Moab e Foab, guerra alla bomba più potente

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Creato Giovedì, 20 Aprile 2017 09:43
Ultima modifica il Mercoledì, 10 Gennaio 2018 18:44
Pubblicato Giovedì, 20 Aprile 2017 09:43
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Il 13 aprile 2017 gli Stati Uniti hanno sganciato la più potente bomba non nucleare finora utilizzata su campo di battaglia. L'obiettivo situato in Afghanistan è stato una rete di tunnel dell'Isis. Le testimonianze di afgani, riferite dai media internazionali, parlano di una cosa "mai vista", una gigantesca fiammata accecante seguita da onde di tipo sismico. A Washington il presidente Donald Trump ha espresso la sua soddisfazione con i giornalisti: "Un'altra missione di successo, sono molto orgoglioso dei nostri militari". Per la superbomba, i militari hanno avuto la sua "totale autorizzazione". Alla domanda se la bomba, oltre a colpire l'Isis, rappresenti anche un avvertimento alla Corea del Nord, Trump risponde che "non fa differenza. La Corea del Nord è un problema di cui ci occuperemo". L'annuncio dal portavoce del Pentagono, Adam Stump: un MC-130 ha rilasciato una Gbu-43 massive ordnance air blast bomb (moab), contenente 11 tonnellate di esplosivo, oggi intorno alle 19 ora locale, per colpire i tunnel dell'Isis e i miliziani nel distretto di Achin, provincia di Nangarhar, molto vicino al confine con il Pakistan. Tale zona è un'area montagnosa e scarsamente popolata, dove l'Isis è insediata. Nella stessa zona, il weekend antecedente allo sgancio, il sergente Mark R. De Alencar, 37 anni, un soldato delle forze speciali americane, è rimasto ucciso durante un'operazione contro i jihadisti. Le super bombe degli arsenali statunitensi hanno trovato un inaspettato palcoscenico mediatico dopo il raid aero di giovedì sera nella provincia afghana di Nangarhar che ha visto l'impiego della gigantesca GBU-43B da 10 tonnellate e 14 milioni di dollari, spesi per uccidere 82 miliziani dello Stato Islamico. Secondo un funzionario locale citato dalla Bbc, l'esplosione è stata udita anche in due distretti confinanti con quello di Achin e ha provocato anche la morte del fratello di un importante leader del gruppo islamico. Edward Snowden ha pubblicato un documento in cui svela un inquietante retroscena: i tunnel obiettivo della Moab sono stati finanziati dai cittadini americani, perché costruiti negli anni Ottanta dalla CIA. "È una rete di tunnel dei mujahiddin quella che abbiamo bombardato in Afghanistan? Noi abbiamo pagato per quella rete", questo il commento, apparso sul suo profilo Twitter, a corredo di un estratto da un'inchiesta pubblicata sul New York Times nel 2005, dove si comprende che la rete di cunicoli distrutta a Nargarhar è stata voluta e costruita nel 1980 dagli stessi Usa. I tunnel a stelle e strisce, del resto, sono stati fabbricati proprio per essere utilizzati dai mujaheddin. Nel 1980, infatti, la Casa Bianca sosteneva i guerriglieri in funzione antisovietica. Per trasportare la Moab – il cui acronimo è anche riferito come Mother of All Bombs, sono necessari aerei speciali; gli unici aerei in grado di trasportarla sono i bombardieri strategici B-2 e i velivoli delle forze speciali MC 130 Combat Talon, derivati dal velivolo cargo C-130 Hercules: il più vulnerabile Talon viene impiegato solo contro nemici insurrezionali privi di forze aeree e antiaeree mentre il B-2, costruito con tecnologia "stealth" antiradar, può essere usato anche contro obiettivi protetti da difese aeree. L’enorme ordigno di 9 metri di lunghezza nel quale i tre quarti del peso è costituito da esplosivo rade al suole ogni cosa nel raggio di circa 200 metri, ma l’onda d’urto si espande molto più lontano devastando tutto quanto incontra sulla strada per centinaia di metri dopo che due sensori sull’ogiva attivano l’esplosione pochi istanti prima che la Moab tocchi il suolo. Il generale John Nicholson, comandante delle forze americane in Afghanistan che, secondo Cnn, ha firmato l'autorizzazione per l'uso dell'ordigno, definisce "questo genere di armamento ideale per ridurre questo genere di ostacoli - tunnel e bunker - e mantenere lo slancio nella nostra offensiva contro l'Isis". Gli Usa ritengono che in Afghanistan siano attivi soprattutto nella provincia di Nangarhar tra i 600 