Triplicati i rimpatri forzati verso l'Afghanistan

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Creato Lunedì, 09 Ottobre 2017 16:09
Ultima modifica il Lunedì, 09 Ottobre 2017 16:18
Pubblicato Lunedì, 09 Ottobre 2017 16:09
Scritto da Administrator
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Il numero degli afghani rimandati nella propria patria sono passati da 3290 nel 2015 a 9460 nel 2016. Questo aumento corrisponde a un marcato calo delle domande d’asilo accolte: dal 68% del settembre 2015 al 33% del dicembre 2016. Il fatto paradossale è che mentre in Afghanistan aumenta il numero delle vittime civili, i governi europei sono perfettamente a conoscenza di questa grave situazione. Infatti in un documento riservato diventato pubblico, essi avevano ammesso “il peggioramento della sicurezza e le minacce cui vanno incontro le persone”, così come “i livelli record di attacchi terroristici e di vittime civili” e nonostante ciò hanno dichiarato che “potrebbe essere necessario far tornare [in Afghanistan] oltre 80.000 persone nel breve periodo”. Particolare attenzione su questo argomento pungente è stata data dall’associazione non governativa internazionale impegnata nella difesa dei diritti umani, Amnesty, che denuncia il “Joint Way Forward”, l’accordo siglato il 2 ottobre dello scorso anno tra i paesi dell’Unione europea e l’Afghanistan il quale  prevedeva che i cittadini afghani, rifugiati in Europa, che non avessero base legale per restare in uno stato membro dell’Unione, sarebbero stati  rimpatriati nel loro paese d’origine attraverso procedure di  “ritorno volontario” o con “rimpatri forzati” anche di massa.  “Determinati ad aumentare il numero dei rimpatri, i governi europei stanno attuando una politica tanto sconsiderata quanto illegale. Cinicamente ciechi di fronte al livello record di violenza e all’evidenza che nessun luogo dell’Afghanistan è sicuro, mettono le persone in pericolo di subire rapimenti, torture, uccisioni e altri orrori” così ha dichiarato Anna Shea, ricercatrice di Amnesty International sui diritti dei migranti e dei rifugiati. La stessa ha concluso che “questi rimpatri violano in modo clamoroso il diritto internazionale e devono essere fermati immediatamente. Gli stessi stati europei che una volta si erano impegnati per migliorare il futuro degli afghani ora stanno demolendo le loro speranze abbandonandoli in un paese che da quando sono fuggiti è diventato ancora più pericoloso”. Lo scorso anno in Afghanistan sono state uccise o ferite 11.418 persone, attacchi ai civili in maggioranza compiuti dai Talebani o dal presunto Stato Islamico.

di Alice Di Domenico