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La Difesa dell'Iran (prima parte)

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La Difesa dell'Iran include le forze armate, le Guardie della Rivoluzione Islamica e le forze di polizia. 
 
Forze armate:
Le forze armate iraniane sono composte da quattro branche, stimate in 820.000 effettivi: l'Esercito della Repubblica Islamica dell'Iran, con 650.000 soldati; la Marina militare della Repubblica islamica dell'Iran con 70.000 marinai e portuali; la Forza Aerea della Repubblica Islamica dell'Iran (IRIAF) con 100.000 tra aviatori e avieri; la branca della Difesa Aerea della Repubblica Islamica dell'Iran (IRIAD), recentemente costituita e derivata dalla IRIAF.
 
Guardiani della Rivoluzione Islamica:
Il Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica, noto anche come Pasdaran o Guardiani della Rivoluzione, di circa 150.000 unità combattenti, divise in cinque branche: Esercito dei Guardiani della Rivoluzione Islamica; Marina dei Guardiani della Rivoluzione Islamica; Aeronautica dei Guardiani della Rivoluzione Islamica; Forze Quds o Forze di Gerusalemme (forze speciali); i Basij.
 
La Forza Quds:
La Forza Quds, già guidata dal generale Soleimani, conduce operazioni segrete all'estero per l'IRGC e riferisce direttamente al leader supremo dell'Iran, l'Ayatollah Ali Khamenei. Si stima forte di circa 5.000 unità. L'unità è stata schierata in Siria, dove ha consigliato militari fedeli al presidente siriano Bashar al-Assad e ha armato le milizie sciite che combattevano con loro. In Iraq, ha sostenuto una forza paramilitare dominata dagli sciiti che ha contribuito alla sconfitta del gruppo dello Stato islamico. Tuttavia, gli Stati Uniti affermano che la forza Quds abbia un ruolo più ampio fornendo finanziamenti, addestramento, armi e attrezzature alle organizzazioni che Washington ha designato come gruppi terroristici in Medio Oriente. Questi includono il movimento Hezbollah in Libano e la Jihad islamica palestinese.
 
Basij:
I Basij costituiscono una forza paramilitare composta da volontari, controllata dalle Guardie della Rivoluzione Islamica. L'entità numerica, l'addestramento, e la motivazione di queste forze non sono chiari. Secondo le fonti iraniane è composta da 12,6 milioni di persone, incluse donne, tra questi attorno a 3 milioni sarebbero da considerare abili al combattimento. 
 
L'industria della Difesa: 
Buona parte degli armamenti iraniani sono stati importati dagli Stati Uniti e dall'Europa prima della Rivoluzione iraniana del 1979. Tra il 1971 e il 1975, lo Shah intraprese una sostenuta campagna di acquisti, ordinando armamenti per circa 8 miliardi di dollari dell'epoca soltanto dagli Stati Uniti. Questo mise in allerta il Congresso degli Stati Uniti, che nel 1976 rese più stretta una legge del 1968 che vincolava le esportazioni di armi, rinominandola "Arms Export Control Act". Gli USA continuarono a vendere enormi quantitativi di armi all'Iran, fino al 1979.  Dopo la rivoluzione islamica, l'Iran rimase fortemente isolato e in carenza di esperienza tecnologica. A causa delle sanzioni economiche e dell'embargo d'armi esercitato dagli Stati Uniti e dalla NATO, l'Iran dovette ricorrere alla propria industria per costruire armamenti e parti di ricambio (molti di fabbricazione americana) dato che vi erano pochi paesi disposti a commerciare con l'Iran. Al Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica venne dato l'incarico di creare quello che oggi è la Industria Militare Iraniana. Sotto il loro comando l'industria militare iraniana si espanse enormemente, ed assieme agli enormi stanziamenti del Ministero della difesa iraniano versati all'industria missilistica, l'Iran presto accumulerà un vasto arsenale di missili. Nel 1973 furono costituite le Iran Electronics Industries (IEI). La compagnia venne stabilita nel tentativo di organizzare per la prima volta l'assemblaggio, aggiornamento e riparazione delle armi importate. La Sasadjah (Sazemane Sanaye Defa) iraniana è stata la prima struttura islamica ad aver intrapreso passi nel costituire un'industria militare autonoma servendosi di reingegnerizzazione applicata alle armi sovietiche come i razzi anticarro RPG-7, le katiuscia BM-21 "Grad", e i missili antiaerei portatili "Strela" già nel lontano 1979.  Dal 1992, l'Iran ha cominciato a produrre i propri tank, APC, sistemi radar, missili guidati, sottomarini, navi e velivoli da combattimento. Molti sostengono che durante gli anni novanta Israele abbia venduto all'Iran parti di ricambio di F-14 Tomcat, di altri aerei (F-4 Phantom) e altri tipi di armi. Molti missili sono stati costruiti in Iran con l'aiuto di ditte e ingegneri russi e nordcoreani, ed una varietà di velivoli robotici UAV da spionaggio. I problemi e le sanzioni economiche hanno ostacolato le importazioni di armi iraniane, che sono relativamente piccole rispetto a quelle di altri paesi della regione. Il valore delle importazioni della difesa iraniana tra il 2009 e il 2018 era equivalente a solo il 3,5% delle importazioni dell'Arabia Saudita nello stesso periodo, secondo l'Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma. La maggior parte delle importazioni iraniane proviene dalla Russia e il resto dalla Cina.
 