e gli 800 combattenti dello Stato Islamico. L'operazione è stata condotta proprio mentre la tensione con la Corea del Nord è in aumento. Le immagini satellitari scattate il 12 aprile disegnano un chiaro quadro: la base dei test nucleari nordcoreani di Punggye-ri, nascosta nelle montagne del nordest, mostra "attività continue" e uno scenario "adatto e pronto" a un'altra detonazione. L'ordigno, secondo alcuni, potrebbe essere stato pensato anche per colpire gli impianti nucleari di Teheran nascosti nei fianchi di una montagna o nel sottosuolo. L'attacco continua a essere al centro di una guerra d'informazione tra Washington, Mosca e Damasco. Secondo il presidente della Commissione Difesa e Sicurezza del Senato russo Viktor Ozerov, con lo sgancio della MOAB "Donald Trump potrebbe aver deciso di ricordare al mondo ancora una volta che la dimostrazione di forza è sempre stata un argomento della politica estera americana". Anche il generale Leonardo Tricarico, presidente della Fondazione Icsa, ex capo di Stato maggiore dell'Aeronautica militare ha definito lo sgancio "Un atto muscolare, altamente coreografico, amplificato a dismisura dai media, ancora una volta le vere pistole cariche di Donald Trump e dei suoi generali". Il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, ha spiegato che sono state comunque prese “tutte le precauzioni per evitare vittime civili e danni collaterali”, ma il raid della super-bomba non è piaciuto a tutti neppure in Afghanistan. L'ex presidente Afghano Amid Karzai in un tweet citato dalla Tass ha scritto "questa non è guerra al terrorismo, ma utilizzo del nostro paese, disumano e brutale, come banco di prova per armi nuove e pericolose. Sta a noi, gli afgani, fermare gli Stati Uniti". La MOAB, entrata in servizio nel 2003, fu data in servizio alle forze speciali nella guerra in Iraq, ma non fu mai utilizzata. Lunga 9,17 metri con un diametro di 1,02 è guidata sull'obiettivo da un sistema satellitare, utilizza esplosivo H-6 ad altissimo potenziale la sua deflagrazione equivale all' esplosione di 11 tonnellate di tritolo. Concettualmente è simile al BLU-82 Daisy Cutter, un sistema che veniva utilizzato per sgomberare aree di foresta fittissima durante la guerra del Vietnam e liberare i campi minati in Iraq. La MOAB è stata sviluppata durante la Guerra in Iraq del 2003. Anche l'arsenale di Putin dispone di un ordigno convenzionale di altissima potenza: La Bomba termobarica d'aviazione di maggiore potenza cononosciuta in inglese come Aviation Thermobaric Bomb of Increased Power (ATBIP) (Bomba aeromobile di elevata potenza che crea il vuoto), nota come FOAB "Father of All Bombs". Il capo delle forze armate russe, Alexander Rukshin, ne ha descritto gli effetti in tal modo: "tutto ciò che è vivo semplicemente evapora". La Foab ha una potenza superiore alla Moab, raggiungendo la capacità pari a 44 tonnellate di TNT, quindi il quadruplo, ma con un peso inferiore (7 tonnellate grazie ad un nuovo tipo di esplosivo ad alto potenziale). Questo rende tale ordigno la più potente arma convenzionale nel mondo, anche se le dichiarazioni russe sulle dimensioni e potenza dell'ordigno sono state messe in dubbio da analisti del Dipartimento della Difesa degli USA ed altri esperti occidentali. La bomba è stata testata con successo nella tarda serata dell'11 settembre 2007 sganciata da un bombardiere strategico Tupolev Tu-160, ed ha provocato distruzione nel raggio di 300 metri, a fronte dei 200 della Moab. In aggiunta i gas dopo l'esplosione provocano un vuoto (da cui il nome) che provoca ulteriori danni. Secondo i militari russi, la nuova arma sostituirà vari tipi di bombe nucleari di piccola taglia presenti nel loro arsenale. Ma gli stessi USA dispongono di un ordigno convenzionale ancora più pesante e grosso della MOAB, la bomba GBU-57 da 13,6 tonnellate, della categoria delle armi a penetrazione (MOP- Massive Ordinance Penetrator) con capacità anti-bunker sotterranei. Dotato di 9,5 tonnellate di esplosivo ed è l'arma più potente in dotazione alle forze aeree USA per tale tipo di ruolo. Prodotta in 16 esemplari, è in servizio presso la base aerea di Whiteman, in Missouri, la stessa in cui sono basati i velivoli B-2. Si può pensare che prima o poi, anche tali armi verranno sperimentate sul campo.   

di Antonio Frate