno avuto la possibilità di mettersi in contatto con il lavoratori locali per discutere sulla apertura di nuove attività. Dal gennaio 2015, la NATO ha cambiato la Missione in Afghanistan trasformandola da una missione in cui le forze della coalizione concorrevano attivamente alla sicurezza ad una missione RS-Resolute Support, in cui le forze armate Afghane sono le uniche responsabili della sicurezza del loro Paese mentre quelle della coalizione, tra cui il contingente italiano, mantengono il compito di assistenza all’Esercito ed alla Polizia Afghana.

fonte: Stato Maggiore della Difesa

Il contingente danese ha lasciato l’Afghanistan

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A fine maggio gli ultimi 240 militari danesi hanno dato l'addio alla provincia di Helmand, Afghanistan, completando il ritiro del contingente di Copenaghen. Esso aveva raggiunto i 750 componenti effettivi nel 2010. Dal 2002 in Afghanistan si sono alternati 17 contingenti di militari danesi per un totale di 18 mila unità. Il DANCON ha inoltre registrato il più elevato numero di perdite tra i 52 contingenti alleati presenti in Afghanistan in proporzione alle forze schierate: ben 43 caduti dei quali 33 in combattimento. Secondo alcune stime che risalgono all'ultimo mese del 2009, la Danimarca aveva già perso 26 unità, più del 10% del suo piccolo contingente di 200 uomini. Le forze danesi hanno operato dal 2006 al 2010 sotto comando britannico, e successivamente sono state poste negli ultime tre anni sotto il comando statunitense. La Danimarca è stato uno dei pochissimi contingenti a schierare reparti corazzati in tale scenario, utilizzando due plotoni di carri Leopard 2. Il 25 luglio 2008, nella provincia di Helmand, fu proprio un carrista danese la prima vittima di guerra su tale tipo di mezzo corazzato, che la Danimarca utilizza nella versione Leopard 2 A5. Fatale l'esplosione di un ordigno improvvisato. Il veicolo riuscì a proseguire la sua marcia per 200 metri, ed a proteggere la vita degli altri tre membri d'equipaggio. Il contingente danese ha cominciato il ritiro il 22 luglio 2013 dall'Afghanistan. Dal primo agosto soltanto 300 dei 650 soldati schierati sono rimasti nella provincia di Helmand per garantire la partenza di tutti i soldati occidentali, prevista entro la fine del 2014. Ecco quanto riportato dal quotidiano danese Berlingske Tidende il 23 luglio 2013: “Dal 2002, sono morti 43 soldati danesi e 211 sono rimasti feriti. Non sono morti per niente. Non possiamo ignorare la guerra e il terrorismo e offrire soltanto aiuti umanitari quando un paese è stabilizzato. Abbiamo dimostrato che sappiamo e possiamo essere lì con i migliori quando si tratta di combattere un’ingiustizia. I soldati danesi meritano di essere ringraziati per questo”. La Danimarca è stata tra i paesi fondatori della NATO nel 1949, abbandonando la bicentenaria politica di neutralità. Negli anni recenti, il paese ha sostenuto l’Alleanza proiettandosi sullo scacchiere euro-asiatico. Copenaghen è inoltre tra i maggiori sostenitori degli USA nella lotta al terrorismo. Nel 2003 il governo danese fu tra i primi ad aderire all’operazione Iraqi Freedom, mettendo a disposizione 500militari, che hanno operato soprattutto nella regione di Bassora, un sottomarino e una nave Corvette-Class. In Afghanistan è stata tra i primi 15 paesi contributori. Partecipazione vi è stata anche nelle missioni Kosovo Force (KFOR) in Kosovo, United Nations Interim Force in Lebanon (UNIFIL) in Libano e United Nations Mission in the Republic of South Sudan (UNMISS) nel Sud Sudan. Dall’agosto del 2010 partecipa alla missione navale NATO Ocean Shield, nella zona del Corno d’Africa. Per tale intesa con gli Stati Uniti l’ex premier danese Anders Fogh Rasmussen è stato nominato Segretario generale della NATO, nell’agosto 2009.

