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Coronavirus, timori in Europa

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Nell'ultimo periodo è sulla bocca di tutti la minaccia del coronavirus. Si tratta di un tipo di batterio proveniente dalla Cina che colpisce animali e persone. I sintomi sono simili a quelli dell'influenza: tosse secca, innalzamento della temperatura corporea, mal di gola e difficoltà respiratorie. Nei casi più gravi, l'infezione può causare polmonite, insufficienza renale e persino morte.
L'epidemia sta iniziando a dilagare in tutto il mondo. Attualmente i decessi sono 81 ed i casi accertati di contrazione del virus che si sono verificati in Cina ammontano a 3000. La paura della diffusione del virus è arrivata anche in Europa, con tre casi accertati in Francia e due casi sospetti in Italia. Il contagio è probabilmente dovuto a gruppi di individui provenienti dalla Cina, sbarcati poi in Europa. Come in tutte le circostanze, anche quelle più negative, entra in gioco il "Dio Denaro". In questa occasione sono state le case farmaceutiche e le aziende a guadagnare per la vendita di prodotti utili a non contrarre il virus come guanti in lattice, mascherine e farmaci. Variazioni economiche sono subentrate anche nelle borse internazionali, in particolar modo in Giappone ma anche in Italia, con piazza Affari in calo del 2,31%. Ora come non mai brevetti relativi ai kit di diagnosi precoce vengono approvati per la necessità di trovare una cura a questo virus. Ogni azione come si sa ha una sua reazione, in questo caso economica, sociale e politica.
 
di Emilio Marinelli, Marzia Amoruso, Gioele Graofalo