Il virus della crisi

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Creato Sabato, 02 Ottobre 2010 13:13
Ultima modifica il Mercoledì, 07 Novembre 2012 20:56
Pubblicato Sabato, 02 Ottobre 2010 13:13
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Con il termine carry trade  ci si riferisce ad una delle tante strategie di investimento che si possono realizzare sui mercati finanziari internazionali. 
 

Carry trade significa prendere a prestito capitali di una data valuta per investire gli stessi in strumenti finanziari e in beni reali denominati in altre valute e che abbiano un rendimento superiore al costo del finanziamento. Questo fa maturare un profitto che è dato dalla differenza tra il rendimento dell' investimento e il costo del finanziamento. L'operazione di carry trade è profittevole se le valute scelte godano di un rapporto più o meno stabile nel tempo e soprattutto nel periodo che va dal momento in cui viene acceso il prestito e in quello dove viene restituito, altrimenti le eventuali perdite di cambio ridurrebbero o annullerebbero i guadagni realizzati.Negli ultimi dieci anni è risultato conveniente indebitarsi in yen, in quanto la Banca centrale del Giappone  ha ridotto i tassi di interesse al minimo e ha contestualmente cercato di aumentare la quantità monetaria e per effetto di questa politica lo yen si è addirittura deprezzato rispetto alle altre  valute. L'indebolimento è stato determinato dal fatto che l'indebitamento in yen porta a vendere questa moneta ed è stata continuamente venduta contro l'acquisto di un'altra valuta.
Come è nata la crisi finanziaria? L'ha partorita si le banche e gli Usa ma con l'aiuto proprio del carry trade, infatti, le società specializzate in mutui ipotecari, accendevano prestiti sul mercato giapponese, utilizzando la tecnica del carry trade, sopra descritta e concedevano mutui subprime, ovvero a soggetti a rischio di insolvenza, dopodichè cedevano il credito a società finanziarie, utilizzando la tecnica della securitisation a società finanziarie create il più delle volte ad hoc. Queste, se il mutuante pagava avrebbero ripagato il credito ceduto alle società specializzate nei mutui ( banche) e se il mutuante non pagava avrebbero preso la proprietà della casa che nel frattempo era aumentata di valore. Alla fine erano tutti felici e contenti, le banche ancor di più, guadagnavano infatti su diversi fronti, senza alcun rischio, o meglio avevano pensato di diffonderlo in tutto il mondo tramite i derivati, si era così diffusa l'idea che suddividendo il rischio questo scomparisse, mentre, è diventato un boomerang. I prezzi degli immobili diminuirono e le società finanziarie che acquistavano i crediti subprime si appropriarono di case che valevano meno del credito acquisito, le stesse società così non riuscirono a ripagare alle banche e molte fallirono, le banche ebbero difficoltà a restituire il prestito in Giappone e ci furono conseguenze sui cambi. Ma questo non è nulla in confronto al disagio politico – sociale del popolo dei subpremer , milioni di questi, infatti, furono costretti allo sfratto.
La diffusione internazionale della crisi si è avuta grazie alla natura delle società finanziarie che acquistarono i crediti subprime perchè queste si erano sempre  finanziate con emissione di titoli di debito ad alto rendimento, titoli acquistati da fondi ad altro rischio (asiatici ed europei) che sono poi andati in difficoltà e prodotti finanziari diffusi in tutto il mondo. Le agenzie di rating non seppero dare le giuste valutazioni e siamo stati inglobati dalla crisi. Le banche centrali hanno cercato di intervenire immettendo denaro e abbassando il costo dello stesso, ma alla fine la crisi che era di origine finanziaria ha successivamente avuto ripercussioni sull'economia reale, sugli scenari geopolitici e geoeconomici mondiali. Alla prossima bolla, che tanto sa di petrolio...

 

di Antonio Simeone