 

di Antonio Frate

 

 

Afghanistan, in vista del ritiro

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re mesi ancora di permanenza in Afghanistan e poi la missione volgerà al termine. Intanto si è svolta la cerimonia di avvicendamento del comando ITALFOR, presso la base di ‘Camp Arena’ a Herat, alla presenza del comandante del Regional Command West, generale di brigata Ignazio Gamba. Nella circostanza il colonnello Franco Miana, effettivo al Comando Truppe Alpine di Bolzano, ha ceduto il Comando ‘ITALFOR’ e la carica di Comandante Logistico Nazionale al colonnello Riccardo Sciosci, proveniente dal Comando Logistico di Proiezione di Roma.ITALFOR è l’unità composta da circa duecento effettivi tra militari dell’Esercito e avieri dell’Aeronautica che curano tutti gli aspetti di natura logistica del contingente italiano che opera nell’ambito del Regional Command – West, il comando multinazionale a guida italiana dislocato nella regione occidentale dell’Afghanistan.Durante il proprio mandato, l’unità logistica nazionale ha pertanto supportato i circa 3000 militari italiani dislocati nella regione ovest dell’Afghanistan nei settori del vettovagliamento, dei rifornimenti, della manutenzione di tutti i veicoli del contingente italiano, nonché nella gestione e nella manutenzione delle infrastrutture, dei generatori elettrici e degli impianti idrici delle basi di Herat, Shindand, Farah e Bala Boluk.Tra i lavori realizzati in questi sei mesi spiccano sicuramente quelli di ristrutturazione e rafforzamento dell’accesso dislocato presso l’area sud dell’aeroporto militare di Herat denominato ‘Esko Gate’.Inoltre presso la Forward Operating Base (FOB) ‘La Marmora’,  si è tenuta la cerimonia di avvicendamento alla guida della Transition Support Unit – Center (TSU-C). Con una sobria ma significativa cerimonia, il colonnello Stefano Mega, comandante del 7° reggimento alpini di Belluno, ha ‘passato il testimone’ al parigrado Franco Merlino, comandante del 183° reggimento paracadutisti ‘Nembo’.
In questo momento di ‘transizione’ della missione ISAF, molteplici sono stati gli incontri con le autorità politiche locali e con gli elder dei villaggi allo scopo di supportare le  ANSF – forze di sicurezza afgane) per garantire le condizioni di sicurezza dell’intera provincia di Herat, la più estesa dell’intera regione ovest del Paese.

 

 

 

Afghanistan: muore soldato italiano

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Nella mattina dell’8 giugno alle ore 10.30 locali (07,00 italiane) un VTLM Lince appartenente ad un convoglio del Military Advisor Team della Transition Support Unit South (TSUS) che stava rientrando nella base di Farah, dopo aver svolto attività in sostegno alle unità dell'esercito afghano, è stato oggetto di un attacco da parte di elementi ostili a seguito del quale un militare italiano è rimasto ucciso ed altri 3 hanno riportato ferite. Un elemento ostile ha lanciato un ordigno esplosivo all’interno del primo dei tre mezzi del dispositivo della TSU south. Il mezzo presumibilmente rallentato dal traffico nei pressi di un incrocio dopo l’ esplosione rientrava autonomamente presso la base di Farah. Sono in corso accertamenti per chiarire la dinamica dell'accaduto. A seguito dell’attacco il Capitano Giuseppe La Rosa nato nel 1982 a Barcellona Pozzo di Gotto (ME) celibe, effettivo al 3° reggimento Bersaglieri , è deceduto sul colpo, mentre altri tre militari  rimasti feriti sono effettivi rispettivamente, al 82° Reggimento Fanteria “Torino” (Barletta) ed all’8° reggimento Bersaglieri. I militari feriti, subito soccorsi e trasferiti all’ospedale di Farah  non versano in pericolo di vita.

 

 

Afghanistan, deceduto un carabiniere

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Alle ore 08,50 locali (06,20 italiane) del 25 giugno in Adraskan (Afghanistan occidentale – RC WEST)), all’interno del locale campo addestrativo della Polizia afghana, si è verificata una esplosione che ha interessato una garitta di osservazione installata nei pressi della linea di tiro del poligono, coinvolgendo tre militari dell’Arma dei Carabinieri appartenenti al Police Speciality Training Team (PSTT). A seguito dell’esplosione, il Car. Sc. Manuele BRAJ, 30enne di Galatina (LE), effettivo al 13° Rgt. “Friuli-Venezia Giulia” è deceduto sul colpo, mentre altri due militari dell’Arma, effettivi rispettivamente alla 2^ Brigata Mobile di Livorno e al 7° Rgt “Trentino-Alto Adige”, sono rimasti feriti alle gambe e sono stati successivamente elitrasportati presso l’ospedale militare USA (ROLE 2) di Shindand, ove sono ricoverati non in pericolo di vita.

