La censura

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Creato Martedì, 07 Marzo 2023 21:33
Ultima modifica il Sabato, 20 Gennaio 2024 20:35
Pubblicato Martedì, 07 Marzo 2023 21:34
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Al fine di controllare la trasmissione e la divulgazione di notizie ritenute sensibili, di conseguenza, potenzialmente dannose a minare la sicurezza militare e nazionale, il 23 maggio 1915, il giorno prima dell’inizio delle ostilità contro gli austro-ungarici, venne istituita la “Censura postale”. L’attività censoria prevedeva l’apertura e l’ispezione della busta per individuare eventuali scritture ritenute svantaggiose, veniva controllato anche il sotto francobollo, avvenuta la verifica le buste venivano richiuse per mezzo di un nastro gommato prestampato con “VERIFICATO PER CENSURA” o simili.
Il 23 settembre 1915 venne istituita una Commissione di Censura presso il Concentramento di Bologna, composta da due soli ufficiali. Sempre nella città di Bologna, già dal 23 maggio 1915 (giorno della dichiarazione di guerra da parte italiana), venne attivata in quelli che erano i locali requisiti della Scuola Elementare Emilio Panzacchi, l’Ufficio della Censura Posta Estera.
Per facilitare l’azione di controllo censorio, vennero emanate delle prescrizioni con le quali si cercava di favorire ad esempio l’inoltro delle cartoline,   che godevano di precedenza e di rapido inoltro, a dispetto delle lettere ordinarie che,  dovevano essere scritte in forma leggibile, non contenere più di due fogli, non contenere scritture crittografiche, non essere scritte di traverso (griglie). 
Non erano sottoposte a tale controllo, la corrispondenza degli uffici diplomatici, statali e militari.
Le eventuali trasgressioni erano trattate in base alla gravità della violazione, alle frasi sconvenienti di lieve entità si apponeva solo una striscia di inchiostro così da renderle illeggibili, alcune corrispondenze potevano essere riconsegnate al mittente, per le infrazioni più gravi, invece, veniva trattenuta la lettera o cartolina e segnalato il fatto all’autorità militare competente per i successivi provvedimenti da adottare, che potevano risultare anche particolarmente gravi. Era fatto divieto inoltre, l’utilizzo di frasi stenografate, di sistemi criptati, o ancora l’utilizzo di cartoline rappresentati panorami di città e paesaggi, et ecc. In particolar modo, era fatto divieto assoluto ai soldati, onde evitare di fornire al nemico informazioni di carattere militare, di riportare indicazioni riguardanti le località di servizio o di dispiegamento, così come era fatto obbligo alle famiglie di apporre sulle buste delle missive il solo nome, cognome, grado o qualifica, e unità di appartenenza del destinatario, con la sola dicitura Zona di Guerra. 
L’istituzione di una Commissione di Censura Reggimentale all’interno di ogni singolo reparto militare operativo, generò il diffondersi di innumerevoli di bolli di censura, dalle forme, dalle incisioni e dai colori, diversi tra di loro.   
Il 28 luglio 1919, a seguito della pubblicazione della Circolare n. 17121/R dell’Intendenza Zona Retrovie, la censura venne abolita.
 
di Antonio Salvatore