Guerra alle Ong: il giornalismo che smonta la narrazione

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Creato Mercoledì, 28 Giugno 2023 13:48
Ultima modifica il Mercoledì, 31 Gennaio 2024 13:49
Pubblicato Mercoledì, 28 Giugno 2023 13:48
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Una guerra mediatica, quella alle ong, che serve al governo italiano per creare una narrazione. Creare una storia in cui c'è un nemico da combattere per alimentare il proprio consenso. Le ONG, secondo il ministro dell’Interno Piantedosi attraggono i migranti (nella sua informativa al Senato dello scorso novembre ha dichiarato: "La presenza di navi Ong continua a rappresentare un fattore di attrazione). Non è questa la sede per discutere la veridicità o meno di queste dichiarazioni, anche se è evidente che i migranti non vedano nel mare un porto sicuro e che nessuna accusa di collusione tra ong e trafficanti si è rivelata fondata finora, ma queste parole ci offrono soprattutto lo spunto per intraprendere una riflessione più ampia: strumentalizzare un tema complesso come quello dell'immigrazione significa abbassare il livello della questione. Quella che si combatte in mare è una vera e propria guerra e merita di essere trattata come tale. A certificarlo sono i numeri impietosi delle vittime: secondo l'Oim (l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), nei primi sei mesi del 2023 sono morti o dispersi circa 1.300 migranti nel tentativo di raggiungere l'Europa attraverso il Mar Mediterraneo: è il dato più alto dal 2017 ed è una sottostima del numero reale. 
Il tema della gestione dei flussi migratori è tornato prepotentemente ad essere motivo di tensione tra Francia e Italia. L’arrivo al potere di Giorgia Meloni ha riacceso una crisi bilaterale che va avanti da tempo. Entrambi i Paesi stanno vivendo tensioni interne sulle questioni migratorie, ma il problema è ad un livello diverso. La vera questione è la personalizzazione della politica e politicizzazione dei temi che inasprisce le relazioni bilaterali. Prima era il leader Macron vs il sovranista Salvini nel 2018-19, ora è un nuovo scontro con la destra impersonificata dalla Meloni. La personalizzazione della politica, che ha visto il suo avvento con la figura di Berlusconi, ha abbassato il livello del dibattuto politico. Da un linguaggio argomentativo la politica si è spostata ad un linguaggio assertivo, abbassando il livello del dibattito, riempendo la politica di superficialità e slogan. Il giornalismo ha il compito di smontare questa narrazione e riportare il livello dell’agenda politica ad un gradino più alto. Le norme del diritto internazionale dicono che i naufraghi vanno salvati sempre, qualsiasi sia la loro condizione. la Commissione europea ha dichiarato che il primo obbligo dei paesi è salvare vite in mare senza fare differenze tra navi delle ong e altre navi. Uno studio sugli sbarchi tra il 2014 e il 2019 ha dimostrato che i migranti ignorando la possibilità di essere soccorsi: su 650.000 persone partite in questi anni e solo 115.000 sono state soccorse dalle ong, cioè il 18%.  La Commissione europea ha detto che il meccanismo di solidarietà tra i paesi europei rimarrà attivo, nonostante Parigi abbia rifiutato di ricollocare 3.500 richiedenti asilo dall’Italia, dopo che Roma a sua volta ha negato un porto di sbarco alla nave umanitaria Ocean Viking, la quale aveva portato in salvo 234 persone. La Francia ha contemporaneamente annunciato che non parteciperà più al meccanismo di ricollocamento, approvato nel giugno 2022 per emendare il regolamento di Dublino, secondo il quale a prendere in carico le domande di asilo devono essere i primi paesi di ingresso in Europa, motivo per il quale l’Italia soffre più delle altre nazioni la questione migratoria. Ma il resto dell’Europa non resta a guardare: nel 2021 la Svezia ha accolto un numero di migranti pari al 2.3% della sua popolazione e la Germania l'1.5%, l’Italia lo 0,2%. Il tema dell’immigrazione serve a creare una guerra mediatica, dimenticando la vera guerra è in mare e ha prodotto il dato più alto di morti dal 2017.  
 
di Daniele Leonardi