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Elezioni regionali in Catalogna, vincono gli indipendentisti

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Barcellona. La maggioranza degli elettori catalani ha preferito l'animo indipendentista a quello unionista di Madrid: è questo il primo verdetto emesso dalle urne. Elezioni disputate in un clima eccezionale: infatti ben 2 dei 7 candidati alla presidenza non hanno potuto votare: il presidente uscente destituito Puigdemont, capolista di JuntsXCat é attualmente in esilio in Belgio e Il leader di Erc Osqueras é in custodia cautelare. L'affluenza alle urne è stata molto elevata, circa l'82% dei 5,5 milioni di aventi diritto. Gli elettori hanno voluto dimostrare, con questa partecipazione di massa alle urne, la loro intenzione di non essere sottomessi alla Spagna: infatti attualmente, dopo l'applicazione dello scorso 27 ottobre dell'articolo 155 della Costituzione, la Catalogna ha perso tutta la sua autonomia. Come detto in precedenza a prevalere sono stati i partiti indipendentisti che avranno nel futuro parlamento una maggioranza risicatissima sull'opposizione unionista: 70 seggi su 135. A rappresentare la maggioranza saranno il partito di Puigdemont JuntsXCat (34 seggi), la sinistra radicale dell'ex vicepresidente Osqueras (32 seggi) e il Cup di Carles Riera (4 seggi). Ma primo partito in assoluto é stato Ciutadans, lista centrista unionista capeggiata dalla deputata 36enne Ines Arrendas, che fa riferimento a Ciudadanos di Albert Rivera. Il carisma e l'abilità oratoria di questa donna, hanno spinto ben 1,1 milioni di persone a votarla. Nel discorso di ringraziamento di ieri sera la Arrendas ha affermato: "Questa è una meravigliosa vittoria per la Catalogna, per la Spagna e per L' Europa". Il suo sogno: "Conquistare un giorno la presidenza della Generalitat". Tra gli altri partiti in lizza vi é un leggero calo per i socialisti catalani di Iceta e un buon risultato Della lista civica di Ada Colau, sindaco di Barcellona appoggiata da Podemos. Risultato molto negativo per il Partito Popular del premier Mariano Rajoy che racimola soltanto il 4% dei voti e 3 seggi in Parlamento che non saranno sufficienti per formare un gruppo parlamentare autonomo. Adesso scattano le trattative per trovare un'intesa di governo, non facili siccome dovranno convergere su un unico presidente. JuntsXCat rivendica, in quanto primo partito di coalizione, Puigdemont come presidente, che però almeno al momento non può svolgere le sue funzioni in quanto in patria pendono su di lui varie accuse che, se confermate, equivalgono a circa 30 anni di carcere. Gli accordi però dovranno concludersi entro il 23 gennaio, ultima data disponibile per convocare la prima seduta del Parlamento. In caso contrario entri tre mesi il governo centrale dovrà indire nuove elezioni. Bisogna attendere però se la Spagna, revocherà adesso, come promesso, l'articolo 155. Un cosa é certa: la situazione catalana potrà essere risolta soltanto con una mediazione tra UE, stato spagnolo e governo regionale.
 
di Giuseppe Petruccelli