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Usa, scontri a Washington. Una democrazia ferita

Nella giornata di ieri gli Stati Uniti d’America hanno vissuto la giornata più nera per la loro democrazia. Dopo che il Presidente uscente, Donald Trump, aveva bollato il neo presidente eletto, Joe Biden, come illegittimo, migliaia di sostenitori del 45° Presidente degli USA hanno assaltato il Parlamento a Washington e forzato il cingolo di sicurezza a protezione di Camera e Senato. Da qui ne è scaturito un conflitto a fuoco con la morte di 4 persone e il ferimento di decine di presenti, tra cui numerosi agenti di Polizia. Deputati e senatori hanno interrotto lo svolgimento di autenticazione della vittoria di Joe Biden e sono stati portati in un luogo sicuro dagli addetti alla sicurezza. Le Forze di Polizia per disperdere i facinorosi hanno lanciato gas lacrimogeni e solo dopo le 23.00 (ora italiana) sono entrate nel Palazzo del Congresso annunciando: “L’edificio ora è in sicurezza”.  Condanna unanime dell’incursione al cuore delle Istituzioni americane da parte della quasi totalità dei Capi di Stato. L’ex Presidente, Barack Obama, ha commentato: “La violenza è incompatibile con l'esercizio dei diritti politici e delle libertà democratiche”. Il Premier italiano, Giuseppe Conte: “Non vediamo l'ora di lavorare assieme al Presidente Biden e alla vice Presidente Kamala Harris per promuovere insieme un'agenda globale di crescita, sostenibilità e inclusione”.  La Russia, attraverso il portavoce del Ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha espresso le sue considerazioni: “Attiriamo l'attenzione sul fatto che il sistema elettorale negli Stati Uniti è arcaico, non soddisfa i moderni standard democratici, crea opportunità per numerose violazioni e i media statunitensi sono diventati strumento di lotta politica". Oggi Mike Pence, vicepresidente degli Stati Uniti dell’amministrazione Trump, ha annunciato formalmente la vittoria di Joe Biden alle elezioni dello scorso 3 novembre, affermando: “Non avete vinto, la violenza non vince mai. Hanno tentato di fermare la nostra democrazia ma hanno fallito”.

di Domenico Pio Abiuso