Archivio Disarmo: export armi e ruolo dell'Italia

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Creato Giovedì, 17 Marzo 2016 15:23
Ultima modifica il Giovedì, 17 Marzo 2016 15:24
Pubblicato Giovedì, 17 Marzo 2016 15:23
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Quando c’è di mezzo il business nessuno si ricorda più della strage di Parigi, delle Torri Gemelle, di Al Qaeda e neppure dell’Isis. L’uso delle armi viene giustificato sostenendo che esso è finalizzato ad “esportare la democrazia” o arginare l’avanzata jihadista. Queste armi sono quasi tutte prodotte in Occidente. I settori più rappresentativi dell’attività d’esportazione sono l’aeronautica, l’elettronica per la difesa (avionica, radar, comunicazioni, apparati di guerra elettronica) e i sistemi d’arma (missili, artiglierie). L'Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo (IRIAD) è riuscito a raccogliere alcuni dati e informazioni sull’export degli armamenti. L’Italia ad esempio è il secondo esportatore mondiale di armi leggere (pistole, fucili a pompa, mitragliatori, munizioni). Dai dati è emerso che tra i primi 10 posti per valore contrattuale delle operazioni autorizzate, troviamo: Agusta Westland, Alenia Aermacchi, Selex ES, GE AVIO, Elettronica, Oto Melara, Piaggio Aero Industries, Fabbrica d’armi P. Beretta, Whitehead Sistemi Subacquei e IVECO. Bisogna notare che la maggior parte di queste aziende appartiene al Gruppo “Finmeccanica”, gruppo che raggiunge il 64,69% del valore contrattuale totale delle autorizzazioni. I mezzi usati attualmente per i bombardamenti di Afghanistan, Iraq, Libia e Siria sono per lo più aerei. Si tratta di un mezzo incapace di porre fine al conflitto perché, come ribadisce  Maurizio Simoncelli, vicepresidente e cofondatore dell’IRIAD, portano alla morte di molti civili innocenti, soprattutto bambini. In un mese raid russi hanno ucciso 400 civili, di cui ben 97 bambini (dati riferiti da una Ong siriana).  Non è solo l’Europa ad essere a rischio. La strage di Parigi è stata un episodio tragico, ma va anche detto che  nel 2014 il 90% delle vittime del terrorismo sono state registrate fuori dall’Europa; ad esempio Boko Haram, l’organizzazione di estremisti islamici che opera in Africa, ha fatto vittime più dell’Isis.  La situazione non è meno grave in Pakistan, dove a causa dello scontro tra musulmani moderati e musulmani estremisti  400 bambini sono stati massacrati in una scuola pakistana. In Afghanistan sono stati registrati 25mila morti di civili dall’inizio dell’intervento ad oggi. Fa riflettere la dichiarazione lasciata da Simoncelli durante un’intervista: “L’Occidente si pone il problema delle sue vittime, ma non si pone il problema delle ‘vittime di serie B’ degli altri paesi”. Una frase tanto cruda quanto vera.

di Simona Bitri