 

 

Attacco a FOB "ICE", muore soldato italiano

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HERAT, 24 Marzo 2012- Un soldato italiano è deceduto ed altri cinque sono rimasti feriti, alcuni gravemente, a seguito di un attacco con colpi di mortaio, avvenuto alle ore 18.00 circa (in Italia 14.30), contro la FOB (Forward Operative Base) “ICE” in Gulistan, nel settore Sud- Est dell’area di responsabilità italiana, assegnata alla Task Force South-East, su base del 1° Reggimento Bersaglieri. Il militare deceduto è il Sergente Michele Silvestri, di 33 anni originario di Napoli, coniugato e appartenente al 21° Reggimento Genio Guastatori di Caserta.

 

 

Passaggio di responsabilità in Afghanistan

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Si è svolta questa mattina, nella base operativa avanzata (Forward Operating Base - FOB) “Lavaredo” a Bakwa, la cerimonia del passaggio di responsabilità dell’area assegnata alla Task Force (TF) South - East, tra il Comandante del Reggimento “San Marco” della Marina Militare, Capitano di Vascello Giuseppe Panebianco (cedente), e il Comandante del 1° Reggimento Bersaglieri, Colonnello Luciano Carlozzo (subentrante).

 

Alla cerimonia hanno presenziato il neo Comandante del Comando Operativo di vertice Interforze (COI), Generale di Corpo d’Armata Marco Bertolini, e il Comandante del Regional Command West (RC-West), Generale di Brigata Luciano Portolano.

 

I Reggimenti si sono schierati con le Bandiere di Guerra, che hanno dato un significato ancora maggiore all’evento, e con tutto il personale libero da impegni operativi, compresi gli altri assetti del genio e delle trasmissioni che completano la TF.

 

La Bandiera del 1° Reggimento Bersaglieri, la più decorata dell’Esercito italiano per il numero di decorazioni (16), torna per la seconda volta in missione ISAF (ottobre 2009/ maggio 2010), mentre la Bandiera del Reggimento “San Marco” è stata schierata per la prima volta in Afghanistan.

 

Il “San Marco” aveva assunto la responsabilità il 10 settembre 2011 e in questi mesi ha raggiunto gli obiettivi assegnati sia nel settore della sicurezza, per favorire lo sviluppo e la governabilità dell’area, sia nel settore della Cooperazione Civile e Militare (CIMIC), per il miglioramento della condizione di vita della popolazione afgana.

 

I Fucilieri di Marina sono stati schierati anche negli avamposti (Combat Out Post- COP) “Ice” e “Snow”, rispettivamente di Buji e del Gulistan, passati ora ai bersaglieri del 1° Reggimento.

 

Rivolgendosi ai marinai del San Marco, il Generale Portolano ha espresso gratitudine ed apprezzamento per l’operato del Reggimento e ricordare quanti, italiani ed afgani, sono caduti nell’operare per la sicurezza e la stabilità dell’Afghanistan.

 

Il Generale Bertolini ha evidenziato come la partecipazione alla missione ISAF del Reggimento “San Marco” della Marina Militare, inquadrato all’interno della Brigata “Sassari”, è la vera espressione della parola Interforze: reparti di Forze Armate diverse che operano coesi per raggiungere l’obiettivo comune.

 

fonte: Stato Maggiore dellla Difesa

 

Afghanistan: il nuovo comandante della squadra navale visita il contingente italiano

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HERAT, Il nuovo Comandante in Capo della Squadra Navale, Ammiraglio di Squadra Giuseppe De Giorgi, ha fatto visita al Contingente italiano in Afghanistan, accompagnato dal Comandante della Forza da Sbarco della Marina Militare, Contrammiraglio Pasquale Guerra.

