Quando tacquero le armi

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Creato Giovedì, 09 Febbraio 2023 15:43
Ultima modifica il Sabato, 20 Gennaio 2024 14:43
Pubblicato Giovedì, 09 Febbraio 2023 15:43
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I vincitori si riunirono a Parigi nel 16919, per stipulare i trattati di pace. 
Benché fossero stati gli ultimi in ordine di tempo a partecipare alla guerra, furono gli Stati Uniti a condizionare con il peso determinante della loro economia l’andamento delle trattative, nel corso delle quali il Presidente americano Wilson incoraggiò la formazione di nuove entità statali in base al “Principio di Nazionalità” sulle ceneri degli imperi la monarchia tedesca e quella austro-ungarica erano già state dichiarate dai rispettivi parlamenti decadute nel novembre 1918 e al loro posto furono proclamate delle repubbliche. 
Bulgaria e Turchia, già arresesi nei mesi precedenti, sprofondavano a propria volta in una grave crisi nazionale. Alla Germania venne imposta la cessione delle provincie dell’Alsazia e della Lorena alla Francia, della Posnania e della Prussia occidentale alla Polonia, la perdita di tutte le colonie e il pagamento di una onerosa penale di guerra, oltre a una drastica riduzione dell’esercito. 
L’Austria cedeva alla Serbia le provincie balcaniche e all’Italia il Tirolo meridionale e le provincie Giuliane. 
L’Ungheria, staccatasi dall’Austria cedeva la Transilvania alla Romania mentre la Bulgaria perdeva il proprio sbocco sull’Egeo. 
La Turchia privata delle provincie siriane e mesopotamiche assegnate agli anglo-francesi, diveniva una repubblica e prendeva le armi per difendere i restanti territori dalle rivendicazioni dei greci e degli armeni. 
Anche l’Italia affrontò dopo l’euforia della vittoria un periodo difficile, le acquisizioni territoriali ottenute erano troppo esigue a ripagare le sofferenze sopportate e ciò causò l’allontanamento diplomatico dell’Italia dagli ex alleati e una lunga ondata di recriminazioni. 
Mentre nel Paese milioni di soldati ritornavano dal fronte in cerca di un lavoro, provando una economia in dissesto ed una società lacerata. 
Cominciava il Dopoguerra. 
 
di Antonio Salvatore