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Grecia, corruzione nelle forniture militari

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Il 22 febbraio 2017 è stata diffusa la seguante notizia: la Procura di Monaco di Baviera ha incriminato, secondo quanto pubblicato dal “Sueddeutsche Zeitung”, da “Ndr” e “Wdr”, il presidente del consiglio di amministrazione e co-proprietario del costruttore di carri armati Krauss-Maffei Wegmann (Kmw), Manfred Bode, per una evasione fiscale di circa cinque milioni di euro. Due deputati Heinz-Alfred Steiner e Dagmar Luuk, sono stati a loro volta accusati di riciclaggio di denaro e di aver prestato appoggio politico all'amministratore. Le accuse sono basate sull'affare della vendita all'esercito greco di 24 obici semoventi PZH 2000, per la somma di 188 milioni di €. L'ufficio che negoziò il contratto avrebbe chiuso i battenti nel 2006, dopo la conclusione dell'accordo, e consentito così a Bode di evadere imposte per 5.620.327,49 euro. Il ministro della Difesa greco, Akis Tzohatzopoulos, sospettato a sua volta di un coinvolgimento nella vicenda. Egli fu incarcerato nel maggio 2012 con l’accusa di fondi neri ottenuti dalle forniture di armi da Germania e Russia, e fu il principale collaboratore di Papandreou senior. Sul finire degli anni '90 i contratti con la Grecia hanno permesso di scaricare parte degli altissimi costi di sviluppo per molte aziende tedesche del settore difesa. I quattro sommergibili della classe 214, della tedesca HDW, poi ribattezzata ThyssenKrupp Marine Systems, TKMS fra il 2000 e il 2002. Per i 4 sommergibili la HDW/TKMS ha incassato 2,1 miliardi di euro. Gli U214 sono stati consegnati incompleti, con molti sistemi ancora non funzionanti e con la pericolosa tendenza a diventare instabili non appena il mare diventa agitato. Atene acquistò anche 170 carri armati Leopard 2 a 6 HEL, della Krauss-Maffei Wegmann (KMW), per un incasso di 1.7 miliardi di €. I pagamenti sono stati dilazionati su un lungo periodo. Con il peso dei debiti accumulato dalla Grecia, una parte importante di tali somme è stata recuperata solo grazie all'intervento del governo tedesco a partire dal 2010, quando la Grecia in crisi ha ottenuto aiuti finanziari da Bruxelles. All’epoca dell'acquisto la Grecia possedeva già circa duecento carri armati Leopard 2. Nel 2010, al momento della consegna, si trovò ad avere nelle sue forze armate 353 Leopard 2 (a confronto l'Italia possedeva circa 200 carri Ariete). Secondo l'esperto militare Fraggos, il ministero non aveva acquistato munizioni per armarli, rendendo quindi la spesa del tutto inutile. Furono le rivelazioni dell’ex numero uno della Direzione Armamenti della Ministero della Difesa greco Antonis Kantà che diedero inizio in Germania all'inchiesta sulla fornitura di armi tedesche ad Atene. Circa 18 milioni di euro sarebbero dirottati verso funzionari greci per “incoraggiare” l’acquisto di sottomarini Poseidon,mentre per i 170 carri armati Leopard 2A6 Hel Kantà avrebbe ricevuto un totale di 1,7 milioni di euro da un intermediario greco. Oltre a 1,5 milioni per la fornitura di missili Stinger e 600mila euro per i caccia F-15. Le forze armate elleniche hanno acquistato anche il sistema di difesa aerea Asrad prodotto dalla società di Brema STN Atlas, nel frattempo acquisita da Rheinmetall. L'affare ha portato 150 milioni di euro nelle casse di STN Atlas, ora Rheinmetall Defence Electronics (RDE). Per poter ottenere il redditizio contratto, secondo la procura di Brema, Atlas all'epoca avrebbe pagato 3.3 milioni di euro fra il 1998 e il 2011. Rheinmetall, a seguito del primo processo già perso a Brema verso la fine del 2014, ha dovuto pagare 37 milioni di Euro, trattasi del profitto illegalmente ottenuto (36.7 milioni di euro) più una multa da 300.000 euro. Successivamente la stessa procura di Brema con un nuovo procedimento giudiziario ha rinviato a giudizio i cinque manager di Rheinmetall ritenuti personalmente responsabili. L'atto era dovuto in quanto gli imputati si erano resi responsabili anche individualmente, secondo quanto riporta il provvedimento. Queste vicende di corruzione sono alquanto inquietanti. Anche l'Italia acquistò alcuni prodotti tedeschi, come ben settanta PZH 2000 e i sommergibili U-212-a (i primi prodotti in Italia dalla Finmeccanica, gli ultimi prodotti in Italia, ma di progettazione tedesca), ordinati in sei esemplari, con le versioni successive riviste dall'industria italiana. All'epoca l'industria italiana sfornava prodotti di successo, come le blinde Centauro, ed altri di scarso successo commerciale, e privati dei fondi per gli aggiornamenti successivi, come il Dardo e l'Ariete.

di Antonio Frate