 

La visita dell’Ammiraglio e’ iniziata il 26 febbraio scorso con un briefing informativo, tenuto dal Comandante del Regional Command West (RC-West), Generale di Brigata Luciano Portolano, sulle principali operazioni in corso e future, sui risultati ottenuti nel settore della sicurezza, nel sostegno al Governo locale e nello sviluppo dell’area di responsabilità del Comando regionale.

 

In questa fase iniziale, non e’ mancato l’incontro con il personale della Marina Militare che a vario titolo opera presso il Comando di RC-West nella sede di Herat.

 

Nei giorni successivi, l’Ammiraglio con il Comandante di RC-West si e’ trasferito nel settore Sud- Est, affidato al Reggimento “San Marco”, presso la FOB (Forward Operating Base) “Lavaredo” in BAKWA, per salutare i fanti di Marina giunti a circa due settimane dal termine del loro impegno in teatro operativo, riconoscendo gli ottimi risultati ottenuti.

 

In questa occasione e’ stato coinvolto in un incontro con il rappresentante del Governo locale del distretto di Bakwa e, successivamente, con la popolazione civile in un villaggio nei pressi della FOB.

 

Infine, De Giorgi ha avuto modo di visitare altri assetti del Contingente tra cui, l’OMLT (Operational Mentoring Liason Team) nella sede di Herat e Farah, in cui e’ impiegato personale del Reggimento “San Marco”, il PRT (Provincial Reconstruction Team), su base 3° Reggimento Bersaglieri, Aviation Battaglion, su base del 5° Reggimento “Rigel” e la Joint Air Task Force (JATF) dell’Aeronautica Militare.

 

La visita e’ terminata il 29 febbraio.

Morti tre militari italiani in Afghanistan

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Nell’incidente di questa mattina sono deceduti tre militari italiani a bordo del VTLM Lince, ribaltatosi mentre svolgeva una attività tesa a recuperare una unità bloccata dalle condizioni meteo particolarmente avverse. Un quarto militare, ricoverato presso l’Ospedale Militare (ROLE2) di Shindand per ipotermia, è cosciente e non è in pericolo di vita. I militari deceduti questa mattina sono il Caporal Maggiore Capo Francesco CURRO’, nato il 27 febbraio 1979 a Messina, il 1° Caporal Maggiore Francesco Paolo MESSINEO, nato il 23 maggio 1983 a Palermo, e il 1° Caporal Maggiore Luca VALENTE, nato l’8 gennaio 1984 a Gagliano del Capo (LE). Inoltre, il militare sottoposto a cure ha avvisato personalmente i propri familiari. I militari coinvolti sono in forza al 66° Reggimento Aeromobile “Trieste” di Forlì. Il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Biagio Abrate, a nome delle Forze Armate e suo personale, esprime ai familiari il profondo cordoglio per la morte dei propri cari. Il Generale Abrate ha inoltre manifestato al Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Claudio Graziano, il proprio dolore e il sentimento di vicinanza alla Forza Armata per il lutto che l’ha colpita.

 

 

Operazione Copperhead

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L’avamposto (Combat out post- COP) “Snow”, dislocato nel settore meridionale dell’area di responsabilità del Comando Regionale Ovest (Regional Command West- RC- West), su base Brigata “Sassari”, e’ stato attaccato con bombe da mortaio che, tuttavia, non hanno causato danni. L’attacco, avvenuto ieri alle ore 16.35 circa (13.00 italiane), e’ stato respinto dalla Task Force (TF) South-East, su base Reggimento “San Marco” con armi leggere, con l’impiego dei mortai e il supporto aereo di forze ISAF. L’evento si colloca nell’ambito dell’operazione “Copperhead”, condotta dalla TF South, su base 152° Reggimento “Sassari”, dalla citata TF South-East, dalla TF Center con l’impiego della compagnia “Freccia”, alle dipendenze del 66° Reggimento, e da unità di supporto di ISAF, in stretto coordinamento con le forze di sicurezza afghane (ANSF) affiancate dai “mentors” italiani dell’OMLT (Operational Mentoring and Liaison Team) che da giorni si confrontano con gruppi armati di “insurgents” nel settore meridionale di RC-West per il controllo delle principali vie di comunicazione dell’area. In particolare, nel corso dell’operazione pianificata e coordinata dal Comando di RC-West, nella giornata di ieri, gli “insurgents” hanno riportato alcune perdite e la polizia afghana ha arrestato un gruppo trovati in possesso di diverse tipologie di IED (Improvvised Explosive Devices - ordigni improvvisati), due veicoli bomba (VB-IED), circa 800 quintali di nitrato di ammonio (un fertilizzante utilizzato anche per la fabbricazione artigianale di ordigni), circa 80 kg di sostanze stupefacenti, tra eroina ed hashish, e un’ingente somma di denaro in valuta pachistana. A seguito di tale pressione, anche oggi un gruppo di circa venti “insurgents” operanti nell’area di Farah, sempre nel settore Sud di RC-West , ha consegnato le armi per essere avviato al processo di reintegrazione.

