La guerra "bianca"

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Creato Giovedì, 13 Ottobre 2022 15:27
Ultima modifica il Sabato, 20 Gennaio 2024 14:27
Pubblicato Giovedì, 13 Ottobre 2022 15:27
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L’esercito italiano combatte gran parte della Grande Guerra in montagna, dove vennero schierate non solo le truppe alpine, reclutate nel Nord Italia, ma anche reparti formati da soldati originari del Centro Sud, che in molti casi non avevano mai visto la neve.
La guerra in montagna, o “Guerra bianca”, racchiude in sé diverse battaglie come le operazioni sul Grappa, sull’Adamello e l’attacco al monte Ortigara, alcune delle quali rimaste nella memoria della tradizione militare italiana. 
Meno conosciuta fu la cosiddetta “Battaglia di mine” nella quale furono utilizzati quasi centomila chili di esplosivo da ambo le parti con l’intento di far saltare le posizioni nemiche di vetta attraverso gallerie minate.
La montagna presentava poi enormi difficoltà dal lato logistico: le truppe esposte al freddo avevano bisogno di un maggior numero di rifornimenti e i collegamenti per le prime linee montane, difficili per la scarsezza di strade carrozzabili, obbligavano all’utilizzo intensivo del trasporto umano oltre che di quello animale. 
Ancora più problematica era l’asprezza dei luoghi, soprattutto nella stagione del disgelo, quando i torrenti esondavano, le slavine minacciavano di travolgere uomini e attrezzature e la neve “marcia” nascondeva ai soldati i crepacci e le forre del terreno fino ad allora coperti dalla crosta di ghiaccio.
 
di Antonio Salvatore