Josef Mengele, il dottore della morte

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Creato Lunedì, 29 Gennaio 2018 15:10
Ultima modifica il Lunedì, 29 Gennaio 2018 15:31
Pubblicato Lunedì, 29 Gennaio 2018 15:10
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Molti furono “I professionisti del male” che servirono la macchina della morte nazista, dall’architetto Albert Spear al professore di lettere Joseph Goebbels fino al medico Josef Mengele. "Il dottore della morte" nasce nel 1911 Günzburg. Nel 1934 entra nel braccio paramilitare del NSDAP, le SA. Nel 1940 parte volontario per il fronte orientale ma viene ferito e così congedato dalla prima linea, tre anni dopo approda ad Auschwitz con il grado di capitano delle SS. Nel campo di sterminio nazista viene soprannominato “l'angelo bianco” per l'atteggiamento e per il camice che indossava quando si apprestava a scegliere chi avrebbe dovuto essere oggetto delle sue ricerche, chi avrebbe lavorato, chi era destinato alla camera a gas e chi sarebbe servito come cavia per i suoi esperimenti. Mengele si rende così conto che è libero di fare ciò che vuole sulle sue cavie senza avere alcuna ripercussione, uccide chi non è adatto ai suoi esperimenti a colpi di pistola o con il fenolo. I suoi studi riguardarono essenzialmente il fondamento biologico dell'ambiente sociale, la trasmissione dei caratteri e i tipi razziali, e infine le persone con elementi di anormalità prediligendo come cavie i gemelli e usando su di essi sostanze chimiche, iniezioni e mutilandoli. Addirittura vi è anche la testimonianza in cui tentò di unire due gemelli Sinti per creare una sorta di gemello siamese artificiale. Poco prima della liberazione del campo da parte dell’Armata Rossa, Mengele abbandona il campo con l’ordine verso i suoi sottoposti di uccidere con il gas i gemelli usati come cavie. L’ordine non fu mai eseguito a causa della penuria di gas.Nell'immediato dopoguerra cominciò la ricerca dei criminali di guerra nazisti e fra questi era ovviamente compreso anche Josef Mengele. Alla sua ricerca si dedicarono in particolar modo i servizi segreti israeliani Mossad, ma anche il governo statunitense e quello tedesco. Le modalità della fuga di Mengele furono simili a quelle di Adolf Eichmann: gli furono infatti forniti, con modalità non chiarite, dei documenti falsi da parte del comune italiano di Termeno, Tramin, in Alto Adige, che riportavano il nome di Helmut Gregor, nato nel comune stesso. Nel 1949 si imbarcò nel porto di Genova su una nave diretta in America meridionale, arrivando poi in Paraguay dove rimase diversi anni. Finché, allertato dall'avvocato di famiglia, fuggì prima a Buenos Aires, e poco tempo dopo, nel 1955, in Brasile, dove rimase per circa 25 anni fino alla morte. Durante questo lungo periodo Mengele visse dapprima con due sorelle ungheresi, poi con una famiglia del luogo, mantenendo inizialmente nascosta la propria identità. Se inizialmente adottò diversi nomi falsi, dopo alcuni anni decise di tornare a utilizzare il suo vero nome, convinto ormai di essere scampato alle ricerche. Tuttavia, a partire dalla cattura di Adolf Eichmann, avvenuta fra l'altro proprio in Sud America, Mengele cominciò ad allarmarsi. Ritornò quindi ad adottare una falsa identità e si spostò varie volte (fino a giungere in Brasile) cambiando diverse abitazioni. Nel periodo in cui visse in America Latina, lavorò come operaio nella stessa industria della famiglia Mengele, che anche in Sud America aveva degli stabilimenti. Morì nel 1979 colpito da un infarto mentre nuotava nell’oceano.

di Michelangelo Fanelli