Operazione Southern Slash in Afghanistan

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Il contingente italiano ha realizzato un importante sequestro di materiale d’armamento, nel settore Sud dell’area di responsabilità del Comando Regionale Ovest (RC-West) ad Herat, a guida Brigata “Sassari”.

Il sequestro, avvenuto nell’ambito dell’operazione “Southern Slash”, pianificata e coordinata dal Comando RC-West, è il frutto di una azione congiunta tra la Task Force South, su base 152 Reggimento “Sassari”, e la Task Force South-East, su base Reggimento “San Marco” della Marina Militare, schierate nel settore di responsabilità’ del Comando Regionale Ovest.

In particolare, tale sinergia tra le unità sul terreno ha consentito il ritrovamento di caché contenenti una notevole quantità di fucili, mitragliatrici, munizioni, bombe da mortaio, spolette da mortaio, esplosivo, piatti di pressione, accenditori e vario materiale elettrico utilizzato per la composizione di Improvised Explosive Devices (IED).

L’operazione “Southern Slash” si inquadra nelle “attività operative” del Comando della Brigata “Sassari” per contrastare in modo dinamico le attività terroristiche degli insurgents, garantendo la stabilità in tutta l’area di responsabilità.

Intanto il 10 dicembre, presso il Comando Provinciale dell’Afghanistan Uniform Police (AUP) di HERAT, si è svolta la cerimonia di consegna dei riconoscimenti ai comandanti afghani per i successi ottenuti nell’operazione “OMID 12”, che in lingua locale significa “speranza”, contro la presenza di aree di insurgenza nel settore orientale della provincia.

L’evento si e’ svolto alla presenza del Governatore della città, Daoud SHAN SABA, del Comandante del Comando Regionale Ovest (RC-West), Generale di Brigata Luciano PORTOLANO, di numerose Autorità istituzionali civili, tra cui il Procuratore Generale di HERAT, Maria BASHIR, di rappresentanze di tutti i Comandi militari afghani e di organi d’informazione locali ed nazionali.

I Comandanti delle Unità dell’Esercito (ANA) e della Polizia afghana (ANP) a capo dell’operazione “OMID 12”, concepita, organizzata e condotta con il sostegno del personale di Staff e assetti di supporto del RC-West, sono intervenuti per esporre i risultati ottenuti, confermando, in particolare, la cattura di numerosi “insurgents”. ll Governatore e le Autorità civili hanno espresso piena soddisfazione per il successo e per il favorevole consenso ottenuto tra la popolazione che riconosce, sempre di più, nel proprio Esercito e nella Polizia la capacità di garantire la sicurezza sul territorio. A testimonianza di ciò, circa un centinaio di civili hanno fatto richiesta di arruolamento nelle forze di sicurezza afghane.

L’operazione “OMID 12”, svoltasi dal 20 novembre al 2 dicembre, ha coinvolto numerose unità afghane dell’Esercito e della Polizia in attività operative per la lotta agli “insurgents” come anche in attività umanitarie con la donazione di aiuti e con progetti di assistenza sanitaria in un centinaio di villaggi. I militari impiegati sono stati circa 800 tra forze della Coalizione e Afghan National Security Forces (ANSF), che hanno operato congiuntamente sotto il coordinamento ed il controllo della centrale operativa del Comando di RC-West in Herat, incrementando la libertà di movimento e la sicurezza dei lontani distretti orientali della provincia.

