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I Talebani e il traffico di oppio

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In Afghanistan il vero business è rappresentato dall’oppio. Anche se dal 2015 la produzione ha registrato un notevole calo, i talebani sono responsabili di circa l'85% della produzione mondiale di oppio e del 77% circa di quella di eroina. Complice di ciò è la protezione offerta dai talebani ai coltivatori di papavero da oppio, che lavorano per il 10% del costo della materia prima. La coltivazione di questi papaveri si concentra, ad oggi, nelle regioni a sud-ovest del Paese; la regione con più produzione pro capite è l'Helmand che ospita 86000 ettari atti alla coltivazione di oppio. È risaputo che l'oppio viene trasformato in eroina, morfina e tante altre droghe pesanti. La produzione e la vendita di oppio non rappresentano un danno solo per la salute mondiale ma determinano anche la capacità dei gruppi armati locali di sostenere le proprie guerre. Lo scorso anno il governo ha distribuito più di 10mila tonnellate di sementi per convincere gli agricoltori a produrre grano, ma in molti casi - dicono fonti ministeriali - non c'è stato cambio di coltivazione. La produzione passa dall’Afghanistan attraverso il Pakistan prima di essere esportata clandestinamente in Europa o Asia, nascosta essenzialmente in grandi container che partono da Karachi, porto tentacolare di 20 milioni di abitanti sul mar d'Arabia, da tempo in mano ai talebani.

di Francesco Mastrogiuseppe, Domenico Di Mella, Luca Sarrapochiello, Domenico Abiuso