La Siria e i suoi armamenti: il pericolo proviene dalle armi chimiche

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Creato Domenica, 22 Luglio 2012 13:08
Ultima modifica il Martedì, 10 Marzo 2015 14:00
Pubblicato Domenica, 22 Luglio 2012 13:08
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Le forze armate siriane sono basate su mezzi ed equipaggiamenti di origine sovietica risalenti al periodo della Guerra Fredda. Ad oggi l’Occidente non fornisce quasi nulla in campo militare a tale paese. La Siria rimane uno stato “canaglia”; tanto da derivarne un sostanziale blocco di ogni fornitura dalle nazioni occidentali: uniche eccezioni sono l’industria Italiana con SELEX Galileo che ha fornito componenti per l’aggiornamento delle comunicazioni per i T-72 siriani e i missili MILAN anticarro (francesi), pressoché uguali agli AT-4 russi. Ecco alcuni settori in fase di aggiornamento:

1) La difesa antiaerea rimane l’ambito principale ove il governo di Damasco concentra le proprie risorse per l’ammodernamento ma i sistemi sono in gran parte obsoleti. Un modello recente sono le 20 o 40 batterie (a seconda delle fonti) di Pantsyr S1, un sistema missilistico contro bersagli a corto e medio raggio dotato di sistema radar moderno capace di ingaggiare bersagli multipli. Ma solo una parte sono operative (tra le 3 e le 10). Si tratta di un sistema combinato (artiglieria + missili) con guida phased-arrey. Le capacità del radar raggiungono mezzi con sezione di 2-3 cm quadrati, raggio di azione di 15.000-20.000 metri e velocità di 1.300 m/s. E’ considerato il successore dell’eccellente Tunguska. Tali prodotti sono facilmente annientabili con alcune versioni dei missili Harm a gittata più lunga. Per ovviare a tali problemi anche la Siria ha richiesto ormai da alcuni anni di poter acquistare il moderno sistema missilistico antiaereo S-300 dalla Russia. Nonostante trattative prolungate, Damasco non l’ha ancora ottenuto; le capacità di tale apparato sono infatti considerate all’avanguardia e dunque oggetto di pressioni diplomatiche da parte dei paesi occidentali e da Israele.

2) Il settore missilistico rappresentato dai missili cruise e da quelli balistici. Per i cruise si denota l’impiego con successo di un ordigno simile al C-802 cinese contro una corvetta israeliana. Per questo la Siria ha recentemente annunciato un contratto di acquisto di missili P-800 Yakhont dalla Russia, con ruolo puramente anti-nave, ma le forze armate di Damasco non possiedono il know-how o i mezzi necessari per farlo operare a distanze considerevoli dalle proprie installazioni costiere. In merito ai razzi e i missili balistici l’arsenale siriano è ben dotato di Scud C/D forniti dalla Corea del Nord nell’ultimo decennio, oltre agli Scud B. Fonti d’intelligence indicano il tentativo di sviluppare o acquisire ordigni più precisi e anche più economici e maneggevoli sul campo di battaglia a causa della necessità di impiegarne in gran numero e ripararli dal fuoco avversario. Tali strumenti possono avere una capacità psicologica notevole, in caso di conflitto con un potenziale avversario quale Israele.

3) Il settore d’attacco aereo. Per quanto riguarda le forze aeree, la Siria è ben lontana dagli standard della IAF. I velivoli più moderni sono Mig-29 e Su-24, in numero limitato e poco efficienti. Inoltre i piloti non sono sufficientemente addestrati. Va considerato comunque che i primi sono ancor oggi mezzi molto manovrabili, se paragonati a velivoli occidentali quali gli F-15 e 16.

4) Il settore terrestre costituito da veicoli da fanteria e cavalleria. In particolare le unità corazzate sono ancora basate su veicoli (BMP-1, BRDM-2, T-54/55, T-62 e T-72) considerati antiquati già da lungo tempo. Veicoli simili iracheni sono stati distrutti in gran numero dagli Alleati nella prima guerra del Golfo senza problemi. Solo una parte di T-72 sono in corso d’aggiornamento (120-150 su 1600) e appaiono ancora inferiori ai Merkava MkIV israeliani. L’unico ambito di rilievo sono le armi anticarro: Damasco si è infatti recentemente dotata di numerosi sistemi moderni come il missile AT-14 Kornet, di fornitura russa. Tali missili (presentati in Russia nel ’94, hanno guida SACLOS (automatica, con puntamento laser e filoguida), tiro diretto a traiettoria tesa (considerato utile in quanto il puntatore vede direttamente in bersaglio, con raggio di 5,5 Km e capacità di penetrare 1100-1200 mm di acciaio protetto da corazza reattiva, grazie ad una doppia carica cava in tandem sulla testata. E’ il sostituti degli AT-4 e AT-5.

Ma il principale strumento militare siriano potrebbero essere le armi chimiche in possesso del regime di Bashar-al Assad. Secondi il Wall Street Journal numerose anonimi funzionari statunitensi sostengono che il regime starebbe spostando dai siti di stoccaggio yprite e gas nervini tipo sarin, VX, fosgene e tabun.

 

di Antonio Frate