Capacità missilistica:
Le capacità missilistiche dell'Iran sono una parte fondamentale della sua abilità militare. L'Iran ha lanciato più di una dozzina di missili in due basi in Iraq che ospitano forze statunitensi. I rivali regionali come Israele e Arabia Saudita, insieme a Stati Uniti e Regno Unito, dispongono della tecnologia per eseguire attacchi aerei di precisione. Un rapporto del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti descrive le forze missilistiche del paese come le più grandi del Medio Oriente, comprendendo principalmente missili a corto e medio raggio. Non è possibile fornire cifre precise, ma il Centro per gli studi strategici e internazionali con sede negli Stati Uniti afferma che l'Iran ha migliaia di missili di oltre una dozzina di tipi diversi. Il missile Qiam-1, ad esempio, è stato ampiamente prodotto dal 2011, ha un'autonomia di 700 km e un carico utile di 750 kg. È stato utilizzato dall'Iran contro i combattenti dell'IS nel giugno 2017. Le varianti del missile balistico a portata intermedia Shahab-3 hanno un carico utile di oltre 750 kg e una portata verso l'alto di 1.500 km. L'Iran ha fino a 50 lanciatori di missili balistici a medio raggio e fino a 100 lanciatori di missili balistici a corto raggio, secondo l'Istituto internazionale di studi strategici con sede nel Regno Unito. L'Iran sta inoltre testando la tecnologia spaziale per consentirle di sviluppare missili intercontinentali a più lungo raggio. Il 2 novembre del 2006, l'Iran iniziò una serie di esercitazioni militari, durate 10 giorni, che culminarono col lancio di molti missili senza testata di guerra. La televisione di stato iraniana riferì il lancio di dozzine di missili che includevano i Shahab-2, Shahab-3 e Ghadr-110. I missili percorsero traiettorie da 300 km fino a 1 300 km. Esperti iraniani hanno apportato alcune modifiche ai missili Shahab-3, installando testate a grappolo con la capacità di portare 1.400 submunizioni. Questi lanci vennero eseguiti poco dopo gli esercizi militari eseguiti nel Golfo Persico dagli Stati Uniti ed i suoi alleati il 30 ottobre del 2006, che avevano uno scopo addestrativo per bloccare  qualsiasi arma di distruzione di massa. Alcuni analisti pensano che l'Iran abbia iniziato lo sviluppo di un progetto per missili ICBM/IRBM, noto come Shahab-4 con una gittata di 3000 km; il programma avviene in parallelo con lo sviluppo di un lanciatore satellitare noto come IRIS.  Il programma missilistico a lungo raggio è stato sospeso dall'Iran in seguito all'accordo nucleare del 2015, secondo il Royal United Services Institute (Rusi), ma questo potrebbe ora riprendere a causa dell'incertezza che circonda quell'accordo. In ogni caso molti obiettivi in Arabia Saudita e nel Golfo e probabilmente anche in Israele si troverebbero nel raggio d'azione degli attuali missili iraniani a corto e medio raggio.
 
di Antonio Frate