Incidenti in Afghanistan

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Sale a 44 il numero dei militari morti in Afghanistan

Il 23 settembre altri 3 militari italiani sono morti in un incidente stradale ad Herat, nell´Afghanistan Occidentale. Si tratta del tenente Riccardo Bucci (34 anni di MIlano), del caporale maggiore scelto Mario Frasca (32 anni di Foggia) e del caporale maggiore Massimo Di Legge (28 anni di Aprilia). L´incidente e´ avvenuto durante uno spostamento.

Gulistan: feriti due italiani

Il 30 agosto due paracadusti italiani sono rimasti lievemente feriti dallo scoppio di un IED che ha coivolto il mezzo Lince sul quale viaggiavano nelle vicinanze della base italiana di Camp Snow. I militari italiani stavano svolgendo un'attività di ricognizione e di affiancamento con i colleghi del Reggimento San Marco che a breve sostituirà il 186 Reggimento di paracadutisti della Folgore nella zona Sud-Est di responsabilità del contingente italiano. I due militari italiani sono attualmente ricoverati presso l'ospedale di Farah.

Incidente a Bala Balouk

 

D'estate aumenta il rischio di attentati in Afghanistan. La mattina del 7 agosto, durante un’attività di pattugliamento congiunta con le forze di sicurezza afgane mirata al controllo del territorio e nel corso della quale era previsto anche un incontro con le autorità locali dei villaggi nella zona di Bala Balouk, sono rimasti feriti quattro militari italiani ed un interprete afgano.
Dopo aver ricevuto alcuni colpi di mortaio, che non hanno causato danni, i militari hanno manovrato dirigendosi verso l’origine del fuoco. Nei pressi di un villaggio a circa 15 chilometri da Bala Balouk, sono stati coinvolti nell’esplosione di un ordigno esplosivo improvvisato al quale è seguito uno scontro a fuoco. Nessuno dei feriti, rimasti coinvolti, è attualmente in pericolo di vita.

 

 

Muore il 41° soldato italiano in Afghanistan

 

Giornata tragica questo 25 luglio. Una nuova vittima in Afghanistan. E' il 41esimo militare italiano deceduto, il terzo nell'ultimo mese. Si tratta del Caporal Maggiore David Tobini, 28 anni, del 183° reggimento paracadutisti “Nembo” di Pistoia, rimasto ucciso oggi nel corso di un’operazione nella parte occidentale dell’Afghanistan. Altri due soldati sono rimasti feriti, uno dei quali in modo grave. Durante l’operazione congiunta condotta da forze italiane e afgane nella zona a nord ovest della valle di Bala Murghab, l’unità nella quale erano presenti anche i militari italiani e’ stata attaccata. Resta in gravi condizioni uno dei due militari rimasti feriti nello scontro a fuoco, originario di Isernia, mentre il secondo non è in pericolo di vita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scontro in Afghanistan, ucciso militare italiano

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ROMA - Attacco stamani contro gli italiani in Afghanistan a Bala Murghab. Un militare e' morto, mentre un altro e' rimasto ferito.

Il ministro della Difesa, Iganzio La Russa aveva parlato di "condizioni disperate" per il militare. "Uno dei due feriti - ha detto - è stato colpito alla spalla, mentre l'altro alla testa: il primo non è in pericolo di vita". Per quanto riguarda la dinamica dell'attacco, le notizie non sono ancora chiare: "Il ferimento è avvenuto all'interno dell'avamposto", ha detto La Russa.

Lo scontro a fuoco è avvenuto nell'avamposto italiano denominato 'Highlander', uno dei distaccamenti che costituiscono la cornice di sicurezza intorno al villaggio di Bala Murghab, nell'ovest: la task force che presidia l'avamposto è composta da alpini dell'8/o Reggimento di stanza in Italia a Cividale del Friuli, riferiscono fonti della Difesa. Non sono ancora chiare le circostanze del fatto: "l'avamposto è stato fatto oggetto di colpi di arma da fuoco", si limitano per il momento a spiegare le fonti, in attesa di ulteriori particolari.

DOLORE DI NAPOLITANO, MILITARE MORTO PER LA PACE - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, appresa con profonda commozione la notizia dello scontro a fuoco avvenuto a Bala Murghab esprime i suoi sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei famigliari del militare caduto nella missione internazionale per la pace e la stabilità in Afghanistan, e un affettuoso augurio al militare ferito.

fonte: Ansa.it